grazie... ho letto la parte che mi interessava di più, ma ho letto questo e penso che mi sia stato più utile:
http://www.biblistica.it/wordpress/wp-c ... igioni.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;
è molto interessante la parte finale dove dice che probabilmente in tutte le religioni cristiane vivono sia il grano e le zizzanie e sarà verso la fine che gli angeli faranno la separazione...
ho trovato molto interessante questa parte:
"La concezione di una chiesa unita nell’adorazione i cui membri cooperano per il progresso del vangelo è forse diventata un’utopia?
Era una realtà solo del primo secolo?
L’apostasia non spiega soddisfacentemente questa apparente scomparsa della chiesa di Dio. Yeshùa disse: “Io sono con voi tutti i giorni, sino alla fine dell'età presente” (Mt 28:20).
Voi chi?
Singoli individui sparsi qua e là nelle varie denominazioni cristiane?
È possibile.
Una chiesa trasversale fatta di credenti che si trovano sparsi nelle varie confessioni. Credenti che sono stati riconosciuti da Dio.
A favore di questa ipotesi c’è il testo di Ap 3:20 “Ecco, io sto alla porta e busso: se qualcuno ascolta la mia voce e apre la porta, io entrerò da lui e cenerò con lui ed egli con me”.
In questo passo Yeshùa bussa, per così dire, alla porta di ciascuno di noi e a chi lo invita ad entrare dimora con lui.
Interessante è che mentre il messaggio di rimprovero è rivolto ad una chiesa specifica, quella di Laodicea, l’azione relazionale avviene solo tra Yeshùa e il credente.
Alcuni esegeti, nel corso del tempo, hanno ipotizzato che la chiesa di Laodicea rappresenti la chiesa degli ultimi giorni, tiepida, indifferente, compiaciuta (vv. 15,16). Indipendentemente dalla giustezza o meno di tale interpretazione è evidente che
Yeshùa tratta con i singoli credenti che renderanno conto di come hanno risposto alla chiamata di Dio.
Si può fare un ulteriore considerazione basata su Ap 12:17 che parla di “quelli che restano della discendenza di lei [la simbolica donna di Dio del v.1]”.
L’espressione “quelli che restano” in greco è un’unica parola, loipon, un aggettivo, che significa: rimanente, resto, il resto delle cose che rimangono.
Di questo rimanente viene detto che “osservano i comandamenti di Dio e custodiscono la testimonianza di Gesù”.
Dato che il libro di Apocalisse tratta gli avvenimenti dei tempi escatologici è lecito dedurre che dopo un periodo iniziale di una chiesa unita alla fine ne rimane un residuo, una rimanenza, un frammento.
In vista di quanto detto allora si può concludere che una chiesa unita e riconosciuta da Dio come depositaria dell’insegnamento degli apostoli secondo verità fu una realtà solo nel primo secolo.
Tuttavia le parabole che Yeshùa fece del lievito o del granello di senape circa il regno di Dio evidenziano un grande sviluppo della sua sfera di influenza, tale che solo un’
opera mondiale di predicatori* avrebbe potuto fare. La predicazione della buona notizia del Regno di Dio infatti deve raggiungere ogni angolo del pianeta
(Mt 24:14; At 1:8). Dobbiamo allora concludere che
tutte le chiese, nei loro sforzi missionari, concorrono alla predicazione, all’annuncio del regno di Dio?
Sarà poi Dio ad attirare coloro che son suoi di mezzo alle varie religioni?
Le denominazioni della cristianità sono da considerarsi mali necessari?
Alla luce di alcune parabole
sembrerebbe di si. Prendiamo ad esempio la parabola delle zizzanie e quella della rete da pesca.
Aspetti salienti della prima:
1. Il grano e le zizzanie crescono
insieme, le une vicino alla altre,
nello stesso campo.
2. Non avviene alcuna separazione del grano dalle zizzanie prima della fine dei tempi.
3. Chi opera la separazione sono gli angeli.
Aspetti salienti della seconda:
1. Il regno di Dio é paragonato ad una rete a strascico.
2. La rete raccoglie, durante la pesca, ogni tipo di pesce.
3. Quando la rete é tirata a riva avviene la separazione dei pesci buoni da quelli cattivi.
4. Chi opera la separazione sono gli angeli.
Come si vede veri e falsi credenti
convivono insieme, non esiste cioè una chiesa che è tutto grano o pesce buono.
Saranno gli angeli alla parusia del Signore che
opereranno la separazione.
È chiaro che non ho trovato una risposta conclusiva a questo problema. La realtà nella quale mi dibatto è che in qualunque chiesa vado trovo idee che ritengo antiscritturali e quindi non mi sento di aderire a nessuna. Concludo con altre domande:
la vita del discepolo di Yeshùa oggi è una corsa solitaria?
Che senso hanno oggi le seguenti parole: “Non abbandonando la nostra comune adunanza come alcuni sono soliti fare, ma esortandoci a vicenda; tanto più che vedete avvicinarsi il giorno” (Eb 10:25)?
Quale “comune adunanza”?"