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Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: sabato 26 aprile 2014, 23:23
da Enigma
Veloce, veloce esprimo il mio parere, poi de corsa me vado a cuccà perché me devo alzà presto pi travagghiari :mrgreen:
Penso che si possa pregare per qualsiasi errore abbia commesso il proprio fratello eccetto se ha bestemmiato contro lo spirito santo. Chi commette questo tipo di peccato Yeshùa dice che non ha speranza: “Ogni sorta di peccato e bestemmia sarà perdonata agli uomini, ma la bestemmia contro lo spirito non sarà perdonata. (Matteo 12:31) Penso che Giovanni quando dice di non pregare per un peccato che non conduca, si stava riferendo proprio alla bestemmia contro lo spirito santo che solo Dio conosce.
Ora minni vaiu. Ciao Luciettina. Buonanotte. :D

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: domenica 27 aprile 2014, 7:17
da Gianni
Ciao, Lucia. Credo che nella tua valutazione di 1Gv 5:17 ci sia un errore di comprensione, forse dovuto alla traduzione ma soprattutto all’interpretazione della traduzione. Cerco di spiegarmi: il testo originale dice letteralmente: “Ogni ingiustizia peccato è e c’è peccato non per morte”. Ora, la tradizione “c'è un peccato che non conduce a morte”, è corretta, ma è un errore interpretare “un” come numero riferito a un singolo peccato specifico. Forse può aiutarti la traduzione che ne fa TLC: “Esiste anche un tipo di peccato che porta alla morte”.
La stessa cosa vale per la traduzione “vi è un peccato che conduce a morte” al v. 16, che nell’originale è letteralmente “c’è peccato per morte”. Non si parla insomma di singoli peccati specifici (uno mortale e uno non mortale), ma di tipi di peccato. Tutto diventa chiaro in TILC: “Se uno vede un fratello commettere un peccato che non porta alla morte, preghi per lui, e Dio darà la vita a quel fratello. Naturalmente, se si tratta di peccati che non portano alla morte. Esiste anche un tipo di peccato che porta alla morte. Non è per questi peccati che dico di pregare. Tutto quel che facciamo contro la volontà di Dio è peccato, ma non ogni peccato porta alla morte”. - 1Gv 5:16,17.
Giovanni parla di due tipi o genere di peccato. Tipi di peccato non mortali li puoi trovare menzionati in Is 6:7, Ger 31:34, Gc 5:15 e anche in 1Gv 1:9. Tipi di peccati mortali sono menzionati in Mt 12:31, Mr 3:29, Lc 12:10 ed Eb 6:6;10:26.

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: domenica 27 aprile 2014, 8:10
da stella
Cara Lucia ,,ciao

Si anche io avevo scritto qualcosa ( ma ho perduto ciò credo perché Gianni ha inserito prima di me ) :) dicevo ho scritto in parole povere secondo me quale è il peccato imperdonabile ,,o meglio come ora ha spiegato Gianni i peccati imperdonabili ,,comprendo che possiamo oltraggiare lo S. Santo in diversi modi ,,
Sarebbe interessante esaminare tutti i riferimenti che Gianni ha citato ,,
Io l'ho sempre visto come il peccato dell'ostinatezza difronte all'opera compiuta da Cristo sul palo ,,per la nostra salvezza ,,lo spirito convince di peccato ,,ma noi rifiutiamo tale grazia ,,insomma superbia mancanza di umiltà difronte a Dio ,,non voler ammettere la nostra miseria ,,ecc.ecc.bene vado e finito il mio tempo a disposizione ,,ma mi tengo informata sui vostri commenti ,,argomento molto importante visto e interpretato da studiosi on sempre con lo stesso pensiero

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: domenica 27 aprile 2014, 12:55
da Israel75
La bestemmia contro lo spirito santo potrebbe essere intesa come offesa verso un innocente? tipo un bambino etc... :?: :?:

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: domenica 27 aprile 2014, 12:58
da ilvigilante
Infatti, non riconoscere il Figlio, quando si ha la precisa consapevolezza di ciò che ha fatto, dei miracoli che ha compiuto, del suo sublime sacrificio, della speranza che gratuitamente ci offre, equivale a peccare contro lo Spirito Santo. Non perchè così si pecca contro il Figlio, che può essere perdonato, ma si pecca contro la disposizione e il provvedimento di Dio stesso a nostro favore.
Non c'è cosa peggiore dell'ingratitudine e la vigliaccheria di un figlio verso un padre che gli ha mostrato sempre il massimo bene.

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: lunedì 28 aprile 2014, 7:38
da Gianni
1Gv 5:16,17 potrebbe essere ricollegato a Nm 15:30: “La persona che agisce con proposito deliberato, sia nativo del paese o straniero, oltraggia il Signore; quella persona sarà eliminata dal mezzo del suo popolo”.
Il “proposito deliberato” implica una piena consapevolezza ed esclude l’ignoranza dovuta alla mancanza di piena cognizione. Ad esempio, il procuratore romano Pilato, che pure fece uccidere Yeshùa, era del tutto inconsapevole che stava per compiere un atto contro il messia di Dio, di cui nulla sapeva e gli importava.
Peccare contro lo spirito di Dio è peccare contro l’azione di Dio stesso (Mt 12:31,32). È detto in Eb 10:26,27: “Se persistiamo nel peccare volontariamente dopo aver ricevuto la conoscenza della verità, non rimane più alcun sacrificio per i peccati; ma una terribile attesa del giudizio”.
Il peccato imperdonabile non è quindi un peccato specifico ma è un peccato connotato da piena adesione volontaria e dalla piena consapevolezza che si sta peccando.
Se un credente che ha peccato si domanda se ha commesso un peccato imperdonabile, questo fatto dimostra in sé che non lo ha commesso, perché chi commette un peccato imperdonabile non si pone assolutamente mai questo problema.

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: lunedì 28 aprile 2014, 17:45
da Israel75
E' un pò come dire: "se ti vergogni di qualcosa di brutto che hai fatto è buon segno , perchè chi non si vergogna più dei peccati ha intrapreso una strada senza ritorno. no ?"

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: lunedì 28 aprile 2014, 19:40
da Michele
Ciao Lucia,
personalmete, prima di entrare nel pieno dell'argomento, sarei curioso di sapere come viene interpretata il termine greco tradotto poi con "veda". "Se uno veda". Se significa vedere con la vista degli occhi è un conto, se invece ha un altro significato è un altro conto.

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: lunedì 28 aprile 2014, 20:43
da Enigma
Ueilà, Micheduzzo beddu, beddu. Finalmente sei ritornato dalle vacanze. :mrgreen:

Michele, “veda” dal greco “ἴδῃ” che deriva dal verbo “ὁράω”,
da significato di, “vedere con gli occhi, vedere con la mente”.
Penso che debba essere il contesto a stabilire se il vedere è da intendersi alla lettera oppure un percepire con la mente. Nel caso di 1Gv 5:16, io credo che sia un vedere alla lettera, altrimento come puoi capire che un fratello ha commesso un peccato? Quindi, è un vedere con gli occhi come nel caso di Zacchero che per vedere Yeshùa salì su un albero. “ Allora corse avanti a un posto avanzato e salì su un sicomoro per vederlo (ἴδῃ), perché stava per passare di là” (Lc 19:4).

Re: 1 GIOVANNI 5:16-17

Inviato: lunedì 28 aprile 2014, 22:52
da Michele
E che vacanze Enigmuzzo beddu, non te lo dico, te lo lascio immaginare :o
Quindi si starebbe parlando di vedere con gli occhi?
E se fosse in questo modo, quale tipo di peccato si "vede con gli occhi".
La bestemmia si sente, o sbaglio? Il vedere esprime un "atto", un "movimento", oppure cosa?