ουτος di Gv. 1:10
- Gianni
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Re: ουτος di Gv. 1:10
Sì, Il Nuovo testamento puro testo senza note, Lanterna Editrice, Genova.
Re: ουτος di Gv. 1:10
Caro Gianni, leggendo attentamente il commento di stamattina non posso che essere d'accordo con la tua argomentazione.Però è giusto farti notare anche il punto di vista di Raymond Brown espresso nel suo commentario a questo vangelo.
Ecco testualmente quello che dice:" La "luce" è il soggetto del v.9; e questo soggetto non è ripreso nel v.10. Invece il soggetto maschile nel v.10 ( luce è neutro) indica che il soggetto è il Logos ( la Parola), lo stesso soggetto che spicca nelle righe iniziali della altre strofe ( vv. 1.3.14). - p. 12
Pensi che sia del tutto inaccettabile il pensiero di Brown?
Ecco testualmente quello che dice:" La "luce" è il soggetto del v.9; e questo soggetto non è ripreso nel v.10. Invece il soggetto maschile nel v.10 ( luce è neutro) indica che il soggetto è il Logos ( la Parola), lo stesso soggetto che spicca nelle righe iniziali della altre strofe ( vv. 1.3.14). - p. 12
Pensi che sia del tutto inaccettabile il pensiero di Brown?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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Re: ουτος di Gv. 1:10
Sì, è inaccettabile, perché il lògos è menzionato solamente al v. 1. Poi, ai vv. 3b,4 è detto che il lògos produsse la vita e che la vita era luce. Dal v. 5 non si parla più né del lògos né della vita, ma solo della luce. Il lògos riappare solo al v. 14, e dopo aver parlato della luce.
Quello del Brown è dunque un volo di fantasia fuori da ogni logica.
Quello del Brown è dunque un volo di fantasia fuori da ogni logica.
Re: ουτος di Gv. 1:10
Scusami Gianni, ma per te chi è allora il soggetto iniziale del v.3: " panta di autou egeneto?Gianni ha scritto:Sì, è inaccettabile, perché il lògos è menzionato solamente al v. 1.
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Re: ουτος di Gv. 1:10
Al v. 3 il soggetto è pànta, "tutte le cose", che subiscono l'azione di essere fatte.
Re: ουτος di Gv. 1:10
Trizzi, concordo con Gianni. Un pronome personale non può riferirsi arbitrariamente ad un nome che compare otto versetti prima. Si capisce bene che il verbo essere si riferisce alla luce, e che quindi anche il pronome personale si riferisce alla luce, osservando il greco:
Ἦν τὸ φῶς τὸ ἀληθινὸν, ὃ φωτίζει πάντα ἄνθρωπον, ἐρχόμενον εἰς τὸν κόσμον era la luce vera, quella che illumina ogni uomo, venente nel mondo
ἐν τῷ κόσμῳ ἦν, καὶ ὁ κόσμος δι’ αὐτοῦ ἐγένετο, καὶ ὁ κόσμος αὐτὸν οὐκ ἔγνω nel mondo era [chi?], e il mondo attraverso lei [o chi altri?] venne ad esistere, e il mondo lui [chi?] non comprese
Il pronome deve riferirsi ad un nome che compare nella frase, affinché la frase abbia senso compiuto; non ad uno che compare in una frase diversa, lontana e conclusa. Osserva come ciò avviene al v. 5:
καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει, καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν
e la luce nella tenebra risplende, e la tenebra lei non ha sopraffatto
Dunque ha ragione Gianni, Giovanni usa il maschile in modo erroneo. Ai fini della traduzione, comunque, non crea problema, perché si capisce che si sta parlando della luce, che è la parola, ossia il lògos; ma se dobbiamo tradurre fedelmente alla lettera così come la grammatica e la sintassi indicano, i due pronomi personali si riferiscono a to fos: il primo è giusto, il secondo è sbagliato. Anche dalla costruzione si capisce bene che lo scrittore non aveva totale dimestichezza con il greco.
Ἦν τὸ φῶς τὸ ἀληθινὸν, ὃ φωτίζει πάντα ἄνθρωπον, ἐρχόμενον εἰς τὸν κόσμον era la luce vera, quella che illumina ogni uomo, venente nel mondo
ἐν τῷ κόσμῳ ἦν, καὶ ὁ κόσμος δι’ αὐτοῦ ἐγένετο, καὶ ὁ κόσμος αὐτὸν οὐκ ἔγνω nel mondo era [chi?], e il mondo attraverso lei [o chi altri?] venne ad esistere, e il mondo lui [chi?] non comprese
Il pronome deve riferirsi ad un nome che compare nella frase, affinché la frase abbia senso compiuto; non ad uno che compare in una frase diversa, lontana e conclusa. Osserva come ciò avviene al v. 5:
καὶ τὸ φῶς ἐν τῇ σκοτίᾳ φαίνει, καὶ ἡ σκοτία αὐτὸ οὐ κατέλαβεν
e la luce nella tenebra risplende, e la tenebra lei non ha sopraffatto
Dunque ha ragione Gianni, Giovanni usa il maschile in modo erroneo. Ai fini della traduzione, comunque, non crea problema, perché si capisce che si sta parlando della luce, che è la parola, ossia il lògos; ma se dobbiamo tradurre fedelmente alla lettera così come la grammatica e la sintassi indicano, i due pronomi personali si riferiscono a to fos: il primo è giusto, il secondo è sbagliato. Anche dalla costruzione si capisce bene che lo scrittore non aveva totale dimestichezza con il greco.
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Re: ουτος di Gv. 1:10
Giusto. Si chiama analisi logica.
Re: ουτος di Gv. 1:10
Bgaluppi, io penso che la tua analisi è corretta solo se si prende per scontato che Giovanni ha commesso un errore nell’usare un pronome maschile. E se invece non ci fosse nessuno errore da parte di Gv?
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Re: ουτος di Gv. 1:10
Può anche darsi che Giovanni, pensando alla luce come Yeshùa, abbia usato il maschile. Ma sempre di errore si tratta, un po' come nella nota frase sgrammaticata "io speriamo che me la cavo". C'è tanta gente illetterata che parla così. E Giovanni era proprio un illetterato. Se si legge la sua Apocalisse c'è da sussultare sulla sedia in continuazione per lo scempio che fa della grammatica e della sintassi greche.
D'altra parte la grandezza di Dio si rivela anche in ciò, nell'usare persone illetterate che sono ad altezze che nessun miscredente plurilaureato potrebbe raggiungere.
D'altra parte la grandezza di Dio si rivela anche in ciò, nell'usare persone illetterate che sono ad altezze che nessun miscredente plurilaureato potrebbe raggiungere.
Re: ουτος di Gv. 1:10
Finalmente un po' di studio serio.
Grazie ragazzi.
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