Rm 5 - "tutti" o "molti"?

ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da ilvigilante »

Paolo li pone in contrapposizione proprio per far comprendere che non vi è differenza in merito al giudizio giustificatorio di Dio che deriva dalla fede e non dall'etnia.
Ciononostante nella realtà una differenza esiste ed è inconfutabile fra il popolo ebreo e le nazioni. Questo lo si comprende in seguito quando parla dell'ulivo selvatico e di quello naturale
ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

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Più in là, sempre in Romani, si potrà vedere dove portano quel 'molti' e quel 'tutti' dopo un'ulteriore analisi da parte di Paolo, intravvedendo come culmina la misericordia di Dio per il popolo ebraico e per le nazioni
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bgaluppi
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da bgaluppi »

ilvigilante, sono d'accordo che la morte fisica è conseguenza del peccato; quello che volevo dire è che qui il testo paolino parla di molti che sono morti per colpa del peccato, cioè non tutti, e dunque non può far riferimento ai morti fisicamente, perché tutti gli uomini devono morire. Oppure parla di molti che sono morti fisicamente in passato in un momento storico preciso e definito. Allo stesso modo, la grazia non si è riversata su tutti, ma su molti. Io credo che con "i molti" che sono morti e "i molti" che hanno ricevuto la grazia Paolo faccia solo una comparazione e non sia da intendersi alla lettera (cioè "non tutti"). Infatti, al v. 18 "i molti" diventano "tutti gli uomini": “Dunque, come con una sola trasgressione la condanna si è estesa a tutti gli uomini, così pure, con un solo atto di giustizia, la giustificazione che dà la vita si è estesa a tutti gli uomini.”.

Bella discussione.
ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da ilvigilante »

Antonio,
concordo con te nell’ipotesi che i ‘molti’ che sono morti possano riferirsi ai morti in un dato periodo o momento storico o, come dicevo in un commento precedente, a tutti i morti precedentemente al contesto di Paolo, esclusi i viventi del momento.
Contrasta l’idea di Mimymattia, quando ipotizza che quel ‘molti’ possa riferirsi esclusivamente a coloro che si sforzano di ubbidire ai comandamenti,
infatti nel versetto 18, come ben fai notare, la giustificazione si estende a ‘tutti’ e non solo a chi si sforza di praticare i dettami della Legge.

E’ proprio questo atto giustificatorio esteso a tutti da parte di Dio che rende la sua misericordia elevata all’ennesima potenza.
ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da ilvigilante »

Mimy,
E’ lo stesso dubbio che si poneva Paolo in seguito al suo discorso:
Rm 9:14 “Cosa diremo dunque? C’è forse ingiustizia da parte di Dio? No di certo!”
Se si continua a leggere il seguito del cap. 9, si comprende come la compassione di Dio non dipende dalla volontà dell’uomo né dai suoi sforzi, ma dalla sua misericordia;

18 “Dunque egli ha misericordia di chi vuole…”

Verso chi?

24 “ verso noi, che ha chiamato non solo fra i giudei ma anche fra le nazioni”

25 “Chiamerò ‘mio popolo’ quelli che non erano il mio popolo”

Chiarissimo l’esposto dal versetto 30 in poi dove spiega che Israele, pur cercando la giustizia, (quindi la giustificazione) non l’ha raggiunta mediante la Legge, perché non la cercava mediante la fede ma mediante le opere.
E’ naturale che qui non sta condannando le opere della Legge, ma è la fede il motivo superiore di cui le opere sono un corollario secondario, naturale e consequenziale.

Cosa significa questo? La fede è una condizione personale che matura ‘nel cuore’, in seguito, come dirà successivamente, all’aver conosciuto intorno al Cristo …e le opere? “Con la bocca si fa la dichiarazione pubblica…”
Questo atto importantissimo, pubblico, che coincide con il battesimo, a quel tempo era un atto di straordinario coraggio, non come oggi, perché chi si esponeva pubblicamente era consapevolmente esposto alla feroce persecuzione. Ecco il valore della fede, avendo conosciuto e accettato Cristo, rendeva le persone disposte ad accettare anche il martirio e la morte, altro che il semplice rifugiarsi nelle opere della Legge.

Ritornando ai ‘molti’ del cap. 5 pare che la risposta la troviamo in Rm 10:16 “Ma non tutti hanno ubbidito alla buona notizia, infatti Isaia dice: “Dio, chi ha riposto fede in ciò che ha udito da noi?” “
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bgaluppi
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da bgaluppi »

È estesa a tutti, come al v. 18, perché il sacrificio di Cristo è per tutti. Ma quei tutti diventano "molti", poiché è ovvio che per godere della grazia è necessaria la fede, e la fede presuppone opere (dunque obbedienza ai comandamenti). Non "tutti" credono e operano.
ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da ilvigilante »

Mimy,

Quello del bandire chi celebrava le feste bibliche è un ribaltamento apostata, carnale e ignorante da parte dei cristiani che ormai vivevano in un periodo in cui prevalsero interessi campanilistici privati e di potere più che del valore intrinseco dell’insegnamento di Cristo.


Grazie Jon, per aver sottolineato e anticipato quello che è il fine ultimo di tutto il discorso di Paolo, la redenzione di tutta l’umanità, Dio quale Salvatore di tutti gli uomini
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bgaluppi
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da bgaluppi »

“14 A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma non ha opere? Può la fede salvarlo? 15 Se un fratello o una sorella non hanno vestiti e mancano del cibo quotidiano, 16 e uno di voi dice loro: «Andate in pace, scaldatevi e saziatevi», ma non date loro le cose necessarie al corpo, a che cosa serve? 17 Così è della fede; se non ha opere, è per se stessa morta. 18 Anzi uno piuttosto dirà: «Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede». 19 Tu credi che c'è un solo Dio, e fai bene; anche i demòni lo credono e tremano. 20 Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? 21 Abraamo, nostro padre, non fu forse giustificato per le opere quando offrì suo figlio Isacco sull'altare? 22 Tu vedi che la fede agiva insieme alle sue opere e che per le opere la fede fu resa completa; 23 così fu adempiuta la Scrittura che dice: «Abraamo credette a Dio, e ciò gli fu messo in conto come giustizia»; e fu chiamato amico di Dio. 24 Dunque vedete che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto.” — Gc 2:14-24

“Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.” — Gv 15:10

“Chi dunque avrà violato uno di questi minimi comandamenti e avrà così insegnato agli uomini, sarà chiamato minimo nel regno dei cieli; ma chi li avrà messi in pratica e insegnati sarà chiamato grande nel regno dei cieli.” — Mt 5:19

“Se vuoi entrare nella vita, osserva i comandamenti” — Mt 19:17

“Ciò che conta è l'osservanza dei comandamenti di Dio” — 1Cor 7:19

“Questo è l'amore di Dio: che osserviamo i suoi comandamenti” — 1Gv 5:3

“Qui è la costanza dei santi che osservano i comandamenti di Dio e la fede in Gesù.” — Ap 14:12

A questo punto, vi propongo di rispondere a questa domanda: che significa avere fede?
ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da ilvigilante »

Infatti Antonio,
Giacomo ribadisce lo stesso concetto riguardo alla fede, anche se potrebbe non sembrare.
Infatti quando dice di colui che asserisce di avere fede senza opere, in realtà sta dicendo che quella non è affatto fede, ma non perché quella fede debba dipendere dalle opere, ma perché quella fede dichiarata non produce opere, quindi è solo una fede dichiarata, falsa, sterile; allo stesso modo di colui che dice di credere in Dio che è un’affermazione sterile, come chi dice di avere fede e non la vive nelle opere …Anche i demòni credono in Dio (e lo credono davvero), ma non onorano Dio con le opere.

Il concetto è sempre lo stesso, è la fede (quella vera) la fonte delle opere, non le opere la fonte della fede.
ilvigilante
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Re: Rm 5 - "tutti" o "molti"?

Messaggio da ilvigilante »

Valutiamo anche questo aspetto per comprendere come Paolo, nonostante accomuni ‘il giudeo e il greco’ in merito alla misericordia di Dio, ne faccia comunque una distinzione per quanto attiene agli obblighi derivanti dalla fede:

la circoncisione nella carne e la circoncisione nel cuore.

Quando Paolo affronta questo tema lo fa per far comprendere bene il punto, tanto da portare la questione all’esame degli anziani di Gerusalemme.
Il punto era che vi erano alcuni che volevano obbligare le persone delle nazioni che affluivano nella congregazione a circoncidersi.

Il sottile e logico discorso di Paolo sventa questa pretesa facendo comprendere che il vero giudeo non è colui che è circonciso nella carne, ma chi lo è nel cuore.

1° Cor 7:18,19 Qualcuno era circonciso quando è stato chiamato? Non cerchi di cancellare la sua circoncisione. Qualcuno è stato chiamato quando era incirconciso? Non si faccia circoncidere. La circoncisione non conta nulla e l’incirconcisione non conta nulla; ciò che conta è invece osservare i comandamenti di Dio.

(certamente ciò che conta è osservare i comandamenti di Dio, ma sta parlando a chi ha già ottenuto una condizione approvata avendo mostrato fede. Ora ci si stava chiedendo in quale maniera fosse giusto dimostrare tale fede, circoncidendosi?, non circoncidendosi? Con quali altre opere dimostrare la propria fede? Con tutta la Legge data a Mosè? Per gli Ebrei sicuramente sì, per gli altri non necessariamente, tanto che Paolo ritiene che neanche l’osservanza delle feste ebraiche fosse richiesto a coloro che provenivano dalle nazioni, addirittura il sabato che faceva parte del Decalogo. Col. 2 :17 Perciò nessuno vi giudichi per quello che mangiate o bevete o riguardo all’osservanza di feste, lune nuove o Sabati. Queste cose sono un’ombra di quelle future, ma la realtà appartiene al Cristo
)

Col 2:11-17 A motivo della vostra relazione con lui siete anche stati circoncisi, non con una circoncisione praticata da mani umane, ma con la circoncisione del Cristo, che consiste nello spogliarsi del corpo carnale. Infatti siete stati sepolti con lui nel suo battesimo, e a motivo della vostra relazione con lui siete anche stati risuscitati insieme a lui grazie alla vostra fede nella potente azione di Dio, il quale lo ha risuscitato dai morti. Inoltre, anche se eravate morti a causa delle vostre colpe e dell’incirconcisione della vostra carne, Dio vi ha dato vita insieme a lui. Egli ci ha benevolmente perdonato tutte le nostre colpe e ha cancellato il documento scritto contro di noi che consisteva in decreti e ci era ostile; lo ha tolto di mezzo inchiodandolo al palo di tortura. Per mezzo d’esso ha spogliato i governi e le autorità e ha mostrato pubblicamente la loro sconfitta conducendoli in un corteo trionfale. Perciò nessuno vi giudichi per quello che mangiate o bevete o riguardo all’osservanza di feste, lune nuove o Sabati. Queste cose sono un’ombra di quelle future, ma la realtà appartiene al Cristo.

Flp 3:3 Siamo noi quelli con la vera circoncisione, noi che rendiamo sacro servizio mediante lo spirito di Dio, che abbiamo il nostro motivo di vanto in Cristo Gesù e non riponiamo la nostra fiducia nella carne
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