Il pane e la data dell'ultima cena

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bgaluppi
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da bgaluppi »

Interessante.

Se leggiamo Luca 22 con attenzione, senza lasciarci fuorviare da supposizioni o idee preconcette, noteremo che non si parla mai di quella cena come cena pasquale. La NR traduce il v. 8 così: “andate a prepararci la cena pasquale”; ma il testo dice “andate a preparare la pasqua [non la cena, nota bene], affinché mangiamo”. Il testo non ha neppure “la mangiamo”, ma solo “affinché mangiamo”. Se si fosse trattato della cena di pasqua, Yeshùa non avrebbe ordinato di andare ad allestire la stanza (vv. 10-12), che doveva già essere allestita, perché prima bisognava preparare, poi occuparsi dell'agnello (sacrificio, preparazione, cottura), e solo dopo la cena pasquale poteva essere consumata.

Dunque, il greco dice: “andate a preparare la pasqua, affinché possiamo mangiare”. E i discepoli rispondono: “dove vuoi che prepariamo?”, non “la prepariamo”. E poi spiega in cosa consisteva la preparazione: l'apparecchiamento (allestimento) di una stanza. Chi ha in mente che Yeshùa mangiò la cena pasquale, trasforma il testo e traduce come la NR: “Andate a prepararci la cena pasquale, affinché la mangiamo”. Ben diverso.
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Daminagor
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da Daminagor »

Antonio, che senso ha chiedere dove preparare la pasqua e poi mettere nel versetto dopo lo svolgersi della cena? Sembra che sia volutamente confusionaria la cosa... Se non si tratta di pesach (e personalmente tendo a supportare questa opzione), perchè parlarne nel versetto prima di quello che descrive la cena?
Onestamente, se leggessi un libro qualunque e trovassi la stessa costruzione, nello stesso ordine, penseresti o no che si trattava di una cena pasquale? Secondo me si...
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Daminagor
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da Daminagor »

Si, ho letto quegli studi... però ci sono elementi che non vengono presi in considerazione. Come ad esempio il fatto che diverse correnti ebraiche avevano diverse concezioni per stabilire i giorni di festa, vedi farisei e sadducei. Per non parlare di esseni e simili... Quindi sulla carta sembra tutto chiaro circa la festività, ma nella pratica invece sembra che ognuno facesse come gli pareva. Tra l'altro in levitico (o numeri, non ricordo) Dio non dice che pasqua si celebra ancora dentro il giorno 14 e non il 15?
trizzi74
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da trizzi74 »

Sono andato a leggere le note di Luca 22 nella Bibbia Concordata di cui il prof. Salvoni ne è l'autore. Ecco quello che egli scrive nelle note inerenti a Luca 22: 14 e 17.

quando giunse l'ora: il tempo cioè in cui soleva svolgersi la cena pasquale. A differenza di Marco e Matteo, Luca premette all'istituzione dell'Eucaristia la cena giudaica, collocando il nuovo rito cristiano in fine, quale azione culminante di quella riunione pasquale.- nota v.14

Nella pasqua giudaica erano previste tre o quattro coppe di vino. Dunque il Maestro , secondo la recensione lucana, celebra con i discepoli la pasqua giudaica e subito dopo, nella stessa seduta pasquale, istituisce la nuova pasqua. - nota v.17

Quindi anche Salvoni si allinea con altri studiosi nell'affermare che Gesù celebrò la pasqua ebraica prima di essere arrestato.
Ultima modifica di trizzi74 il mercoledì 28 marzo 2018, 0:26, modificato 1 volta in totale.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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bgaluppi
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da bgaluppi »

Antonio, che senso ha chiedere dove preparare la pasqua e poi mettere nel versetto dopo lo svolgersi della cena?
Quale cena? Se io preparo la pasqua e poi la sera faccio cena, non significa che quella sia la cena di pasqua. Infatti il testo non dice, come vuol far intendere la NR, che mangiarono la pasqua, dice solo che cenarono insieme, dopo aver approntato i preparativi per la pasqua.

Il testo ha obbiettivamente: 1) preparazione di Pesach in una stanza privata al piano rialzato (la preparazione non riguardava solo il 14 di nissan); 2) consumazione di una cena, in cui si spezza pane (cosa che veniva fatta comunemente dal capofamiglia ogni volta prima di mangiare). Io capisco che Yeshùa ordinò loro di preparare per la pasqua per rispettare il comandamento ed evitare di allarmarli dicendo loro che sarebbe morto; poi, durante il pasto serale, glielo disse (anche se loro non capirono).

Vogliamo leggere che andarono a sacrificare l'agnello e lo mangiarono quella sera durante la cena pasquale, oppure ciò che è scritto? Infatti, pur volendo immaginare che i discepoli trovarono il tempo di sacrificare, preparare e cuocere l'agnello intero (cosa che il testo non dice), i vv. 15-18 chiariscono ulteriormente che Yeshùa non mangiò la pasqua. Vediamoli.

“Egli disse loro: «Ho vivamente desiderato di mangiare questa Pasqua con voi, prima di soffrire; 16 poiché io vi dico che non la mangerò più, finché sia compiuta nel regno di Dio». 17 E, preso un calice, rese grazie e disse: «Prendete questo e distribuitelo fra di voi; 18 perché io vi dico che ormai non berrò più del frutto della vigna, finché sia venuto il regno di Dio».” (NR).

Vediamo se ci sono differenze col testo greco, tradotto letteralmente:

“E disse a loro: "con desiderio ho bramato questa Pasqua mangiare insieme a voi prima del mio soffrire; poiché dico a voi che non <più> certamente la mangerò finché è resa compiuta nel regno di Dio...”.

Qui ci sta una piccola analisi, perché abbiamo due varianti. Una (a) riporta λέγω γὰρ ὑμῖν ὅτι οὐ μὴ φάγω αὐτὸ (lègo gar ymìn hòti u me fàgo), una (b) λέγω γὰρ ὑμῖν ὅτι οὐκέτι οὐ μὴ φάγω αὐτὸ (lègo gar ymìn hòti ukèti u me fàgo autò). La prima compare in p75vid ‭א A B (Papiro 75, Sinaitico, Alessandrino, Vaticano, ed è quindi la più autorevole) e nel versetto parallelo di Mt 26:29 (“non affatto berrò”). La seconda versione con οὐκέτι compare in Marco, ed è genuina; ma il greco di marco è peggiore di quello di Luca, ed ha un forte substrato aramaico; Luca potrebbe aver corretto Marco. E comunque Matteo, che si basa su Marco, la rifiuta. Che la presenza dell'avverbio οὐκέτι ("non più") sia strana è evidente in quanto avremmo tre negazioni consecutive, affatto comuni: οὐ μὴ è una formula tipica, che si trova spesso nelle SG, e che significa “per niente”, “non affatto”, “in alcun modo” ( rafforza la negazione ù); la formula οὐκέτι οὐ μὴ composta da tre negazioni è atipica e inesistente nel resto delle SG (tranne che in Mr 15:5), e consisterebbe in un doppio rinforzo: μὴ rafforza οὐ (e questo è comunissimo), i quali insieme rafforzerebbero οὐκέτι (e questo è atipico, soprattutto nel greco forbito di Luca).

Dunque abbiamo:

λέγω γὰρ ὑμῖν ὅτι οὐκέτι οὐ μὴ φάγω αὐτὸ
dico infatti a voi che non più non affatto mangerò quella (finché...)
λέγω γὰρ ὑμῖν ὅτι οὐ μὴ φάγω αὐτὸ
dico infatti a voi che non affatto mangerò quella (finché...)

Yeshùa sta dicendo che aveva desiderato ardentemente celebrare quella Pasqua coi suoi discepoli poiché (γὰρ) sapeva che non l'avrebbe affatto consumata (ma lo avrebbe voluto); questa lezione, che riporta Matteo (οὐ μὴ, non col mangiare ma col bere il vino) e compare sui manoscritti più autorevoli e antichi, confuta in modo inequivocabile la tesi che fosse la cena pasquale (ed è concorde al resto della Scrittura). Aggiungendo οὐκέτι, con una formula affatto comune in greco, si fa sottintendere al testo che non l'avrebbe mangiata più dopo quella che stava mangiando con loro in quel momento; questa lezione insinua un dubbio, che però è risolto da Luca stesso in 23:54, in cui si afferma che quando Yeshùa fu tirato giù dalla croce non era Pasqua, ma la preparazione: “E, trattolo giù dalla croce, lo avvolse in un lenzuolo e lo mise in una tomba scavata nella roccia, dove nessuno era ancora stato deposto. Era il giorno della Preparazione, e stava per cominciare il sabato.” (Lc 23:53,54). Inoltre, anche se dicesse “non la mangerò più in alcun modo”, non dimostra affatto che stesse mangiando la cena pasquale.
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bgaluppi
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da bgaluppi »

Era un “gran giorno”, quel sabato, poiché era Pesach. In realtà era giovedì, e Yeshùa morì mercoledì. Il primo e il settimo giorno della Festa degli Azzimi, ossia il 15 e il 21 di Nissan, sono stabiliti come giorni di "santa convocazione" (מקרא־קדש, miqrah qodesh), in cui non è permesso fare alcun lavoro: “Il primo giorno avrete una riunione sacra [מקרא־קדש, miqrah qodesh]e un'altra il settimo giorno. Non si faccia nessun lavoro in quei giorni.” (Es 12:16). Lo stesso termine miqrah qodesh lo ritroviamo in Lv 23, dove vengono elencate le solennità da celebrare come sante convocazioni e giorni di completo riposo: “Ecco le solennità del Signore, che voi celebrerete come sante convocazioni [מקראי קדש]. Le mie solennità stabilite sono queste. [Per] sei giorni, può essere fatto lavoro, ma nel settimo giorno, è un giorno di completo riposo [שבת שבתון, shabbat shabbaton], una santa occasione [miqrah qodesh]; non farete alcun lavoro. È un Sabato [שבת, shabbat] al Signore in tutti i luoghi dove abiterete”
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Daminagor
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da Daminagor »

Propongo una mia riflessione:

Levitico dice "Il primo mese, al decimoquarto giorno, al tramonto del sole sarà la pasqua del Signore", quindi è chiaro che la pasqua non entra al tramonto del 13, ma al tramonto del 14 (ovvero entrando nel 15). Credo che questo sia corretto, giusto?
Però il primo giorno degli azzimi è il 15 e il testo greco dice che viene chiesto dove preparare "il giorno prima degli azzimi". Ma il giorno prima degli azzimi è il 14, no? Allora se è il 14, seguendo la linea temporale è plausibile che la preparazione di quella cena fosse riferita a pesach, che si consuma nella notte tra 14 e 15.
Ho detto delle sciocchezze?
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Alen.chorbah
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Re: Il pane dell'ultima cena

Messaggio da Alen.chorbah »

Hai detto tecnicamente bene Dami se non fosse che in quel periodo il nome delle due feste era diventato intercambiabile. Luca 22:1 "Si avvicinava la festa degli Azzimi, chiamata Pasqua"
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bgaluppi
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da bgaluppi »

Flavio usa le stesse identiche parole. Festa degli Azzimi, detta Pasqua. Dami, a che versetti ti riferisci con "il giorno prima degli Azzimi?"
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Daminagor
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Daminagor »

Dami, a che versetti ti riferisci con "il giorno prima degli Azzimi?"
il primo giorno degli azzimi (Mt 26:17; Mr 14:12) τῇ δὲ πρώτῃ τῶν ἀζύμων
che in realtà dovrebbe essere tradotto "il giorno prima" e non "il primo giorno"

Riporto lo studio di Gianni in cui evidenzia questo dettaglio
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