Il pane e la data dell'ultima cena

Janira
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Janira »

Forse l'analisi del testo greco può chiarirci i dubbi di Massimo? Dato che il greco è una lingua precisa, forse il modo e il tempo del verbo arrivare al capoverso 312 risolve la questione? Il desiderio di imparare questa lingua aumenta sempre di più :d
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Gianni
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Gianni »

E che aspetti, Janira? :-)
Janira
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Janira »

Hai ragione,Gianni! ;)
Massimo-W-la-Bibbia

Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Massimo-W-la-Bibbia »

Alen Chorbah, sei sempre pronto ad attaccarmi su ogni cosa che scrivo. Ti consiglio di rleggerti l'episodio delle quaglie, usando la logica.
Nessun problema, io sono una persona molto pacifica, porgo sempre l'altra guancia, non mi va di creare attriti e discussioni. Pertanto preferisco lasciare il forum.
La mia inconsistenza dottrinale non merita che tu perda tempo.
Ringrazio tutti coloro che hanno avuto la pazienza e la voglia di discutere sui temi trattati.
Un cordiale saluto a tutti.
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Alen.chorbah
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Alen.chorbah »

Se ti sembro aggressivo ti sbagli di grosso. Fossimo di persona te ne accorgeresti, mi dispiace darti questa impressione. A me piace il confronto anche duro ed essendo un luogo di studio è essenziale il confronto. Ti ho gia spiegato perché 0er me l episodio delle quaglie non ha alcuna importanza per il tema del discorso. Ti ho fatto una domanda poi linguistica. Cosa mi risponderesti?
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bgaluppi
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da bgaluppi »

Massimo, Flavio dice:

Quando il quattordicesimo giorno arrivò ed erano tutti pronti alla partenza, offrirono il sacrificio...

Mi sembra chiarissimo quando fu offerto il sacrificio: il quattordicesimo giorno, che era già arrivato. Se il quattordicesimo giorno arrivò, non avrebbero certo potuto offrire il sacrificio nel tredicesimo giorno, già trascorso. Erano pronti a partire, ma è ovvio che partirono dopo aver sacrificato (e mangiato) l'agnello, non certo prima. E infatti la Torah prescrive proprio questo:

"Lo serberete [l'agnello] fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e tutta la comunità d'Israele, riunita, lo sacrificherà tra le due sere" (Es 12:6). Fino al quattordicesimo, non il tredicesimo, ossia fino a tutto il tredicesimo giorno compreso. "Fino a" significa fino all'inizio del quattordicesimo. Dunque, l'agnello veniva scelto il decimo giorno e controllato fino al quattordicesimo, giorno in cui veniva sacrificato tra le due sere. Mi sembra tutto corrispondente a quanto dice Flavio.
Janira
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Janira »

Io avevo capito che Massimo affermasse che all'inizio del 14, quindi dopo il tramonto, gli ebrei abbiano sacrificato l'agnello e subito dopo lo abbiano mangiato. Poi durante la notte l'angelo della morte ha ucciso i primogeniti. Quindi il seder di Pasqua dovrebbe essere consumato il 14.
Per questo ho pensato che poteva essere utile l'analisi del verbo greco arrivare, per capire se indica davvero un'azione così immediata ( non riesco a spiegarmi meglio di così) :d
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Gianni
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Gianni »

Janira, l’idea che gli ebrei sacrificassero l'agnello e subito dopo lo consumassero, e tutto all'inizio del 14, dopo il tramonto, è sostenuta dai Testimoni di Geova. Costoro giocando sull’interpretazione caraitica e samaritana del periodo tra le due sere, se ne avvalgono per sostenere la loro idea sbagliata che Yeshùa abbia consumato la Pasqua durante la sua ultima cena. Ma vuoi sapere una cosa? Non serve analizzare verbi: è sufficiente riferirsi ad un ad un passo biblico che spiega bene il primo. Vediamolo insieme.

Il primo passo è Es 12:6: “Si deve custodire presso di voi fino al quattordicesimo giorno di questo mese, e l’intera congregazione dell’assemblea d’Israele la deve scannare fra le due sere”. – TNM 1987.

I secondo, con cui si può interpretare bene il primo, è Es 29:38,39: “Questo è ciò che offrirai sull’altare: giovani montoni ciascuno di un anno, due al giorno, di continuo. E offrirai un giovane montone la mattina, e offrirai l’altro giovane montone fra le due sere”. – TNM 1987.

Nota bene: “due al giorno”, e il secondo appartiene allo stesso giorno. E si noti bene la sequenza: uno la mattina e l'altro “fra le due sere”.

Ora, se si mettono le “due sere” all’inizio del 14 non si rispetta più la sequenza. Le “due sere” vanno poste obbligatoriamente alla fine della giornata. E, come dice Es 12:6, quella giornata è il 14.
Janira
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da Janira »

Ora che ho letto il tuo messaggio, mi sono ricordata di una discussione che chiariva proprio questi passaggi. In effetti il problema è sempre il soffermarsi su un versetto, isolarlo e cercare di interpretarlo così.
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bgaluppi
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Re: Il pane e la data dell'ultima cena

Messaggio da bgaluppi »

Volevo concludere il discorso sul versetto di Flavio:

δὶς δὲ τῆς ἡμέρας πρίν τε ἀνασχεῖν τὸν ἥλιον καὶ πρὸς δυσμαῖς θυμιᾶν ἐχρῆν

Due volte al giorno (δὶς δὲ τῆς ἡμέρας) non solo prima del sorgere del sole (πρίν τε ἀνασχεῖν τὸν ἥλιον) ma anche prima del tramonto (καὶ πρὸς δυσμαῖς) bisognava bruciare incenso (θυμιᾶν ἐχρῆν)

Ho controllato il Rocci. Quando il verbo anèco è associato a èlios (sole) indica il sorgere del sole. Dusmè è "tramonto" o "occidente", e pròs dusmàis significa verso il tramonto, ossia prima del tramonto, e non è un'indicazione temporale esatta, come dire "al tramonto" (cioè esattamente quando tramonta il sole). Non bisogna mai affidarsi solo alle traduzioni ma è importante controllare sempre il testo originale, non perché le traduzioni siano sempre inaffidabili, ma perché a volte traducono in modo approssimativo.

La cosa interessante è che gli antichi ebrei si regolavano non tanto con alba e tramonto, ma piuttosto con l'incedere o il decrescere della luce.
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