Il regno di Dio

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Alen.chorbah
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Il regno di Dio

Messaggio da Alen.chorbah »

Vorrei iniziare una discussione partendo da luca 17:21. Ci sono diverse traduzioni in merito. Alcune propendono per "dentro di voi" o " in mezzo a voi" altre ancora "fra voi". Secondo voi cos'è il regno di Dio? Quale traduzione rende meglio l'idea? Nell'ambiente in cui mi trovo (tdg)l'idea che il regno sia una condizione interiore viene scartata a priori e perciò anche la traduzione di luca viene resa "in mezzo a voi".
Il libro che sto leggendo che ho suggerito su segnalazioni fa questa osservazione:
Nel Nuovo Testamento, il regno di Dio è descritto come un regno spirituale con un popolo proveniente da ogni tribù e nazione. Ci sono ancora battaglie da combattere, ma sono quelle contro un nemico spirituale (vedi Efesini 6:10-18). Le persone, persino quelle cattive, non sono mai viste come il nemico ma come vittime del vero Nemico. Hanno bisogno di essere liberate, non di essere giudicate. Questa nuova prospettiva ha il potere di alterare radicalmente il nostro approccio verso qualunque forma di conflitto umano. Quando dunque preghiamo “Venga il tuo regno, come in Cielo così in terra”, stiamo invitando Dio a governare sui nostri cuori e sulle nostre relazioni. Viviamo insieme come cittadini di una comunità spirituale dove, a differenza dei regni politici, la pace non è un obiettivo da ottenere con qualunque mezzo necessario, (inclusa la violenza) – la pace è uno stile di vita. 3 Questo concetto del “regno” di Dio come realtà interiore che è vissuta nel nostro quotidiano, era difficile da accettare per i leader religiosi dei tempi di Gesù. La storia dimostra che è continuato a esserlo da allora in poi fino ai giorni nostri. Nel corso della storia, i leader religiosi e le istituzioni si sono prostituiti allo Stato, offrendo benedizioni divine per le loro agende politiche, in cambio di protezione e sicurezza. Tutto quello che invece Gesù ci dice è che non dovremmo cercare il suo regno in strutture fisiche e organizzazioni, perché il Regno di Dio è dentro di voi” (Luca 17:21)
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bgaluppi
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Re: Il regno di Dio

Messaggio da bgaluppi »

Caro Alen, vediamo le principali traduzioni:

“il regno di Dio è in mezzo a voi” — NR, CEI, TNM
“il regno di Dio è già in mezzo a voi” — PDS
“il regno di Dio è dentro di voi” — VR, DID, ND

Vediamo prima il termine greco e poi il contesto. ἐντός (entòs) è un avverbio che significa dentro, interiormente, nel mezzo, tra. Sostantivato (τό ἐντός, to entòs) significa l'interno. Sostantivato al plurale significa le interiora, gli intestini. Pur significando anche nel mezzo, tra, il senso è di qualcosa che sta dentro a qualcosa. Se Luca avesse voluto dire “in mezzo a voi” avrebbe scritto ἐν μέσῳ ὑμῶν (en méso hymòn), come fa in 22:27. Altri esempi in cui si usa ἐν μέσῳ per significare qualcosa o qualcuno in mezzo ad altre cose o persone sono Mt 10:16 (in mezzo ai lupi), Mt 18:2,20; Mr 9:36 (in mezzo a loro), Mr 6:47 (in mezzo al mare), Lc 2:46 (in mezzo ai maestri), etc.

ἐντός, invece, compare solo due volte nelle Scritture Greche. Oltre al nostro caso, c'è τὸ ἐντὸς τοῦ ποτηρίου (to entòs tu poterìu) di Mt 23:26, in cui compare sostantivato e dunque significa “l'interno del calice”.

In base a queste analisi, io propenderei già per tradurre “dentro di voi”. Ma vediamo anche il contesto. Yeshùa sta insegnando ai suoi discepoli e ad un certo punto dei farisei lo interrogano:

“Interrogato poi dai farisei sul quando verrebbe il regno di Dio, rispose loro: «Il regno di Dio non viene in modo da attirare gli sguardi; né si dirà: "Eccolo qui", o "eccolo là"; perché, ecco, il regno di Dio è in mezzo a voi». Disse pure ai suoi discepoli: «Verranno giorni che desidererete vedere anche uno solo dei giorni del Figlio dell'uomo, e non lo vedrete. E vi si dirà: "Eccolo là", o "eccolo qui". Non andate, e non li seguite; perché com'è il lampo che balenando risplende da una estremità all'altra del cielo, così sarà il Figlio dell'uomo nel suo giorno.” (vv. 20-24, NR).

Al v. 20 abbiamo “Il regno di Dio non viene”, οὐκ ἔρχεται (uk èrchetai), il che implica che ancora non sia venuto. Al v. 21 spiega la ragione per cui il regno non viene in modo clamoroso ed è inutile cercare di riconoscerlo: perché è dentro di voi. Se fosse “in mezzo a voi”, sarebbe già venuto e non si potrebbe dire che “viene” o che — quando viene — si dirà “Eccolo!”. Infatti, Yeshùa invita i credenti a cercare il regno di Dio; dove bisogna cercarlo? Dentro di noi, cioè bisogna essere conformi a Dio prima di ogni cosa, obbedire ai Suoi comandamenti (Mt 6:33; Lc 12:31). Yeshùa, nello stesso paragrafo, distingue il regno di Dio dai giorni del figlio dell'uomo, per cui si capisce che in questo caso il regno di Dio di cui sta parlando in risposta ai farisei riguarda piuttosto una condizione interiore ed esteriore di giustizia, obbedienza, conformità a Dio; mentre i giorni del figlio dell'uomo riguardano la parusìa, ossia l'avvento dell'era messianica. I farisei si riferivano proprio all'era messianica, o al mondo a venire (che nel pensiero ebraico sono a volte coincidenti, a volte distinti, a seconda delle scuole), ecco perché Yeshùa, nel suo discorso, distingue il regno di Dio dai giorni del messia. Al v. 22 dice “verranno giorni in cui desidererete vedere anche uno solo dei giorni del figlio dell'uomo”, il che significa che i giorni del figlio dell'uomo — ossia l'era messianica — devono ancora venire. E al v. 24 dice che il giorno del messia — quello che aspettavano i giudei — verrà improvvisamente, nel futuro. E quante volte possiamo leggere nella Scrittura che “il regno di Dio è vicino”; se è vicino, non c'è ancora, ma è vicino.

In Mt 12:28 Yeshùa afferma: “Se è con l'aiuto dello Spirito di Dio che io scaccio i demòni, è dunque giunto fino a voi il regno di Dio.” (NR). La preposizione ἐπί (epì) con l'accusativo dopo un verbo che esprime quiete (ἔφθασεν, èfhasen, aoristo indicativo di φθάνω, fthàno, che esprime azione conclusa) rende il senso di vicinanza: “è giunto vicino a voi”. Il versetto parallelo di Lc 10:9, infatti, ha ἤγγικεν (ènghiken), perfetto indicativo di ἐγγίζω (enghìzo), “vengo vicino”. Il regno di Dio si è dunque avvicinato (“è vicino”) in virtù della presenza di Yeshùa e soprattutto dello spirito che opera in lui (Shekhinah), ma non è giunto ancora; il verbo φθάνω, oltretutto, significa propriamente “anticipare”, “precedere”, “arrivare prima del tempo” (HELPS). Nel greco tardo perde il senso dell'anticipazione, ma Paolo lo mantiene (2Cor 10:14; 1Tes 4:15).

In un certo senso, Yeshùa ci ha portato già il regno di Dio, perché ci ha insegnato come fare ad entrarci. La sua presenza nel mondo lo ha “anticipato” e reso più vicino. Lo ha reso manifesto e vivo dentro quelli che credono in lui. Ma il regno di Dio come lo intendevano i farisei, ossia il mondo a venire, deve ancora manifestarsi, nonostante esista già, poiché è scritto: “Quanto grande è il bene che hai riservato a coloro che Ti temono, che hai approntato per coloro che hanno fede in Te” (Sl 31:20).

Detto questo, io tradurrei “il regno di Dio è dentro di voi”. Mi pare molto più bello e azzeccato, in questo contesto. Come dire, non dovete aspettare che sia Dio a venire da voi, siete voi che dovete e potete essere con Dio, già adesso.
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