‭2Ts 2:7-10

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bgaluppi
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Re: ‭2Ts 2:7-10

Messaggio da bgaluppi »

Evidentemente, il falso profeta verrà gettato nello stagno di fuoco prima del millennio, come dice Apocalisse. Lo stagno di fuoco è la seconda morte, ossia il taglio dall'esistenza. Chi va consapevolmente contro Dio non commette forse il cosiddetto "peccato imperdonabile"?
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bgaluppi
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Re: ‭2Ts 2:7-10

Messaggio da bgaluppi »

Mimy, tu sei una persona molto precisa, vero? :-) Mi sembra che ti ostini a cercare il pelo nell'uovo. Che vuol dire "ogni occhio lo vedrà"? Come facciamo a sapere chi vivrà, chi no, tutti o non proprio tutti, in che condizione etc...? La Bibbia e tantomeno i vangeli non sono testi scientifici e ci fanno conoscere ciò che ci è dato conoscere. È inutile voler sapere ciò che la Bibbia non ci dice con precisione. Il buon senso ci aiuta a farci la giusta idea delle cose. A me parrebbe assurdo che Dio obblighi a resuscitare e a credere coloro che consapevolmente hanno scelto di opporsi a lui. Cos'è, un gioco? Se io scegliessi di rinnegare Dio e sostituirmi a Lui, non desidererei affatto che Lui mi resuscitasse per darmi una seconda possibilità. La scelta è fatta. Poi non comprendo perché incaponirsi a comprendere ciò che non possiamo comprendere pienamente. Cosa dice ka Bibbia? Chi vivrà, il giusto o l'ingiusto? Chi obbedisce o chi disobbedisce? E cosa accade a chi dice a Dio: non voglio che tu sia il mio Dio? Compreso questo, è facile capire il resto, per quanto ci è possibile. E quello che non capiamo, lo capiremo poi, a tempo debito
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bgaluppi
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Re: ‭2Ts 2:7-10

Messaggio da bgaluppi »

Allora vediamo cosa dice a scrittura, poi tiriamo le somme.

“se qualcuno vi dice: "Il Cristo è qui", oppure: "È là", non lo credete; perché sorgeranno falsi cristi e falsi profeti, e faranno grandi segni e prodigi da sedurre, se fosse possibile, anche gli eletti.” — Mt 24:23,24

“La venuta di quell'empio avrà luogo, per l'azione efficace di Satana, con ogni sorta di opere potenti, di segni e di prodigi bugiardi, con ogni tipo d'inganno e d'iniquità a danno di quelli che periscono perché non hanno aperto il cuore all'amore della verità per essere salvati.” — 2Tes 2:9,10

“Poi vidi un'altra bestia, che saliva dalla terra, e aveva due corna simili a quelle di un agnello, ma parlava come un dragone. Essa esercitava tutto il potere della prima bestia in sua presenza, e faceva sì che tutti gli abitanti della terra adorassero la prima bestia la cui piaga mortale era stata guarita. E operava grandi prodigi sino a far scendere fuoco dal cielo sulla terra in presenza degli uomini. E seduceva gli abitanti della terra con i prodigi che le fu concesso di fare in presenza della bestia.” — Ap 13:11-14

Che le parole di Yeshùa si riferiscano al periodo imminente che anticipa la distruzione di Gerusalemme non ci sono dubbi. Ciò è chiarito da Luca, che scrive: “Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina.” (Lc 21:20). Inoltre, Yeshùa risponde ad una domanda precisa dei discepoli:

“Mentre Gesù usciva dal tempio e se ne andava, i suoi discepoli gli si avvicinarono per fargli osservare gli edifici del tempio. Ma egli rispose loro: «Vedete tutte queste cose? Io vi dico in verità: Non sarà lasciata qui pietra su pietra che non sia diroccata». Mentre egli era seduto sul monte degli Ulivi, i discepoli gli si avvicinarono in disparte, dicendo: «Dicci, quando avverranno queste cose e quale sarà il segno della tua venuta e della fine dell'età presente?»” — Mt 24:1-3 (Lc 21:5-7)

Yeshùa risponde a questa domanda sulla distruzione del tempio e parla ai discepoli, per avvertirli di cosa li aspettava: “Io vi ho detto queste cose, affinché non siate sviati. Vi espelleranno dalle sinagoghe; anzi, l'ora viene che chiunque vi ucciderà, crederà di rendere un culto a Dio.” (Gv 16:1,2); “Nel mondo avrete tribolazione; ma fatevi coraggio, io ho vinto il mondo.” (Gv 16:33). Nella sua profezia sono incluse immagini apocalittiche sulla fine dei tempi e sulla venuta del figlio dell'uomo, perché quelli che avrebbero vissuto i suoi discepoli negli anni successivi alla sua morte erano considerati gli ultimi tempi: “Già designato prima della fondazione del mondo, egli è stato manifestato negli ultimi tempi per voi” (1Pt 1:20); “Or sappi questo: negli ultimi giorni verranno tempi difficili” (2Tm 3:1; è Timoteo che deve sapere, Paolo avverte lui); “in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio” (Eb 1:2); “Da quel tempo Gesù cominciò a predicare e a dire: «Ravvedetevi, perché il regno dei cieli è vicino».” (Mt 4:17); “Beato chi legge e beati quelli che ascoltano le parole di questa profezia e fanno tesoro delle cose che vi sono scritte, perché il tempo è vicino!” (Ap 1:3).

Paolo parla ai credenti di Tessalonica, e li incoraggia a perseverare nonostante le difficoltà: “Così dunque, fratelli, state saldi e ritenete gli insegnamenti che vi abbiamo trasmessi sia con la parola, sia con una nostra lettera.” (2Tes 2:15); “Non vi ricordate che quand'ero ancora con voi vi dicevo queste cose?” (2Tes 2:5); “mandammo Timoteo, nostro fratello e servitore di Dio nella predicazione del vangelo di Cristo, per confermarvi e confortarvi nella vostra fede, affinché nessuno fosse scosso in mezzo a queste tribolazioni; infatti voi stessi sapete che a questo siamo destinati.” (1Tes 3:2,3).

Giovanni, in stile tipicamente apocalittico, riprende eventi passati e immagini tipiche per descrivere eventi che accadranno a breve, come risultato della cattiva situazione presente. La giudea era in preda alla tribolazione, stravolta da sommosse, ribellioni, repressioni e guerre. L'impero romano e il suo imperatore sono le due bestie. L'attesa messianica che i giudei vivevano favorì il proliferare del genere apocalittico.

Dunque, tutte le predizioni che leggiamo nelle Scritture Greche sono scritte relativamente ad un tempo ritenuto vicino. Yeshùa, Paolo e Giovanni non parlavano a noi uomini del terzo millennio, parlavano a quelli che vivevano nel loro tempo, che credevano che avrebbero assistito alla venuta del messia: “Ecco, io vi dico un mistero: non tutti morremo, ma tutti saremo trasformati, in un momento, in un batter d'occhio, al suono dell'ultima tromba. Perché la tromba squillerà, e i morti risusciteranno incorruttibili, e noi [che saremo ancora in vita] saremo trasformati.” (1Cor 15:51,52).

Adesso, dici che ci sono problemi con Apocalisse. Io non ne vedo. Giovanni scrive che il falso profeta sarebbe stato distrutto dal messia alla sua venuta e gettato nello stagno di fuoco: “Poi vidi il cielo aperto, ed ecco apparire un cavallo bianco. Colui che lo cavalcava si chiama Fedele e Veritiero; perché giudica e combatte con giustizia. I suoi occhi erano una fiamma di fuoco, sul suo capo vi erano molti diademi e portava scritto un nome che nessuno conosce fuorché lui. Era vestito di una veste tinta di sangue e il suo nome è la Parola di Dio. [...] E vidi la bestia e i re della terra e i loro eserciti radunati per far guerra a colui che era sul cavallo e al suo esercito. Ma la bestia fu presa, e con lei fu preso il falso profeta che aveva fatto prodigi davanti a lei, con i quali aveva sedotto quelli che avevano preso il marchio della bestia e quelli che adoravano la sua immagine. Tutti e due furono gettati vivi nello stagno ardente di fuoco e di zolfo.” (Ap 19:11-13,19-21). Ciò non è accaduto, perché il messia non è ancora venuto, dunque sembra impossibile che Apocalisse faccia riferimento a Roma e all'imperatore. E perché mai? Furono proprio i tempi difficili vissuti nel presente — fautori di una forte attesa messianica — a favorire lo sviluppo del genere apocalittico. Le profezie apocalittiche non servivano a predire eventi lontani con precisione, servivano ad annunciare sofferenze prossime (dipinte con immagini catastrofiche e cataclismiche e allegorie mostruose) ma anche a confortare i lettori, attraverso la visione del trionfo imminente di Dio. Applicare le visioni apocalittiche di Giovanni al nostro tempo o ad un tempo a noi futuro è fuorviante e chi lo ha fatto ha dato vita alle interpretazioni più strampalate. Dunque, chi — nel tempo del dilagare dell'apostasia e della tribolazione — si proclamò Dio e si fece adorare come Dio? Fu l'imperatore romano. Allora, l'empio di cui parla Paolo è un uomo (infatti è un ànthropos), ed è l'uomo che si proclamò Dio e si mise a sedere nel Suo tempio, facendosi adorare.

Il messia ha detto che è impossibile prevedere il giorno della sua venuta, poiché neppure lui lo conosceva. Noi stiamo già vivendo i tempi della fine, e dunque il messia potrebbe venire in ogni momento. La profezia di Zac 14:1-4 ci dà un'indicazione importante: il giorno del messia verrà nel momento in cui Gerusalemme sarà attaccata e devastata. Quello è un giorno unico, che solo Dio conosce (Zac 14:7):

“Ecco, viene il giorno del Signore in cui le tue spoglie saranno spartite in mezzo a te. Io radunerò tutte le nazioni per far guerra a Gerusalemme, la città sarà presa, le case saranno saccheggiate, le donne violentate; metà della città sarà deportata, ma il resto del popolo non sarà sterminato dalla città. Poi il Signore si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni, come egli combatté tante volte nel giorno della battaglia. In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi, che sta di fronte a Gerusalemme, a oriente, e il monte degli Ulivi si spaccherà a metà, da oriente a occidente, tanto da formare una grande valle; metà del monte si ritirerà verso settentrione e l'altra metà verso il meridione.”.

Certamente, chi attaccherà Gerusalemme in futuro (ed avverrà perché è predetto dal profeta) sarà una “bestia”, che eserciterà il potere di una “bestia” a cui risponde. Chi sarà di preciso non lo sapremo, ma certamente sarà un “impero” capeggiato da un uomo, l'empio di 2Ts 2, già rappresentato in passato dall'imperatore romano, il Domine et Deus, ma “rivisitato” in chiave moderna. Sono sempre gli imperi a fare guerre, e a capo di un impero c'è sempre un uomo. Il messia scenderà sul monte degli ulivi e distruggerà il falso profeta e il suo impero: “Poi il Signore si farà avanti e combatterà contro quelle nazioni, come egli combatté tante volte nel giorno della battaglia. In quel giorno i suoi piedi si poseranno sul monte degli Ulivi”; “il Signore, il mio Dio, verrà e tutti i suoi santi con lui”; “Il Signore sarà re di tutta la terra; in quel giorno il Signore sarà l'unico e unico sarà il suo nome.” (Zac 14:3,4,5,9). E finirà l'era presente e comincerà l'era messianica. ;)
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bgaluppi
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Re: ‭2Ts 2:7-10

Messaggio da bgaluppi »

Lo guardo. Quel sito è molto interessante. Hai capito i nomi degli autori dei testi? Io non sono riuscito.
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