Ebrei 1

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Alen.chorbah
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Ebrei 1

Messaggio da Alen.chorbah »

Buongiorno ragazzi. Fate i bravi e aiutatemi ho molte difficoltà con il primo capitolo di ebrei( premessa sulla preesistenza di Yeshua ho studiato tutto ma qui ho delle perplessità). Vi riporto uno ad uno tutti i miei dubbi:
- v 1,2: 1 Dio, dopo aver parlato anticamente molte volte e in molte maniere ai padri per mezzo dei profeti, 2 in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, mediante il quale ha pure creato i mondi.
Qui non sembra dira che Dio si è servito del figlio per creare i mondi?
- v 3: Egli, che è splendore della sua gloria e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la potenza della sua parola, dopo aver fatto la purificazione dei peccati, si è seduto alla destra della Maestà nei luoghi altissimi.
Alcune traduzioni dicono con la parola della sua potenza ma non capisco il senso cosi, qual'è la traduzione giusta e a cosa si riferisce? Inoltre quando parla di purificazione dei peccati intende del figlio o dell'umanità?
- v 8: parlando del Figlio dice:«Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo,e lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia.
Perchè parlando del figlio lo definisce "Dio"?
-v 10: «Tu, Signore, nel principio hai fondato la terra e i cieli sono opera delle tue mani.
Qui sempre parlando del figlio dice che ha fondato la terra e i cieli sono opera delle sue mani, come mai?
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Alen.chorbah
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Re: Ebrei 1

Messaggio da Alen.chorbah »

Si John questo l'avevo intuito anche io. Ma non capisco a cosa si riferisce quando dice che mediante lui ha creato i mondi.
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bgaluppi
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Re: Ebrei 1

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Alen, vuol dire che il messia “figlio di Dio”, ossia Yeshùa, è la ragione e il fine della creazione. Tradurre διά + genitivo con “mediante”, o “per mezzo di”, pur non sbagliando, può essere fuorviante in questo caso perché richiama alla mente il mezzo fisico attraverso cui si crea. Meglio sarebbe tradurre con “grazie a”, o “in virtù di”. Dio crea il mondo con in mente l'uomo, dunque l'uomo esiste in Dio virtualmente già prima della creazione, ma ne è anche il fine: potremmo dire che Dio crea il mondo grazie al Suo progetto per l'essere umano, quindi in virtù dell'essere umano, che è lo scopo e il fine. Il messia è il primogenito dei figli di Dio, dunque ancor più egli esiste in Dio come ragione creativa e fine della creazione. Ecco perché la Bibbia dice che Dio ha creato per mezzo di lui e per lui [in vista di lui]:

“Perché da lui, per mezzo [attraverso] di lui e per lui sono tutte le cose” — Rm 11:36

Potremmo dire: “è grazie a te se ho imparato ad amare”, e non “è mediante te che ho imparato ad amare”, o “è per mezzo di te che ho imparato ad amare”. Ma potremmo dire “ho tagliato un albero mediante l'uso di un'ascia”, o “con un'ascia”, e non “ho tagliato un albero grazie ad un'ascia”, o “attraverso un'ascia”. In greco il senso di διά + genitivo è chiaro, ma in italiano va reso in modo che abbia senso. Prova a leggere il versetto traducendo διά non avendo in mente il messia come mezzo fisico creativo (che non ha alcun senso logico, perché Dio non ha certo bisogno di qualcuno come strumento, e la Bibbia dice che fu Dio da solo a creare, “Dio disse”, cfr. Pr 8:22 ss.), ma come ragione prima e fine ultimo:

“in questi ultimi giorni ha parlato a noi per mezzo del Figlio, che egli ha costituito erede di tutte le cose, grazie al quale [in virtù del quale] ha pure creato i mondi”.

Suona diverso?
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Alen.chorbah
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Re: Ebrei 1

Messaggio da Alen.chorbah »

Ok capito tutto così è perfetto...spiegazione ottima. Ora restando in tema cambiamo versetto e passiamo al 10, qui come la mettiamo?
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bgaluppi
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Re: Ebrei 1

Messaggio da bgaluppi »

Al v.10 cita Sl 102:25-27: “nel passato tu hai creato la terra e i cieli sono opera delle tue mani; essi periranno, ma tu rimani; tutti quanti si consumeranno come un vestito; tu li cambierai come una veste e saranno cambiati. Ma tu sei sempre lo stesso e i tuoi anni non avranno mai fine.”. Qui il salmista fa ovvio riferimento a Dio, come specificato al v.24. Ma allora perché l'agiografo di Ebrei applica questo passaggio a Yeshùa, ossia al messia?

La risposta va ricercata nel modo di pensare ebraico e nell'intento teologico dell'agiografo di esaltare il messia. Questo è il culmine di una climax, in cui il messia viene identificato con Dio stesso. Abraamo, nel rivolgersi ai tre messaggeri, li chiama con l'appellativo di Yhvh (Gn 18:2,3); essendo messaggeri di Yhvh, essi rappresentano Yhvh, dunque Abraamo parla loro rivolgendosi a Yhvh. Si tratta dunque di un'identificazione, ma che non implica affatto l'uguaglianza. Del resto, già al v.3 l'agiografo anticipa questa identificazione dicendo che il messia “è splendore della sua gloria [di Dio] e impronta della sua essenza, e che sostiene tutte le cose con la parola della sua potenza”, ma sappiamo che è di fatto Dio a sostenere tutte le cose con la Sua parola. Ma poi, in 2:11 è scritto che “Sia colui che santifica sia quelli che sono santificati provengono tutti da uno”, cioè da Dio; è ovvio che se il v.10 facesse letteralmente riferimento al messia come divino, il quale avrebbe creato i cieli e la terra e ne creerebbe di nuovi nell'era futura, non si potrebbe poi dire che quello stesso messia provenga da Dio, in quanto Dio non può certo provenire da Dio. E la tesi binitaria dei TdG, secondo cui Gv 1:1 parlerebbe di un dio minore creatore, è sconfessata sia dalla grammatica greca di Gv 1:1 che dall'intera Scrittura, in cui Dio è uno solo:

“Io sono il Signore, e non ce n'è alcun altro; fuori di me non c'è altro Dio! Io ti ho preparato, sebbene non mi conoscessi, perché da oriente a occidente si riconosca che non c'è altro Dio fuori di me. Io sono il Signore, e non ce n'è alcun altro. Io formo la luce, creo le tenebre, do il benessere, creo l'avversità; io, il Signore, sono colui che fa tutte queste cose.” — Is 45:5-7

La risposta di questa identificazione teologica del messia con Dio sta nel fatto che la creazione è venuta ad esistere grazie al messia, come abbiamo chiarito prima, e che il mondo futuro esiste in virtù del messia, al quale è stato dato ogni potere e autorità. È lui la ragione della creazione e il fine ultimo, in cui saranno creati nuovi cieli e nuova terra. Dunque, il messia “è Dio” in mezzo agli uomini, in quanto Lo rappresenta in tutto e per tutto. Non esiste altro modo di vedere Dio se non attraverso il messia; per questo Yeshùa dice “Chi ha visto me, ha visto il Padre” (Gv 14:9). Dio è trascendente, non è avvicinabile; Lui manifesta la Sua potenza e la Sua gloria attraverso il messia, che è ragione e fine di tutto ciò che esiste, noi compresi. Il regno del messia è eterno, ma di fatto sappiamo che è il regno di Dio ad essere eterno; solo che è il messia a regnare su mandato di Dio, “in vece” di Dio, dunque si dice che il regno del messia è eterno e che il messia “è Dio”, esattamente come il re di Babilonia o Cesare potevano essere divini.

In Lc 10:16 Yeshùa dice ai suoi settantadue discepoli: “Chi ascolta voi ascolta me. Chi disprezza voi disprezza me, ma chi disprezza me disprezza il Padre che mi ha mandato”. I settantadue discepoli furono inviati a rappresentare Yeshùa (e Dio stesso) e dovevano essere accolti al pari di Yeshùa. Chi accoglieva loro, accoglieva Yeshùa. Allo stesso modo, il messia è l'apostolo (“inviato”) di Dio, dunque rappresenta Dio: “Guardate attentamente Gesù: egli è l'inviato [τὸν ἀπόστολον, ton apòstolon] di Dio e il sommo sacerdote della fede che professiamo” (Eb 3:1).
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Alen.chorbah
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Re: Ebrei 1

Messaggio da Alen.chorbah »

Sono concetti abbastanza difficili per uno che ha sempre visto tutto in maniera letterale...ci rifletterò!!!!
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Alen.chorbah
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Re: Ebrei 1

Messaggio da Alen.chorbah »

Mentro sono ancora in riflessione leggendo la TNM ho il sospetto ke al v.8 sia stata aggiustata la traduzione in quanto non saprebbero come spiegarla.
TNM dice: il tuo trono è Dio
Tutte le altre: il tuo trono, o dio, .....
Qualcuno puo verificare? Grazie
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bgaluppi
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Re: Ebrei 1

Messaggio da bgaluppi »

Dice "o Dio", è un vocativo (ὁ θεός, come in Lc 18:11 ed Eb 10:7, che la TNM traduce correttamente come vocativi), non "è Dio". Il verbo essere non c'è e anche se fosse sottinteso, la frase non ha alcun senso: Dio non è il trono, sta sul trono.

πρὸς δὲ {-} τὸν {del} υἱόν {figlio}, ὁ {il} θρόνος {trono} σου {tuo}, ὁ θεός {dio}, εἰς τὸν {di} αἰῶνα {secolo} τοῦ {in} αἰῶνος {secolo}, καὶ {e} ἡ {uno} ῥάβδος {scettro} τῆς {di} εὐθύτητος {giustizia} ῥάβδος {lo scettro} τῆς {del} βασιλείας {regno} σου {tuo}.
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Alen.chorbah
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Re: Ebrei 1

Messaggio da Alen.chorbah »

Immaginavo che non sapendo dargli una spiegazione dovevano dargli un altro significato...grazie... :YMHUG:
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Gianni
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Re: Ebrei 1

Messaggio da Gianni »

Ciao, Alen. Ti ha già risposto Antonio. Aggiungo che lo stesso fraintendimento si può avere con il v. 6 di 1Cor 8, che non dice “per mezzo del quale esistono tutte le cose”, ma διά (dià); questa preposizione significa, con il genitivo, “attraverso/in”. In Col 1:6 non è detto, come traduce TNM, che “tramite lui sono state create tutte le altre cose nei cieli e sulla terra”, ma che “in lui [ἐν αὐτῷ (en autò)] furono create tutte le cose” (testo greco), senza l’aggiunta di “altre” che TNM inserisce arbitrariamente e senza neppure porlo tra quadre. Nello stesso versetto è detto anche che “tutte le cose sono state create attraverso lui [δι' αὐτοῦ (di’autù); non “tramite lui” (TNM)] e per [εἰς (eis)] lui” (testo greco). Dio ha creato tutto passando per Yeshùa, “attraverso di lui” (di’autù), avendo in mente lui. “C’è infatti un solo Dio, e un solo mediatore fra Dio e gli uomini, l’uomo Cristo Gesù”. – 1Tm 2:5.
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