1Pt 2:24

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bgaluppi
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Re: 1Pt 2:24

Messaggio da bgaluppi »

È stato “capro espiatorio”, e l'espiazione è permanente. Significa che — in virtù di Yeshùa — Dio ci perdona i peccati se noi ci pentiamo sinceramente, senza più bisogno di sacrifici e riti continui. Ecco perché il tempio non era più necessario.
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bgaluppi
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Re: 1Pt 2:24

Messaggio da bgaluppi »

Uno può certamente morire per qualcuno, ma “nessun uomo può riscattare il fratello, né pagare a Dio il prezzo del suo riscatto.” (Sl 49:7); questo con i soldi, dice il salmista (v. 6). Ma poi, ai vv. 7 e 8, dice: “Il riscatto dell'anima sua è troppo alto, e il denaro sarà sempre insufficiente, perché essa viva in eterno ed eviti di veder la tomba.”; non serve certo la ricchezza, ci vuole ben altro. Il capro, certamente innocente, veniva "caricato" simbolicamente dei peccati del popolo e mandato da Azazel, ossia giù per un precipizio. Il rito veniva ripetuto ogni anno. Allo stesso modo, Yeshùa (innocente) carica se stesso dei peccati del popolo, ma lo fa una volta e per sempre. Questo sacrificio in nome dell'amore incondizionato può riscattare l'anima del fratello “perché essa viva in eterno ed eviti di veder la tomba”. Lui offre se stesso come capro espiatorio, come pesach liberatore. Solo il messia poteva fare questo, perché colui che è capro espiatorio deve essere innocente, puro, esente da difetto, un vero tzadìk. Il tutto, naturalmente, è simbolico: come si potrebbero prendere letteralmente su di noi delle trasgressioni? Che vuol dire che ha portato le nostre trasgressioni nel suo corpo? La stessa cosa che dire “porto nel mio corpo le sofferenze di una vita”, ad esempio.
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bgaluppi
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Re: 1Pt 2:24

Messaggio da bgaluppi »

Io direi entrambe. Yeshùa libera. Il capro liberava dai peccati e Pesach simboleggia la liberazione di Israel dalla schiavitù. Il sangue dell'agnello simboleggia anche la salvezza di Israel dall'angelo della morte.

Aggiungo un esempio, in linea col Salmo 49.

Mettiamo che ad un uomo molto ricco viene rapita la figlia. Il rapitore chiede un riscatto in denaro per liberarla. Il padre può benissimo pagare il riscatto, ma ciò non è garanzia di salvezza della figlia, che il rapitore può sempre uccidere, perché magari ci prova gusto o perché quello era il suo intento si dall'inizio. Credo che la storia ci offra esempi simili. L'unico modo che il padre ha per avere la certezza che sua figlia sia salva è quello di offrire se stesso come ostaggio al suo posto, quello di offrire se stesso — a costo di essere ucciso — al suo posto. È solo con un simile atto di amore — la rinuncia a se stesso in favore della figlia — che il padre avrà la certezza che sua figlia sarà salva.
speculator

Re: 1Pt 2:24

Messaggio da speculator »

Ha portato i nostri peccati nel suo corpo vuol dire che ha provveduto a (sop)portarli temporaneamente, cioe' prendersene carico da molto vicino, per eliminarli per sempre.

Gesù non è stato punito al posto nostro con dolori, ma e' addolorato da tutti i dolori che gli uomini si procurano. Contano i dolori di Gesu' e non i nostri.
speculator

Re: 1Pt 2:24

Messaggio da speculator »

Inoltre il corpo di Cristo è il mezzo simbolico di cui gli apostoli erano
Membra con cui Dio padre provvede la salvezza e la guarigione.
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Tony
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Re: 1Pt 2:24

Messaggio da Tony »

Bello l'esempio Antonio
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