Perdonatemi ma c'è ancora qualcosa che mi sfugge. Farò molta fatica ad esprimere ciò che ho in mente, ma spero di riuscire ad essere abbastanza chiaro.
"anche i morti" è un riferimento a quei credenti che avevano udito e accettato il vangelo di Cristo mentre erano ancora in vita, ma erano morti prima della stesura di questa lettera.
Il fatto è che tutti muoiono, tranne quelli che saranno vivi al ritorno del messia e saranno trasformati. Prima della lettera di Pietro, molti credenti erano morti, e molti sarebbero morti anche in seguito. Quindi, anche Pietro e i credenti a cui scriveva - allora in vita - sarebbero poi morti, come morirono quelli che prima di loro erano in vita e ricevettero la proclamazione. Allora, anche i viventi di quel tempo sarebbero entrati a far parte dei morti. Perché, dunque, dire che la proclamazione fu fatta "anche a coloro che ora sono morti" (fino a questo momento)? Il testo non dice questo, dice solo νεκροῖς, ai morti, senza specificare un periodo temporale di riferimento.
Una spiegazione potrebbe essere che Pietro e i credenti fossero convinti che il giudizio sarebbe avvenuto entro la loro generazione, cioè prima che loro fossero morti. Allora, ha senso che Pietro dica che il Vangelo fu predicato "anche" a coloro che erano morti fino a quel momento. Altrimenti, anche loro sarebbero stati tra quei (futuri) morti a cui fu proclamato il Vangelo. Ma non sono convinto di questa cosa. Mi pare che il termine temporale che divide i credenti tra vivi e morti non sia la lettera di Pietro, ma il giudizio. Provo a spiegare questa cosa.
Sfogliando la grammatica greca, mi sono ricordato che il dativo (νεκροῖς), che esprime principalmente la funzione di complemento di termine, tra le altre esprime anche quella di
complemento di vantaggio, rispondendo alla domanda: a vantaggio di chi? Di che cosa? Si traduce con il
dativo semplice, senza la necessità di una preposizione. Per cui, νεκροῖς potrebbe essere tradotto "per i morti", "a vantaggio dei morti".
Allora, proviamo per un momento a valutare un'altra traduzione. Riporto tutto il testo della NR, per analizzarlo meglio.
“Ne renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti. Infatti per questo è stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti; affinché, seppur essendo stati giudicati nella carne secondo gli uomini, potessero vivere nello Spirito secondo Dio.”
Il testo specifica ovviamente che gli uomini renderanno conto a Dio delle loro azioni
nel giorno del giudizio, dopo la venuta del messia. Infatti parla
al futuro: ἀποδώσουσιν. Colui che giudica i vivi e i morti sarà il messia, e il giudizio non avverrà prima della sua venuta. Poi dice:
infatti. Dunque, ciò che segue deve essere riferito al giorno del giudizio, perché
infatti collega ciò che segue con ciò che precede. Poi prosegue: “
per questo è stato annunciato il vangelo anche a coloro che sono morti”. Qui annuncia il fine della proclamazione. Io propongo di tradurre “per questo è stato annunciato il vangelo anche
a vantaggio dei morti”. In questo modo, i morti non sono più coloro che sono deceduti
fino a quel momento, ma tutti coloro che sono deceduti nel momento in cui Dio giudicherà gli uomini, viventi e morti.
Affinché anche i deceduti, benché condannati a subire la morte secondo le leggi carnali, vivessero in spirito e in modo conforme a Dio.
Allora, la traduzione finale sarebbe questa:
“Ne renderanno conto a colui che è pronto a giudicare i vivi e i morti. Infatti per questo è stato annunciato il vangelo anche a vantaggio dei morti [per i morti]; affinché, benché siano condannati nella carne in modo conforme agli uomini, tuttavia vivano in spirito in modo conforme a Dio.”