Gal 5:3

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bgaluppi
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Re: Gal 5:3

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Mattia. Paolo parla ai credenti che hanno già ottenuto la salvezza per grazia, tramite la fede nel Messia. Il motivo per cui scrisse quella lettera è dovuto al fatto che i credenti della Galazia si erano lasciati sviare da false dottrine. Bisogna capire chi erano i destinatari della lettera e perché Paolo scrive loro. Paolo spiega loro che ciò che è già ottenuto per grazia tramite la fede, e in spirito, è inutile cercare attraverso le opere della carne; sarebbe come rifiutare un dono di Dio, già concesso gratuitamente. Quei credenti non comprendevano che stavano cercando qualcosa che avevano già ottenuto tramite la fede.

Non si tratta dunque di non osservare gli insegnamenti di Dio, ma di comprendere che la salvezza è già stata concessa gratuitamente, e dunque cercare ciò che si è già ricevuto per grazia equivale a non riconoscere quella stessa grazia (scadere dalla grazia). Aver ricevuto la salvezza non significa non dover osservare.

Qui troverai alcune mie considerazioni:

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopi ... =80#p50956" onclick="window.open(this.href);return false;
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bgaluppi
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Re: Gal 5:3

Messaggio da bgaluppi »

Mattia, ma Paolo non parla nello specifico di obbedienza, parla di salvezza; tu, rovesciando una frase di Paolo, ti fai una domanda che non riguarda questo contesto. La risposta la dà Yeshùa in un'alra sezione delle Scritture: “Se osservate i miei comandamenti, dimorerete nel mio amore; come io ho osservato i comandamenti del Padre mio e dimoro nel suo amore.” (Gv 15:10). Non chi si circoncide è obbligato ad osservare la Torah (perché l'osservanza non è obbligatoria, ma è una scelta), ma chi si circoncide con lo scopo di ottenere la salvezza. E allora, se cerca la salvezza tramite la circoncisione, significa che vuol diventare ebreo e vuole osservare al modo degli ebrei; ma allora deve osservare tutta la Torah, se lo fa con lo scopo di avere la salvezza (per gli ebrei la salvezza non corrisponde necessariamente alla vita eterna in forma spirituale).

Quei Galati non praticavano la circoncisione per diventare ebrei, altrimenti sarebbero stati dei proseliti; essi erano invece abituati a seguire "deboli e poveri elementi". La volevano praticare, assieme ad altre credenze, perché sviati da alcuni che volevano fare colpo su di loro. Questi molto probabilmente non erano giudei, perché i giudei non avevano bisogno di far colpo su dei pagani.

Paolo, dunque, non enuncia dottrine apostoliche sull'osservanza, ma fa un discorso generale sulla fede e sull' eredità promessa (Gal 3:6-14), sulla salvezza che non può essere ottenuta attraverso le opere della carne. E parla a dei credenti particolari. Quei Galati non avevano compreso ancora ciò in cui credevano, perché dimostravano di non aver capito in che modo avevano già ottenuto la salvezza e continuavano a farsi ammaliare da credenze estranee.

Allora, per risponderti, alla luce del contesto di Galati, Paolo parla fondamentalmente di salvezza, non di obbedienza; bisogna stare attenti a non fraintendere cosa sta dicendo Paolo. La domanda è: in virtù di cosa, si ottiene la salvezza? E non: a cosa bisogna obbedire? Quanto all'obbedienza, non si tratta di obbedire a tutto, ma di obbedire come Yeshùa ha fatto e insegnato.
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bgaluppi
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Re: Gal 5:3

Messaggio da bgaluppi »

Se vogliamo fare un ragionamento da credenti, potremmo rovesciare il tutto e dire che il credente osserva perché ha ricevuto la salvezza, non in vista della salvezza. Anzi, deve osservare, se riconosce di aver ricevuto la grazia. Cosa deve osservare? Ma naturalmente l'insegnamento di Colui che lo ha salvato, nello specifico l'insegnamento del Messia, che ci insegna come osservare.

Inizialmente avevo pensato che coloro che sviavano i Galati fossero giudei, come nel caso descritto in At 15:1; ma ciò non è possibile nel caso dei Galati, perché Paolo dice che costoro “neppure loro, che sono circoncisi, osservano la legge” (6:13). I giudei osservavano la legge; non per la salvezza, ma perché così è stato comandato, dunque per obbedienza. La Torah, unitamente alla torah orale, rappresenta il codice giuridico, la "legge", appunto. Se quelli non la osservavano, non erano giudei, pur essendo circoncisi.

http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=787" onclick="window.open(this.href);return false;

Sulla salvezza secondo gli ebrei, non so risponderti per quanto riguarda il periodo del I secolo. Immagino ci fossero diverse interpretazioni a seconda delle diverse correnti di pensiero. Ma secondo l'ebraismo classico, su cui i farisei si appoggiavano, la salvezza riguarda la vita sulla terra, la "sopravvivenza". Se li ritrovo, ti riporto alcuni commenti di Besasea che spiega questa cosa.
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Israel75
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Re: Gal 5:3

Messaggio da Israel75 »

E' da considerare secondo me che uno dei punti fondamentali può anche essere:
"Se io che sono straniero mi circoncido che senso ha?"
La circoncisione andava fatta al neonato all'ottavo giorno secondo la Legge (Le 12:3) L'ottavo giorno il bambino sarà circonciso. -, che senso aveva per un non ebreo circoncidersi?

La frase che hai sottoposto Mattia suona (a mio avviso dal punto di vista paolino) come: "ok, cari amici farisei zelanti, volete che gli stranieri si facciano circoncidere ? Allora dimostratemi che chi lo fà osserva tutta la Legge." :-) :d :-\

Poi per giunta c'è la questione del Messia.
Comunque ottimo argomento vi seguo con interesse come posso. :YMHUG: :YMHUG: :YMHUG:
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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Alen.chorbah
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Re: Gal 5:3

Messaggio da Alen.chorbah »

Bella riflessione :d ....
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bgaluppi
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Re: Gal 5:3

Messaggio da bgaluppi »

Dio comanda al popolo di Israele che “L'ottavo giorno il bambino sarà circonciso” (Lv 12:3), o più precisamente “la carne del suo prepuzio [del bambino maschio] sarà circoncisa”. Questo atto (brit milah) simboleggia la fase finale di completamento del corpo umano che deve essere necessariamente realizzata dall'uomo. Ciò significa che il raggiungimento della perfezione spirituale, emotiva, morale ed etica richiede uno sforzo umano. La circoncisione è simbolo della relazione perenne tra Dio e l'uomo; è perenne in quanto rappresentata da un segno permanente sul corpo, che ricorda costantemente che il patto non sarà mai sciolto o dimenticato.
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Israel75
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Re: Gal 5:3

Messaggio da Israel75 »

Si? :-)
Shalom
(Giac 4:6) Anzi, egli ci accorda una grazia maggiore; perciò la Scrittura (Is 10:33,Lc 18:14) dice: «Dio resiste ai superbi e dà grazia agli umili».
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bgaluppi
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Re: Gal 5:3

Messaggio da bgaluppi »

Ottima osservazione, Mattia. Gn 17:1 recita:

“E Abramo ebbe novantanove anni, e Dio apparve ad Abramo, e gli disse, "Io sono il Dio Onnipotente; cammina davanti a me e sii perfetto.”

Rashì spiega, facendo riferimento a Ber. Rabbah 46:1, che qui un comando segue un altro comando: sii perfetto in tutte le Mie prove (Sl 119:3). “Cammina davanti a me” con fede e onestà, e anche sii perfetto in tutte le mie prove. L'interpretazione del midrash è che cammina davanti a me fa riferimento al comandamento sulla circoncisione, e in tal modo sarai perfetto, perché finché la pelle del prepuzio è attaccata, Io ti considero imperfetto.

Dunque, prima che Israel riceva la Torah per mezzo di Mosè, Dio comanda ad Abramo la circoncisione; tale comandamento riguarda il patto che Dio stabilisce con Abramo e con la discendenza dopo di lui:

“Quanto a te, tu osserverai il mio patto: tu e la tua discendenza dopo di te, di generazione in generazione. Questo è il mio patto che voi osserverete, patto fra me e voi e la tua discendenza dopo di te: ogni maschio tra di voi sia circonciso. Sarete circoncisi; questo sarà un segno del patto fra me e voi. All'età di otto giorni, ogni maschio sarà circonciso tra di voi, di generazione in generazione: tanto quello nato in casa, quanto quello comprato con denaro da qualunque straniero e che non sia della tua discendenza. Quello nato in casa tua e quello comprato con denaro dovrà essere circonciso; il mio patto nella vostra carne sarà un patto perenne. L'incirconciso, il maschio che non sarà stato circonciso nella carne del suo prepuzio, sarà tolto via dalla sua gente: egli avrà violato il mio patto.” — Gn 17:9-14 (NR)

Paolo spiega che la circoncisione fu comandata in virtù della fede di Abramo:

“diciamo che la fede fu messa in conto ad Abraamo come giustizia. In quale circostanza dunque gli fu messa in conto? Quando era circonciso, o quando era incirconciso? Non quando era circonciso, ma quando era incirconciso; poi ricevette il segno della circoncisione, quale sigillo della giustizia ottenuta per la fede che aveva quando era incirconciso, affinché fosse padre di tutti gl'incirconcisi che credono, in modo che anche a loro fosse messa in conto la giustizia; e fosse padre anche dei circoncisi, di quelli che non solo sono circoncisi ma seguono anche le orme della fede del nostro padre Abraamo quand'era ancora incirconciso.” — Rm 4:9-12

Ricollegando dunque l'importanza della circoncisione al patto indissolubile e dunque alla fede, Paolo ribadisce il concetto che la tradizione afferma, e che ho spiegato sopra attraverso le parole di Rashì: la circoncisione è simbolo dello sforzo umano che deve tendere al raggiungimento della perfezione, che consiste nell'osservanza dei comandamenti. La circoncisione prevede fede, e la fede prevede osservanza: “La circoncisione non conta nulla, e l'incirconcisione non conta nulla; ma ciò che conta è l'osservanza dei comandamenti di Dio.” (1Cor 7:19); “tanto la circoncisione che l'incirconcisione non sono nulla; quello che importa è l'essere una nuova creatura” (Gal 6:15).

Yeshùa insegnò: “Voi dunque siate perfetti, come è perfetto il Padre vostro celeste” (Mt 5:48), in linea con “siate santi, perché io sono santo” (Lv 11:44,45; 19:2; 20:7; 1Pt 1:15,16). E disse: “Un discepolo non è più grande del maestro; ma ogni discepolo ben preparato sarà come il suo maestro” (Lc 6:40), dunque ogni discepolo, in seguito alla circoncisione del cuore (Rm 2:28,29), deve seguire gli insegnamenti del suo maestro per diventare come lui, ossia completare se stesso. Ecco il collegamento.
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