GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

AKRAGAS
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da AKRAGAS »

Ciao, amici.
Permettetemi di dire che si corre veloce e, così facendo, si rischia di inciampare.
Conviene analizzare pochi punti alla volta e verificare il testo in lingua di redazione altimenti il linguaggio tradotto delle lettere di Paolo non è comprensibile, si fa confusione. Non prendete niente per scontato, davvero.
Ad oggi ho già risolto questi punti che state discutendo ma, per ragioni dipendenti pure dallo scarso tempo a disposizione, ho difficoltà a seguirvi. Tuttavia, se riesco parteciperò molto volentieri perchè questo è un tema che mi è sempre interessato.
Sandro.48
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Sandro.48 »

Bgaluppi , da una tua citazione:
"La legge deve essere osservata. Ma come? "In spirito e verità", dice Yeshùa. Secondo il "come", non il "quanto", dice Heschel."

Domanda di Sandro: Chi è Heschel ? A quale scuola ermeneutica appartiene?
Sandro.48
*che poi spiegare Paolo , prendendo da fuori =extra Paolo, non mi sembra
esegeticamente molto corretto* o sbaglio ?
Ultima modifica di Sandro.48 il martedì 7 novembre 2017, 22:55, modificato 1 volta in totale.
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Giusto il consiglio di Akragas. Mi ritiro fino a domani per un improvviso mal di pancia e approfitto per fare un'analisi più accurata.
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Alen.chorbah
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Alen.chorbah »

Buona evacuazione antonio :YMAPPLAUSE:
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

:)) No, è un vero mal di pancia, mi sa che mi ha fatto male qualcosa. Sandro, cerca Abraham Joshua Heschel. Buonanotte a tutti.
Sandro.48
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Sandro.48 »

Bgaluppi : Abraham Joshua Heschel :
un Rabbino (polacco).
Sandro_48
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Riprendo la trattazione della lettera ai Galati, con idee più chiare. ;)

Innanzitutto è importante rimarcare che Paolo non parla di validità o non validità della legge. In questa lettera, Paolo parla essenzialmente di salvezza. La salvezza giunge dalla fede nel messia, non dalle opere della legge; perché per essere salvi per mezzo della legge è necessario metterla in pratica nella sua interezza, ossia in modo perfetto: “perché è scritto: «Maledetto chiunque non si attiene a tutte le cose scritte nel libro della legge per metterle in pratica»” (3:10). E “la legge non si basa sulla fede; anzi essa dice: «Chi avrà messo in pratica queste cose, vivrà per mezzo di esse»” (3:12). La legge richiede un’obbedienza perfetta basata sulle opere (pratica), il che è impossibile, perché l’uomo è imperfetto. Infatti, Pietro afferma che la legge è “un giogo che né i padri nostri né noi siamo stati in grado di portare” (At 15:10). Al v. 5:3, Paolo afferma che “ogni uomo che si fa circoncidere, è obbligato a osservare tutta la legge”; per questo, ai Galati dice “Ditemi, voi che volete essere sotto la legge...” (4:21); siccome il circonciso deve attenersi alla legge in modo perfetto, i Galati, con quell’atto, si sarebbero sottoposti alla legge e avrebbero disconosciuto quella salvezza che avevano già ottenuto tramite la grazia, che origina dalla promessa. Sarebbero andati a cercare la salvezza nelle opere della legge, dopo averla già ottenuta grazie a Cristo, erede della promessa fatta ad Abraamo. Perché la salvezza era destinata agli eredi della promessa, la “casa di Israele” (Ger 31:33), che è “l’Israele di Dio” (Gal 6:16), la progenie di Abraamo, che è il messia e tutti coloro che lo seguono:

“Le promesse furono fatte ad Abraamo e alla sua progenie. Non dice: «E alle progenie», come se si trattasse di molte; ma, come parlando di una sola, dice: «E alla tua progenie» [זַרְעֲךָ֧] che è Cristo. Ecco quello che voglio dire: un testamento che Dio ha stabilito anteriormente, non può essere annullato, in modo da render vana la promessa, dalla legge sopraggiunta quattrocentotrent'anni più tardi. Perché se l'eredità viene dalla legge, essa non viene più dalla promessa; Dio, invece, concesse questa grazia ad Abraamo, mediante la promessa.” — Gal 3:16-18

Se gli uomini avessero potuto mettere in pratica la legge in modo perfetto, avrebbero raggiunto la salvezza promessa alla progenie di Abraamo, invalidando dunque quella promessa.

Paolo spiega poi la funzione della legge: “Perché dunque la legge? Essa fu aggiunta a causa delle trasgressioni, finché venisse la progenie alla quale era stata fatta la promessa” (3:19); “prima che venisse la fede eravamo tenuti rinchiusi sotto la custodia della legge, in attesa della fede che doveva essere rivelata. Così la legge è stata come un precettore per condurci a Cristo, affinché noi fossimo giustificati per fede.” (3:23,24). Il fine ultimo è la salvezza, il Regno di Dio. La legge, ossia la Torah, è “insegnamento”. Attraverso di essa, Dio guida il popolo che si era costituito attraverso la nascita di Isacco: “Sara, tua moglie, ti partorirà un figlio e tu gli metterai il nome di Isacco. Io stabilirò il mio patto con lui, un patto eterno per la sua discendenza [לְזַרְע֥וֹ] dopo di lui.” (Gn 17:19). La Torah è l’insegnamento che serve a Israele per camminare in modo retto finché nascesse il messia, che avrebbe adempiuto la promessa; giunto il messia e adempiuta la promessa, la salvezza viene dalla fede, e risulta perfettamente inutile andare a ricercarla attraverso le opere della legge, perché è inutile desiderare ciò che già si possiede; anzi, desiderando ciò che già si ha, significa non essere coscienti di averlo, dunque rinnegare ciò che si è già ricevuto: “Voi che volete essere giustificati dalla legge, siete separati da Cristo; siete scaduti dalla grazia.” (5:4). È questo che Paolo dice ai Galati.

Ma la legge resta, perché contiene l’insegnamento che ogni credente deve seguire; la legge dà “la conoscenza del peccato” (Rm 3:20), cioè insegna cosa è giusto e sbagliato agli occhi di Dio. Senza di essa, noi non potremmo sapere come Dio vuole che ci comportiamo: “Che cosa diremo dunque? La legge è peccato? No di certo! Anzi, io non avrei conosciuto il peccato se non per mezzo della legge; poiché non avrei conosciuto la concupiscenza, se la legge non avesse detto: «Non concupire».” (Rm 7:7). Attraverso la Scrittura, possiamo mettere in atto quelle opere che rendono reale e manifesta la fede.

“Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori.” — 2Pt 1:19
AKRAGAS
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da AKRAGAS »

:YMAPPLAUSE: Complimenti, Antonio. Ti leggo spesso, sei esempio di dedizione di metodo.
Un saluto affettuoso.
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

^:)^
Sandro.48
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Sandro.48 »

Bagaluppi tu stai esponendo la Teologia della lettera ai Romani, che è una cosa diversa dalla
letteratura biblica della lettera ai Romani,
"versetto per versetto"; o mi sbaglio ? Non che non sia lecito fare così, però Teologia e Letteratura del Nuovo Testamento sono 2 cose diverse. Tu hai saltato un passaggio.
Sandro.48
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