GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Sandro, leggi bene. Io ho scritto: “la salvezza non dipende unicamente dalle opere della legge senza la fede”. Ciò vuol dire che la salvezza dipende da...?

Hai ragione sui commentari. Per capire bene, non resta che esaminare in prima persona il pensiero di Paolo, lasciando stare i commentari. :-)
Sandro.48
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Sandro.48 »

Scrive Bgaluppi: "Sandro, leggi bene. Io ho scritto: “la salvezza non dipende unicamente dalle opere della legge senza la fede”. Ciò vuol dire che la salvezza dipende da...?" (R. Dalle opere fatte con fede ? [fede in che cosa ? nella validità della Torah come mezzo di Salvezza oppure fede nella misericordia di Dio?]) . Pensa che nei forum ebraici dove lavoro, credono alla reincarnazione perché in una sola vita non si riesce a osservare tutte le Mitzvot. Inoltre per gli Ebrei non conta capire il significato delle Mitzvot, ma è piuttosto tassativa l'obbedienza alle Mitzvot (sia che le capisci sia che non le capisci).
Sandro.48
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Sandro.48 »

Per me non ci può essere un'unica spiegazione della Salvezza, ma ci sono due modalità di salvezza :
1° Salvarsi al modo Ebraico : Torah, Comandamenti , Precetti, Prescrizioni.

2° Salvarsi al modo cristiano Protestante: per sola fede e sola grazia con l'obbligo conseguente di compiere le opere guidati dall'Amore.
3° Cristiano cattolico = Per Fede + Opere
4° Non ho elencato tutti i modi di SAlvarsi, ma ne ho elencati alcuni.
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Uno degli aspetti tipici degli scrittori biblici è la carenza di sintesi. Lo scrittore biblico non fa mai una panoramica globale in un disorso, ma affronta un problema alla volta, a seconda del contesto. Talvolta, lo scrittore presenta Dio come un padrone assoluto, e dunque nessuno può agire indipendentemente dalla Sua volontà; ma in altri casi, sembra che tutto dipenda dall'uomo e dalle sue scelte. A volte, Dio è presentato come un Giudice inflessibile, ma altre come un Padre infinitamente misericordioso anche col peggiore dei peccatori. Dio rifiuta Israele e lo punisce, ma lo ama come un primogenito e lo conduce alla salvezza. Ma allora lo rifiuta o lo salva? Ambedue le cose. La verità la si evince dalla concordanza di tutti gli aspetti: Dio è un Giudice inflessibile con chi rifiuta di ascoltare il Suo insegnamento, ma è anche un Padre infinitamente misericordioso e fedele col peccatore che si pente e cambia vita, ascoltando il Suo insegnamento e sforzandosi di metterlo in pratica. Dunque, tutto dipende da Dio ma anche dall'uomo, non dall'Uno o dall'altro.

Nel caso della fede e delle opere, accade la stessa cosa. Paolo insiste sulla fede perché i destinatari delle sue lettere (Galati ne è un esempio) avevano necessità di rafforzare la fede, ma poi dice anche: “Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge.” (Rm 3:31). Giacomo, invece, insiste sulle opere, ma senza annullare la fede: “Tu hai la fede, e io ho le opere; mostrami la tua fede senza le tue opere, e io con le mie opere ti mostrerò la mia fede.” (Gc 2:18). Yeshùa insegna che per la salvezza è necessario obbedire ai comandamenti (opere, Mt 19:16 ss.), ma anche che chi crede in lui ha vita eterna (fede, Gv 6:47); poi dice ambedue le cose: “Non chiunque mi dice: Signore, Signore! [fede] entrerà nel regno dei cieli, ma chi fa la volontà del Padre mio che è nei cieli [opere].” (Mt 7:21). Non basta la fede, ci vogliono anche le opere, perché è solo attraverso le opere che si può dimostrare la vera fede; e senza vera fede non saremo mai capaci di fare davvero la volontà di Dio.

Dunque, la risposta è solo quella che comprendiamo da tutta la Scrittura, non da singoli versetti estrapolati, ed è questa: fede e opere, perché le opere non possono sussistere senza la fede e la fede non può sussistere senza le opere. Noi occidentali, che amiamo la sintesi panoramica, diremmo: praticare le opere della Legge meccanicamente al fine della salvezza è inutile; esse vanno praticate come risposta a Dio, ubbidendo con gratitudine per la salvezza che ci ha donato attraverso il messia.

PS. I cattolici fanno confusione sulle opere. Per loro si tratta di "opere buone", non delle opere della legge, che è diverso. ;)
Sandro.48
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Sandro.48 »

Ti ringrazio Bgaluppi: hai fatto un'ottima esposizione della fede Messianica; che posso accettare anch'io, tanto l'hai spiegata bene.
Sandro.48
Se andassi all'esame con un'esposizione così ordinata, credo che non sarei
contestabile.
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Grazie, Sandro. Aggiungo: la vera fede si dimostra attraverso le opere, altrimenti non è fede ma credenza. :-)
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Giorgia
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Giorgia »

Grazie, Sandro. Aggiungo: la vera fede si dimostra attraverso le opere, altrimenti non è fede ma credenza.
oppure un comò :d

Scusate, non ho saputo resistere! :d
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Mattia. Lo farò.
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bgaluppi
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da bgaluppi »

Mi concentro adesso sui versetti 3:1-5.

Dunque, come dicevamo, in questa lettera Paolo insiste sulla salvezza per fede perché tra i credenti delle comunità della Galazia si erano introdotti falsi discepoli (2:4) che cercavano di convincere i credenti a circoncidersi (5:2; At 15:1) e a perseguire la salvezza tramite l’osservanza della legge mosaica (At 15:1), rinnegando ciò che avevano già ricevuto tramite il sacrificio del messia e la fede in lui. Accettando la circoncisione per la salvezza, avrebbero rinnegato la salvezza già ottenuta tramite la fede nel messia e nel suo sacrificio salvifico. Avrebbero rinnegato il messia. La motivazione vera dei falsi fratelli non era la salvezza dei credenti, ma un’altra, e la troviamo scritta più avanti: “Costoro sono zelanti per voi, ma non per fini onesti; anzi vogliono staccarvi da noi affinché il vostro zelo si volga a loro.” (Gal 4:17); “Tutti coloro che vogliono fare bella figura nella carne, vi costringono a farvi circoncidere e ciò al solo fine di non essere perseguitati a causa della croce di Cristo. Poiché neppure loro, che sono circoncisi, osservano la legge; ma vogliono che siate circoncisi per potersi vantare della vostra carne.” (6:12,13).

Per mettere i credenti davanti alla realtà e scuoterli dal loro annebbiamento, Paolo rivolge loro delle domande dirette: “Avete ricevuto lo Spirito per mezzo delle opere della legge o mediante la predicazione della fede? Siete così insensati? Dopo aver cominciato con lo Spirito, volete ora raggiungere la perfezione con la carne? [...] Colui dunque che vi somministra lo Spirito e opera miracoli tra di voi, lo fa per mezzo delle opere della legge o con la predicazione della fede?” (3:2,3,5). Paolo li fa riflettere sul fatto che dopo aver ricevuto il dono dello spirito da Dio per fede e quindi la salvezza, è insensato desiderare la salvezza in virtù delle opere. Ricevere lo spirito è la prova concreta della messianicità di Yeshùa e della giustificazione già ricevuta in virtù della fede, come Yeshùa insegna: “In verità, in verità vi dico: chi ascolta la mia parola e crede a colui che mi ha mandato, ha vita eterna; e non viene in giudizio, ma è passato dalla morte alla vita” (Gv 5:24). Non si tratta di rifiutare le opere dando importanza solo alla fede, perché, come abbiamo visto, la fede senza opere non vale nulla; si tratta di non rinnegare il dono di salvezza già ricevuto, e di rendere grazie a Dio mettendo in atto le opere con la consapevolezza di aver già ricevuto la salvezza, di essere già giustificati agli occhi di Dio, grazie al sacrificio salvifico di Yeshùa. Non più obbedienza per essere salvati, ma obbedienza perché si è già salvi. Non più soltanto “obbedire” in modo meccanico, ma fare la volontà di Dio con piena gioia, come ringraziamento per la Sua misericordia. L’obbedienza, dunque, non è più una necessità, ma piuttosto un atto imprescindibile di ringraziamento in virtù della fede.
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Alen.chorbah
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Re: GALATI e ROMANI: studio versetto x versetto ?

Messaggio da Alen.chorbah »

Non si trattava di giudei che cercavano di fargli osservare la legge, dal momento che la prima comunità osservava la legge se pur con uno spirito non legalista, ma persone che avevano delle credenze affondate nel paganesimo seppur con qualche connessione giudaica.
Vedi qui: http://www.biblistica.it/wordpress/?page_id=787" onclick="window.open(this.href);return false;
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