Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

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bgaluppi
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da bgaluppi »

Domande interessanti, Mattia.
Sandro.48
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Paolo prese parte alle decisioni del concilio gerosolimitano

Messaggio da Sandro.48 »

Titolo : "Paolo prese parte alle decisioni del concilio gerosolimitano?"
Fonti : Galati 1,11- 2,21
Fonti: Atti capitolo 15, 1-35
Aggiungo una precisazione: indicare gli elementi che, secondo il modo di Paolo di raccontare il concilio, cercano di evitare l'impressione di una sottomissione di Paolo alle autorità di Gerusalemme. Come prova Paolo a minimizzare il fatto che comunque si è recato dalle autorità cristiane di Gerusalemme?
"Secondo me, Sandro.48, se ne possono contare almeno tre:
1) Galati 1,15-16-18 scrive Paolo: "Dio aveva deciso di rivelarmi suo Figlio...
già prima della mia nascita...17Non mi recai nemmeno a Gerusalemme da coloro che erano stati apostoli prima di me, ma andai subito in Arabia. Poi tornai a Damasco. 18 SOLO TRE ANNI DOPO andai a Gerusalemme, per conoscere Pietro 19 e non vidi nessuno degli altri apostoli se non Giacomo...
22 Le chiese della Giudea, che non mi conoscevano personalmente...24 per
causa mia, rendevano gloria a Dio.
2) Galati 2,1-12 QUATTORDICI ANNI Più TARDI, dopo una rivelazione del Signore(qui è Gesù Cristo: non è YHWH), ritornai a Gerusalemme...Non volevo che risultasse inutile il lavoro che avevo compiuto e che stavo facendo. 3 Ebbene , neppure Tito...benché non fosse ebreo, fu obbligato a sottomettersi al rito della circoncisione...6 Del resto le persone più autorevoli nella comunità non mi imposero nulla. Per me (Paolo) non ha alcuna importanza chi erano in passato, perché Dio sceglie chi vuole. Lo ripeto: quelli che hanno autorità [ Giacomo, Pietro e Giovanni][cfr.v. 9]
7 RICONOBBERO che Dio aveva affidato a me l'incarico di annunziare la parola di Cristo fra i non ebrei...8 Perché Dio ha fatto di me l'apostolo dei pagani.
3)Paolo rimprovera Pietro in Antiochia 2,11Quando però Pietro venne ad Antiochia, io (Paolo) mi opposi a lui apertamente...12ma quando giunsero ad Antiochia alcuni [falsi fratelli] che stavano dalla parte della circoncisione, Pietro cominciò ad evitare quelli che non erano ebrei e si tenne in disparte per PAURA dei sostenitori della circoncisione. 13 Anche gli altri fratelli di origine ebraica si comportarono assieme a Pietro in modo equivoco...MA QUANDO (io Paolo) MI ACCORSI CHE ESSI NON AGIVANO SECONDO LA PAROLA DEL SIGNORE (Gesù Cristo), dissi a Pietro, in presenza di tutti: "Se tu che sei ebreo di origine, ti comporti come uno che non lo è =
=[vivendo come chi non è sottoposto alla legge ebraica], perché costringi gli altri a *vivere come gli ebrei*?"
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Gianni
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Gianni »

Hai fatto delle buone considerazioni, Sandro. Solo, alcune precisazioni.

Non c’è un modo di Paolo di raccontare il concilio, ma casomai di Luca, che è l’autore di Atti (= Fatti) degli apostoli. E tale modo è del tutto storico. – Cfr. Lc 1:3.
Luca non evita affatto di dare l'impressione di una sottomissione di Paolo alle autorità di Gerusalemme. Tale impressione la vedono dove non c’è solo i Testimoni di Geova, che hanno bisogno di credere all’invenzione di un corpo direttivo centralizzato a cui tutti erano sottomessi. Sandro ha dato tre ottime ragioni scritturali che dimostrano l’indipendenza di Paolo dagli apostoli e dagli anziani di Gerusalemme.

Ma veniamo ora alla domanda posta.

Leggendo il racconto lucano non ci si rende conto che tutto si svolse in un lungo lasso di tempo e non in quattro e quattr’otto.

L’ANTEFATTO
“[Barnaba e Paolo] salparono verso Antiochia … Giunti là e riunita la chiesa, riferirono tutte le cose che Dio aveva compiute per mezzo di loro, e come aveva aperto la porta della fede agli stranieri. E rimasero con i discepoli parecchio tempo”. At 14:26-28.

IL PROBLEMA
“Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano ai fratelli, dicendo: «Se voi non siete circoncisi secondo il rito di Mosè, non potete essere salvati». E siccome Paolo e Barnaba dissentivano e discutevano vivacemente con loro, fu deciso che Paolo, Barnaba e alcuni altri fratelli salissero a Gerusalemme dagli apostoli e anziani per trattare la questione”. - At 15:1,2.

LA RAGIONE PER CUI SI RIVOLSERO A GERUSALEMME
“Alcuni, venuti dalla Giudea, insegnavano” che … Il problema fu causato da fratelli giudei ed è quindi a Gerusalemme che doveva essere discusso. Il testo biblico originale dice letteralmente: “Essendo avvenuta un’opposizione e un controversia non piccola … stabilirono di salire a Gerusalemme … riguardo a questa controversia”. Nessun arbitrato, quindi. Da Gerusalemme era sorto il problema (cfr. At 15:24) e là doveva essere affrontato.

TEMPI LUNGHI
“Attraversarono la Fenicia e la Samaria … Poi, giunti a Gerusalemme … Ma alcuni della setta dei farisei, che erano diventati credenti, si alzarono dicendo: «Bisogna circonciderli e comandare loro di osservare la legge di Mosè». Allora gli apostoli e gli anziani si riunirono per esaminare la questione. Ed essendone nata una vivace discussione …”. - At 15:3-7.
Segue l’intervento di Pietro che si mostra del tutto d’accordo con la posizione di Barnaba e Paolo. – Vv. 7-11.
“Tutta l'assemblea tacque e stava ad ascoltare Barnaba e Paolo, che raccontavano … Quando ebbero finito di parlare, Giacomo prese la parola e disse …” (vv. 12,13). Il presidente del concilio (Giacomo, non Pietro!) prende la parola e conferma la posizione di Paolo, di Barnaba e di Pietro, adducendo anche appoggi scritturali. - Vv. 14-21.

LA QUESTIONE
“Allora parve bene agli apostoli e agli anziani con tutta la chiesa, di scegliere tra di loro alcuni uomini da mandare ad Antiochia con Paolo e Barnaba: Giuda, detto Barsabba, e Sila, uomini autorevoli tra i fratelli” (v. 22). Leggendo, pare chiaro che Paolo e Barnaba erano stati presenti alla decisione. Così anche leggendo il v. 25.

In At 21, però, in occasione di una visita di Paolo a Gerusalemme, Giacomo e gli anziani gerosolimitani gli dicono: “In quanto ai credenti delle nazioni, abbiamo comunicato, prendendo la nostra decisione, che si astengano da ciò che è sacrificato agli idoli come pure dal sangue e da ciò che è strangolato e dalla fornicazione” (v. 25, TNM). Strane parole da dire a Paolo se questi era già al corrente. Non è così semplice conciliare la riunione di Gerusalemme con la relazione che ne fa Paolo in Gal 2:1-10, benché il raffronto riguardi lo stesso evento.

La differenza principale sta nel fatto che nella lettera ai galati non si parla del decreto riguardante le limitazioni imposte ai gentili che si trova in At 15:28,29. Questo decreto fu comunicato a Paolo solo tardivamente (At 21:20-25). Sembrerebbe che solo in quest’occasione gli anziani di Gerusalemme informino Paolo: “In quanto ai credenti delle nazioni, abbiamo comunicato […]”. Parrebbe che Paolo non conoscesse quel decreto.
Ma tali difficoltà non sono insormontabili e non ci obbligano a ritenere il decreto interpolato (come molti studiosi pensano). I due relatori (Paolo e Luca) obbediscono a due tendenze diverse. Paolo nella sua lettera, volendo guadagnare i galati, sottolinea il completo accordo con gli apostoli reputati delle “colonne” (Gal 2:9), vale a dire Giacomo, Pietro e Giovanni, senza presentare alcuna limitazione che sarebbe stata controproducente al suo scopo.
Luca, nel suo libro di Atti, riferisce il decreto che poi riporta anche più tardi, per precisione storica. È un’abitudine lucana raccontare più volte lo stesso evento (cfr. la chiamata di Paolo, raccontata tre volte; la conversione di Cornelio, in At 10:1-11,18;15:7-9; i discorsi di Paolo ai pagani, e altri avvenimenti).
Tornando all’argomento, non è detto che Paolo abbia appreso del decreto solo in occasione della sua ultima visita a Gerusalemme.
Non fa meraviglia che Luca non riferisca lo scontro antiocheno tra Pietro e Paolo (di cui parla lo stesso Paolo in Gal 2:11-14). L’intento lucano non è quello di opporre tra loro i due apostoli, ma quello di mostrarne l’armonia fondamentale. In più, dopo il cap. 12 di At, per ragioni artistiche, Luca rivolge la sua attenzione solo a Paolo, dimenticando del tutto Pietro di cui ha già parlato nella prima parte. Di Pietro si troverà solo un cenno accidentale nel cosiddetto Concilio di Gerusalemme a proposito della questione della circoncisione. - At 15.
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Gianni
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Gianni »

Ma certo, Mattia, che fu presente. Prese anche parte alla dicussione.
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Gianni »

Più che un indizio, Giacomo ribadisce che la Toràh va osservata.
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Gianni »

“Si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati, e dal sangue. Perché Mosè fin dalle antiche generazioni ha in ogni città chi lo predica nelle sinagoghe dove viene letto ogni sabato”. - At 15:20,21.

Prendiamo il solo v. 20 nella lettura miope dei detrattori delle Toràh. “Si scriva loro di astenersi dalle cose contaminate nei sacrifici agli idoli, dalla fornicazione, dagli animali soffocati, e dal sangue”. Ciò vuol forse dire che tutto il resto era concesso? Anche rubare e ammazzare? Se ci si limita al v. 20, sì.

La domanda è: perché Giacomo menziona in particolare l’idolatria, la fornicazione e il sangue come alimento? Perché ciò riguardava direttamente i pagani, che erano idolatri, fornicavano e si cibavano anche di sangue.
Ora vediamo il v. 21: “Perché …”. Giacomo dà la motivazione. E quale è? Mosè viene letto ogni sabato nelle sinagoghe.
E che mai sarebbe importato ai convertiti di Mosè e delle sinagoghe? In effetti questa è la posizione di molte religioni cristiane (quasi tutte), le quali non badano a Mosè. Giacomo però se ne preoccupa, segno che i nuovi credenti erano vincolati alla Toràh.

Conclusione: dopo la deroga dalla circoncisione, affinché non ci fossero equivoci Giacomo ribadisce la Toràh ed evidenzia i tre punti in cui i convertiti sarebbero stati più deboli.
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Gianni »

Sulla circoncisione si è molto dibattuto. Fate ricerche (bibliche!). Darete così anche il vostro contributo alle Scienze Bibliche. :-)
Sandro.48
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Sandro.48 »

Mi vengono in mente i 7 Precetti Noachidi, destinati secondo gli Ebrei, alla salvezza dei non ebrei, e quindi tutta l'umanità che non sia Ebrea.
Ho azzeccato oppure ho lavorato di fantasia?
Sandro.48
Sandro.48
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Sandro.48 »

L'apostolo Giacomo dice davvero che i pagani devono osservare la Torah ?
E dove di grazia?
Potete citarmi il versetto?
Grazie.
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Alen.chorbah
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Re: Il ruolo di Paolo al concilio gerosolimitano

Messaggio da Alen.chorbah »

Questo è uno studio molto interessante. Anche io come te Sandro avevo collegato le 7 leggi noachidi. Innanzitutto sarebbe da capire cos'è la torah che bisogna osservare. Gli ebrei con torah osservano tutti i 5 libri scritti da "Mosè". Anche i cristiani devono seguire tutta la torah? Gli ebrei dicono che la torah e esclusiva del popolo e nazione ebraica. Mentre coloro che vogliono seguire comunque l'unico Dio senza far parte di Israele si possono limitare a seguire le 7 leggi noachidi. Qua ragazzi se fatto seriamente e tranquillamente esce fuori un bello studio.
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