Luca 1:35

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bgaluppi
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Re: Luca 1:35

Messaggio da bgaluppi »

Dunque sei più propenso per "ciò che è generato sarà chiamato santo, figlio di Dio", dico bene?
trizzi74
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Re: Luca 1:35

Messaggio da trizzi74 »

bgaluppi ha scritto:Dunque sei più propenso per "ciò che è generato sarà chiamato santo, figlio di Dio", dico bene?
Si
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bgaluppi
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Re: Luca 1:35

Messaggio da bgaluppi »

Però capisci che il punto che Gianni mette in evidenza - cioè che se sarà chiamato santo significa che al concepimento non lo era (altrimenti avrebbe detto che ciò che è concepito è santo) - è inconciliabile con la nascita di Yeshùa ad opera dello spirito. Come concili il fatto che Yeshùa non nasce da volontà di uomo con il suo non essere santo - cioè separato - nel momento del concepimento?
trizzi74
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Re: Luca 1:35

Messaggio da trizzi74 »

bgaluppi ha scritto:Però capisci che il punto che Gianni mette in evidenza - cioè che se sarà chiamato santo significa che al concepimento non lo era (altrimenti avrebbe detto che ciò che è concepito è santo) - è inconciliabile con la nascita di Yeshùa ad opera dello spirito. Come concili il fatto che Yeshùa non nasce da volontà di uomo con il suo non essere santo - cioè separato - nel momento del concepimento?
"Sarà chiamato santo" non è sinonimo di diventerà. Con questa frase si intende che iI nascituro sarà conosciuto come tale in futuro ( Gv.6:69), ma questo non esclude assolutamente che non lo sia nel momento del concepimento.
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bgaluppi
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Re: Luca 1:35

Messaggio da bgaluppi »

Ma allora, se lo era, perché non tradurre lineariamente come il greco esprime, e cioè "ciò che è generato santo sarà chiamato figlio di Dio"? Questa traduzione esprime due cose: 1. che il concepimento di Yeshùa fu "separato", in quanto generato direttamente dallo spirito di Dio, che è "separato" (e ciò è conforme a quanto è espresso da Paolo in Flp 2:6 e 1Cor 15:45); 2. che l'essere umano che sarebbe nato grazie a quel particolare concepimento, sarebbe stato il messia; e questa annunciazione rappresenta la spiegazione alla nascita in santità. Praticamente, l'angelo annuncia che il figlio generato nel grembo di Miryàm sarebbe stato "speciale", unico, in quanto "separato" dalla nascita per volontà di Dio; e che, in virtù di ciò, sarebbe diventato il messia.

Invece, traducendo "ciò che è generato sarà chiamato santo, figlio di Dio", ha senso solo se si mette una virgola dopo "santo", come fa W&H (ma non Nestlè-Aland), e non mette in rilievo la straordinarietà della "natura" di Yeshùa, che è profondamente diversa da quella di ogni altro uomo, persino di Adamo, ed è espressa non solo dalle circostanze del concepimento per opera dello spirito, ma anche da Paolo (che insiste sulla "separazione" della condizione di Yeshùa).

Ora, essendo ambedue le traduzioni corrette, non resta che scegliere quella che meglio si accorda col resto della Scrittura.

Tieni anche presente che nella traduzione che proponi l'unica straordinarietà è l'annuncio della messianicità di Yeshùa, perché Yeshùa è certamente l'unico messia, ma non l'unico ad essere chiamato santo. Invece, nella traduzione alternativa, risulta evidente un fatto straordinario e assolutamente scritturale: che Yeshùa nasce "separato" per volontà di Dio in quanto primogenito dei figli di Dio, che sono "separati" in virtù di lui. Yeshùa non è santo perché sarà il messia, ma perché Dio stabilisce che lui sia il messia, facendolo nascere come nuovo Adamo, in una condizione di santità. Per questo Paolo afferma:

“ciò che è spirituale non viene prima; ma prima, ciò che è naturale, poi viene ciò che è spirituale. Il primo uomo, tratto dalla terra, è terrestre; il secondo uomo è dal cielo. Qual è il terrestre, tali sono anche i terrestri; e quale è il celeste, tali saranno anche i celesti. E come abbiamo portato l'immagine del terrestre, così porteremo anche l'immagine del celeste.” — 1Cor 15:46-49

E in Eb 2:17 è scritto che Yeshùa “egli doveva diventare simile ai suoi fratelli in ogni cosa”, quindi significa che non era come ogni uomo. La sua diversità è costituita proprio dalla sua santità in quanto non generato dalla carne ma dallo spirito.
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Re: Luca 1:35

Messaggio da trizzi74 »

bgaluppi ha scritto: Invece, traducendo "ciò che è generato sarà chiamato santo, figlio di Dio", ha senso solo se si mette una virgola dopo "santo", come fa W&H (ma non Nestlè-Aland), e non mette in rilievo la straordinarietà della "natura" di Yeshùa
Le cose non stanno esattamente nel modo in cui tu pensi.
Come ti ho già detto la frase “ sarà chiamato santo” non solo non esclude assolutamente che non lo sia nel momento del concepimento, ma addirittura aggiunge un particolare non di poco conto: questa sua santità gli verrà riconosciuta anche in futuro.
Quindi questa traduzione non relativizza, ma serve per sottolinea o enfatizzare tale aspetto.
Ti consiglio di leggere attentamente anche il file in pdf che ho postato precedentemente riguardo al commento di Schurmann sul versetto di Luca.
È vero che il Nestlè-Aland non mette la virgola, però l’interlineare della San Paolo ( ed.2014) preferisce aggiungerla.
Allegati
Lc. 1,35 nell'interlineare della S.Paolo.pdf
(594.91 KiB) Scaricato 164 volte
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bgaluppi
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Re: Luca 1:35

Messaggio da bgaluppi »

Come ti ho già detto la frase “ sarà chiamato santo” non solo non esclude assolutamente che non lo sia nel momento del concepimento, ma addirittura aggiunge un particolare non di poco conto: questa sua santità gli verrà riconosciuta anche in futuro.
Trizzi, non lo esclude, ma neppure lo afferma. Dunque, obbiettivamente, non si può costruire una tesi di nascita in santità su questo versetto tradotto con "sarà chiamato santo". Il riconoscimento della sua santità "anche" in futuro non è espresso, in quanto non è espressa la nascita in santità; semmai, viene espressa la santità in futuro, in quanto viene affermata la sua messianicità. Quello che è scritto è scritto; altrimenti faremmo come i cattolici, che credono nell'assunzione in cielo di Miryàm non perché è scritto, ma perché - non essendo negata - significa che è possibile. L'esempio non è calzante ma serve per far capire che ciò che conta al fine di una traduzione corretta è ciò che il testo esprime.

Invece, l'altra traduzione non solo afferma chiaramente che Yeshùa nasce santo, ma anche che lo sarà in futuro in quanto sarà chiamato figlio di Dio:

“noi abbiamo creduto e abbiamo conosciuto che tu sei il Santo di Dio” - Gv 6:69

PS. Non posso ancora scaricare quel testo che mi hai spedito perché non mi hanno ancora installato internet illimitato. Devo aspettare martedì che rientro a lavoro, se me lo rimandi dopo quella data mi fai un piacere.
trizzi74
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Re: Luca 1:35

Messaggio da trizzi74 »

Caro bgaluppi, leggendo i tuoi commenti ho capito cosa ci divide: per te quell’essere “ Figlio di Dio” nel v. 35 è da prendere in senso messianico, io invece non lo intendo in senso messianico e quindi adottivo. Per me egli è già Figlio di Dio grazie all’azione creatrice dello spirito di Dio. Di conseguenza è pure santo.
Questo è quello che si evince ( secondo me) in Lc. 1:35: “Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua; perciò, quello che nascerà sarà chiamato santo, Figlio di Dio”.
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