Confronto di due vocaboli

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Alen.chorbah
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Confronto di due vocaboli

Messaggio da Alen.chorbah »

Ciao a tutti. Per chi potesse aiutarmi in greco volevo una piccola delucidazione. Le parole greche, χαίρω (chairo) e ἀσπάζομαι (aspazomai), sono intercambiabili possono essere usati come sinonimi?
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Gianni
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Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da Gianni »

Il verbo ἀσπάζεσθαι (aspàzesthai) indica il salutare qualcuno, dargli il benvenuto, desiderare il suo bene.

Il verbo χαίρειν (chàirein) indica il rallegrarsi, l’essere contento, lo stare bene, il prosperare; può essere usato come saluto, anche all’inizio delle lettere.

Sinonimi, sì; intercambiabili, direi di no, considerate le loro particolari sfumature. Lo dimostra il fatto che in Mr 15:18 appaiono tutti e due: “Cominciarono a salutarlo [ἀσπάζεσθαι (aspàzesthai)]: «Salve [Χαῖρε (chàire)], re dei Giudei!»”.
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Alen.chorbah
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Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da Alen.chorbah »

Grazie per la risposta Gianni. In particolare stavo confrontando le scritture di Luca 10:4 e 2 Giovanni 1:10. In entrambe viene detto di non salutare però appunto vengono utilizzati due termini diversi. In questo contesto secondo te si potrebbero utilizzare entrambi?
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Gianni
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Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da Gianni »

Caro Alen.chorbah, in Lc 10:4 Yeshùa raccomanda ai suoi discepoli di non salutare (ἀσπάσησθε, aspàsesthe, “salutate”) lungo la strada mentre predicano; in 2Gv 1:10 Giovanni dice di non ricevere in casa chi non mantiene la dottrina di Yeshùa e di non salutarlo (χαίρειν, chàirein, “rallegrarsi”).

Tieni presente che qui non si tratta di saluti come li possiamo intendere noi occidentali, tipo ciao o buongiorno. Intendere così è l’errore che fanno a Brooklyn, imponendo disumanamente ai loro affiliati di non rivolgere più il saluto ai Testimoni che hanno espulso perché non la pensano come stabilito dalla casa madre americana. Nell’antico Oriente il saluto era molto caloroso e prevedeva tutto un cerimoniale fatto di baci e abbracci, soffermandosi a domandare come andava e così via.
Quindi, per la predicazione Yeshùa dice in pratica di non perdere tempo in convenevoli, data l’urgenza dell’opera. Giovanni dice invece ciò che potremmo tradurre liberamente (nel nostro concetto occidentale): ‘Non fategli festa / non rallegratevi con lui’.

I due verbi non sono intercambiabili nei due contesti. Non ha infatti senso “far festa” ai passanti per strada come sarebbe troppo esagerato dire di non “salutare” chi non si mantiene più nella sana dottrina.
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Alen.chorbah
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Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da Alen.chorbah »

Era proprio questo il punto dove mi interessava arrivare. Quello che mi aveva incuriosito è come stato tradotto Luca 10:4 nella TNM. Mentre Giovanni viene detto chiaramente, non rivolgetegli un saluto per sostenere appunto che non bisogna dire neanche un ciao, in luca invece viene tradotto così: non abbracciate+ nessuno nel salutarlo lungo la strada. La mia curiosità stava sul fatto che la scelta di traduzione di luca può essere stata fatta per non far sorgere troppe domande su come invece viene considerato il saluto in Giovanni. Infatti qua in Luca non ha senso che i discepoli non potevano neanche dire un ciao alle persone che incontravano per strada. Per questo ero curioso di sapere il significato dei termini in greco.
speculator

Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da speculator »

Il rallegrarsi di chairein non e' il rallegrarsi di chi fa il saluto, ma di chi riceve il saluto da un suo sottoposto.

Per questo e altro la madonna si meraviglio' quando il messaggero le disse "chaire"
speculator

Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da speculator »

Anche chi manda una lettera che finisce con kaire si rende debitore simbolico alla merce'-servizio di quello cui scrive.
speculator

Re: Confronto di due vocaboli

Messaggio da speculator »

Quando Gabriele dice "buongiorno" cioè "kaire" a Maria le dice che lui è al suo servizio per renderla gioiosa, che lei si rallegri.

Lo stesso quando il tribuno Lisia scrive al suo superiore"kaire".
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