Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

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GEMELLO76
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Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

Messaggio da GEMELLO76 »

Coloro che difendono le traduzioni, leggendo Tito 2:13 e 2 Pietro 1:1 come si parlasse
solamente di Gesù, invocano la cosiddetta "Regola di Sharp". Nel 1798, un cultore di teologia, Granville Sharp, pubblicò un libro in cui sosteneva che quando ci sono due sostantivi della stessa forma ("caso") uniti da "e" (kai), di cui solamente il primo ha l'articolo, i sostantivi sono identificati come se fossero la stessa cosa. Sharp sosteneva che la regola non si applicasse ai nomi propri, ma solo alle qualifiche personali.
Questo è il motivo per cui la regola è citata in relazione a Tito 2:13 e non a Tito 1:4, a 2 Pietro 1:1 e non a 2 Pietro 1:2. La "Regola di Sharp" come vedremo, non sopravvive ad un attento esame.
Iniziamo a vedere se ‘il grande Dio’ di Tito 2:13 potesse essere un titolo fisso per il Padre in modo tale che i Cristiani del I secolo lo considerassero alla stregua di un nome
proprio. Vista la rappresentazione nell'AT di YHWH come "il grande Dio” e ugualmente possibile, se non addirittura probabile, che "il grande Dio" venisse inteso come
l'equivalente di un nome proprio e un chiaro riferimento al Padre.
L'uso di questo titolo per Dio in Salmo 86:10 (LXX) è molto interessante. Si dice che
"solo" YHWH è "il grande Dio" (vedi Deuteronomio 10,17; Esdra 5:8; Nehemia 8,6;
Nehemia 9,32; Salmo 77,13; Salmo 86,10, Salmo 95:3; Geremia 32,18; Daniele
2,45;). Dato che l'AT chiarisce che YHWH è il Dio del Messia (Mic 5:4) e Paolo fa
riferimento al Padre come il Dio di Gesù (Ro 15:5, 6; Ef 1:3, 17; 2Co 1:3; 11:31), una descrizione come '"il grande Dio" che nell'AT è ristretta a YHWH,
avrebbe naturalmente creato una distinzione semantica tra "il grande
Dio" (il Padre, YHWH) e Gesù Cristo. Dato che Gesù può avere solo un Dio sopra di sé, se intendiamo "il grande Dio" come riferimento a YHWH allora automaticamente esso è un riferimento al Padre.
Di conseguenza, se "il grande Dio" è un'espressione fissa per YHWH, allora senza dubbio può stare da solo in Tito 2:13. La prima frase descrittiva viene resa specifica avendo
un referente preciso (SI 86:10) e il secondo sostantivo ("Salvatore") è senza dubbio ristretto alla persona nominata "Gesù Cristo". In realtà, perfino senza la descrizione aggiuntiva "grande", si può vedere che theos negli scritti di Paolo è chiaramente riservato al Padre, come mostra l'allegato alla fine dell'articolo.
Dopo aver considerato questi numeri è facile capire cosa intendesse il professor Ezra Abbot quando, più di cent'anni fa, scrisse: "Non vedo come qualcuno possa leggere le epistole di Paolo senza percepire che, parlando degli oggetti della fede cristiana, egli usa costantemente theos come nome proprio per designare il Padre distinto da Cristo". Abbot E, “ On the Construction of Romans 9:5.”JBL 1 (1881), p.121.
Anche Huther osserva correttamente: "L'aggiunta dell'aggettivo ‘grande’ indica che ‘theos’ è da considerarsi un soggetto indipendente". Huther J. E., Critical and Exegetical Hand-Book to the Epistles of Timothy am Titus, Funk & Wagnalls, New York, 1883, p.303.
La menzione seguente del nostro "Salvatore Gesù Cristo", quindi, crea una distinzione semantica tra il Padre e Gesù, poiché questa espressione contiene un nome proprio ("Gesù Cristo") che rimuove ogni dubbio riguardo all'applicazione del termine "Salvatore".
In aggiunta alle prove derivanti dall'AT (LXX) che sostengono l'idea che "il grande Dio" fosse un'espressione tipica per YHWH, i Rotoli del Mar Morto pure distinguono "il grande Dio" da Suo Figlio, il Messia. Il testo aramaico del "Figlio dell'Uomo" (4Q246),
sorprendentemente simile a Luca 1:32-35, parla del "Figlio dell'Altissimo" (colonna 2, verso 1) il cui "regno sarà un regno eterno" (colonna 2, verso 5). Al verso 7 della colonna 2 si dice che "il grande Dio sarà il suo patrono".
Questi manoscritti sono stati datati ad un periodo antecedente al 150 aEV.
Questo indicherebbe che "il grande Dio" era una designazione stabilita per YHWH nella
letteratura ebraica non biblica.
Anche negli scritti Pseudepigrafi (falsi scritti) dell'AT vi sono riferimenti a "il grande Dio". Ad esempio, 3 Enoc 22B:5 si riferisce a "YHWH, il Dio d'Israele", come "il grande Dio". Negli Oracoli Sibillini si fa riferimento a "il grande Dio" non meno di quarantasei volte!
Due di questi casi (1.324 e 3.776) sono particolarmente interessanti: entrambi sono considerati interpolazioni cristiane che fanno riferimento a "il figlio del grande Dio", dove "il grande Dio" è un chiaro riferimento al Padre. Quindi, vi sono prove che all'epoca in cui visse Paolo o immediatamente dopo, i cristiani riconoscevano "il grande Dio" come
descrizione del Padre.
Comunque, visto l'insegnamento sinottico secondo il quale si dice che Gesù compare "nella gloria di suo Padre" (Mt 16:27; Mr 8:38; Lu 9:26) e l'ovvia familiarità di Paolo con quest'insegnamento (si noti che gli si riferisce non alla comparsa del grande Dio ma alla "comparsa della gloria del grande Dio") è più probabile che in Tito 2:13 "il grande Dio"
sia distinto da Gesù così da essere l'equivalente di un nome proprio e che la regola di Sharp non si applica necessariamente a questo caso.
La ‘Regola di Sharp’ non è altro che un'invenzione ideata da un uomo che aveva uno scopo teologico nel crearla, vale a dire che voleva provare che i versetti che stiamo esaminando in questo capitolo chiamano Gesù, "Dio”. Il problema non è l'onestà o il rigore di Sharp, ma le premesse con cui egli lavorò. Egli ignorava il fatto che la lingua greca non era limitata al Nuovo Testamento (Ricordiamo che fu lo stesso Sharp ad affermare in un suo libro che la sua regola “si riferiva solo alla lingua degli scrittori ispirati del Testamento Greco”). Gli autori dei libri del Nuovo Testamento non avevano la loro forma di greco, con le relative regole.Piuttosto, essi stavano lavorando in un ambiente, linguistico e letterario, molto più esteso. Per essere certi di aver identificato una "regola" nella lingua greca, occorre guardare oltre i confini del Nuovo Testamento, perché entro il Nuovo Testamento, un modello d'uso può essere solamente una coincidenza entro i limiti del piccolo esempio di grammatica e sintassi greca che qui si trova.
Per concludere si possono citare le parole di Winer in riferimento a Tito 2:13 che a 2 Pietro 1:1 : “Per ragioni da ricercare nel sistema dottrinale di Paolo, non considero 'Salvatore' un secondo predicato accanto a 'Dio', come se Cristo fosse chiamato prima 'il
grande Dio' e poi 'Salvatore'. L'articolo è omesso davanti a ‘Salvatore’, perché la parola è determinativa grazie al genitivo 'di noi', 'nostro' e l'apposizione precede il nome
proprio: del grande Dio e del nostro Salvatore Gesù Cristo. Simile è 2 Pt 1:1, dove non c'è nemmeno un pronome con “Salvatore". - Winer G. B., A Grammar of the Idiom of the New Testament,traduzione inglese di Thayer, Warren F. Draper, Andover, 1897, p. 130. (Anche studiosi come Conzelmann, Jeremias e Kelly respingono l’idea che Gesù in questi passi sia
chiamato ‘Dio e Salvatore’).
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Uso di theos nel corpus paolino.docx
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Gianni
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Re: Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

Messaggio da Gianni »

Ottima trattazione. Grazie, Gemello76!
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Maryam Bat Hagar
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Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

ho letto la tua argomentazione Gemello76 molto interessante!
anche se non conosco ancora il greco :D :D
shalom!
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il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

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Gianni
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Re: Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

Messaggio da Gianni »

Cara Maryam, la trattazione di Gemello76 è perfetta! Davvero ottima. :)
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Maryam Bat Hagar
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Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

mi fido di voi Gianni e Gemello76 :D :D ne sapete più di me questo è poco ma sicuro :D
spero che un giorno capirò bene il greco e l'ebraico per poter apprezzare, diciamo "appieno" queste argomentazioni.
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
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Ali ibn Abi Talib(599- 661)
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Re: Tito 2:13 e la "Regola di Sharp"

Messaggio da Gianni »

Allora, cara Maryam, non trascurare le lezioni di lettura del testo greco! Solo qualche giorno e lo leggerai agevolmente. ;)
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