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Giovanni 5:18

Inviato: domenica 19 marzo 2017, 0:23
da trizzi74
Ciao Gianni, ho una domanda per te:
in che senso Gesù si faceva "uguale al Padre" secondo la scrittura di Gv. 5:18?
Ti ringrazio per la risposta!

Re: Giovanni 5:18

Inviato: domenica 19 marzo 2017, 5:53
da Gianni
Ciao, Trizzi. La risposta alla tua domanda si trova nel versetto stesso, che spiega: “Per questo i Giudei più che mai cercavano d'ucciderlo; perché non soltanto violava il sabato, ma chiamava Dio suo Padre, facendosi uguale a Dio”. - Gv 5:18.
Evidentemente per quei giudei il ritenersi da parte di Yeshùa in così stretta intimità con Dio era una bestemmia.
Secondo loro, quindi, Yeshùa violava il sabato e bestemmiava. Entrambe le accuse erano infondate, perché Yeshùa rispettava il sabato nel modo corretto e non si faceva affatto uguale a Dio, di cui dichiarò più volte di essere ovviamente inferiore.

Re: Giovanni 5:18

Inviato: domenica 19 marzo 2017, 11:59
da Daminagor
Non credo che il sinedrio potesse essere stupito di qualcuno che si dichiara figlio di Dio, in quanto, per la tradizione ebraica, tutti sono figli di Dio..quindi non c'era nulla di rivoluzionario nell'affermazione di Yeshùa. Egli effettivamente guariva di sabato. Da quanto so, nell'ebraismo è permesso violare il sabato aiutando chi è in pericolo di vita ma per esempio è vietato preparare unguenti e medicamenti che non servano per scongiurare un pericolo di morte. Yeshùa guarisce gente non in pericolo di vita, sebbene taluni fossero malati da molto tempo. In qualche modo è come se estendesse la derogabilità del sabato ma potrei capire se per un tribunale ebraico tale comportamento risultasse come una violazione. Non vorrei sbagliare, ma nel Talmud non si parla di una condanna a Yeshuà per aver praticato la magia?

Re: Giovanni 5:18

Inviato: domenica 19 marzo 2017, 14:22
da bgaluppi
Daminagor, a Yeshùa viene chiesta una cosa specifica: se lui fosse IL figlio di Dio, il Cristo, ossia il messia e Re di Israele, non se si considerasse UN figlio di Dio. Lui risponde: voi lo dite, lo sono. L'ipocrisia dei farisei che gli fanno queste domande sta nel fatto che lo ritengono bestemmiatore per aver dato quella risposta e per aver affermato di essere "uno con il Padre", non comprendendo in realtà cosa stesse dicendo veramente: che Dio si rivelava in lui. Con quelle parole, Yeshùa non affermava di essere Dio, ma di essere uno con Lui, ossia che Dio era "in" lui, si manifestava attraverso lui.