1 Gv 2:15-17 è attendibile?

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Giorgia
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da Giorgia »

Liberty, ho controllato su tutte le versioni disponibili sul sito "laparola.net", e per questi versi non mi pare ci sia alcuna differenza. Quindi continuo a non capire i tuoi dubbi da dove nascono.

Inoltre, come ho già detto e ripetuto, in tutto il vangelo è ribadito il concetto espresso i quei versi.
Aggiungo che, secondo il pensiero ebraico, tutto è mandato da Dio. Ricchezza, povertà, malattia e salute. E concettualmente è corretto. Perché è Lui che lo permette.
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bgaluppi
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da bgaluppi »

Liberty, Giorgia ha ragione. Perseguire i desideri terreni e cercare di soddisfare noi stessi con beni materiali è un atteggiamento condannato dalla Scrittura. Yeshùa ribadisce fortemente questo insegnamento, arrivando ad affermare che “Perché chi vorrà salvare la sua vita, la perderà; ma chi avrà perduto la propria vita per amor mio, la salverà” (Lc 9:24). Ma vediamo bene la scena del ricco. Intanto non era un giovincello, ma "uno dei capi" (Lc 18:18).

“Maestro buono, che devo fare per ereditare la vita eterna?» 19 Gesù gli disse: «Perché mi chiami buono? Nessuno è buono, tranne uno solo, cioè Dio. 20 Tu conosci i comandamenti: Non commettere adulterio; non uccidere; non rubare; non dir falsa testimonianza; onora tuo padre e tua madre». 21 Ed egli rispose: «Tutte queste cose io le ho osservate fin dalla mia gioventù». 22 Gesù, udito questo, gli disse: «Una cosa ti manca ancora: vendi tutto quello che hai, e distribuiscilo ai poveri, e avrai un tesoro nel cielo; poi vieni e seguimi». 23 Ma egli, udite queste cose, ne fu afflitto, perché era molto ricco. 24 Gesù, vedendolo così triste, disse: «Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! 25 Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio». 26 Quelli che udirono dissero: «Chi dunque può essere salvato?» 27 Egli rispose: «Le cose impossibili agli uomini sono possibili a Dio». - Lc 18:18-27

Innanzitutto la domanda è precisa: "che devo fare per ereditare la vita eterna?". La risposta diretta di Yeshùa è: rispetta i comandamenti. Il giovane gli risponde che già li rispettava sin dalla gioventù, mostrando di considerare se stesso "giusto" per osservanza. Infatti, il testo poi dice che Yeshùa gli rispose "udito questo"; la seconda risposta di Yeshùa è basata sull'ultima affermazione del giovane ricco, che si credeva giusto e affermava di obbedire ai Comandamenti sin da quando era più giovane. In seguito, l'uomo si rattrista (vv.23,24) e Yeshùa afferma: "Quanto è difficile, per quelli che hanno delle ricchezze, entrare nel regno di Dio! Perché è più facile per un cammello passare attraverso la cruna di un ago, che per un ricco entrare nel regno di Dio" (vv.24,25). È importante andare oltre le mere parole e cogliere tutta la sottile psicologia presente in questi versetti. Dopo questa frase, alcuni (non solo i discepoli, ma anche altri) restano sbigottiti; ma non perché pensavano che i ricchi avessero la corsia preferenziale verso la salvezza, ma perché Yeshùa afferma che chi possiede beni materiali in abbondanza difficilmente sarà in grado di salvare se stesso, perché il suo tesoro è sulla terra e non in cielo (Mt 6:19,20) e quindi è necessario distaccarsi dall'attaccamento alle cose materiali. Una cosa notevole, visto che il Sommo Sacerdote era ricco e, se non lo era, gli altri sacerdoti dovevano contribuire a renderlo tale.

Tutto il cap 18 è un insegnamento su cosa serve veramente per entrare nel regno di Dio. L'insegnamento è diretto principalmente ai discepoli, a cui Yeshua si rivolge (17:22), ma anche altre persone lo seguivano. Tutto il discorso parte dal v.17:20, in cui i farisei rivolgono un'altra domanda provocatoria a Yeshùa, interrogandolo sull'avvento del Regno di Dio. Al v.18:9 si capisce chiaramente che l'episodio del ricco era un insegnamento diretto a "certuni che erano persuasi di essere giusti e disprezzavano gli altri"; dalla parabola, si capisce che Yeshùa sta rispondendo per le rime a quei farisei che lo avevano interrogato per metterlo alla prova e si ritenevano giusti per osservanza legalistica.

“19 «Non fatevi tesori sulla terra, dove la tignola e la ruggine consumano, e dove i ladri scassinano e rubano; 20 ma fatevi tesori in cielo, dove né tignola né ruggine consumano, e dove i ladri non scassinano né rubano. 21 Perché dov'è il tuo tesoro, lì sarà anche il tuo cuore. 22 La lampada del corpo è l'occhio. Se dunque il tuo occhio è limpido, tutto il tuo corpo sarà illuminato; 23 ma se il tuo occhio è malvagio, tutto il tuo corpo sarà nelle tenebre. Se dunque la luce che è in te è tenebre, quanto grandi saranno le tenebre! 24 Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.” — Mt 6:19-24

Quindi, l'insegnamento di Gv 2:15-17 è perfettamente conforme all'insegnamento di Yeshùa.
Liberty
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da Liberty »

Grazie per avere condiviso le vostre ricerche che confermano ampiamente l'attendibilità del passo in esame.
Dovró farmene una ragione:))
(Grazie Giorgia non conoscevo laparola.net....)

Bgaluppi, un ultima considerazione poi chiudo.

Qui dite sempre che per capire il testo bisogna contestualizzare la cultura e gli usi dell epoca. E credimi per me, questa è stata una grande scoperta che mi ha aperto un mondo di conoscenza.

Ora però, nel momento in cui provo, ad applicare questa "regola" mi dici di rimanere sulle scritture....

Credimi non ho nessun interesse ad avere ragione e quindi mi sorge spontanea una domanda: tu invece, cosa cerchi di dimostrare?

Per me è credibile che Gesù stava introducendo (seppur gradualmente) un concetto nuovo.
"Felici voi poveri perché vostro è il Regno di Dio" mentre dice "guai a voi ricchi perché avete appieno la vostra consolazione". A dispetto di quanto si aspettavano gli ascoltatori.

Non era un insegnamento nuovo per gli ascoltatori? Deuteronomio 28 e 29 contiene la lista delle benedizioni/maledizioni a seconda del comportamento e include il possedimento dei beni materiali.
Forse mi dirai che si riferiva alla nazione in generale ma io penso che ciascuno che leggeva quel testo se lo applicava individualmente.
O come doveva intendere chi cantava il 1º salmo "felice l'uomo che non è malvagio...diverrà come un albero piantato presso ruscelli...ogni cosa che fa riuscirà"?? Magari ogni cosa che faccio mi riesce!!

Addirittura mi sembra di capire che persino il "frutto del ventre" era sinonimo della benedizione di Dio. E se non avevi figli era un disonore perché una dimostrazione che qualcosa non quadrava?

Ho provato a chiarire il mio punto di vista, ognuno può fare le proprie valutazioni.

PS questo non sminuisce in nessun modo gli avvertimenti delle scritture sulle ricchezze. Propendo per un sano atteggiamento verso di esse, dove il pericolo maggiore è l'attaccamento al soldo e non il soldo stesso.

....ad ogni modo, non è un problema mio, quando avrò il villone, vi farò sapere;)))

Un saluto a tutti
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bgaluppi
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da bgaluppi »

Liberty, comprendo quello che chiedi. Yeshùa non condannava il possedimento dei beni materiali in senso assoluto, ma piuttosto l'importanza che viene data loro dagli uomini. Non si tratta di non possedere, altrimenti tutti i credenti avrebbero dovuto dar via le loro case e i loro beni, cosa che non facevano come si evince da Atti. Si tratta di non essere posseduti dai beni materiali, di non renderli lo scopo della nostra vita.

Nota Mt 6:24: “Nessuno può servire due padroni; perché o odierà l'uno e amerà l'altro, o avrà riguardo per l'uno e disprezzo per l'altro. Voi non potete servire Dio e Mammona.”. Il termine "mammona" in aramaico significa "ricchezza" e qui Yeshùa la personifica in una divinità, un idolo. Dare grande importanza ai beni materiali è assimilabile al peccato di idolatria, che non concerne solo l'adorazione di immagini di divinità. Un idolo può essere rappresentato da ogni forma di bene terreno o passione umana che ci domina al punto da renderci schiavi; detto al contrario, se ci lasciamo dominare dalle nostre passioni o dall'attaccamento ai beni materiali, commettiamo idolatria.

“Fate dunque morire ciò che in voi è terreno: fornicazione, impurità, passioni, desideri cattivi e cupidigia, che è idolatria.” - Col 3:5

Yeshùa non introduce qualcosa di nuovo, ma piuttosto un modo diverso e più profondo di obbedire a Dio. Nella Torah, la prima cosa è l'obbedienza; Dio non ordina di desiderare, concupire, bramare ricchezze. Dio insegna a Israel come vivere in modo "giusto" (ossia conforme alla Sua volontà, che è "giustizia") e come comportarsi in un mondo dove i valori erano a rovescio; Egli dice: "se Mi ascoltate e Mi obbedite, vivrete bene". Yeshùa, allo stesso modo, dice: “Cercate prima il regno e la giustizia di Dio, e tutte queste cose vi saranno date in più.” (Mt 6:33). Che significa cercare il regno e la giustizia di Dio innanzitutto? Significa mettere al primo posto Dio, quindi obbedire; infatti, la fede si dimostra con l'obbedienza, non con le parole. E l'obbedienza è a Dio, non al mondo; chi segue e obbedisce alle "cose del mondo" (che non sono Dio), commette idolatria. :-)
Liberty
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da Liberty »

Bravo bgaluppi. Adesso ci siamo, mi ritrovo perfettamente nelle tue parole.:))
Chiarito il punto vado un po' OT ma vi
Vorrei spiegare perché non mi è gradito il passo e perché rimarrò della mia idea nonostante l'evidenza da voi rimarcata.

Per me leggere la Bibbia non è solo un esercizio mentale o uno studio razionale. Lascio spazio anche alla mia dimensione spirituale. Un brano mi colpisce perché leggendolo percepisco la sua importanza, mi risuona in modo particolare. È tipo una cosa trascendentale....boh mi fa così.
Proprio stava capitando con la lettera di Giovanni in cui tutte le descrizioni dei modi di mostrare amore erano in armonia e mi sentivo elevata spiritualmente e poi tutto a un tratto QUEL passaggio mi ha riportato nella bassezza terrena cancellando tutte le mie belle emozioni.

Ora ci possono essere due spiegazioni possibili: 1º essendo cresciuta come TdG ben saprete come ti sfiniscono con la storia del mondo che non vale niente e quindi avrò avuto un naturale rigetto verso una frase che sosteneva quella irragionevole tesi. (Riconosco che questa ipotesi è molto probabile)

2º ipotesi: il passo mi suona falso come una moneta da 3€ perché è falso.
Razionalizzando le sensazioni mi sento di dire che vedo nella spiegazione di "cosa è il mondo", ovvero il desiderio di carne/occhi e ostentazione quasi un accusa: chi l'ha detto che se sono ricca divento "libidinosa e avida e snob"?? (Dette con parole povere)
Sembrano le parole di un qualche frate rinchiuso e represso.
Quelle parole non sono un avvertimento del tipo "ti potrebbe succedere" ma è una accusa spacciata per verità assoluta e per giunta non corrisponde alla realtà.
....spero comprendiate non è mia intenzione screditare i vostri ragionamenti o la Scrittura stessa. Meglio di così non mi so spiegare.

In altro punto è scritto "Ma il cibo solido è per le persone mature, per quelli che mediante l’uso hanno le loro facoltà di percezione esercitate per distinguere il bene e il male."
Mi avvalgo della mia facoltà di percezione per distinguere come falso questo passaggio.
Non voglio convincere nessuno, mi prendo la responsabilità della mia scelta, giusta o sbagliata che sia.

Se è OT lo cancellerete, no problem
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bgaluppi
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da bgaluppi »

Liberty, il passo non è affatto falso. Se lo fosse, la critica testuale lo metterebbe in evidenza. Piuttosto, sarebbe stato spurio se avesse detto: seguite il mondo e i vostri desideri. Avresti preferito che dicesse questo, quando Yeshùa dice esattamente il contrario?

Non puoi interpretare un versetto seguendo le tue percezioni, perché esse sono fallaci, non la Scrittura. Un discorso è un versetto spurio, altro è ciò che non lo è. Invece, devi capire con esattezza cosa sta dicendo quel versetto, che non può essere preso da sé, estrapolandolo dalla Bibbia, ma deve essere raffrontato al resto del messaggio scritturale. Paolo, in riferimento alla legge, in alcuni momenti sembra che dica che è abolita, in altri che è confermata; quale di queste due affermazioni è vera? È necessario, allora, leggere tutto il resto per capire cosa sta dicendo Paolo, non sceglierne una e scartare l'altra in base al nostro sentimento personale.
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Giorgia
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da Giorgia »

Qui il punto Liberty è che le sensazioni dell'uomo portano spesso fuori strada.

Proverbi ci mette in guardia dalla nostra mente:

Confida nel SIGNORE con tutto il cuore
e non ti appoggiare sul tuo discernimento.
6 Riconoscilo in tutte le tue vie
ed egli appianerà i tuoi sentieri.
7 Non ti stimare saggio da te stesso;
temi il SIGNORE e allontanati dal male;


Le nostre sensazioni sono prodotte dalla nostra percezione distorta della realtà. Nessuno è in grado di vedere la realtà così com'è. Tutti siamo convinti di vedere e pensare con oggettività, ma il punto è che spessissimo non siamo nemmeno coscienti del nostro pensiero, ed è lui a trascinarci, invece di essere noi a guidare lui.

Detto questo, tu sei libera di pensarla come preferisci. nessuno vuole farti cambiare idea. Ma in questo forum si studia la Bibbia alla luce della Bibbia, non delle nostre sensazioni, che, come dice bene Proverbi, sono più spesso che no, menzoniere.
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Giorgia
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da Giorgia »

Oggi io e Antonio siamo sincronizzati :d
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bgaluppi
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da bgaluppi »

:-)
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Daminagor
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Re: 1 Gv 2:15-17 è attendibile?

Messaggio da Daminagor »

Salve a tutti, faccio capolino in questa discussione per fare una domanda (non provocatoria) alla luce di quanto avete detto.

Se il passo di Gv in questione dice chiaramente che "...Perché tutto ciò che è nel mondo, la concupiscenza della carne, la concupiscenza degli occhi e la superbia della vita, non viene dal Padre, ma dal mondo", anche a me (ignorante) qualcosa non torna. Comprendo l'importanza del contesto ma qui le parole sono molto chiare..e ho notato che per Liberty è suonato lo stesso mio campanello..
Personalmente mi domando se questo passo di Gv non sia in contrasto con il concetto biblico che ogni cosa proviene da Dio. Dagli scritti ebraici è chiaro come Dio sia origine di ogni cosa, male incluso. Poi, che il male del mondo derivi per conseguenza dell'errore umano lo posso capire, ma continuo a non capire come armonizzare le due cose. O tutto viene da Dio, oppure no. Non credo ci sia una via di mezzo..oppure si? Voglio dire, le passioni che abbiamo e i desideri non sono forse ciò che ci rende diversi dalle altre creature? Ciò che ci rende speciali? Senza passioni e desideri cosa siamo? E queste passioni e questi desideri, fanno parte di noi, sono generati attraverso la biochimica del nostro corpo. E chi ha progettato questo corpo? Chi è l'ingegnere che ha scritto il "software" che ci fa funzionare? Dio. E se siamo stati così voluti e così costruiti, perchè costruirci così per poi dirci che dobbiamo soffocare gli impulsi? Non era meglio farci subito senza passioni e basta? E' come dare ad un bambino un vasetto di nutella e poi dirgli che se lo mangia finisce in punizione. Resto perplesso. Il passo di Gv dice chiaro che tutto ciò che è nel mondo viene dal mondo e non dal Padre...e poi leggo nel Tanach che ogni cosa viene da Dio...e mi perdo :/

Se sono troppo ot oppure se ho fatto domande troppo stupide, cancellate pure
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