2 Pietro 1:4

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trizzi74
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2 Pietro 1:4

Messaggio da trizzi74 »

Caro Gianni, in 2 Pietro 1:4 il termine ginomai va tradotto diventaste o diventiate?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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bgaluppi
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Trizzi, provo a risponderti io visto che sono sempre sveglio. Il congiuntivo aoristo esprime un'azione momentanea. L'aoristo nelle frasi subordinate non ha valore anteriore, ma in italiano dobbiamo rispettare la consecutio temporum quando traduciamo. La frase dice:

“Attraverso queste ci ha elargito [perfetto indicativo] le sue preziose e grandissime promesse perché per mezzo di esse voi diventaste partecipi della natura divina”.

Essendo la frase principale al passato prossimo (che traduce il perfetto indicativo greco), anche l'aoristo deve essere tradotto al passato, rispettando la consecutio temporum e il senso di momentaneità dell'azione. Quindi, γένησθε (ghènesthe) dovrebbe essere tradotto diventaste, che in relazione al tempo al passato prossimo non esprime anteriorità e può essere tradotto col congiuntivo imperfetto, come fa la NR.

Gianni mi correggerà se ho sbagliato qualcosa. :-)
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Gianni
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da Gianni »

Ciao, Trizzi. Non vorrei mandarti in confusione, ma io ho una spiegazione un po’ diversa da quella fornita dall’ottimo Antonio.

Vediamo intanto il contesto di 2Pt 1:4. Pietro indirizza la sua seconda lettera a “coloro che hanno ricevuto una fede di uguale valore” a quella sua e degli altri discepoli (v. 1) e si augura che grazia e pace vengano loro moltiplicate (v. 2), perché la “potenza divina ci ha donato tutto ciò che riguarda la vita e la santa devozione attraverso l’accurata conoscenza di colui che ci ha chiamati per la propria gloria e virtù”. - V. 3.
E arriviamo al v. 4: “Attraverso queste [la gloria e la virtù di Dio (1Pt 2:9; 2Tm 1:9)] ci sono state donate le sue preziose e grandissime promesse” … ἵνα (ìna), affinché …

Abbiamo quindi che Dio ci ha donato non solo la fede ma anche tutto ciò che concerne la vita e la santa devozione, e ciò attraverso la conoscenza che abbiamo di Lui (che non è una conoscenza intellettuale ma ottenuta mediante un’intima relazione con Dio). Tutto ciò ha uno scopo: ἵνα (ìna), affinché …

Affinché γένησθε (ghènesthe). Il verbo è γίνομαι (ghìnomai), “diventare”, espresso alla seconda persona plurale del medio aoristo congiuntivo. L’aoristo greco esprime l’azione vista nel momento del suo accadere. Per esprimerla bene in italiano dobbiamo usare un giro di parole. Io tradurrei “affinché … iniziate a divenire”, mantenendo il congiuntivo. Il seguito dà ragione di questa traduzione.
“Affinché … iniziate a divenire partecipi della natura divina”. E in che modo? “Sfuggendo alla corruzione che è nel mondo con la concupiscenza”. – Sempre al v. 4.

Ora si noti che Pietro parla di risposta da parte dei credenti: “Mettendoci da parte vostra ogni impegno, aggiungete alla vostra fede la virtù; alla virtù la conoscenza; alla conoscenza l'autocontrollo; all'autocontrollo la pazienza; alla pazienza la pietà; alla pietà l'affetto fraterno; e all'affetto fraterno l'amore”. - Vv. 5-7.

La traduzione di NR “diventaste partecipi della natura divina” non è corretta perché traduce il congiuntivo aoristo γένησθε (ghènesthe) con il passato remoto indicativo. Per questo errore è costretta ad aggiungere l’avverbio “dopo” non presente nel testo greco, traducendo “dopo essere sfuggiti alla corruzione” (NR), mentre il testo biblico dice invece ἀποφυγόντες (apofygòntes), participio aoristo, letteralmente “essenti iniziati a sfuggire”. In più, la traduzione di NR “perché per mezzo di esse [la gloria e la virtù di Dio (1Pt 2:9; 2Tm 1:9)] voi diventaste partecipi della natura divina” è molto equivoca: infatti che senso mai bisogna dare a quel “perché”? L’errata traduzione “diventaste” obbliga ad intenderlo “per la ragione che”. Ma il greco ha ἵνα (ìna), “affinché”, per cui si tratta di scopo e non di causa.

Ciò che è già accaduto è espresso al v. 4 dal verbo δεδώρηται (dedòretai), all’indicativo perfetto, “sono state donate”, riferito alle promesse divine. Ma si noti che ciò che è stato donato sono le promesse, non il loro adempimento. L’unica cosa del tutto accaduta è espressa al v. 3 da δεδωρημένης (dedoremènes), al participio perfetto genitivo, “avente fatto dono”, riferito a ciò che concerne la vita e la santa devozione. Tuttavia si noti anche qui che il dono c’è sì stato, ma come sarà usato?
Tutto è insomma in divenire. Dio ci ha donato il necessario, ma dobbiamo poi metterci del nostro. La sue promesse sono certissime, ma sono condizionate.
“Compiendo in risposta ogni premuroso sforzo” (v. 5, TNM), dobbiamo lavorare su noi stessi utilizzando al meglio i doni divini per ottenere l’adempimento delle promesse. E tutto ciò, dice Pietro, “affinché … iniziate a divenire partecipi della natura divina”.

I credenti sono sono affatto diventati partecipi della natura divina, ma iniziano ad esserlo. A patto che compiano tutti quei premurosi sforzi elencati da Pietro.
Detto con altri passi della Scrittura:
“Bisogna che questo corruttibile rivesta incorruttibilità e che questo mortale rivesta immortalità”. - 1Co 15:53.
“Affinché siamo partecipi della sua santità”. - Eb 12:10.
“Ora siamo figli di Dio, ma non è stato ancora manifestato ciò che saremo. Sappiamo che quand'egli sarà manifestato saremo simili a lui”. - 1Gv 3:2.
“Per una eredità incorruttibile, senza macchia e inalterabile. Essa è conservata in cielo per voi”. - 1Pt 1:4.

Ora sarà Antonio a correggermi se ho sbagliato qualcosa. :-)
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bgaluppi
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da bgaluppi »

:-)

Gianni è stato molto piú esaustivo. Sono d'accordo quando dice:
L’errata traduzione “diventaste” obbliga ad intenderlo “per la ragione che”. Ma il greco ha ἵνα (ìna), “affinché”, per cui si tratta di scopo e non di causa.
Infatti, io intendo quel diventaste come un congiuntivo imperfetto, che è uguale al passato remoto. Col senso espresso da Gianni, molto preciso, potremmo tradurre "affinché voi iniziaste a divenire". Ecco come l'ho inteso io istintivamente; secondo me anche la NR lo intende come un congiuntivo, solo che non ha reso benissimo lo scopo. Mi suona meglio il congiuntivo impefetto, perché essendo l'azione principale già stata realizzata da Yeshùa nel passato, ed essendo gli effetti delle sue azioni virtualmente già manifesti nel momento dell'espletarsi delle azioni stesse (azione momentanea dell'aoristo, cfr. Gv 5:24), secondo la consecutio temporum mi pare meglio "iniziaste a divenire" più che "iniziate a divenire". Era questo il senso in cui avevo inteso; anche se è vero che l'eredità la stiamo ancora aspettando, in un certo senso è già stata resa presente. Che ne pensi Gianni?
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Gianni
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da Gianni »

Penso, carissimo Antonio, che sei un grande! :YMAPPLAUSE: La tua traduzione “affinché … iniziaste a divenire partecipi della natura divina” è perfetta, perché rispetta il valore del congiuntivo aoristo. Aggiorno quindi quanto ho scritto inserendo la tua correzione. I miei complimenti! :-)
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bgaluppi
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni, ma davvero ho semplicemente seguito l'istinto e mentre leggevo il versetto di Pietro mi è venuto in mente Gv 5:24, il che mi ha suggerito di mantenere quell'azione momentanea del congiuntivo aoristo nel passato... :-)

Da tutto questo vorrei far notare una cosa: l'importanza dell'analisi dettagliata del greco, e quanto il greco sia preciso. Troppo spesso leggiamo interpretazioni avventate, che trascurano questo aspetto. E ringrazio Trizzi, che stimola sempre la discussioni con le sue particolari ed inaspettate domande!
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Gianni
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da Gianni »

Dici benissimo, Antonio, parlando dell'importanza dell'analisi dettagliata del greco e di quanto il greco sia preciso. Grazie. E grazie anche a Trizzi, che spero sia soddisfatto della nostra analisi.
trizzi74
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto:E grazie anche a Trizzi, che spero sia soddisfatto della nostra analisi.
Certo che sono soddisfatto!
Grazie ad entrambi.
Vorrei porvi una seconda osservazione: in questa scrittura vengono usati due termine ( physeos e theias) per dire " natura divina", mentre in Colossesi 2:9 viene usato un solo termine ( theotetos, riferito però a Cristo) per dire la stessa cosa.Perché questa differenza? " la natura divina" di cui parlano entrambe le scritture non ha lo stesso significato?
Spero di essere stato chiaro.
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Re: 2 Pietro 1:4

Messaggio da Gianni »

Caro Trizzi, il termine θεότης (theòtes) di Col 2:9 è un sostantivo e significa “divinità”, mentre il termine di 2Pt 1:4 è θεῖος (thèios) ed è un aggettivo che significa “divino”, qui al femminile e riferito a natura. In senso è lo stesso. Perché Paolo usi un solo termine anziché due si può solo ipotizzare: io credo che – siccome parla del fatto che in Yeshùa “dimora corporalmente tutta la pienezza della qualità divina” (TNM) - stia trattando una questione diversa da quella di Pietro. I credenti sono destinati ad essere partecipi della natura divina (Pietro), Yeshùa già lo è, ma in lui abita Dio. Yeshùa non è Dio, ma Dio abita in lui in modo unico e tutto speciale.
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