Gc 1:13,14

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bgaluppi
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Gc 1:13,14

Messaggio da bgaluppi »

Mariarosa ha detto:
Giacomo dice:
'Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; 14 invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce.'----

Uccidere non è in fondo una tentazione intrinseca dell uomo? :-(

Come conciliare quindi il passo di Giacomo con ciò che leggiamo nel Tanakh?
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bgaluppi
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Re: Gc 1:13,14

Messaggio da bgaluppi »

Gc 1:13,14:

“13 Nessuno, quand'è tentato, dica: «Sono tentato da Dio»; perché Dio non può essere tentato dal male, ed egli stesso non tenta nessuno; 14 invece ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce. ” (NR).

Innanzitutto, vediamo se questa traduzione è conforme alle altre a nostra disposizione o se ci sono delle differenze che possono suscitare la nostra attenzione. CEI, ND e VR sono concordi, ma la TNM, che spesso è più letterale, traduce così:

“Quando è nella prova, nessuno dica: “Sono provato da Dio”. Poiché con i mali Dio non può essere provato né egli stesso prova alcuno. Ma ciascuno è provato essendo attirato e adescato dal proprio desiderio.”

Prima di andare al greco, sei d'accordo con me che NR e TNM presentano delle differenze?
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bgaluppi
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Re: Gc 1:13,14

Messaggio da bgaluppi »

Mariarosa ha risposto:
Prova o tentazione----l unica differenza mi sembra questa per ora---
mariarosadel49
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Re: Gc 1:13,14

Messaggio da mariarosadel49 »

Allora cerchiamo di capire qual'è la corretta traduzione?
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bgaluppi
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Re: Gc 1:13,14

Messaggio da bgaluppi »

Devo uscire adesso, ti rispondo più tardi. :-)
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bgaluppi
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Re: Gc 1:13,14

Messaggio da bgaluppi »

Il termine tradotto con il verbo tentare è πειράζω (peiràzo), che significa propriamente "mettere alla prova". Può essere usato con connotazione negativa, nel senso di "tentare"; il giusto senso lo si capisce dal contesto. La connotazione negativa, tuttavia, sembra originare da una certa teologia cristiana neotestamentaria, che identifica il satana (שָׂטָן satan) in una sorta di dio del male responsabile di ogni tentazione. Ma Giacomo spiega invece in termini più conformi al senso ebraico in cosa consiste la cosiddetta tentazione: “ognuno è tentato dalla propria concupiscenza che lo attrae e lo seduce”.

Ora, il senso del verbo greco che esaminiamo non ha a che fare con la tentazione satanica, ma con il test, la prova. Nel versetto 12, Giacomo chiarisce di cosa sta parlando: “Beato l'uomo che sopporta la prova [πειρασμόν, peirasmòn, da peiràzo]; perché, dopo averla superata, riceverà la corona della vita, che il Signore ha promessa a quelli che lo amano.”.

Per adesso mi fermo qui.
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