" ho theos" di Gv. 20:28

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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

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trizzi74
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da trizzi74 »

Marco, in Giovanni 1:18 leggiamo che " nessun uomo ha mai visto Dio".
Con questo in mente è chiaro che Gv. 14:9 e 20:28 non possono essere interpretate come tu pensi.
Devono avere un significato diverso che non entri in conflitto con il versetto 18 del primo capitolo.
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Es 20:7, trad. Luzzatto: “Non proferire il nome del Signore tuo Dio (giurando) pel falso; poiché il Signore non lascia impunito chi proferisce il suo nome pel falso.”. Il termine לַֹשָוְא è un'espressione di falsità, per cui il giuramento "in vano", ossia a vuoto, è quando si giura - in nome di Dio - mentendo, affermando il contrario di ciò che è evidente o conosciuto. Un'altra interpretazione è: giurare dicendo "questa è una colonna di legno" quando effettivamente è di legno, o dicendo "questa è una colonna di marmo" ed effettivamente è di marmo (giuramento "a vuoto", "inutile", invano). Yeshùa, infatti, insegnò a non giurare affatto, per tagliare la testa al toro, o non giurare alla leggera. In realtà, non è vietato giurare in nome di Dio; è vietato giurare falsamente, per ciò che è vano (non invano, ma in vano, per ciò che è vano, vuoto, falso).
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Trizzi, dici bene. Giovanni, tra l'altro, specifica che nessuno ha mai visto Dio dopo la risurrezione di Yeshùa, il che fa intendere che neppure Yeshùa lo ha visto, pur essendo ora alla destra di Dio (espressione che indica l'esercizio del potere di Dio, non l'essere Dio; se fosse Dio non sarebbe alla Sua destra). Ho discusso di questa cosa con Besasea, che giustamente dice che se Yeshùa adesso fosse in una dimensione insieme a Dio sarebbe un dio minore, che è un concetto idolatrico. Ciò è confermato da Giovanni, che dice che nessuno Lo ha mai visto ma che Yeshùa lo ha rivelato. Inoltre, se Yeshùa fosse Dio non si sottometterebbe a Lui (1Cor 15:28), e non sarebbe “il primogenito di molti fratelli” (Rm 8:29), altrimenti i credenti sarebbero fratelli di Dio.
marco
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da marco »

bgaluppi ha scritto:No Marco, in vano o invano non è corretto. Verifica Rashi e le traduzioni di ebrei (Luzzatto è ottima). Anche Gianni spiega bene quel versetto. Il comandamento vueta di giurare il falso in nome di Dio, anche perché sarebbe impossibile pronunciare il nome di Dio invano, visto che Dio non ha un nome e non lo ha detto neppure a Mosè (e Yeshùa lo chiamava Padre).
Antonio pur di difendere una tesi si accetta di dimenticare l'intero libro...
Ora il figlio di una donna israelita e di un egiziano uscì in mezzo agli Israeliti; nell'accampamento, fra questo figlio della donna israelita e un israelita, scoppiò una lite. Il figlio della Israelita bestemmiò il nome del Signore, imprecando; perciò fu condotto da Mosè. La madre di quel tale si chiamava Selòmit, figlia di Dibri, della tribù di Dan. Lo misero sotto sorveglianza, finché fosse deciso che cosa fare per ordine del Signore. Il Signore parlò a Mosè: «Conduci quel bestemmiatore fuori dell'accampamento; quanti lo hanno udito posino le mani sul suo capo e tutta la comunità lo lapiderà. Parla agli Israeliti e di' loro:
Chiunque maledirà il suo Dio, porterà la pena del suo peccato. Chi bestemmia il nome del Signore dovrà essere messo a morte: tutta la comunità lo dovrà lapidare. Straniero o nativo del paese, se ha bestemmiato il nome del Signore, sarà messo a morte.
Lv 24 11,16

E vorresti farmi credere che Tommaso,ma soprattutto Giovanni, utilizzassero una frase del genere per indicare lo stupore?
Un ebreo mai avrebbe proferito un'esclamazione del genere se non fosse veramente convinto che davanti a lui c'era veramente l'incarnazione Divina.
E Gesù lo era.
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

E tu, Marco, pur di difendere la tua tesi antiscritturale accetti di dimenticare l'intero Vangelo giovanneo e l’intera Bibbia.

Intanto non è Giovanni ad utilizzare quella frase ma Tommaso. Giovanni la riporta soltanto. Poi nessuno sostiene che sia una frase felice. Possiamo solo comprendere il contesto ed immedesimarci nell’enorme stupore provato dall’incredulo Tommaso.

Invece di isolare la frase per piegarla alla pagana dottrina trinitaria, prova una volta tanto ad esaminare il contesto.

Yeshùa era già apparso agli apostoli. Quale fu la loro reazione? “Gesù venne e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!». E, detto questo, mostrò loro le mani e il costato. I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono”. - Gv 20:19,20.
Qui vediamo che la loro gioia superò il loro stupore. Vediamo anche che chi si presenta loro non è Dio, ma lo Yeshùa risorto che invita a guardare i segni delle sue ferite fisiche.

Ma “Tommaso, detto Didimo, uno dei dodici, non era con loro quando venne Gesù. Gli altri discepoli dunque gli dissero: «Abbiamo visto il Signore!». Ma egli disse loro: «Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi, e se non metto il mio dito nel segno dei chiodi, e se non metto la mia mano nel suo costato, io non crederò»”. - Gv 20:24,25.
Si noti qui che:
1. Gli apostoli non dicono a Tommaso di aver visto Dio, ma il loro maestro;
2. Tommaso vuol vedere i segni tangibili di Yeshùa risorto, non di Dio.

“Otto giorni dopo, i suoi discepoli erano di nuovo in casa, e Tommaso era con loro. Gesù venne a porte chiuse, e si presentò in mezzo a loro, e disse: «Pace a voi!» Poi disse a Tommaso: «Porgi qua il dito e guarda le mie mani; porgi la mano e mettila nel mio costato; e non essere incredulo, ma credente». Tommaso gli rispose: «Signor mio e Dio mio!». Gesù gli disse: «Perché mi hai visto, tu hai creduto; beati quelli che non hanno visto e hanno creduto!»”. - Gv 20:26-29.
Chi appare a Tommaso non è Dio, ma Yeshùa.
Chi ha le mani e il costato segnato non è Dio, ma Yeshùa.
Ciò che Tommaso deve credere è che si tratta di Yeshùa, non di Dio.

A questo punto tu vorresti che d’un tratto - sconfessando lo scritto giovanneo, l’intera Bibbia e Yeshùa stesso - Tommaso esprimesse una presunta verità che solo gli eretici avrebbero affermato secoli dopo.
E dimmi, Marco, tale presunta verità l’avrebbe capita Tommaso di suo o gli sarebbe stata rivelata da Dio?

Da Dio no di certo, perché la vera rivelazione dell’identità di Yeshùa fu concessa da Dio a Pietro, non a Tommaso. Leggi qui: “Gesù … domandò ai suoi discepoli: «Chi dice la gente che sia il Figlio dell'uomo?» Essi risposero: «Alcuni dicono Giovanni il battista; altri, Elia; altri, Geremia o uno dei profeti». Ed egli disse loro: «E voi, chi dite che io sia?». Simon Pietro rispose: «Tu sei il Cristo, il Figlio del Dio vivente». Gesù, replicando, disse: «Tu sei beato, Simone, figlio di Giona, perché non la carne e il sangue ti hanno rivelato questo, ma il Padre mio che è nei cieli»”. - Mt 16:13-17.
Si noti bene:
1. Tra la gente nessuno pensava che Yeshùa fosse Dio;
2. Pietro, per rivelazione divina, afferma che Yeshùa è “il Figlio del Dio vivente”, non il Dio vivente.


Tommaso non avrebbe potuto di suo pensare che Yeshùa fosse Dio. Anche ammettendo questo grave errore da parte sua (ammesso ma non concesso) non fa nulla in tal senso. Non si butta in ginocchio. Rimane solo ammutolito dopo la sua esagerata esclamazione di profondo stupore. E cosa gli dice Yeshùa? “Perché mi hai visto, tu hai creduto”. Creduto cosa? Che Yeshùa era davvero risuscitato. Solo questo. Yeshùa non lo loda affatto – come nel caso di Pietro – per aver avuto chissà quale rivelazione divina.

E qual è il pensiero ispirato di Giovanni circa Yeshùa? Lo leggiamo proprio nel suo Vangelo, direttamente dalle parole di Yeshùa stesso:
“Gesù le disse: «Non trattenermi, perché non sono ancora salito al Padre; ma va' dai miei fratelli, e di' loro: Io salgo al Padre mio e Padre vostro, al Dio mio e Dio vostro»”. - Gv 20:17.

E Giovanni stesso conclude così il suo Vangelo: “Gesù fece in presenza dei discepoli molti altri segni miracolosi, che non sono scritti in questo libro; ma questi sono stati scritti, affinché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio [non Dio!]”. - Gv 20:30,31.

Ora tu, Marco, dimentichi l'intero Vangelo giovanneo, l’intera Bibbia e le parole stesse di Yeshùa per difendere la tua tesi blasfema antiscritturale.
Tu capisci le parole di Tommaso come lui stesso non intendeva con la sua meravigliata ed eccessiva esclamazione.

Spero che quanto sopra ti aiuti ad imparare a ragionare meglio sulla Scrittura.
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Marco, non mi pare tu abbia ben chiaro il concetto di bestemmia. Che vuol dire "bestemmiare il nome di Dio"? L'opposto di "santificare il nome di Dio", ma il nome c'entra poco.
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

A volte mi sembra di scrivere al vento ... :-(
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Gianni, credo che mimymattio abbia compreso benissimo le tue parole. La faccina che fa "no"...
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Ops ... chiedo venia. :ymblushing:
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