" ho theos" di Gv. 20:28

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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Bene, Antonio. Se prepari il tuo studio entro il 20 dicembre, lo pubblicherò in Ricerche Bibliche. :-)
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Mi darò da fare :-)
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Infatti, Jon. :))
ilvigilante
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da ilvigilante »

Se l'angelo non avesse redarguito Giovanni, dissuadendolo dal prostrarsi, probabilmente noi lettori avremmo potuto ritenere lecito prostrarsi al cospetto di un angelo.
Credo che la lezione sia principalmente per noi che non abbiamo vissuto le emozioni di Giovanni.
Credo che l'angelo avrà compreso benissimo la buona fede di Giovanni, e che abbia colto l'occasione per rendere palese un'importante lezione per quanti avrebbero letto di quelle grandi rivelazioni, per sottolineare il concetto che solo Dio è degno di adorazione e unicamente verso di Lui ci dobbiamo prostrare
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Qualunque sia il motivo, la Scrittura è meravigliosa e viva, perché parla ad ognuno di noi e ci dice quello di cui abbiamo bisogno. :-)
Antonio LT
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Antonio LT »

"Qualunque sia il motivo, la Scrittura è meravigliosa e viva, perché parla ad ognuno di noi e ci dice quello di cui abbiamo bisogno."

Interessante osservazione...
trizzi74
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da trizzi74 »

Riguardo all'articolo determinativo in Gv.20:28 ho letto quanto segue in un libro: "In questo passo non è possibile affermare che l’articolo abbia rilevanza semantica, e che Gesù sia perciò identico all’ho theos di Giovanni 1:1, poiché qui è la grammatica ad esigere l’articolo. Certo, è possibile che sia semanticamente rilevante, ma non c’è modo di saperlo. Dato che la frase ha il pronome possessivo (“mio”), theos dev’essere definito, e il greco richiede l’articolo. Possiamo illustrarlo con l’uso del pronome possessivo. Se dico “il mio libro,” il riferimento è definito. Per indicare questo specifico libro potrei formulare diversamente la frase e dire “questo mio libro”. Se dicessi “un mio libro” o “uno dei miei libri” lascerei indefinito il riferimento. In italiano per definire il riferimento in presenza di un possessivo si usa l’articolo determinativo o un dimostrativo. In greco in presenza di pronome possessivo il riferimento richiede sempre l’articolo".

Caro Gianni e bgaluppi, pensate che l'autore di questo commento abbia ragione quando afferma che "è la grammatica ad esigere l’articolo"?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Concordo. Se non ci fosse l'articolo dovremmo tradurre "Un mio Signore e un mio Dio!". In italiano, però, l'articolo è di troppo, tanto che anche la trinitaria CEI traduce: "Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!»". - Gv 20:28.
Si noti che Yeshùa risponde all'esclamazione di Tommaso: "Perché mi hai veduto, hai creduto" (v. 29, CEI). Ora, Giovanni stesso afferma: "Dio nessuno l'ha mai visto" (Gv 1:18, CEI). L'esclamazione di Tommaso, quindi, era appunto solo un'esclamazione di grande stupore. La si usa anche oggigiorno.
trizzi74
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da trizzi74 »

Quindi l'esempio del libro calza a pennello!
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Al di là di ogni considerazione che si possa fare, non è assoluitamente possibile intendere le parole di Tommaso come rivolte a Yeshùa, perchè sarebbero contrarie a tutto il resto della Bibbia e a ciò che gli apostoli stessi credevano di lui. C'è un solo Dio e Yeshùa è il mediatore, come lo fu Mosè.
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