" ho theos" di Gv. 20:28

trizzi74
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" ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da trizzi74 »

Caro Gianni, nella Bibbia quasi sempre il termine "ho theos" è usato come riferimento all'Iddio Onnipotente.
Ora i trinitari prendendo spunto da questo aspetto affermano che " ho theos" di Gv. 20:28 dimostra che Gesù è senza dubbio l'Iddio Onnipotente.

La domanda che ti faccio è questa:
perchè questo " ho theos" viene applicato anche per Gesù?
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Ciao, Trizzi. Perchè dici che l'esclamazione di Tommaso è applicata a Yeshùa? Si tratta solo di un'esclamazione. Anche molte persone, di fronte a qualcuno che le stupisce, a volte dicono: Mio Dio!
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Mi sembra che Signore sia riferito a Yeshùa e Dio sia riferito a... Dio. :-)
trizzi74
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da trizzi74 »

Caro bgaluppi, uno studioso che interpreta le parole di Tommaso nel tuo stesso modo è Margaret Davies.
Ma anche Gianni potrebbe avere ragiona nel dire che non è altro che una esclamazione di stupore.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Si, infatti sono d'accordo con Gianni. Come quando noi diciamo: "mio Dio" in manifestazione di stupore. Ma nel dire questo, non pensiamo a Yeshùa. Tommaso fa la stessa cosa quando si trova davanti Yeshùa resuscitato e si stupisce: "mio Signore (Yeshùa) e mio Dio (Dio)!".
chelaveritàtrionfi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

28 Rispose Tommaso: «Mio Signore e mio Dio!». 29 Gesù gli disse: «Perché mi hai veduto, hai creduto: beati quelli che pur non avendo visto crederanno!».
30 Molti altri segni fece Gesù in presenza dei suoi discepoli, ma non sono stati scritti in questo libro. 31 Questi sono stati scritti, perché crediate che Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.
Che senso ha affermare che Tommaso chiama signore e dio Yeshùa quando poco dopo sta scritto : Gesù è il Cristo, il Figlio di Dio e perché, credendo, abbiate la vita nel suo nome.

Cristo (dal greco Χριστός, Christòs) è la traduzione greca del termine ebraico מָשִׁיחַ (mašíaḥ, cioè "unto"), dal quale proviene l'italiano Messia.(wiki)

Se Gesù è l'unto di Dio come fa ad essere Dio da questi versi? L'autore affermerebbe due cose differenti.

L'esclamazione di Tommaso credo valga per intero e Signore e Dio sono entrambi termini riferiti a Dio. «Mio Signore e mio Dio!»
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Un'altra possibilità, Naza. Comunque, è un'espressione di stupore e, alla fine, non è neppure importante capire a chi si riferisce...
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Concordo con Naza.
Non si può scindere l’espressione di Tommaso in due. Ottima anche la sua osservazione che Giovanni chiama Yeshùa subito dopo figlio di Dio, per cui non può essere Dio. Oltretutto, se applicassimo le parole di Tommaso a Yeshùa, ciò sarebbe in contrasto con l’intera Bibbia.

Va analizzato il contesto: Tommaso era quello che aveva dubitato fortemente della resurrezione di Yeshùa, tanto che aveva dichiarato: “Se non vedo nelle sue mani il segno dei chiodi e non metto il mio dito nel segno dei chiodi e non metto la mia mano nel suo fianco, certamente non crederò” (Gv 20:25, TNM). È questo ostinato incredulo che, otto giorni dopo, si trova in casa con gli altri apostoli. Il gruppo lì riunito non aspettava certo Yeshùa, giacché le porte erano chiuse. E Yeshùa, inatteso, “venne, benché le porte fossero serrate, e stette in mezzo a loro” (v 26). Possiamo immaginare lo stupore di Tommaso, ma riusciamo a immaginare la fortissima carica emotiva che dovette provare quando Yeshùa risorto, tra i tanti presenti si rivolse proprio a lui dicendogli: “Metti il tuo dito qui, e vedi le mie mani, e prendi la tua mano e mettila nel mio fianco”? Fu in quel momento così carico di emozione che Tommaso se ne uscì nella sua esclamazione: “Mio Signore e mio Dio!”. È la stessa espressione che scappa a molti di noi di fronte a qualcosa d’inatteso e che ci stupisce grandemente.
Tra l’altro, era un’espressione conosciuta anche al di fuori del mondo della fede ebraica. Sono state rinvenute monete su cui Antioco IV Epifanie aveva fatto coniare: “Signore e Dio” per esaltare la propria grandezza.
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bgaluppi
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da bgaluppi »

Se è vero che non ha senso dividere l'esclamazione di stupore di Tommaso in due, mi viene il dubbio che egli si riferisse, in realtà, a Yeshùa, ma non nel senso che aveva scambiato Yeshùa con Dio. Tommaso si trova davanti al Messia risorto e, nell'emozione del momento, esclama il suo stupore come se si trovasse davanti Dio. Del resto, la presenza fisica del Messia è riconducibile alla presenza di Dio stesso. Non avrebbe senso che esclamasse "mio Signore" in riferimento a Dio e poi, di nuovo, "mio Dio" sempre in riferimento a Dio. Perché due volte? E perché l'uso di kai? Sarebbe come dire: "mio Dio e mio Dio!".

Dopo una riflessione, ho la sensazione che Tommaso si riferisse a Yeshùa come se avesse Dio stesso davanti ai suoi occhi. In Eb 1:8 si parla del Messia come se fosse Dio, poiché nel regno di Dio egli, il re, rappresenta di fatto Dio: “parlando del Figlio dice: «Il tuo trono, o Dio, dura di secolo in secolo, e lo scettro del tuo regno è uno scettro di giustizia»”

Non vorrei rendere una semplice esclamazione di stupore più complicata di quello che è, ma chiediamoci: se oggi ci trovassimo davanti ai nostri occhi il Messia in persona, sbaglieremmo nell'esclamare “gloria a Te, o Dio!”? Pur sapendo bene che il Messia non è affatto Dio.
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Gianni
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Re: " ho theos" di Gv. 20:28

Messaggio da Gianni »

Caro Antonio, nella tua spiegazione tu applichi una teologia ben posteriore in modo non solo anacronistico ma perfino attribuita a Tommaso, che è tutto dire.

Devi tenere presente la comprensione degli apostoli in quel tempo. Essi credevano sì che Yeshùa fosse il Messia, ma alla maniera ebraica. La sua morte li gettò nello sconforto. A parte Giovanni, tutti se la diedero a gambe. I due di Emmaus parlano di grande delusione dicendo che speravano che fosse lui il liberatore di Israele. Abbiamo uno sprazzo di rivelazione unicamente da parte di Pietro che lo riconosce come figlio di Dio, ma ciò solo per rivelazione di Dio e in quel momento. Fu solo dopo la sua risurrezione che la prima chiesa comprese il disegno divino. Paolo spiega che Yeshùa fu proclamato figlio di Dio alla risurrezione.
Figurarsi quindi se un Tommaso, incredulo com’era, poteva non solo riferirsi a Yeshùa quale figlio di Dio (cosa che gli apostoli compresero solo diverso tempo), ma addirittura come Dio! Non regge.

E poi perché vuoi fare equivalere le due espressioni? Le monete fatte coniare da Antioco IV Epifanie recavano la scritta “Signore e Dio”, che era quindi conosciuta.
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