Matteo 24

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bgaluppi
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Re: Matteo 24

Messaggio da bgaluppi »

L'avverbio εὐθέως (euthèos) significa subito, presto, senz'altro (certamente). Compare 36 volte nelle Scritture Greche, 51 volte nella forma εὐθύς (euthùs), che può significare anche direttamente. La concordanza ci può aiutare fino ad un certo punto, quindi è necessario capire il significato dal contesto. Ad esempio, in Mt 8:3 leggiamo “Gesù, tesa la mano, lo toccò dicendo: «Lo voglio, sii purificato». E in quell'istante [εὐθέως] egli fu purificato dalla lebbra.” (NR). In questo contesto, si capisce bene il senso dell'avverbio e la traduzione è corretta. Ma in Mt 24:29?

Ci viene in aiuto il fatidico v. 36: “Ma quanto a quel giorno e a quell'ora nessuno li sa, neppure gli angeli del cielo, neppure il Figlio, ma il Padre solo”. Se l'avverbio euthèos (che è seguito da μετά, metà, che in questo caso assume senso temporale) fosse tradotto "immediatamente (dopo)", "subito (dopo)", sapremmo esattamente quando sarebbe dovuto venire il Figlio dell'Uomo, e le parole di Yeshùa al v. 36 non avrebbero alcun senso. Quindi, a mio avviso, la corretta traduzione dovrebbe essere: “Presto dopo la tribolazione di quei giorni”. Se si identifica la tribolazione con le persecuzioni che subirono gli apostoli e i discepoli nel primo secolo, questa traduzione è l'unica possibile. Se, invece, la tribolazione riguarda un periodo storico diverso, che magari il mondo non ha ancora attraversato, la cosa cambia. Come si fa a capire in quale periodo storico si colloca la grande tribolazione? Un'idea ce l'ho.
chelaveritàtrionfi
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Re: Matteo 24

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Per come leggiamo oggettivamente i vangeli si hanno due risposte riferite (pare) allo stesso evento. Siamo noi oggi, visto che ancora Yeshùa non è tornato, che cerchiamo le due risposte nei versetti citati in tempi diversi. Il crollo del tempio con la guerra giudaica e la venuta di Yeshùa in tempo che non si conosce.. sempre dopo quella tribolazione ma non subito dopo.
Matteo 24: 15 Quando dunque vedrete l'abominio della desolazione, di cui parlò il profeta Daniele, stare nel luogo santo - chi legge comprenda -, 16 allora quelli che sono in Giudea fuggano ai monti, 17 chi si trova sulla terrazza non scenda a prendere la roba di casa, 18 e chi si trova nel campo non torni indietro a prendersi il mantello. 19 Guai alle donne incinte e a quelle che allatteranno in quei giorni. 20 Pregate perché la vostra fuga non accada d'inverno o di sabato.
21 Poiché vi sarà allora una tribolazione grande, quale mai avvenne dall'inizio del mondo fino a ora, né mai più ci sarà. 22 E se quei giorni non fossero abbreviati, nessun vivente si salverebbe; ma a causa degli eletti quei giorni saranno abbreviati. 23 Allora se qualcuno vi dirà: Ecco, il Cristo è qui, o: È là, non ci credete. 24 Sorgeranno infatti falsi cristi e falsi profeti e faranno grandi portenti e miracoli, così da indurre in errore, se possibile, anche gli eletti. 25 Ecco, io ve l'ho predetto.26 Se dunque vi diranno: Ecco, è nel deserto, non ci andate; o: È in casa, non ci credete. 27 Come la folgore viene da oriente e brilla fino a occidente, così sarà la venuta del Figlio dell'uomo. 28 Dovunque sarà il cadavere, ivi si raduneranno gli avvoltoi.
.

Questa grande tribolazione interesserebbe la giudea. Quando? Quando l'abominio della desolazione sarà posta in luogo santo (cioè nel tempio). Dell'abominio della desolazione ne parla il profeta Daniele e si riferisce alla profanazione del tempio da parte di Antioco Epifane IV che profanò il tempio (non lo distrusse) mettendovi la statua di Giove.
29 Subito dopo la tribolazione di quei giorni,
il sole si oscurerà, la luna non darà più la sua luce,
gli astri cadranno dal cielo e le potenze dei cieli saranno sconvolte.
30 Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.

Antonio:
L'avverbio εὐθέως (euthèos) significa subito, presto, senz'altro (certamente). Compare 36 volte nelle Scritture Greche, 51 volte nella forma εὐθύς (euthùs), che può significare anche direttamente.Se l'avverbio euthèos (che è seguito da μετά, metà, che in questo caso assume senso temporale) fosse tradotto "immediatamente (dopo)", "subito (dopo)", sapremmo esattamente quando sarebbe dovuto venire il Figlio dell'Uomo, e le parole di Yeshùa al v. 36 non avrebbero alcun senso. Quindi, a mio avviso, la corretta traduzione dovrebbe essere: “Presto dopo la tribolazione di quei giorni”. Se si identifica la tribolazione con le persecuzioni che subirono gli apostoli e i discepoli nel primo secolo, questa traduzione è l'unica possibile. Se, invece, la tribolazione riguarda un periodo storico diverso, che magari il mondo non ha ancora attraversato, la cosa cambia. Come si fa a capire in quale periodo storico si colloca la grande tribolazione?

32 Dal fico poi imparate la parabola: quando ormai il suo ramo diventa tenero e spuntano le foglie, sapete che l'estate è vicina. 33 Così anche voi, quando vedrete tutte queste cose, sappiate che Egli è proprio alle porte. 34 In verità vi dico: non passerà questa generazione prima che tutto questo accada. 35 Il cielo e la terra passeranno, ma le mie parole non passeranno.
36 Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.......42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà. 43 Questo considerate: se il padrone di casa sapesse in quale ora della notte viene il ladro, veglierebbe e non si lascerebbe scassinare la casa. 44 Perciò anche voi state pronti, perché nell'ora che non immaginate, il Figlio dell'uomo verrà.
Il giorno e l'ora nessuno lo sa ma è posto un termine : non passerà questa generazione. Nemmeno l'inizio della guerra è stato specificato e nemmeno il crollo delle mura del tempio
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: Matteo 24

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Yeshùa secondo me da due risposte.
1. quando sarebbe stato distrutto il tempio (da indizi)
2. quando sarebbe venuto con potenza e gloria: dopo la tribolazione senza specificare giorno ed ora perchè "nessuno lo sa"

Entrambe le domande sono chiare in Matteo. Essendo tutti convinti che la fine sarebbe venuta a breve, come anche il Battista aveva predetto, magari tutto è stato riferito nello stesso arco di tempo. Devastazione e poi liberazione con la venuta del figlio dell'uomo con potenza e gloria.
30 Allora comparirà nel cielo il segno del Figlio dell'uomo e allora si batteranno il petto tutte le tribù della terra, e vedranno il Figlio dell'uomo venire sopra le nubi del cielo con grande potenza e gloria. 31 Egli manderà i suoi angeli con una grande tromba e raduneranno tutti i suoi eletti dai quattro venti, da un estremo all'altro dei cieli.
Tutte le tribù della terra : non si parla più qui della giudea.
36 Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre.
42 Vegliate dunque, perché non sapete in quale giorno il Signore vostro verrà.

Come scritto nei post precedenti, parlando ad esempio di Daniele capitolo 12 dove si accenna al periodo della risurrezione che pare arrivare subito dopo la profanazione del tempio da parte di Antioco Epifane IV (per 3 anni e mezzo = 1150 giorni = 2300 sere e mattine parlando del sacrificio quotidiano composto da 2 sacrifici al giorno, uno alla sera ed uno alla mattina) , anche qui si parla dell'immediatezza del ritorno di Yeshùa. Ma questa immediatezza è rispetto ai presenti di quella generazione che sono invitati a vegliare sempre (versetto 42).

Paolo scrive in Romani 15:4
Ora, tutto ciò che è stato scritto prima di noi, è stato scritto per nostra istruzione, perché in virtù della perseveranza e della consolazione che ci vengono dalle Scritture teniamo viva la nostra speranza.
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bgaluppi
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Re: Matteo 24

Messaggio da bgaluppi »

Naza, le tue conclusioni sono giuste. Aggiungo un versetto di Pietro:

“Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.” - 2Pt 3:9

Chi formula strane esegesi su questo capitolo di Matteo sembra sorvolare su quanto dice Yeshùa: “non passerà questa generazione prima che tutto questo accada [...] Quanto a quel giorno e a quell'ora, però, nessuno lo sa, neanche gli angeli del cielo e neppure il Figlio, ma solo il Padre”. È ovvio che "quel giorno e quell'ora" non è da intendersi tra gli avvenimenti che sarebbero accaduti in quella generazione, altrimenti Yeshùa si sarebbe contraddetto.

Adesso, a distanza di 2000 anni e alla luce della storia e visto che abbiamo stabilito che Yeshùa fa riferimento a due periodi storici diversi, di cui uno noto e uno ignoto, possiamo cercare di stabilire cosa sia esattamente la "grande tribolazione".
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bgaluppi
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Re: Matteo 24

Messaggio da bgaluppi »

Dunque in Mt abbiamo al v.15 l'abominazione della desolazione che indica il momento in cui è necessario fuggire dalla Giudea verso le montagne (v.16). In Mr abbiamo le stesse identiche informazioni ai vv.14 e 15 e Lc ci offre dettagli più precisi ai vv.20-21:

“20 Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina. 21 Allora quelli che sono in Giudea, fuggano sui monti; e quelli che sono in città, se ne allontanino; e quelli che sono nella campagna non entrino nella città.”

Luca scrisse il suo vangelo dopo quegli avvenimenti e per questo fa capire con più chiarezza cosa sia l'abominazione della desolazione: Gerusalemme sarà circondata da eserciti. Fa capire bene anche i luoghi che saranno colpiti dalla tribolazione: la Giudea e Gerusalemme. Poi, al v.22, dà anche informazioni chiare sulla tribolazione:

“Perché quelli sono giorni di vendetta, affinché si adempia tutto quello che è stato scritto.”.

Questo versetto dà indicazioni precise sulla tribolazione: giorni di vendetta (chi si vendica e di cosa?) e adempimento della Scrittura (quali parti della Scrittura si adempiono?).

Infine, tutti e tre i sinottici limitano i confini di tutti questi avvenimenti entro la fine di quella generazione, quindi entro il primo secolo. Questo è il primo dato importante: la grande tribolazione di cui parla Yeshùa avviene nel primo secolo; gli altri dati rilevanti sono: la tribolazione avviene in Giudea e specialmente a Gerusalemme, costituisce un intervento divino (vendetta) e adempie la Scrittura.
chelaveritàtrionfi
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Re: Matteo 24

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

La Venuta di Yeshùa (parousìa).

“Il Vocabolario greco-italiano di Lorenzo Rocci, XXVI ed., p. 1441, dà come prima definizione di parousìa la parola italiana presenza”
“Similmente il GLNT, vol. IX, col. 843, all’intestazione ‘Il significato generale’, afferma: ‘παρουσία [parousìa] indica particolarmente la presenza attiva’”.

spunto da approfondire.....


Apocalisse 1:7
Ecco, egli viene con le nuvole e ogni occhio lo vedrà; lo vedranno anche quelli che lo trafissero, e tutte le tribù della terra faranno lamenti per lui. Sì, amen.

domanda. Se al ritorno di Yeshùa inizia la risurrezione, come fanno coloro che lo trafissero a vederlo tornare sulle nubi?
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Re: Matteo 24

Messaggio da bgaluppi »

“ci sarà una risurrezione dei giusti e degli ingiusti” - At 24:15

“l'ora viene in cui tutti quelli che sono nelle tombe udranno la sua voce e ne verranno fuori; quelli che hanno operato bene [giusti], per una risurrezione di vita; quelli che hanno operato male [ingiusti], per una risurrezione di giudizio.” - Gv 5:28,29

Il giudizio non è necessariamente condanna e avviene alla fine dei tempi, dopo il regno messianico descritto in Apocalisse. All'inizio del regno messianico, cioè alla parusìa, tutti i morti vivranno di nuovo, chi per la vita (eterna) chi in vista del giudizio, che sarà alla fine del regno messianico.
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Re: Matteo 24

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Questo vale se ipotizziamo (come sembra) entrambe le resurrezioni al ritorno di Yeshùa. Quindi appena torna tutti i morti risorgeranno, anche coloro che hanno trafitto Yeshùa e tutti coloro che non hanno creduto. Infatti tutte le tribù si batteranno il petto (chi non ha creduto). Dove è scritto "gli altri morti tornarono in vita dopo i 1000 anni" può così voler dire alla vera vita , quella che ci ha promesso Dio attraverso Yeshùa. Nei 1000 anni sono si risuscitati ma devono essere sottoposti a giudizio. Se assolti tornano in vita , cioè avranno la vita eterna. Se non assolti andranno incontro alla seconda morte.

Questo versetto però non mi pare sia inteso come supponiamo:
“Il Signore non ritarda l'adempimento della sua promessa, come pretendono alcuni; ma è paziente verso di voi, non volendo che qualcuno perisca, ma che tutti giungano al ravvedimento.” - 2Pt 3:9
Qui mi pare sia riferito ai presenti. Infatti a loro è dato il tempo per il ravvedimento affinchè nessuno perisca. Considerando che un uomo vive in media 85-90 anni (forse meno) ogni vita in tutte le epoche ha la possibilità di ravvedersi. Ma non tutti hanno a disposizione 85-90 anni perchè molti muoiono giovani. Inoltre al ritorno di Yeshùa ci sarà sicuramente qualche giovanissimo. Riferito invece ai presenti di quel tempo che avevano appena conosciuto la buona novella, è stato dato loro più tempo per il ravvedimento.
Ciò può voler dire che sicuramente non sarebbe tornato subito come qualcuno diceva (pretendevano). A questo punto il ritorno alla fine della vita dei contemporanei agli apostoli o millenni dopo poco sarebbe cambiato per loro
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Re: Matteo 24

Messaggio da bgaluppi »

Yeshùa dice "tutti quelli che sono nella tomba".
Dove è scritto "gli altri morti tornarono in vita dopo i 1000 anni" può così voler dire alla vera vita , quella che ci ha promesso Dio attraverso Yeshùa
Proprio così, Naza. Più tardi ti rispondo meglio.
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Re: Matteo 24

Messaggio da bgaluppi »

Per quanto riguarda i destinatari di 2Pt 3:9, è chiarito dal v.8: “Ma voi, carissimi, non dimenticate quest'unica cosa: per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno.”. Pietro sta dicendo che Dio non ha temporalità, il Suo tempo è eterno e immutabile. Questo è un concetto ebraico, espresso anche da diversi filosofi occidentali, che spesso i religiosi cristiani non comprendono. In Dio il tempo non "scorre"; noi scorriamo nel tempo, perché ci consumiamo e lo misuriamo per via del nostro consumarci, ma per Dio non esiste temporalità. Dunque, noi contiamo i giorni aspettando la venuta del Messia, mentre per Dio tutto è già avvenuto prima che avvenga. Per questo “per il Signore un giorno è come mille anni, e mille anni sono come un giorno”.

Quindi, Pietro sta dicendo a chi è impaziente nell'attesa del Messia che Dio non ritarda, perché Lui non è sottoposto alla temporalità come lo siamo noi; la sua venuta non deve interessare, perché Lui vuole innanzitutto che noi ci ravvediamo, e non fa differenza che il Messia venga domani o fra mille anni. Ciò che conta è il ravvedimento nella vita presente, e restare saldi nella fede e nell'obbedienza. Sta parlando ai credenti del suo tempo, che probabilmente erano impazienti, ma anche ai credenti di ogni tempo, poiché non sa se il Messia verrà domani o fra mille anni. Il messaggio, in questo caso, è per ogni credente, poiché anche noi, oggi, attendiamo la sua venuta. Ma, prima di tutto, dobbiamo preoccuparci di restare fedeli; quando verrà, non fa alcuna differenza.
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