Traduzione di 2 Gv.10

trizzi74
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da trizzi74 »

Gianni ha scritto:Questi sono alcuni passi in cui Giovanni usa il verbo χαίρω:

“Abraamo, vostro padre, ha gioito nell'attesa di vedere il mio giorno”. - Gv 8:56.
“Mi sono molto rallegrato”. - 2Gv 1:4.
Mi sono rallegrato molto quando sono venuti alcuni fratelli”. - 3Gv 1:3.
“I discepoli dunque, veduto il Signore, si rallegrarono”. - Gv 20:20.
“Se voi mi amaste, vi rallegrereste”. - Gv 14:28.
Okay, però non capisco perché non tradurlo per esempio:" Se qualcuno viene da voi e non porta questo insegnamento, non ricevetelo in casa e non rallegratevi con lui" oppure "non gioite con lui".

Nessuna delle bibbie italiane fa questo, tranne la Tilc e la Bibbia della Riforma che traducono con " benvenuto" invece di "saluto".
E comunque anche diverse bibbie non italiane imitano le nostre.
"Le religioni sono sistemi di guarigioni per i mali della psiche, dal che deriva il naturale corollario che chi è spiritualmente sano non ha bisogno di religioni."
Carl Gustav Jung
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Gianni
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da Gianni »

Vedi, caro Trizzi74, per tradurre dall'ebraico o - come nel nostro caso - dal greco pensato in ebraico occorrono due cose: il vocabolario e la voltura dal pensiero ebraico a quello italiano. Sèguimi, perchè è importante. Ti faccio degli esempi.

Alcune volte le traduzioni fanno ambedue le cose, come quando traducono "Gesù si commosse". Se si usa solo il vocabolario si trovebbe tradurre "gli si smossero gli intestini", perchè questo dice il testo originale. Qui il traduttore è come obbligato a tradurre due volte. Diversamente il lettore capirebbe che Yeshùa aveva il mal di pancia.

Nella maggior parte dei casi il traduttore non traduce dall'orientale all'occidentale. Traduce "cuore" dove trova scritto "cuore" nell'originale. Poi il lettore legge nella Bibbia che "il saggio ha il cuore destra" e va in confusione. Siccome è ignorante in biblistica, ci mette allora del suo e magari pensa che voglia dire che i saggi sono casi rarissimi. Invece, nel pensiero ebraico il cuore è la sede dell'intelligenza, ovvero la mente (come gli intestini sono la sede dei sentimenti). Se il lettore della domenica non sa che la persona più importante sedeva alla destra del re e che il modo di pensare ebraico è molto concreto, non capirà mai che avere il cuore a destra vuol dire avere la mente come alleata.

Dalle traduzioni nascono anche false dottrine pagane, come quella dell'anima. Nèfesh e psychè non dovrebbero assolutamente mai essere tradotte "anima". Vogliono dire diverse cose, ma assolutamente mai "anima".

Venendo al punto che hai sollevato, puoi anche tradurre "ciao!", ma è una traduzione a metà. Manca quella dall'orinetale all'italiano. I saluti in Palestina erano particolarmente calorosi, tanto calorosi che un nostro meridionale (accogliente e caloroso di suo) agli ebrei sarebbe sembrato uno svizzero alla fermata del treno.
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

Non penso che il sito Geova.org è un sito di testimoni di Geova, perché i testimoni di Geova hanno un sito: jw.org.
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

Perché chi rivolge un saluto ad un apostata partecipa alle sue opere malvagie?

Rivolgere il saluto è un'opera malvagia?

Se un testimone di Geova apostata mi rivolge un saluto dall'altra parte della strada e io contraccambio partecipo alle sue opere malvagie?
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

I soldati, dopo aver messo la corona di spine, e manto rosso, si inchinavano davanti a Gesù e lo percuotevano sulla testa dicendo: " chaire", che di solito significa: "rallegrati grandemente ". Non era un semplice buon giorno, come non era un semplice buongiorno il saluto dell'Angelo Gabriele a Maria.
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

A Gianni

diresti che tutte le traduzioni inizialmente citate da Antonio non sono errate ma "equivoche".

Mi domando: non è compito dei traduttori, grandi esperti della lingua greca, tradurre nel modo più chiaro possibile?

Perché questo equivoco, peraltro comune a tanti?

Qual è il complotto che sta sotto?
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

Mi pare che: "kairein" propone una relazione di rispetto e inferiorità rispetto a colui che riceve il saluto,

come nel caso dell'Angelo Gabriele, mandato da un gran signore a Maria, favorita dall'alto,
e nel caso dei soldati che percuotevano Gesù,
e nella lettera mandata dal chiliarca comandante di 1000 a Felice.

Nelle lettere stesse il saluto era all'inizio e voleva dire: sono a tua disposizione per farti contento.
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

Quanto ho appena scritto spiegherebbe perché dire: "caire" allora significava partecipare alle opere di chi aveva autorità di ricevere il saluto.
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Gianni
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da Gianni »

Io direi piuttosto che fargli festa (verbo χαίρω) significava partecipare alle sue opere malvaglie.
Ma c'è un altro punto che è stato trascurato: il non fargli festa non significava affatto non salutarlo. L'apostolo Giovanni dice che, incontrandolo, non gli va fatta festa o non va salutato calorosamente, ma non di toglierli il normale saluto.
Dal fatto che la Society americana vieti perfino di salutare i dissidenti derivano due segnali. I primo è che ha una scarsa conoscenza della Bibbia. Il secondo è di carattere psicologico: tra le cose che la Society made in U.S.A. teme di più, oltre agli scandali c'è il dissenso interno. Tanto che lo mette a tacere usando il modo più disumano che ci sia: isola i dissidenti vietando perfino di salutarli (figuriamoci quindi se si più parlare con loro).
speculator2
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Re: Traduzione di 2 Gv.10

Messaggio da speculator2 »

Se mando una lettera che inizia con: "egregio signore", "kaire" che corrisponde a: "rallegrati grandemente" compio una formalità e non partecipo alle sue opere malvagie.
Sono passati più di 2000 anni e probabilmente i saluti nostri sono simili, passati dalla cultura greca tra la cultura romana. È rimasto anche il saluto finale: distinti saluti (non finire arrosto).

Chi riceve un apostata nella sua casa e si rallegra grandemente facendogli festa partecipa alle sue opere malvagie. Salutandolo in mezzo alla folla o alla passeggiata non è la stessa cosa e partecipa semmai all'opera (malvagia??) di passeggiare.
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