2Pt 1:19-21

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Gianni
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2Pt 1:19-21

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“Abbiamo inoltre la parola profetica più salda: farete bene a prestarle attenzione, come a una lampada splendente in luogo oscuro, fino a quando spunti il giorno e la stella mattutina sorga nei vostri cuori. Sappiate prima di tutto questo: che nessuna profezia della Scrittura proviene da un'interpretazione personale; infatti nessuna profezia venne mai dalla volontà dell'uomo, ma degli uomini hanno parlato da parte di Dio, perché sospinti dallo Spirito Santo”. - 2Pt 1:19-21.

Ci sono due questioni che riguardano il suddetto passo.

Questione critica. Il v. 21 ci presenta diverse lezioni delle quali occorre scegliere la migliore. Esse sono:
• ἀπὸ θεοῦ ἄνθρωποι (apò theù ànthropoi), “da parte di Dio uomini [parlarono]”. - P 72, B, P.
• ἅγιοι θεοῦ ἄνθρωποι (àghioi theù ànthropoi), “santi di Dio uomini”. - C.
• ἅγιοι ἀπὸ θεοῦ ἄνθρωποι (àghioi apò theù ànthropoi), “santi da parte di Dio uomini”. È una combinazione delle due precedenti: “Santi uomini da parte di Dio”. - Sin, K, Beda, Vg.
Il senso fondamentale, come si vede, non muta; possiamo escludere la terza lezione che proviene dall'armonizzazione delle altre due. Sembra più probabile la prima che può spiegare l'origine della seconda per confusione delle lettere greche originarie scritte in maiuscolo:
ΑΠΟ (APO)
fu letto male come se fosse:
ΑΓΙΟ (AGHIO)
Ad ΑΓΙΟ (AGIO, pronuncia: àghio) fu poi aggiunto uno iota (I) per farlo concordare con il sostantivo plurale ἄνθρωποι (ànthropoi), “uomini”. Anche se talora il profeta è detto “santo” (àghios, cfr. At 3:21) in quanto partecipa alla sacralità divina ed è separato (questo il significato di “santo”) dagli altri uomini non profeti, è preferibile la preposizione “da” (apò) che meglio si accorda con il contesto del passo.

Il senso del passo
. Si oppongono due diverse interpretazioni del vocabolo greco tradotto “interpretazione” (“Nessuna profezia della Scrittura sorge da privata interpretazione”, v. 20, TNM). La parola greca è ἐπιλύσεως (epilΰseos), genitivo di ἐπίλυσις (epìlüsis) che letteralmente significa “soluzione di una difficoltà; dipanare un complesso problema, spiegazione, esposizione”. Siccome la parola può riferirsi tanto al profeta quanto al lettore, si può tradurre con “deduzione” o “interpretazione”.
• Il lettore. Siccome il profeta ha parlato sospinto dallo spirito santo, ne viene che la sua parola non può essere lasciata all’interpretazione privata, ci vuole un'interpretazione guidata dallo spirito santo. Questa è l’interpretazione favorita da molti cattolici (Fillion, Sales, Merk, Chaine) che vogliono vedervi la necessità della guida della Chiesa per capire la Bibbia. Tale ipotesi non regge perché qui Pietro sta parlando dell'origine, del sorgere della profezia: “Nessuna profezia della Scrittura proviene [γίνεται, ghìnetai] da […]” (v. 21). TNM perde questa importante sfumatura traducendo male quel ghìnetai: “La profezia non fu mai recata”. Si tratta quindi dell’origine della profezia e non della sua lettura e interpretazione. Tanto è vero che poi si continua al versetto seguente spiegando che i profeti hanno parlato perché sospinti dallo spirito santo. Di più, se Pietro avesse voluto insegnare che nessun lettore può capire con la propria intelligenza la profezia, avrebbe dovuto indicare dove si sarebbe potuto attingere la genuina interpretazione e additare quindi al lettore il magistero della chiesa di allora (apostoli e vescovi). Invece nulla dice di tutto ciò, anzi in seguito, quando parla di errori biblici, afferma che essi sono dovuti all'ignoranza del lettore che va eliminata dalla persona stessa con lo studio (togliere l'ignoranza) e con la fede (eliminare l'instabilità) senza alcun bisogno di un magistero specifico. Inoltre, l'ipotesi sembra anche contraddire quanto afferma l'apostolo all'inizio (v. 19): se la profezia non può essere compresa dal lettore, allora non è più “una lampada ancora più splendente capace di illuminare il cammino”. Occorre quindi ricercare un'altra soluzione.
• Le parole di Pietro riguardano il profeta. La profezia non deriva da indagine personale, da deduzione umana, da iniziativa individuale, bensì da illuminazione dello spirito santo. È quanto affermava già Beda (morto nel 735) nel commento a questo passo: “Nessuno dei santi profeti predicò i dogmi della vita con una sua propria interpretazione, ma ciò che Dio aveva detto, raccomandò di farlo ai suoi servitori”.
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bgaluppi
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Ciao Gianni, interessante osservare da vicino i ragionamenti e il lavoro degli studiosi. Il codice P 72 è il Bodmer VII/VIII (del III-IV sec.), il B è il Vaticanus (IV sec.), il C è lo Ephaemi Rescriptus (V sec.), il Sin è il Sinaiticus (IV sec., ma sappiamo che il testo è piú antico), Il Vg è la Vulgata. Mi mancano all'appello il P e il K : che codici sono e a quando risalgono?

Puoi indicarmi una risorsa online o un tuo studio dove posso trovare un elenco completo dei codici?
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bgaluppi
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Ho trovato il K. Codex Bobiensis, un manoscritto frammentario del IV-V sec. in latino, tipo Vetus Latina.
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Gianni
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da Gianni »

Ciao, Antonio.
La sigla P non indica dei codici ma dei papiri, che vanno dal 2° al 15° secolo.
La sigla K indica un codice minuscolo (Codex Bobiensis), un antico manoscritto latino di Mr, del 4°-5° secolo.
Beda era un erudito cattolico dell’8° secolo.

I manoscritti biblici sono diverse migliaia, per cui l’elenco sarebbe lunghissimo. Qualcosa puoi trovare qui:
http://www.franoi.net/Bibbia/codici.htm" onclick="window.open(this.href);return false;
Un’utile guida ai manoscritti della Bibbia (per le Scritture Greche) la trovi nel programma di laparola.net, sotto “visualizza” e poi sotto “libro” alla voce “Manoscritti del NT”.
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bgaluppi
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Ho visto che hai citato il papiro P 72 e poi "P" dopo il codice B, allora pensavo che "P" non fosse un papiro ma un codice. Per fortuna esistono i critici che ci fanno avere il testo completo comodamente rilegato... Ho fatto una prova col programma di comparazione manoscritti di laparola.net... Fantastico! Anche se non ci capisco nulla... :-) Però, pur non avendo dimestichezza con papiri e manoscritti, è una risorsa utilissima per imparare ad analizzare le varianti e identificarle nel tempo.
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Gianni
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da Gianni »

Caro Antonio, non è per nulla facile orientarsi tra le migliaia di manoscritti biblici. Per fortuna abbiamo i critici testuali, che non verranno mai ringraziati abbastanza. Costoro sono dei bistiti espertissimi: non solo devono conoscere a menadito le antiche lingue ebraica, aramaica e greca, ma anche la letteratura di quei periodi; devono anche conoscerne la storia, la cultura e la mentalità. In più devono conoscere la paleografia e altre scienze affini. Possiamo dire che è grazie a loro se oggi possiamo leggere la Bibbia. Confrontando le migliaia di manoscritti ne ricavano il testo originale, il testo critico, che poi consegnano ai traduttori.
Per la Bibbia ebraica possiamo affidarci al testo critico della Biblia Hebraica Stuttgartensia (BHS), che è una copia precisa (errori inclusi) del testo masoretico così com’è contenuto nel Codex Lenigradensis (L); è l’attuale versione di riferimento ufficiale del testo biblico ebraico-aramaico, sia per gli ebrei che per la cristianità; è pubblicata nel sito di laparola.net.
Per le Scritture Greche abbiamo il testo critico di Nestle-Aland, che è il più aggiornato; la parola.net pubblica i testi critici di Westcott e Hort, di Tregelles e di Tischendorf.
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bgaluppi
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Infatti. Spesso la gente non si rende conto del lavoro di ricostruzione che è stato fatto nei secoli e pensa che il testo biblico originale sia pervenuto "da solo" fino ai giorni nostri. Molti pensano anche che il testo biblico sia inventato... E per fortuna che sono esistiti i masoreti, che hanno dato un contributo enorme alla critica testuale. Ho scaricato il testo greco di Westcott e Hort del 1882, che però è tradotto in inglese antico; utili sono le piccole note a margine, che spesso danno indicazioni preziose.

Sono convinto che Dio stesso abbia aiutato gli uomini alla ricostruzione del testo. Pur non essendo ispirati, il lavoro da loro svolto ha qualcosa di "miracoloso". Basta pensare a come il Tischendorf ritrovò il Codice Sinaitico... O a come certi papiri sono stati ritrovati... Pure casualità?
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Gianni
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da Gianni »

Un errore ben più grave, Antonio, è quello che fanno i semplici (nel senso di sempliciotti), basandosi sulla loro Bibbia in italiano e credendo di aver di fronte la Bibbia vera. Non pensano che è solo una traduzione e non la Scrittura genuina. Ad essere ispirata è la Bibbia, non le sue traduzioni.
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bgaluppi
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Scrive Florentino García Martínez, Dead Sea Scrolls Translated pagina xlv, riguardo ai manoscritti del Mar Morto:

«Per la prima volta potevamo avere un'intera gamma di composizioni religiose che sono arrivate a noi direttamente, assolutamente prive di ogni interferenza successiva. Visto che i testi sono stati conservati ai margini della vita convenzionale, ci hanno raggiunto prive delle restrizioni censorie. La censura ebraica ha soppresso la letteratura religiosa che non osservava l'ortodossia rabbinica; la censura Cristiana aveva assimilato alcune di queste opere, ma dopo averle modificate per i propri scopi.»

Non c'entra niente col discorso, ma sembra che l'intervento di Dio abbia guidato l'uomo, nei secoli, alla riscoperta e ricostruzione del testo genuino, che stava perdendosi per via dell'apostasia dilagante. Gli agiografi furono ispirati da Dio e ci consegnarono la Sua parola; ma questa sarebbe andata perduta, non solo per effetto delle dottrine apostate, ma anche per il fatto che i materiali erano altamente deperibili. Alcuni manoscritti sono stati conservati fino ad oggi per effetto delle condizioni climatiche favorevoli nelle zone dove furono conservati; è possibile, secondo te, pensare che forse molte circostanze intorno alla conservazione, al ritrovamento, alla ricerca e ricostruzione del testo originale siano state "aiutate" dalla volontà di Dio? Il Tischendorf che, per puro caso, si trova ad essere nel posto giusto al momento giusto e gli viene messo in mano il Codice Sinaitico... Una semplice coincidenza? E la fortuita scoperta delle grotte di Qumran? Sembra quasi che Dio abbia "protetto la Sua parola", che l'abbia tolta dalle mani sbagliate e l'abbia messa in quelle giuste, perché giungesse fino ai nostri giorni... :-)
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Gaia degli Elfi
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Re: 2Pt 1:19-21

Messaggio da Gaia degli Elfi »

Caro Antonio,
nell'universo nulla avviene a caso :)
Lo diceva anche Jung, quando parlava delle sincronicità.
E siccome il nostro amato Maestro ci ha detto che se chiediamo, ci sarà dato (cfr. Lc 11,9)... noi chiediamo! ;) Che piano, piano si possa svelare la "vera Bibbia" originale: un tesoro inestimabile di conoscenza e santità.
Felice giornata
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