Miryam fu vergine perpetua?

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bgaluppi
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Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da bgaluppi »

Maria, che chiameremo col suo vero nome, Miryàm, fu vergine perpetua, come sostiene la Chiesa Cattolica, oppure ebbe normali rapporti coniugali con suo marito dopo la nascita di Yeshua? Miryam ebbe altri figli, oltre a Yeshua? Per rispondere a queste domande dobbiamo investigare la Scrittura, che contiene le risposte.

Prendiamo innanzitutto il testo di Mt 1:25 ed esaminiamolo nelle traduzioni della Nuova Riveduta, prediletta dai protestanti (che non credono nella verginità perpetua), e della cattolica CEI.

e [Giuseppe] non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio – NR

la quale, senza che egli [Giuseppe] la conoscesse, partorì un figlio – CEI

Sembrano due versetti diversi, eppure è lo stesso. Adesso, vediamo cosa dice il greco e quale delle due traduzioni rende meglio il significato espresso dal testo originale.

καὶ οὐκ ἐγίνωσκεν αὐτὴν ἕως οὗ ἔτεκεν υἱόν (Nestle GNT 1904)
e non conobbe lei fin quando dette alla luce un figlio

Vince decisamente la Nuova Riveduta! In questo versetto, la parola da esaminare è ἕως (èos), che può assumere significati diversi: "finché", "mentre", "affinché". In relazione al genitivo, e specialmente davanti al pronome relativo οὗ (u, al genitivo), significa precisamente "fino al punto che", "fin quando" (Rocci). Dire che "Giuseppe non la conobbe fin tanto che ella partorí" non è come dire "ella partorí un figlio senza che Giuseppe la conoscesse". La traduzione della CEI, per evitare di tradurre il fatidico e fastidioso ἕως οὗ, fa un gioco di prestigio e rende Miryam il soggetto della proposizione principale, che, invece, è Giuseppe: il greco dice "Giuseppe [soggetto] non ebbe rapporti con lei finché Miryam partorí", non “Miryam [soggetto] partorí senza che Giuseppe avesse rapporti con lei". Il "senza che" nel greco non esiste proprio, mentre esiste il "fin tanto che" (ἕως οὗ). La grammatica greca non mente e non può essere camuffata; la si camuffa agli occhi di chi legge solo in italiano, ma non a quelli di chi conosce il greco.

La formula "fin tanto che" indica un termine oltre il quale l'azione che vi giunge si esaurisce: dire "non ebbe rapporti fintanto che" significa dire "ebbe rapporti dopo che". Il senso di ἕως οὗ è questo, ed è preciso.

Credo che questo basti per cominciare. Il prossimo passo potrebbe essere analizzare il termine "fratello", specialmente in Mt 12:46, Mt 13:55-56, Mr 3:31, Mr 6:3, Gv 2:12, Gv 7:5. Ma questa analisi è piú complessa e la lasciamo a dopo... Attendo i vostri commenti. :-)

Che bello! Sono tornato a fare analisi biblica! Non fatemi tornare ad essere un petulante e insensibile moderatore... :))
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Gianni
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Re: Miryam non fu vergine perpetua.

Messaggio da Gianni »

Condivido la gioia di Antonio per essere finalmente tornati a fare analisi bibliche, che è il vero scopo di questo forum. Abbiamo perso un sacco di tempo a discutere di regole e regolette, tralasciando ciò che davvero conta: l’analisi biblica. Mi auguro che ora si possa continuare.
Il soggetto proposto – la verginità di Miryàm – rientra nelle discussioni bibliche. Affrontiamolo insieme.

Mi permetto di fare prima di tutto una piccola osservazione sul titolo dato a questa discussione: “Miryam non fu vergine perpetua”. Meglio sarebbe stato porre in tema in forma interrogativa: Miryàm fu vergine perpetua?
Non si può infatti fare un’affermazione prima di aver risposto alla domanda. Comunque, Antonio, aprendo la discussione pone le domande giuste, e questo va bene.

Normalmente, chi sostiene che Miryàm non fu vergine dopo il parto di Yeshùa poggia le sue argomentazioni su:
• “Finché”: Giuseppe “non ebbe con lei rapporti coniugali finché ella non ebbe partorito un figlio”.
• Yeshùa è chiamato nella Bibbia “primogenito”.
Coloro che sostengono la perpetua verginità di Miryàm poggiano invece sull’idea che in ebraico non esiste il termine “cugini” e quindi si usa il termine “fratelli”.
Tutti sono d’accordo che Miryàm giunse vergine al matrimonio.

Esaminiamo ora questi punti.

“Finché” (greco: èos). La traduzione di CEI “senza che [Giuseppe avesse rapporti coniugali (sessuali)] con lei” è nel contempo una traduzione errata eppure giusta. È sbagliata perché non traduce correttamente l’espressione greca; è corretta perché ne afferma il senso. È una verità su cui tutti concordano che Miryàm si mantenne vergine fino al parto. Possiamo anzi dire di più, perché possiamo saperne il motivo. Molti, sbagliando, credono che Giuseppe volesse lasciare Miryàm perché aveva dubbi sulla causa del suo improvviso stato interessante. La verità è che Giuseppe, che era persona giusta, sapeva che si trattava di opera divina e quindi aveva timore di prenderla in sposa. L’angelo però lo rassicura con queste parole: “Non temere di prendere con te Maria” (Mt 1:20). Ecco la ragione per cui Giuseppe “non ebbe rapporti con lei finché non ebbe partorito”: aveva riguardo per la creatura speciale che sua moglie portava in grembo.
E dopo? Dopo sì, ebbe con con lei i normali rapporti sessuali, perché il greco èos non solo significa “finché”, ma indica sempre un successivo cambiamento. Basterebbe questo particolare per dimostrare che dopo il parto la vita sessuale dei due si svolse regolarmente.

“Primogenito”. Basarsi su questa parola per dire che Miryàm ebbe altri figli è sbagliato e denota solo ignoranza da parte di chi usa questo argomento. Infatti, se per noi oggi la parola sottintende che ci sono altri figli, così non era anticamente. Ai tempi biblici era chiamato primogenito chi fendeva la matrice, indipendentemente dal fatto che poi seguissero altri fratelli oppure no.

“Fratelli”. Chi afferma che si trattasse di cugini sbaglia doppiamente. Anche se è vero che in ebraico “fratelli” poteva indicare i cugini, si trascura i fatto che l’ebraico biblico usa formule particolari, come ‘figli del fratello del padre’. Soprattutto, i Vangeli sono scritti in greco e non in ebraico. E il greco ha due vocaboli ben distinti per designare i fratelli e i cugini. Nel caso di Yeshùa si parla proprio di fratelli veri. Yeshùa aveva quattro fratelli (di cui conosciamo i nomi) e almeno due sorelle. E si trattava di fratelli veri, non di fratellastri, perché Yeshùa non aveva per padre un uomo.

Un’ultima considerazione, anzi due.

In Israele la perpetua verginità non era affatto una virtù, tutt’altro. Era la maternità e l’avere molti figli che era considerata una vera benedizione.
È significativo che l’idea della perpetua verginità di Miryàm sia stata strenuamente difesa proprio dai cosiddetti “padri della Chiesa” che più si prodigavano per sostenere la vita cenobitica, e cioè Ambrogio e Girolamo. Dietro loro suggerimento un largo stuolo di ragazze vergini abbandonò la propria famiglia per consacrarsi a Dio nei monasteri da essi sostenuti. Miryàm, madre di Yeshùa, non poteva essere da meno di queste vergini, per cui si dovette abbinare al suo matrimonio con Giuseppe la sua perpetua verginità sia nel parto che dopo. Eppure, questa idea della verginità di Miryàm era stata respinta da Tertulliano (3° secolo); dal vescovo Bonoso di Sardica, da Elvidio, dal monaco Gioviniano di Roma, dal presbitero Vigilanzio (4° secolo). Divenne dogma di fede solo nel 7° secolo con la decisione del Concilio Lateranense tenuto nel 649 sotto la guida del vescovo romano Martino I.

Miryàm fu di certo una ragazza giudea fedele al Dio di Israele e che ebbe da Dio riconoscimenti e benedizioni. Le parole che l’angelo Gabriele le riferisce lo attestano:
“Ti saluto, o favorita dalla grazia; il Signore è con te”.
- Lc 1:28.
“Il Signore è con te”: quale credente non vorrebbe sentirsi rivolgere queste parole? Miryàm le udì, riferite addirittura da un angelo, a lei.
“Favorita dalla grazia”: per quanto la traduzione italiana cerchi di avvicinarsi, non coglierà mai del tutto il pieno significato di quella parola greca: κεχαριτωμένη (kecharitomène). “Egli [Dio] ti ha colmata di grazia” (TILC), “altamente favorita” (TNM). Quel participio passato (kecharitomène) indica l’azione, già compiuta da Dio, espressa dal verbo χαριτόω (charitòo), “empio di grazia”, “rendo affascinante, bello, piacevole”, “onoro con benedizione”.
E Miryàm, “turbata a queste parole” (Lc 1:29), viene rassicurata dall’angelo: “Non temere”, “perché hai trovato grazia presso Dio” (Lc 1:30). “Grazia”: l’angelo che parla a nome di Dio usa questa stupenda parola da cui deriva il verbo charitòo: χάρις (chàris), grazia, quello che dà gioia, piacere, delizia, dolcezza, fascino, bellezza, bontà, favore, gentilezza misericordiosa, affezione, che si deve onorare, la condizione spirituale di uno governato dal potere della grazia divina, il segno o prova della grazia (Numero Strong 5485).
L’umana reazione protestante alla mariologia (meglio sarebbe definirla mariolatria) cattolica non deve farci cadere nell’errore opposto: passare cioè dall’eccessiva esaltazione di Miryàm alla sua squalificazione. Dire che Miryàm è una donna come tutte le altre significa non aver colto, insensibilmente, la particolare considerazione che Dio ebbe per lei.
Davvero si deve riconoscere tutta la portata di quella gioiosa espressione, ispirata da Dio, in cui proruppe una parente di Miryàm: “Elisabetta fu piena di Spirito Santo, e ad alta voce esclamò: ‘Benedetta sei tu fra le donne!’”. - Lc 1:41,42.
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bgaluppi
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da bgaluppi »

Gianni, giustissima la tua osservazione e ho povveduto a cambiare il titolo. :-)
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Gianni
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da Gianni »

:-)
ארמאנדו אלבנו
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Ma è sempre cosi al 100% che il finchè denota sempre un cambiamento successivo?
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Michele
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da Michele »

Mi stavo chiedendo una cosa, ma l'analisi biblica prende in considerazioni anche argomenti ginecologici?
E a parte la battuta, la sostanza era un'altra, analisi biblica significa un'analisi con un inizio e una fine e quindi una sua coerenza interna, oppure qualsiasi argomento, può essere un pretesto? Che so, ci dovrebbe interessare cosa pensano i cristiani o i T.d.G, o altre persone, oppure andare avanti con una coerenza a prescindere?
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bgaluppi
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da bgaluppi »

Michele, ognuno ha la sua "teoria". I cattolici, contro l'evidenza scritturale, sostengono la verginità perpetua di Maria. Qui, analizziamo la Scrittura per capire cosa essa dice. Una volta capito, si va avanti con un altro argomento.
ארמאנדו אלבנו
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

indipendentemente dalla dottrina della verginità perpetua di Maria, non penso che il finchè indichi poi sempre un cambiamento successivo.
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Gianni
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da Gianni »

Invece è così, Armando Albano. Ma - se lo trovi - puoi sempre citare un caso contario. Se lo trovi.
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Michele
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Re: Miryam fu vergine perpetua?

Messaggio da Michele »

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