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Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: domenica 6 novembre 2022, 19:27
da chelaveritàtrionfi
Maria Grazia Lazzara ha scritto: sabato 5 novembre 2022, 14:21
Non credo che la grazia in questo caso si riferisca alle persone delle nazioni ,perché il soggetto della trattazione del capitolo 11 di Romani e' Israele , infatti il verso 5 parla di un residuo scelto per grazia , e il verso 6 dice "e se è per grazia , non è più per opere ," di quali opere si parla qua ? Non di certo quelle dei gentili ,ma d Israele .
Si tratta infatti di un residuo che si aggiunge all'Israele. Ma non è stata cancellata la toràh, al massimo sono cambiate (cambieranno dal momento in cui quelle parole sono state pronunciate da Paolo) alcune cose (nel concreto, con gli eventi), per esempio i rituali sacrificali, non essendoci più il tempio. Se "grazia" vuol dire in un certo senso "concessione, favore di Dio" (riporto il significato dalla concordanza), ciò vuol dire che si aprono le porte per i gentili a patto che .... Che cosa sono le opere? Qui si può analizzare la questione. Di sicuro è implicato il tema della legalità. In tutti queste scritture emerge un concetto fondamentale, un nuovo modo di vedere le cose ma senza cancellare o modificare nulla dei testi più antichi e nemmeno cambiarne il significato nè tanto meno le regole giuridiche di un popolo.

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 5:51
da Gianni
Posso fare un’osservazione? La faccio da ignorante informatico, ma – siccome sono un lettore del forum – mi perdonerete.
Siete, a quanto vedo, espertissimi nell’uso del “quote”, come voi lo chiamate. Da lettore, devo dire che è noiosissimo. Siamo arrivati all’uso del “quote” dentro il “quote” di un altro “quote”!
Lo uso anche io, ma la chiamo citazione, scrivendo che Tizio ha detto: “…”, tra virgolette e citando le sole parole che interessano. Ora, fare questa diavoleria del “quote”, come voi lo chiamate, riportando interi interventi, a me pare un fastidioso copia-incolla di tutto l’intervento.
Siete liberi di farlo, sia chiaro, ci mancherebbe altro, ma volevo solo dirvi la mia personale sensazione, aggiungendo una cortese richiesta. Quando citate me, non fate per favore copia-incolla di tutto quanto ho scritto. Io lo so già cosa ho scritto! E gli altri possono leggerlo. Citate, nel mio caso, la sola frase che interessa, per cortesia, non l’intero intervento. Grazie. O, per mantenere lo stile americaneggiante del “quote”, dovrei dire denghiù, come dicono nelle accademie di Broccolino a New York? ;)

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 7:59
da Janira
Gianni, concordo pienamente! :d

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 8:03
da chelaveritàtrionfi
Avete ragione :d :d mea culpa. non potendo spostare direttamente ho ricopiato la discussione che interessava. Per rendere la lettura più semplice ho modificato già. In futuro non copierò più :-)

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 9:01
da Maria Grazia Lazzara
Janira ha scritto: domenica 31 ottobre 2021, 7:36 Salve a tutti, anche nella Kabbalah Israele ha un significato ben preciso..

Israel is he who strains himself to return to his root.
Israele è colui che si sforza di tornare alla sua radice


One who wishes to go by the path of the Creator is called Yashar-El, which is considered Yashar [straight] LaEl [to God], meaning that he wants everything he does to rise sto the Creator, and does not wish to have any other aim.



Rabash, Rungs of the Ladder
“One who Strengthens One’s Heart”

http://laitman.it/2019/01/31/come-ricon ... rael-news/
Trovo molto interessante questo articolo suggerito da Janira,spero lo leggiate

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 9:17
da Maria Grazia Lazzara
Gianni ha scritto: sabato 30 ottobre 2021, 18:24 Giusto, ma il dato che di solito si trascura è che l'ulivo è e rimane Israele. Chi pensa che i "cristiani" abbiano sostituito Israele è del tutto fuori strada.
Romani 11: 25,26 "Intel modo tutto Israele verrà salvato " Quale modo ? Entrando il numero completo delle persone delle nazioni . Entrando dove ? Nella congregazione che era costituita all'inizio da soli giudei . Ma oggi secondo il tuo parere in che situazione ci troviamo ,in alto mare ?

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 9:48
da Maria Grazia Lazzara
chelaveritàtrionfi ha scritto: domenica 6 novembre 2022, 19:27

Romani 11: 25,26 Oggi a che punto siamo siamo secondo te e secondo tutti voi nel corso di questa storia,cosa fa Israele ,per aiutare i gentili a far parte d'esso? Con quali mezzi lo fa ? Come avviene di fatto l ' ingresso dei gentili ? Concretizziamo questa cosa !

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 11:42
da natzarim
Buongiorno, rispondo a Maria Grazia sulla questione delle opere...

Le “opere della Legge”
(Cosa sono?)

Si presti molta attenzione a questa dichiarazione di Paolo:
“Dov'è dunque il vanto? Esso è escluso. Per quale legge? Delle opere? No, ma
per la legge della fede; poiché riteniamo che l'uomo è giustificato mediante la
fede senza le "opere della legge" . . . Annulliamo dunque la legge( Toràh) mediante la
fede? No di certo! Anzi, confermiamo la legge (Toràh)”. – Rm 3:27-31.

Qui va notato che Paolo dice che:
• C’è una ‘legge delle opere’ e una “legge della fede”;
• L’essere umano “è giustificato mediante la fede senza le opere della legge”;
• La Legge(Toràh) va confermata.
Occorre quindi stare molto attenti a non confondere le “opere della Legge” con la “Legge”(Toràh).
I cosiddetti cristiani sono troppo precipitosi e – confondendo le due cose – buttano via
l’acqua sporca insieme al bambino, rifiutando sia le “opere della Legge” sia la “Legge”(Toràh).
Eppure, Paolo dice molto chiaramente: “Annulliamo dunque la legge mediante la fede? No
di certo! Anzi, confermiamo la legge”.

Ciò che Paolo rifiuta non è la Legge, ma le “opere della Legge”.
Le “opere della Legge” sono quelle realizzate per avere in cambio qualcosa. Si tratta del
legalismo.☝️
Paolo spiega chiaramente che “mediante le opere della legge nessuno sarà giustificato”
(Rm 3:20) ovvero nessuno potrà ottenere la condizione di “giusto” davanti a YHVH. In
Rm 1:17 Paolo ribadisce che “il giusto per fede vivrà”, citando Ab 2:4: “Il giusto per la
sua fede vivrà”. La fede era quindi già richiesta da YHVH, ma gli ebrei l’avevano
sostituita con il legalismo.☝️
La fede comporta l’assenza di opere? Certamente la fede non si basa sulle “opere
della Legge” ovvero sull’osservanza puramente legalistica, scrupolosamente formale della
Toràh, fatta con l’intento di meritare la condizione di “giusto”. Tuttavia, la fede ha le sue
opere. Come esiste una “legge della fede” (Rm 3:27), così esistono le “opere della
fede”. Lo spiega bene Giacomo: “A che serve, fratelli miei, se uno dice di aver fede ma
non ha opere? Può la fede salvarlo? . . . se non ha opere, è per se stessa morta . . .
Insensato! Vuoi renderti conto che la fede senza le opere non ha valore? . . . Dunque vedete
che l'uomo è giustificato per opere, e non per fede soltanto”. – Gc 2:14,17,20,24.
Le opere della fede, contrariamente a quelle della Legge, non sono soggette a calcolo ma
sono espressione dell’amore per YHVH e sono basate sulla gratuità.

Questo studio è di Gianni e lo condivido pienamente

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 13:40
da Janira
Anche io lo condivido e aggiungo che all'esterno per me non si vede alcuna differenza tra chi mette in pratica la Torah con l'intenzione di ricevere e chi invece con l'intenzione di dare.
Ma i Saggi però dicono anche che da Lo Lishma si arriva a Lishma. D'altronde è impossibile iniziare a mettere in atto le opere della fede senza le opere della legge, se vogliamo usare lo stesso linguaggio.

Re: La parabola dell'albero di ulivo in romani 11

Inviato: lunedì 7 novembre 2022, 21:47
da Maria Grazia Lazzara
Luigi ha scritto: domenica 31 ottobre 2021, 13:10
Tiger ha scritto: sabato 30 ottobre 2021, 22:01 Si Gianni, ma c'è un'altro dato che si trascura, è che israele non identifica solo un popolo ma principalmente altro significato che nessuno o pochi vanno a investigare.
Sono d'accordo Tiger, infatti vi è pure l'Israele spirituale come popolo ,che è composto da tutti quei credenti, che ricevono la promessa secondo la fede; promessa che Dio fece al Suo amico Abramo e alla sua discendenza, quella secondo la fede, appunto.

Entriamo nel pratico , leggo troppa teoria , oggi questo Israele spirituale, non indurito dove lo identifichiamo ,nella moltitudine delle denominazioni cosiddette cristiane , vivono in esse ? O dove ? È' possibile che la vera chiesa si trova sommersa in mezzo alle zizzanie ed emergerà al ritorno di Jeshua ? E la parte indurita di Israele riconoscerà in Jeshua il Messia e finalmente tutto Israele sarà riunito . A me interessa la situazione attuale , che dite ? Aspetto anche i commenti inerente alla trattazione per esempi che Gianni fa sulla lettera ai Romani , in particolare sui capitoli da 9 - 11