Mi butto in un'analisi personale, cercando risposte piu' che affermando convinzioni. Riprendendo il nostro discorso sul perche' Paolo abbia usato
morphe' e su come questa parola non sia mai usata per rendere l'idea di
immagine, provo ad approfondire oltre quanto da me gia' esposto riguardo l'origine di Yeshua dallo spirito, sperando di giungere a conclusioni, se non giuste, quantomeno interessanti.
La nascita di Gesù Cristo avvenne in questo modo. Maria, sua madre, era stata promessa sposa a Giuseppe e, prima che fossero venuti a stare insieme, si trovò incinta per opera dello Spirito Santo. Giuseppe, suo marito, che era uomo giusto e non voleva esporla a infamia, si propose di lasciarla segretamente. Ma mentre aveva queste cose nell'animo, un angelo del Signore gli apparve in sogno, dicendo: «Giuseppe, figlio di Davide, non temere di prendere con te Maria, tua moglie; perché ciò che in lei è generato, viene dallo Spirito Santo. Ella partorirà un figlio, e tu gli porrai nome Gesù, perché è lui che salverà il suo popolo dai loro peccati». Tutto ciò avvenne, affinché si adempisse quello che era stato detto dal Signore per mezzo del profeta: «La vergine sarà incinta e partorirà un figlio, al quale sarà posto nome Emmanuele», che tradotto vuol dire: «Dio con noi». Mt 1:18-23
L'altro passo dove si descrive il concepimento di Yeshua tramite lo spirito e' Lu 1:30-35.
Non temere, Maria, perciocchè tu hai trovata grazia presso Iddio. Ed ecco tu concepirai nel seno, e partorirai un figliuolo, e gli porrai nome GESÙ. Esso sarà grande, e sarà chiamato Figliuol dell'Altissimo; e il Signore Iddio gli darà il trono di Davide, suo padre. Ed egli regnerà sopra la casa di Giacobbe, in eterno; e il suo regno non avrà mai fine. E Maria disse all'angelo: Come avverrà questo, poichè io non conosco uomo? E l'angelo, rispondendo, le disse: Lo Spirito Santo verrà sopra te, e la virtù dell'Altissimo ti adombrerà; per tanto ancora ciò che nascerà da te Santo sarà chiamato Figliuol di Dio.
Prima di analizzare i versetti, credo sia necessaria una premessa: Dio Padre e' uno, non paragonabile a nessuna creatura. Yeshua e' l'uomo che si e' consacrato al Padre per riscattare tutti dalla morte. Credo che tutti possiamo concordare in questo.
Ora, l'aspetto su cui vorrei soffermarmi e' la natura del Cristo, sempre secondo le Scritture: Yeshua non e' nato per opera di uomo, ma per opera dello
spirito del Padre, ossia della sua potenza. Come insegna anche Gianni nel suo studio sullo spirito santo, lo spirito puo' significare
vento,
soffio (anche in senso di "respiro"),
spirito di potenza (di Dio),
modo di essere,
spirito di Dio in senso stretto, spirito come
essere spirituale e non carnale. Questi significati sono validi in tutte le Scritture, poiche' chi ha scritto i Vangeli erano ebrei e ragionavano da ebrei, pur scrivendo in greco. Che tipo di spirito ha a che fare con il concepimento di Yeshua? Non il vento, non il soffio nel senso di respiro, non lo spirito in senso di disposizione d'animo, non lo spirito come essere spirituale e non carnale; ne restano due:
lo spirito di potenza che da' la vita o lo
spirito di Dio in senso stretto.
In Lu 1:35 troviamo "Lo Spirito Santo verrà su di te e la potenza dell'Altissimo ti coprirà dell'ombra sua" (Πνεῦμα ἅγιον ἐπελεύσεται ἐπὶ σέ, καὶ δύναμις Ὑψίστου ἐπισκιάσει σοι) in cui
Πνεῦμα ἅγιον (pneuma aghion) e' tradotto
"santo" e
δύναμις (diunamis) e' tradotto
"potenza, potere". Vediamo cosa dicono i dizionari riguardo a questi due termini.
ἅγιος (Strong 40) set apart by (or for) God, holy, sacred (Strong), The fundamental (core) meaning of 40 (hágios) is "different" [...] In the NT, 40 /hágios ("holy") has the "technical" meaning "different from the world" because "like the Lord." (Helps)
Distinto da (nel senso di diverso per opera di Dio) o per Dio, sacro (Strong). Il significato fondamentale di aghios e' "diverso"; nel NT ha il "significato tecnico" di diverso dal mondo perche' come Dio (Helps)
δύναμις (Strong 1411) (a) physical power, force, might, ability, efficacy, energy, meaning (b) plur: powerful deeds, deeds showing (physical) power, marvelous works (Strong), properly, "ability to perform" (L-N); for the believer, power to achieve by applying the Lord's inherent abilities. "Power through God's ability" (1411 /dýnamis) is needed in every scene of life to really grow in sanctification and prepare for heaven (Helps)
A. Potenza fisica, forza, potenza, abilita', efficacia, energia B. plurale: atti potenti, azioni che manifestano potenza fisica, opere meravigliose (Strong). Propriamente, "capacita' d'azione". Per il fedele, il potere di conseguire applicando le abilita' intrinseche di Dio. Il potere attraverso le abilita' di Dio e' richiesto in ogni momento della vita per crescere in santificazione e prepararsi per il regno di Dio (Helps).
Intanto, dal termine
aghios capiamo subito che non si tratta dello Spirito Santo come parte della trinita', ma dello spirito
"distinto", ossia
"diverso dal mondo" in quanto non appartenente al mondo ma a Dio. In questo senso, qui si parla dello
spirito attivo di Dio, che esprime la sua potenza e da' la vita. Continuando, Luca spiega che la
potenza di Dio (
dunamis) ricoprira' Myriam con la sua ombra: sembra dunque che in questa scena assistiamo all'intervento dello spirito di Dio in potenza attiva, dopo che Myriam viene investita da esso e "coperta dalla sua ombra", ossia affetta dalla sua azione.
Adesso passiamo a Matteo. La Diodati traduce "si trovò gravida; il che era dello Spirito Santo" (πρὶν ἢ συνελθεῖν αὐτοὺς εὑρέθη ἐν γαστρὶ ἔχουσα ἐκ πνεύματος ἁγίου). Nel testo greco, la parola usata per definire lo spirito e' la stessa di Luca:
pneumatos aghios, tutto in minuscolo, quindi spirito
"diverso dal mondo perche' di Dio", da non intendersi come Spirito Santo con la lettera maiuscola come parte della trinita'. Potremmo tradurre
"spirito di Dio". Poi prosegue la Diodati: "ciò che in essa è generato è dello Spirito Santo" (τὸ γὰρ ἐν αὐτῇ γεννηθὲν ἐκ πνεύματός ἐστιν ἁγίου), in cui
γεννηθὲν (ghennethen) e' l'aoristo da
γεννάω (ghennao, Strong 1080) che significa propriamente "dare vita, procreare" e in senso figurato "generare, dare origine". Il Thayer scrive anche:
"nella cultura ebraica, di uno che porta un altro verso il proprio stile di vita, [...] dopo Salmi 2:7 e' usato per Dio che rende Cristo suo figlio, [...] Dio che e' l'autore della natura divina che possiede". In Sl 2:7 leggiamo
"Io annuncerò il decreto: Il Signore mi ha detto: Tu sei mio figlio, oggi io t'ho generato" (riferito a Davide e usato per il Messia), in cui troviamo
γεγέννηκά (gheghenneka), sempre da
γεννάω (ghennao). Seguendo la spiegazione del Thayer, possiamo si tradurre con "generare", ma in senso assoluto e non relativo: Dio genera Yeshua resuscitandolo e rendendolo sommo sacerdote, ma lo genera anche in grembo a Myriam tramite il suo spirito. Lo resuscita innalzandolo sovranamente (Flp 2:9), il che significa che prima si trovava in posizione inferiore (in quanto a tutti gli effetti
nato uomo), ma anche lo genera senza colpa direttamente dal suo spirito.
Tutto cio' non significa assolutamente che Cristo sia di fatto Dio (infatti il testo non dice questo), poiche' e' da lui generato, da lui "riceve vita", da lui e' creato, da lui riceve origine, e viene da lui sovranamente innalzato. Cristo e' generato da Dio, non
e' Dio. Non si tratta di "incarnazione" ma di generazione. Lui e' il secondo Adamo, ma mentre il primo fu creato, lui e' generato; il primo fu creato
dalla materia e torno' alla materia, il secondo fu generato
dallo spirito e diventa
spirito vivificante. In quel momento Dio Padre da' origine all'uomo Yeshua, che e' preesistito in Lui sin dall'inizio dei tempi, generandolo nel corpo di una donna; ma quell'uomo porta il "DNA di Dio", se cosi' possiamo dire. Yeshua "si spoglia" di questa superiorita' innata, divenendo come l'uomo comune, umiliando se stesso e rendendosi obbediente fino alla fine.
Tutto questo mi porta a dover riflettere su alcune mie passate convinzioni e forse rivederle, e spero che voi fratelli mi aiutiate a fare luce dentro di me. Se Yeshua, generato uomo senza colpa dallo spirito, riesce a vivere in modo perfetto, forse e' perche' aveva di fatto una marcia in piu' rispetto a noi originati dalla carne. Nonostante lui si spogli della sua innata superiorita' e si faccia simile all'uomo comune, resta il fatto che lui fu generato dallo spirito, e le Scritture sono chiare in proposito. Lui non era un uomo comune, poiche' la sua origine non e'
dal mondo ma da qualcosa di
"separato" dal mondo, come abbiamo visto sopra: lo spirito di Dio. Noi uomini, generati da uomini, abbiamo una marcia in meno. Ma proprio qui forse risiede la speranza di salvezza e della misericordia di Dio: Yeshua ci ha mostrato come il Padre vuole che siamo e come dobbiamo comportarci, ma noi, a differenza di Yeshua, pecchiamo. Guai a paragonarci anche lontanamente a Yeshua, guai a dire "siamo come lui". Lui e' nostro esempio supremo, la nostra guida, ma noi non siamo come lui. La nostra debolezza, pero', non deve essere motivo di frustrazione, senso di colpa, demoralizzazione, convinzione di essere indegni e, ultimamente, portare alla perdita di fede: il Padre, con Yeshua, ci ha promesso il perdono e la vita eterna vicino a lui e sa bene che ognuno di noi non e' come Yeshua. Pero' vuole che ci sforziamo ad esserlo, non nelle parole ma nei fatti, e sa gia' che cadremo; ma ogni volta che cadremo, se invocheremo il suo aiuto con fede, umilta' ed onesta', lui sara' li' a soccorrerci. Non riesco ad immaginare un Dio che ci esclude dal suo regno per non essere stati in grado di eguagliare Yeshua in perfezione. Quante volte, pur sforzandoci di essere come lui, cadiamo! Yeshua non peccava, poiche' generato dallo spirito del Padre e poiche' altrimenti non avrebbe senso che fosse nato senza peccato se poi avesse potuto peccare. Noi invece si, e come questo non deve farci prendere il peccato "sotto gamba" e trovare facili giustificazioni, non deve neppure costituire motivo di senso di colpa e di eccessiva durezza verso noi stessi. Satana gioca con i nostri sensi di colpa e le nostre debolezze, facendoci sentire indegni e rendendo ogni nostro sforzo come impossibile ai nostri occhi. Seguiamo gli insegnamenti del Padre e obbediamo alla sua legge, ma se cadiamo, riconosciamo le nostre colpe e confidiamo nell'amore e nella misericordia del Padre, senza dimenticarci che non ci ha creati per condannarci, ma per amarci e perche' noi lo amiamo e ci amiamo vicendevolmente.
Camminiamo sul filo del rasoio. Riconosciamo le nostre colpe e chiediamo onestamente e umilmente perdono a Dio, ma non siamo troppo duri con noi stessi e ricordiamoci che siamo nati sotto il peccato, a differenza di Yeshua, e spesso cadiamo in esso nonostante la nostra fede e la nostra buona volonta'. La cosa piu' importante, credo, e' non ricadere negli stessi peccati continuamente e raffinare noi stessi per essere sempre migliori agli occhi di Dio. Poi, ognuno ricevera' la giusta retribuzione secondo le sue opere.