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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: lunedì 2 dicembre 2019, 16:02
da matteo97
Io sono un giovine consociato alle ADI (Assemblee di Dio in Italia) di medio-alta estrazione sociale ed educato fino al secondo grado di istruzione (formazione liceale) e adesso immatricolato all'università. Credente lo sono, ma fino a un certo punto. Nonostante appartenga a una congregazione pentecostale non ne condivido in massima parte la teologia sistematica da essa elaborata, pertanto analizzo dogmi e credenze con discernimento. La Bibbia la ritengo un testo (o meglio un insieme di testi) affascinante, seppur manipolato e distorto nel corso dei secoli dalle dottrine d'uomini. Sarei interessato ad approfondire le mie conoscenze scritturali dedicandomi ad analizzare il testo prescindendo dalle mie osservazioni soggettive. Il sito di biblistica è utile a questo proposito e l'interazione online su questo forum mi aiuta a porre domande e ottenere risposte. Gianni è un esperto biblista, anche se, a cagion mia, gli studi che pubblica sono ad un livello avanzato perchè concernenti la linguistica paleogreca ed ebraica. Alle sue pubblicazioni perciò prediligo (per praticità non per disinteresse!) commentari che analizzano il testo biblico direttamente sulle traduzioni affidabili.

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: lunedì 2 dicembre 2019, 17:22
da Gianni
Grazie per aver esposto il tuo pensiero, Matteo97. :-)

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: martedì 3 dicembre 2019, 14:26
da matteo97
Grazie a voi e al forum. Spetterà a Dio selezionare il grano dalla zizzania.

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: martedì 3 dicembre 2019, 23:44
da L'agnostico
Che tipo di lettori siete?

Dopo qualche mese di assenza riprendo a postarvi qualche osservazione nella cartella
“interpretazione delle scritture ebraiche” iniziando con una domanda, voi come leggete la Bibbia?
Noiman bella domanda...
Io credo che nessun lettore possa saper leggere la bibbia come chi proviene da quel popolo antico che l'ha scritta..quindi Israele e gli ebrei
Io noto una distinzione..il primo patto ovvero la Torah mi sembra un libro molto storico..il secondo quindi Vangeli e lettere ecc...mi pare molto piu spirituale...
Voi la notate questa differenza?

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: mercoledì 4 dicembre 2019, 19:59
da Tony
Ciao L'agnostico , personalmente credo che l'attività di Yeshua rappresenti proprio la sorgente di acqua viva della fonte da cui attinse : le scritture ebraiche. Lo stesso Yeshua ne riconobbe l'autorità dicendo "poichè la salvezza sarebbe arrivata dai Giudei" (Giov 4:22) intendendo che la guida per fare l'esatta volontà di Dio è nel rispetto dei suoi precetti . Basta pensare per esempio all'amore verso il prossimo (Lv 19:18) , nella traduzione di Rav Dario Di Segni Giuntina ho letteralmente : ".. e desidera per il tuo prossimo quello che desideri per te " . Ho letto che questa scrittura si può tradurre anche : " Amerai il tuo prossimo , egli è come te" . Certamente la Torah ha anche un valore storico ma per un ebreo come Yeshùa ha valore spirituale . Comunque questo è quello che penso io.

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: mercoledì 4 dicembre 2019, 21:35
da L'agnostico
Certamente la Torah ha anche un valore storico ma per un ebreo come Yeshùa ha valore spirituale . Comunque questo è quello che penso io
Tony certamente...penso però che sia strutturato in maniera diversa il vecchio testamento..non sono esperto..ripeto parlo per cio che percepisco..
Già partendo da Genesi ci sono le narrazioni della nascita dell'uomo, dei primi popoli ,di Israele...
Si narrano scene di guerra e leggi...ovviamente con la figura di Dio in prima persona..come tu dici..
Il nuovo testamento si incentra soprattutto nella figura di Gesù..un uomo che insegna il rapporto che dovremmo avere con Dio..molto più personale..per questo diciamo "più spirituale"...Gesú non mi sembra rinneghi mai la sua fede ebraica anzi..

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: giovedì 5 dicembre 2019, 19:43
da Tony
quello che noi chiamiamo nuovo e vecchio testamento in realtà sono una continuità di un percorso , non c'è un vecchio o nuovo , c'è un vecchio e nuovo patto questo si ma le scritture greche vanno lette alla luce delle ebraiche . Ma temo che non sia questa la sede in cui parlarne

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: lunedì 9 dicembre 2019, 15:49
da matteo97
La comprensione delle promesse che Dio ha sancito con i padri ebraici è indispensabile per la salvezza, al punto che Paolo, rivolto ai credenti di Efeso, rivelò che prima di conoscere queste cose, essi erano “senza Cristo, esclusi dalla cittadinanza d'Israele, estranei ai patti della promessa, senza speranza e senza Dio in questo mondo." (Ef. 2:12) Non conoscere le promesse di Dio contenute nelle Scritture Ebraiche ci pone nella posizione di essere "senza speranza e senza Dio in questo mondo". Purtroppo poche congregazioni cristiane pongono il giusto accento su questi passi del cosiddetto "Vecchio Testamento". La “Cristianità” è degenerata in una religione prevalentemente basata sul Nuovo Testamento, di cui peraltro vengono divulgati solo alcuni brani. Yeshua Ha'Mashiach (Gesù) ribadisce quanto siano importanti le promesse del "Vecchio Testamento": "Se non ascoltano Mosè (e cioè i primi cinque libri della Bibbia che egli scrisse) e i profeti, neanche se uno risuscitasse dai morti sarebbero persuasi" (Lc. 16:31). Gli Ebrei leggevano meticolosamente il Vecchio Testamento (Atti 15:21), ma poiché non vollero comprendere i riferimenti a Gesù e al Vangelo, essi non credettero davvero, e Gesù gli disse: "Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me, perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?" (Giov. 5:46,47). Nonostante la loro scrupolosa lettura, essi non videro il vero messaggio di Gesù, benchè si ritenessero destinati alla salvezza. Gesù dovette dirgli: "Voi esaminate le scritture (scrupolosamente - cfr. Atti 17:11); credendo di avere in esse la vita eterna. Ebbene sono proprio esse che mi rendono testimonianza" (Giov. 5:39).

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: lunedì 9 dicembre 2019, 18:24
da noiman
Gli Ebrei leggevano meticolosamente il Vecchio Testamento (Atti 15:21), ma poiché non vollero comprendere i riferimenti a Gesù e al Vangelo, essi non credettero davvero, e Gesù gli disse: "Se credeste infatti a Mosè, credereste anche a me, perché di me egli ha scritto. Ma se non credete ai suoi scritti, come potete credere alle mie parole?" (Giov. 5:46,47). Nonostante la loro scrupolosa lettura, essi non videro il vero messaggio di Gesù, benchè si ritenessero destinati alla salvezza. Gesù dovette dirgli: "Voi esaminate le scritture (scrupolosamente - cfr. Atti 17:11); credendo di avere in esse la vita eterna. Ebbene sono proprio esse che mi rendono testimonianza" (Giov. 5:39).


Di quali riferimenti si parla, non ricominceremo di nuovo con Isaia o Geremia e famiglia con le loro traduzioni e interpretazioni pretestuose, spero che questo non sia il solito tentativo di entrare nella solita contestazione “è stato scritto”,.

i figli non chiamano la madre ”benedetta” ma al contrario la chiamano ”cieca”, dimenticando il significato del comandamento” onora tuo padre e tua madre.

Scrisse una volta un noto ecclesiastico: “ potete vedere la divina provvidenza nel fatto che, ovunque c’è una città, la provvidenza ha messo un fiume …..
Noiman

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Inviato: venerdì 13 dicembre 2019, 16:33
da bgaluppi
Ciao Noiman, grazie per l'interessante domanda. Io sono un lettore che cerca di entrare nel testo tenendo conto del pensiero e del periodo storico di appartenenza dell'autore. Cerco – almeno negli ultimi tempi – di non farmi condizionare più da idee personali e di avere un approccio che credo ogni studioso divrebbe avere, non religioso e il più obbiettivo possibile. Si tratta di un approccio più distaccato, che mi consente di esaminare le cose "da fuori".

Sugli scritti greci, grazie a questo metodo, riesco ad evitare di fare apologetica a tutti i costi e sono più in grado di valutare obbiettivamente e disinteressatamente ciò che è presumibilmente genuino, distinguendolo da ciò che presumibilmente non lo è.