Interpretazione delle Scritture Ebraiche

marco
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da marco »

Sandro.48 ha scritto:SERVE A CONOSCERE UNA PARTE DELLA VERITA CHE CI SFUGGE E CHE NOI
NON CONOSCEREMO MAI.

(
La posso, almeno, assaggiare?
Sandro.48
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Sandro.48 »

Si Marco, se fai il corso di Ebraico di 1°Livello.

in http://forumbiblico.forumfree.it" onclick="window.open(this.href);return false; (qui ti dovrai iscrivere, Marco)

c'è un corso iniziale GRATUITO per imparare a leggere l'Ebraico:
ora, se apetti 10 minuti, ti metto il LINK. (poi Marco, e STEFANOTUS):

http://consulenzaebraica.forumfree.it/?t=69796932" onclick="window.open(this.href);return false;


Prima si impara a leggere , gratis, in 2 mesi a tempo pieno, l'Ebraico Biblico; poi si fa un corso di grammatica della durata di 6 mesi, e poi si studiano un po' di vocaboli Ebraici , traducendo dall'Ebraico all'Italiano.
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Michele
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Una riflessione - pensate che imparare l'ebraico e leggere finalmente l'A.T. sia veramente utile?
Ma se non sbaglio, quello che fa la differenza tra occidentali ed ebrei sono le tradizioni e soprattutto la filosofia che c'è dietro la Torah.
Conoscere l'ebraico non credo che possa fare la differenza.
AKRAGAS
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AKRAGAS »

Non sono forse gli scritti del NT la prova che essa è tutta costruita su una esegesi ebraica? Se uno ama la verità e scopre che il pensiero occidentale ha svolto un ruolo come mentitore (ha satan), non andrebbe egli a verificarlo?
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Michele
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Michele »

Il problema fondamentale è che Cristo parla in una lingua duplice, quella ebrea, con tutta la tradizione e la telogia, e quella dello spirito, che parla tutte le lingue, si esprime a prescindere dalle lingue e dal loro significato.
Ma se noi fossimo testardi e contunuassimo ad interpretare il Vangelo soltanto nell'aspetto ebraico, avremmo forse qualche merito in più?
Saremmo noi, più bravi di tanti ebrei che non credono in Gesù quale Messia, immedesimandoci nelle loro idee?
Non diverremmo come loro? Non nel senso negativo che si attribuisce a questa frase, ma nel senso positivo. Se noi comprendessimo a pieno il pensiero ebreo, quale sarebbe la differenza tra noi e loro? In questo caso, noi dovremmo abbracciare completamente l'ebraismo, non ci rimarrebbe nient'altro da fare.
Infatti, non è possibile immedesimarsi al 100% nel pensiero ebraico e poi credere in Gesù Cristo. Nel senso che, un pensiero come quello, ha portato lontanto da Cristo.
noiman
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Ringrazio Akragas per il completamento del mio pensiero.
Noi oggi siamo abituati alla critica biblica e risolviamo quasi tutte le questioni attraverso il pensiero di Aristotele e Platone, ma gli ebrei del tempo che vissero molto tempo prima del pensiero greco alcune anomalie testuali potevano essere insormontabili , esempio come il precetto sull’osservanza del sabato è annunciato due volte nella Torah “ricorda” in Shmot (Esodo 20/8-11) e ”osserva” in Dvarim (Deuteronomio 5/12) . Mantenendo stabile la piattaforma scritturale dove compaiono le due espressioni, come conciliare le due parole e interpretarne il significato?
Questa differenza testuale ha impegnato molto i maestri che hanno studiato e commentato la Torah. C’è una bella differenza tra osservare e ricordare! Che cosa intendeva dire il Signore? O forse siamo noi nella nostra dimensione ad avere bisogno di ricevere due volte la legge del decalogo che fu data a Moshè una volta sola, “una cosa ha detto il Signore, due ne ho udite, è questa la potenza di Dio””recita il salmo 62, parole che fanno da eco alla prima più grande affermazione:
''דבי רבי ישמעאל תנא: ירמיהו כ''ג וכפטיש יפצץ סלע, מה פטיש זה מתחלק לכמה ניצוצות-אף מקרא
תלמוד בבלי מסכת סנהדין דף עמוד א אחד יוצא לכמה טעמים
Si insegna nella casa di studio di Rabbì Ishmael: “Come un martello che frantuma la roccia Così come un martello crea svariate scintille, anche da un solo verso vengono fuori svariate interpretazioni “Geremia)
Ma nonostante questo non abbiamo ancora chiarito la presenza di queste due parole e i loro significati.
La parola זכר zachòr, “ricorda” compare nella prima versione dei comandamenti, e ci sembra che essa indichi un significato più esteso di quello che noi attribuiamo comunemente .
זכור את-יום השבת לקדשו
Zachòr et-yom ha-shabbat le- kadshò
“Ricorda il giorno del Sabato per santificarlo”

Zachòr è la radice che sostiene lo shabbat , il ricordo è parte della creazione , ricordare è come fare da partner alla volontà divina che contraendosi fece spazio alla nostra dimensione, il ricordo del sabato è distinguere i sei giorni in cui la materia si è messa in movimento dal settimo giorno , riflesso terrestre della dimensione celeste.
Il ricordo non richiede la materialità dell’azione , non ha necessità delle sejaghim le siepi che proteggono lo shabbat attraverso i divieti.
Il ricordo è un corpo unico , un percorso che raccoglie il pensiero originale , definito in una unica espressione alla prima lettura della Torah da parte del Santo: “ “Iddio ha guardato nella Torah ed ha creato il mondo “.

La prescrizione “ricorda ” fu consegnata a Israele con il quarto comandamento solo dopo che essi furono usciti dall’Egitto, il Santo provvedeva ogni giorno a fornire a questo popolo nutrimento materiale e spirituale, per ogni giorno che essi vissero nel deserto ricevettero la manna nella giusta quantità che necessitava a ciascuno di loro. Era una condizione sospesa tra il mondo materiale e la rivelazione divina, il deserto divenne una incubatrice, un crogiuolo per trasformare degli schiavi in un popolo , dei fuggitivi in una nazione, essi non avevano la necessità di lavorare per il mantenimento , quindi non potevano infrangere lo shabbat.
Solo quando Israele peccò adorando il vitello d’oro e prima di entrare nella terra di Cana’an , divenne necessario modificare il ricordo in osservanza, la mizvà che non prevede la comprensione ma solo l’obbedienza incondizionata, solo successivamente è incoraggiato lo studio e la interpretazione dei significati, come è scritto: “faremo e ascolteremo”.

Moshè scende dal Sinai con le seconde tavole nel giorno del Kippur e istruisce il popolo in una grande assemblea in cui vengono promulgate le regole dell’osservanza dello shabbat . Il midrash commenta questo episodio: Disse il Santo Benedetto sia il suo Nome:” fatti delle grandi comunità ed insegna loro in pubblico le disposizioni dello Shabbat affinché essi imparino da tele generazioni future a riunire le comunità ogni Shabbat e Shabbat entrando nelle Case di Studio per studiare e insegnare ad Israel le parole di Torah circa il proibito ed il permesso in modo che il Mio Nome sia impresso tra i Miei figli”.
Shalom ve shavuha tov
Noiman
Ultima modifica di noiman il domenica 30 aprile 2017, 22:40, modificato 2 volte in totale.
marco
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da marco »

Caro Noiman se avessi, come dici tu, le viti e i bulloni, capirei che è giusto farsi le scale al posto dell'ascensore nel giorno di sabato?
Oppure lavarsi con l'acqua fredda perché non è possibile scaldarla nel giorno di sabato?
Quelle viti e quei bulloni servono a serrarsi la vita inutilmente!!
Sono felice di possedere solo chiodi: quelli che servirono al Cristo per salvare tutti noi.

Mr 2,23: In giorno di sabato Gesù passava per i campi di grano, e i discepoli, camminando, cominciarono a strappare le spighe. 24 I farisei gli dissero: «Vedi, perché essi fanno di sabato quel che non è permesso?». 25 Ma egli rispose loro: «Non avete mai letto che cosa fece Davide quando si trovò nel bisogno ed ebbe fame, lui e i suoi compagni? 26 Come entrò nella casa di Dio, sotto il sommo sacerdote Abiatàr, e mangiò i pani dell'offerta, che soltanto ai sacerdoti è lecito mangiare, e ne diede anche ai suoi compagni?». 27 E diceva loro: «Il sabato è stato fatto per l'uomo e non l'uomo per il sabato! 28 Perciò il Figlio dell'uomo è signore anche del sabato».
Raccogliere e sfregare le spighe è lavoro ma Cristo ci ha insegnato a guardare OLTRE le leggi. Questo non significa trasgredire la Legge di Dio, mai e poi mai, ma acquisire una fede capace di gestire in modo corretto l'interpretazione delle stesse.
Yeshùa disse: Poiché io vi dico: se la vostra giustizia non supererà quella degli scribi e dei farisei, non entrerete nel regno dei cieli.
Lui non andava contro i precetti della legge, ma contro l'errata interpretazione che sovraccaricava di regole inutili i fedeli.
Vedo che le cose non sono cambiate affatto.
Noiman......
noiman
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

6
Interpretare significa ricercare i significati che nel testo non sono chiari, interpretare spesso significa uscire dal senso letterale, interpretare significa anche studiare i commenti di quelli che prima di noi hanno affrontato il testo e si sono posti le stesse domande.
Le risposte le troviamo scritte nei commenti lascati nel tempo da queste persone, il midrash e il talmud sono i testi più celebri. Altri pensatori hanno contribuito con altre opere come il Sefer Yezirah, il Sefer Temunah o Ez Ha-Chaìm e tante altre.

Nonostante che nessuno aggiunga più pagine al talmud, la dialettica non si è mai interrotta e continua tuttora, l’ebraismo è una casa di studio perenne dove l’ interpretazione senza dogmi è stimolata e incoraggiata,esiste un unico limite: che lo studio non contraddica la piattaforma scritturale e sia coerente con la tradizione.
Il testo riferimento base è il testo mosaico , poi vengono le scritture che compongono il Tanach e completano la rivelazione terrestre.
Lo studio delle scritture si rinnova attraverso ogni interpretazione tramite il dialogo e il confronto. Il testo pur rimanendo indenne viene srotolato e impegnato nella ricerca dei suoi significati, uno studio aperto e nello stesso tempo chiuso, attraverso cui i suoi lettori e studiosi crescono nella ricerca e nello studio.
Scrive Maurizio Mottolese:
E' evidente, innanzitutto, che -- in tutte le fasi del Giudaismo rabbinico -- lettura ed esegesi del Testo rivestono un ruolo di primo piano nell'esperienza religiosa. Sia nella dimensione collettiva e quotidiana, sia nelle forme più individuali; sia come prassi rituale (le tredici regole esegetiche di R. Yishmael vengono ripetute ogni giorno nella liturgia del mattino!), sia come esperienza mistica. L'esperienza religiosa normale viene pensata e vissuta primariamente come esperienza del medium testuale: esperienza di «ascolto», «visione», «decifrazione» del Libro. E il mistico ebreo -- piuttosto che cercare una liberazione dai lacci «umani» del linguistico e del corporeo per attingere le dimensioni del silenzio «divino» -- fa esperienza delle «profondità» della parola scritta.”

Nello studio di un testo vengono ricercate le cosiddette parole chiave, chiamate “asmachtà” traducibili letteralmente “appoggio” un riferimento nel testo che consente ai maestri l’approfondimento e di conseguenza anche l’interpretazione halachitica, nel Talmud è scritto:” Ogni cosa che ha un Asmachtà da un verso significa che ha testimoniato il Santo Benedetto Egli sia che è proprio fare così, ma non lo ha stabilito obbligatoriamente e lo ha passato ai Saggi …. E non come coloro che dicono che le Asmachtàot sono come dei segni …. Poiché questa è una visione eretica (TD, RH 16).

Altri segni e parole possono servire per ampliare i significati, queste sono le “millòot mafteàch” sono le parole chiave che sparse nel testo ci inducono a fermarci e cercare di fare delle riflessioni supplementari. Spesso sono delle lettere nel testo che occupano posizioni anomale, forme incomplete di scrittura e altri segni .
Un altro principio è : Ka-yozè bo mi-makòm achèr "che significa: “la somiglianza con un altro passo “ che va indagato in modo supplementare, oppure “ Davàr she enò mitparèsh bi-makomòu-mitparèsh be-makòm achèr “ tradotto: “ una parola (cosa) che non si spiega nel suo contesto trova la sua spiegazione in un altro contesto.”
Un altro importante principio per l’interpretazione che pone dei limiti alla interpretazione troppo esuberante è: "en mikrà yozé mi-ydé peshutò ", "Un versetto non perde mai il suo significato letterale “
(TB Shabbat 63a , Yevamòt 24°)
Gaòn di Vilna affermava “per capire correttamente il senso di una parola nelle scritture, bisogna andare a vedere la prima volta che questa compare”.
Shalom
Noiman
Ultima modifica di noiman il domenica 30 aprile 2017, 22:44, modificato 2 volte in totale.
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Maryam Bat Hagar
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Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

quando sarai a Gerusalemme prega per anche per me, Noiman
nella lingua di Mosè e Gesù :YMHUG:

tradurre è un po' come tradire e le Scritture sono state redatte in una lingua che non è la nostra, in una mentalità che non è la nostra.
capire il contesto storico,la lingua, la mentalità in cui quest' uomo (speciale sotto tutti gli aspetti), ebreo di nazareth parlava ed agiva, sicuramente non può essere deleterio per nessuno
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

Ali ibn Abi Talib(599- 661)
AKRAGAS
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Re: Interpretazione Ebraica delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AKRAGAS »

Michele, tu dici che Gesù ha parlato con un duplice linguaggio: uno terreno e l'altro spirituale.
Questo messaggio dicotomizzato può esistere solo se non si conosce l'ebraismo.
Ma dovrei in realtà più correttamente parlare di correnti o espressioni del giudaismo stesso all'interno di un contesto culturale volto ad un unico obiettivo: il servizio Sacro.
Tale studio condurrebbe a rivalutare l'opinione sul messaggio di Gesù per riinserirlo nel suo contesto corretto : uno dei movimenti giudaici.
D'altronde, il messianismo non è forse una interpretazione nata all'interno dell'ebraismo e che fa parte della Torah orale?

Io noto in modo netto questa secolare diffidenza, pregiudizio, che la maggior parte dei movimenti cristiani hanno in seno nei confronti dell'ebraismo e la definirei come atteggiamento schizofrenico.
Come è possibile dire di amare l'insegnamento del Signore e allo stesso tempo mostrare di rinnegarne la matrice? Purtroppo, questo ha fatto il cristianesimo divenendo una religione a sé; completamente separata dal terreno che lo alimentava. Altro che rami selvatici innestati. Qui ci sono solo spine che ci hanno ferito tutti quanti.

Noiman, fratello, quando sarai a Gerusalemme, ricordati di me e di tutti coloro che amano il popolo ebraico.
Shalom
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