Interpretazione delle Scritture Ebraiche

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Marcelle
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Marcelle »

AEnim ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 10:28 Rav. Bekhor stava redigendo una traduzione del TaNaKh iper-corredata di note. Non ricordo con chi intendesse pubblicarla, purtroppo, ma aveva anche messo a disposizione delle parashot tradotte in .pdf disponibili gratuitamente.
Si, dopo Bereshit e Shemòt, siamo un po tutti in attesa di Bemidbàr...Edizioni Mamash.
Sir Ulrich
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Sir Ulrich »

AEnim ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 10:28 Rav. Bekhor stava redigendo una traduzione del TaNaKh iper-corredata di note. Non ricordo con chi intendesse pubblicarla, purtroppo, ma aveva anche messo a disposizione delle parashot tradotte in .pdf disponibili gratuitamente.
Casa editrice Mamash.
AEnim ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 10:18
Sir Ulrich ha scritto: lunedì 29 maggio 2023, 22:59
bgaluppi ha scritto: lunedì 29 maggio 2023, 22:36 Io sono per il punto uno e il punto tre. Perché, alla luce delle mie ricerche e dei miei approfondimenti sugli scritti del cosiddetto NT, la dottrina dei cristiani (con cui si intende non i facenti parte della tarda religione della chiesa romana, ma i "primi seguaci di Cristo", ossia di Gesù, tutti ebrei) è spiegabile soltanto in virtù di un apocalitticismo ebraico che non appartiene al Tanach ma alla letteratura apocalittica ebraica antica, di cui il Libro di Enoch e il Libro dei Giubilei - assieme ad altri testi qumranici - fanno parte. A mio avviso, i testi del NT e la dottrina che ne scaturisce non sono assimilabili al Tanach, se non per poche parti.
É pur vero però che gli autori degli scritti neotestamentari hanno più volte fatto riferimento a oracoli contenuti nel Tanakh (escluso il "figlio dell'uomo" di Daniele, ovviamente). Se, con molta probabilità, il Gesù storico era molto vicino al giudaismo enochico, o quanto meno ne sposava le idee riguardanti l'origine cosmica e protologica del male, é pur vero che quella di Gesù non era un giudaismo enochico tour court. Secondo me andrebbero fatte le giuste distinzioni senza inquadrare a forza il Nazareno in qualche movimento giudaico.
La figura di Gesù non mi sembra ancora sufficientemente inquadrata e definita.
Non so se seguite anche Lupieri, accademico (lui, si, è anche dichiaratamente cristiano) studioso di essenismo e gnosticismo essenico:
nelle sue spiegazioni di ciò personalmente ritrovo una grande parte del pensiero gesuano e del cristianesimo.

In proposito mi ha colpito il fatto che nella home del sito di Gianni siano esposte una serie di citazioni evangeliche che sottolineano proprio quegli aspetti gnostici/essenici.

Consolatevi con il fatto che non sarà finita. In futuro, ed al termine di una revisione dello studio di testi, e di nuove traduzioni perchè sono state scoperte cose fondamentali, ci si dovrà confrontare con le influenze avestiche sul pensiero cristiano e come un 'generato non creato e della stessa sostanza per mezzo del quale tutte le cose sono state create' (con annessi concetti di sacrificio come "il sacrificio di Cristo" ) che esiste altrove sia piovuto lì dentro. Le prossime generazioni si confronteranno con ciò. Per ora è troppo presto.
Sì, conosco Lupieri, ho letto una sua opera sul Battista di cui ne é un grandissimo specialista. Sul Gesù storico invece ho letto moltissimo, é l'argomento che più mi sta a cuore.
AEnim

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AEnim »

bgaluppi ha scritto: lunedì 29 maggio 2023, 23:23
Marcelle ha scritto: lunedì 29 maggio 2023, 23:06 Io prediliggo il terzo, per lo studio di entrambe le tradizioni religiose (Ebraismo e Cristianesimo primitivo, il primo movimento gesuano delle origini);
Ma non posso fare a meno di leggere testi e autori ebrei che trattano argomenti ebraici vari (pensiero e fede, filosofia, mistica, lingua, letteratura rabbinica).
Quindi direi che procedo con gli studi percorrendo due strade parallele. Faccio un esempio pratico.
Leggo la storia dell'Israele antico come tramandato tradizionalmente dal testo biblico), che tuttavia integro con lo studio accademico condotto da storici e archeologi.
E il fatto che possano giungere a considerazioni divergenti, non mi preoccupa.
Non mi importa giungere ad una risposta univoca e definitiva su una tematica, non mi serve.
Mi ritrovo molto in questa tua posizione. Anzi, è proprio quando le risposte NON sono univoche e le conclusioni sono divergenti, che la questione si fa interessante e stimolante per la conoscenza, con un pizzico di intuito

Dovremmo contare in quanti siamo con questo taglio (adesso si contano 4).
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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Considerato che AEnim ha citato il mio sito – e di questo la ringrazio – provo ad affacciarmi anch’io alla discussione, sperando che la buriana sia finita. Se poi non vi sembra il caso me ne accorgerò e tornerò a seguirvi in silenzio.

L’istruita Marcelle (la cui immagine rappresentativa mi affascina sempre più – dolevo dirlo) ha individuato qui, a pag. 134, tre diversi approcci alla Bibbia Ebraica:
1. Ebraico/rabbinico (religioso);
2. Ebraico/cristiano (religioso), nel quale l'Antico Testamento viene letto, interpretato e commentato alla luce degli scritti del Nuovo Testamento;
3. Approccio accademico, non confessionale, in cui le Scritture (Antico e Nuovo Testamento) sono sottoposte al vaglio della ricerca scientifica, con metodo storico/critico, alla stregua di qualsiasi altro testo dell'antichità.

Mi domando, personalmente, in quale dei tre metodi potrei riconoscermi. Faccio allora questa riflessione:

Il primo approccio ha il massimo valore per gli ebrei; se si vuole conoscere la regione ebraica, questo è l’approccio indiscutibilmente migliore. È un’ovvietà. Se volessi conoscere la religione mussulmana lo chiederei ai loro studiosi; se volessi conoscere la religione cattolica, mi rivolgerei ai teologi cattolici.

Il secondo approccio è quello tipico delle religioni cristiane, che essendo appunto cristiane, partono da un presupposto a mio avviso totalmente errato: leggere l’Antico Testamento alla luce del Nuovo.

Il terzo approccio è quello in cui, dovendo scegliere, mi collocherei. Ma non mi basta, perché sono anche un credente. I primi due li lascio a chi si appassiona alla storia delle religioni. Nella Facoltà di Filosofia si può scegliere, tra l’altro, Storia del Cristianesimo. Non mi ha mai appassionato: ciò che accadde alla prima chiesa dal secondo secolo in poi, poco mi interessa, a dirla tutta. Con ciò, tuttavia, conoscere le esegesi ebraiche e cristiane non è solo interessante, ma possono rivelare qua e là delle chicce, veri tesori interpretativi.

Come studioso di Sacra Scrittura e come credente, vado al di là dello studio accademico fine a sé stesso. Da quello devo però partire, perché ciò in cui si crede deve essere anche vero. Sono convinto che il cosiddetto Nuovo Testamento vada compreso alla luce del Vecchio (che vecchio non è).

Lo studio accademico fine a sé stesso è certo arricchente e concordo che quello biblico vada condotto alla stregua di qualsiasi altro testo dell'antichità. Ma studiare la Sacra Scrittura solo come si studia Dante, i classici greci, Shakespeare, Lao Tse e altre grandi opere, porta unicamente ad essere colti, molto colti, finanche ricchi dentro. Ma essere innamorati di Dio è ben altro che amare Marco Aurelio o Confucio. I grandi testi dell’antichità nascono dal genio umano. La Sacra Scrittura dall’incontro di una tribù di beduini nomadi emigrati dalla Mesopotamia con Dio.

Lo studio della Sacra Scrittura può certo fermarsi al livello accademico. In ciò ha almeno il grande pregio di lasciar fuori la religione. Tale studio va affrontato seriamente da tutti i punti di vista: storico, archeologico, delle culture comparate e impiegando l’ermeneutica che si ricava dalla Scrittura stessa. Ciò non toglie che si possa anche essere credenti, e questo è un livello superiore che non è dato a tutti.
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Marcelle
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Marcelle »

Ma sai che ti dico Gianni? Che la ricerca contemporanea è andata ormai ridimensionado la convinzione (dal taglio più teologico che storico) che il movimento gesuano (lo chiamo così per distinguerlo dal cristianesimo dei secoli successivi, ormai sdradicato dalla sua compenente giudaica) costituisca un elemento di totale rottura e discontinuità rispetto al giudasimo del II Tempio.

Come dire che, Gesù (Yeshùa) fu maestro orginale, e il suo movimento era certamente diverso e distinto da quello dei sadducei, farisei, esseni /enochi, ebrei ellenisti, ect...ma si collocherebbe sempre all'interno della religione giudaica dell'epoca, non al di fuori di questa. I primissimi cristiani (tutti ebrei) non costituirono un movimento scismatico, come lo diverrà in seguito.

Ho motivo di ritenere che Sir Ulrich e bgaluppi saprebbero offrire spunti interessanti a questo arogmento...
Magari aprendo un nuova discussione a riguardo.
Ultima modifica di Marcelle il martedì 30 maggio 2023, 17:29, modificato 1 volta in totale.
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Marcelle
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Marcelle »

Gianni ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 15:33
...
Il primo approccio ha il massimo valore per gli ebrei; se si vuole conoscere la regione ebraica, questo è l’approccio indiscutibilmente migliore. È un’ovvietà. Se volessi conoscere la religione mussulmana lo chiederei ai loro studiosi; se volessi conoscere la religione cattolica, mi rivolgerei ai teologi cattolici.
Come direbbe AEnim: l'approccio di tipo emico!
Ho detto giusto?
Sir Ulrich
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Sir Ulrich »

Marcelle ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 17:19 Ho motivo di ritenere che Sir Ulrich e bgaluppi saprebbero offrire spunti interessanti a questo arogmento...
Magari aprendo un nuova discussione a riguardo.
Molto volentieri! Personalmente suddividerei il tutto per tematiche (esempio "Gesù e il peccato", "Gesù e il male". "Gesù e la halakhah").
AEnim

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da AEnim »

Marcelle ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 17:27 Come direbbe AEnim: l'approccio di tipo emico!
Ho detto giusto?
Sto apprezzando il relax di conversare come viene all'interno di un unico 3D senza vincolo di tema. Stiamo facendo "occupy" della cartella di Noiman che gentilmente ce lo concede. D'altronde di rilassarsi abbiamo bisogno e di ristabilire relazioni amichevoli.

Avevo preparato due righe su visione etica e visione emica tanto tempo fa ormai :D
Le ho messe a parte nel link, giusto per non ingolfare qui
viewtopic.php?f=9&t=2232

scusate se spesso correggo i post ma è che noto che per il mio cervello ultimamente la punteggiatura è un opzional, e me ne accorgo sempre solo dopo che ho postato.
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bgaluppi
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da bgaluppi »

Marcelle ha scritto: martedì 30 maggio 2023, 17:19
Ho motivo di ritenere che Sir Ulrich e bgaluppi saprebbero offrire spunti interessanti a questo arogmento...
Magari aprendo un nuova discussione a riguardo.
È quello che pensavo, Marcelle. Ci vorrebbe una discussione a parte. Sulla dottrina di Gesù (lo chiamo così per semplificare e mi scuso con Gianni a cui giustamente non piace questa traslitterazione...), mi sono fatto un'idea, che prescinde da fede e credenze personali. Il tema è complesso e occorre considerare innanzitutto il lavoro dei molti accademici che lo hanno affrontato, magari aggiungendo un po' di intuito.

Tuttavia, cara Marcelle, sono un po' arrugginito. Cercherò di fare del mio meglio. Il post di apertura lo lascio a Sir Urlich!
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Commento a Shmòt 14/21 “ E Moshè stese la mano sul mare”.

Quando si approfondisce lo studio delle scritture spesso incappiamo in alcune contraddizioni, alcune di queste paiono irrisolvibili , contraddizioni che erano ben conosciute dai commentatori e argomento di studio per esegeti ebrei e non.

Scese Y***sulla cima del monte Sinai, e chiamò Moshè che salì sulla cima del monte”( Shmòt 19/20), mentre nel capitolo 20/22 è scritto che “Voi vedeste che dai cieli vi parlai”(Shmòt 20/22) .

In Shmòt leggiamo:”per sette giorni mangerai azzime”, ma in Devarim leggiamo”Per sei giorni mangerai azzime”
Lo studio di oggi esamina un altro esempio di contraddizione testuale contenuta nel libro di Shmòt dove leggiamo:

E tu (Moshè), alza il tuo bastone e stendi la tua mano sul mare e taglialo, ed entrino i figli di Israel in mezzo asciutto”Shmòt 14/16
in 14/21 leggiamo che le cose andarono diversamente;
E stese Moshè la sua mano sul mare e Y*** con un vento da oriente forte tutta la notte rese il mare come terra secca e furono tagliate le acque” (traduzione letterale)
Moshè distende il braccio sul mare ma è il vento di D-o a spostare il mare , la verga מטך non è menzionata.
Il Midràsh non ignora questa contraddizione e riflette su questa anomalia, il suo compito è di spiegare eventuali incoerenze attraverso i contenuti di altre parti delle scritture, uno dei mezzi era il mashal, la parabola .

Rabbi Jeudà disse: “Il mare vide il bastone di Moshè e cominciò ad alzarsi su di lui e gli disse: “ Io sono più grande di te e sono stato creato il terzo giorno e tu il sesto giorno.
Allora Moshè torno dal Santo e gli disse: Perdona, il mare non mi ascolta. Dio gli disse: “Non ti ho forse dato il bastone con cui devi castigare i ribelli?” Allora Moshè riportò queste parole al mare, ma il mare non obbedì.
Rabbi Nachemiah ha detto: Il mare ha visto il segno inciso sul bastone di Moshè e non ha obbedito, come è detto “ che cosa è ciò! זה”ze” che hai in mano?
Rispose Moshe: un bastone .(Shmòt 4/2), זה “ze” non è altro che il nome, come è detto:
אלי ואנוהו זה “Questi (ze) è il mio Dio e lo voglio lodare “.
Rabbi Natàn disse.” Il mare vide nella mano destra di Moshè la potenza della sua Gloria, gli ha detto di obbedire e il mare non ha accettato”. Rabbi Josè disse: “ dissero al mare: “ il Santo Benedetto Egli Sia non ha convenuto con te che ogni volta che lo desidera (Moshè) , può fare di te una distesa secca? , così come è detto “le acque si raccolgano e il mare non obbedì” .
Il mare ha visto tutti questi esseri sulla Terra e non ha accettato di obbedire. Cosa fa un re che intende dominare un suo servo? Fa questo e quest’altro …. Come è detto: “Moshè stese il suo braccio sul mare e il Signore fece muovere il mare, per tutta la notte mediante un potentissimo vento orientale, cosicché si ridusse il mare all’asciutto e le acque formarono come un muro alla loro destra e alla loro sinistra”
Da cosa deduciamo che appena ha visto il vento di oriente si è spostato e ritirato?
“Da ciò che è detto “: Il mare ha visto ed è svanito
“(Midrash Hallel 95/96)

Il Midràsh si interroga e fornisce risposte attraverso alcuni collegamenti di altre parti del Tanak, questo è un altro metodo abituale di interpretazione:“Il mare vide e si ritrasse …. I monti saltarono come arieti, le colline come giovani agnelli “ ….. Ora! Che avesti mare che fuggisti? (Tehillim 114/5) a cui fa eco”Esso gli rispose:”Non di fronte a te, figlio di Amran, io fuggo, ma di fronte a H., trema o terra, di fronte al Dio di Jacov (Tehillim 114/7).
Ancora la parabola viene utilizzata per spiegare in modo semplice e facile da ricordare.

“Tutto questo a cosa si può paragonare? A un re di carne e di sangue che aveva due giardini uno dentro l’altro. Vendette quello interno e l’ acquirente venne per entrare nel giardino interno, ma il guardiano non glielo permise Gli disse l’acquirente”In nome del Re!” Ma quello non gli cedette. Gli mostrò il sigillo reale,ma quello non cedette; fino a che non venne il Re in persona.
Quando giunse il Re, il guardiano del giardino cominciò a fuggire. L’acquirente disse:”Per tutto il giorno ti ho detto :”In nome del Re” e tu non hai ceduto. Ora perché fuggi? Gli rispose:”Non fuggo di fronte a te, ma di fronte al Re io fuggo”

(Mekhiltà, Beshallàch 4), fonte (Milka Ventra Avanzinelli-Fare le orecchie alla Torah)

Shenè ketuvim ha makhchisim zè et zè ‘ad she-ba katuv shelishì u-makhria ‘ benehem “ Ovvero due versetti si contraddicono fino a quando non subentra un terzo versetto che decide fra i due” (fonte Amos Luzzato- Leggere il Midràsh).

Il mare alla fine obbedì a D-o ma con una distinzione, le acque si aprirono a destra e a sinistra costituendo due muri nel verso 22 (Shmòt- Beshallàch 14/22) la parola חומה “chomà” muro , appare scritta con la ו “waw” “un muro alla loro destra e sinistra”, quasi a rappresentare una divisione testuale, mentre nel versetto successivo 29, la stessa parola compare in forma difettiva senza la ו “waw” חמה che può essere letta come “chemà, ”ira.
Questa distinzione rappresenta l’anticipo di tutte le divisioni .
La schiavitù rese l’Egitto sopportabile attraverso l’unione del popolo, la libertà generò la divisione. Ma questo sarà argomento successivo.
Noiman



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