Interpretazione delle Scritture Ebraiche

noiman
Messaggi: 1986
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Farisei….

Questo breve studio è dedicato a chiarire alcuni aspetti del termine “fariseo” recentemente ritornato in auge per merito della Chiesa Cattolica e di alcune testate giornalistiche, l’uso del termine “fariseo o farisaico” è diventato utile per spiegare i malesseri di questa società ormai moribonda, la parola è stata stiracchiata , elaborata la sua interpretazione teologica si è modernizzata per schiaffeggiare la casta, il malcostume dei politici , del potere e della società affaristica, lo stesso Papa Francesco è inciampato in questo termine in più occasioni, ormai “farisei” è diventato quasi un genere letterario.
Questo mia riflessione è destinata a chiarire che cosa è veramente stato il movimento farisaico e il loro ruolo nella società ebraica sdoganando i significati scontati e stratificati dai pregiudizi secolari.
I Vangeli in primis denigrano e riducono il farisei nel ruolo di uomini rigidi , formali e privi di altruismo, termini come “avidi, ipocriti , falsi , sepolcri imbiancati “sono ormai entrati nel vocabolario comune , espressioni che sono diventate dogma e la responsabilità è in gran parte della Chiesa Cattolica che nel tentativo di screditare il giudaismo ha applicato con metodo rigoroso tramite la spinta secolare della dottrina una delegittimazione del ruolo dei farisei nella Giudea dei primi secoli dell’epoca dopo Cristo
Non dobbiamo dimenticare che se oggi siamo in grado di leggere il V.T dobbiamo questo proprio ai farisei che hanno conservato attraverso il tempo le scritture e il loro commento.

Quasi tutta la letteratura disponibile che parla e descrive i “farisei”, compreso l’idea del nome proviene dai Vangeli, non esiste una letteratura ebraica autobiografica che parli dei farisei, è insolito che un movimento inserito nel contesto ebraico per oltre mille anni non abbia in qualche modo parlato di se stesso, nella Misnàh i farisei non sono argomento di studio, non si parla di loro tranne che in una appendice in cui i perushim sono i farisei , questa informazione è assolutamente marginale , poche righe nel contesto di un’opera colossale divisa in trattati specifici, Emil Schurer….. commenta:” forse non piaceva ai farisei essere definiti dei separatisti” , ma noi sappiamo che tra di loro si definivano chachamim , o chaverim e questo movimento ebbe la sua origine molto prima dell’epoca romana, nel tempo della rivolta dei Maccabei.
Le fonti esterne all’ebraismo sono principalmente fornite dagli storici dell’epoca, il più importante è “Josef ben Mattia” , alias Flavio Giuseppe , ebreo di nascita, di stirpe nobile, di origine farisaica suo malgrado è stato testimone oculare della storia della Giudea negli inizi del primo secolo , Giuseppe come si faceva chiamare visse una vita straordinaria, iniziando come ribelle antiromano per poi diventare cittadino dell’impero romano , morì stimato e famoso in tarda età a Roma, una vita straordinaria di un uomo straordinario, la sua eccezionalità è nella storia che raccontò e godette della protezione di Tito e dello stesso imperatore Vespasiano , il migliore storiografo di quel secolo, la sua opera principale è la Guerra Giudaica, una dettagliata cronaca degli avvenimenti bellici, scrisse anche Antichità Giudaiche dove narra i costumi degli ebrei suoi contemporanei, descrive i farisei con dovizia di particolari, il suo giudizio è quasi sempre loro favorevole e indulgente, qualcuno sostiene che Giuseppe Flavio essendo ebreo e fariseo passato dalla parte romana per tacitare il senso di colpa favorì i farisei e criticò sadducei e zeloti che detestava, coraggiosamente pone un paragone coraggioso equiparando i farisei agli Stoici e gli esseni ai Pitagorici.

Paolo di Tarso parla dei farisei, dichiarando che lui stesso era fariseo, quest’affermazione non è casuale ma intenzionale, come dire: ”Sono stato istruito nella legge di Moshè”, con queste parole autentica la sua autorità in materia di studio e da legittimità alla sua dottrina, il Vangelo cita i farisei moltissime volte, Marco una dozzina di volte , riconoscendo loro il ruolo di classe dirigente e autorità religiosa del paese , ma omettendo che questa condizione era subalterna al potere romano, in tutto il Vangelo i romani sono appena menzionati, Gamaiele un altro importante fariseo , membro del sinedrio è citato con rispetto negli Atti.
Nicodemo è riconosciuto per la sua saggezza e la grande rettitudine, Gesù Cristo dichiara ” Non sei lontano dal regno dei cieli”
I farisei non erano una setta ma un movimento all’interno del giudaismo, custodi di insegnamenti e tradizioni millenarie avevano la loro espressione massima attraverso l’insegnamento dei precetti, le yeshivòt , scuole o case di studio in cui celebri maestri, insegnavano le scritture, Hillel e Shammay erano i più celebri del tempo.
Il loro ruolo non era politico e neanche strettamente religioso nonostante che le cariche spesso coincidevano, solo quando sotto il giogo romano venne compromessa l’identità nazionale, sadducei , zeloti, esseni e altre sette minori cercarono una autoindentificazione da opporre all’impero.

I farisei hanno contribuito a trasportare nel tempo le rivelazioni e la morale dei profeti di Israele , la loro assoluta affidabilità nel conservare i testi sacri e i commenti alle scritture ci consentono oggi di accedere a molto materiale di studio e di riflessione, dopo la distruzione del Tempio sadducei e zeloti si ridussero di numero e importanza fino a quasi scomparire dalla storia, i farisei rimasero gli unici custodi delle scritture, dalla morte di Erode 4 e.v. fino al 70 e.v scoppiano diverse rivolte giudaiche, i romani stroncarono con estrema ferocia il nazionalismo ebraico , la Giudea fu saccheggiata, Gerusalemme distrutta, si stima che oltre un terzo della popolazione perse la vita, anche i farisei furono decimati , tuttavia una parte di loro riuscì a sopravvivere a Yàvne dove rabbi Johannàn ben Zakkai fondò con il permesso dell’imperatore Vespasiano una grande casa di studio.
I perushim” i separati si sono formati durante l’esilio babilonese per contrastare la cultura pagana e poi quella greca che stava corrompendo i costumi e la tradizione ebraica , dall’ iniziò nell’epoca dei Maccabei fino alla dominazione romana il loro zelo era destinato a mantenere l’identità ebraica dal resto del mondo antico e conservare tutto il sapere e la tradizione secondo il detto “ Moshè ha ricevuto la Torah sul Sinai e l’ha consegnata a Jehoshua, e Jehoshua agli Anziani, e gli Anziani ai Profeti, e i Profeti l’hanno consegnata agli uomini della Grande Assemblea. Questi hanno detto tre cose:”Siate moderati nel giudizio e create molti discepoli e fate una siepe intorno alla Torah” ( Avot ).

Fine prima parte
noiman
noiman
Messaggi: 1986
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

seconda parte
Perushim era una condizione per diventare un popolo di santi secondo le parole , “Come io devo essere parush, voi dovete essere perushim , separati dai popoli per appartenere solo al D-o di Israele, Simon Yochai disse: “Solo se vi dividerete dai popoli sarete miei”( Leo Back), la santità secondo il concetto ebraico era la siepe che separava idealmente un territorio consacrato dalla presenza della divinità dal profano, innanzitutto la terra di Israele , una seconda siepe virtuale era posta intorno a Gerusalemme separata in una ulteriore santità, da questa affermazione il cristianesimo ha tratto la parola “santi”.
I Sadducei non riconoscevano la Torah orale in contrapposizione con i Farisei che la consideravano vincolante, oggi potremmo affermare che i farisei storici rappresentavano un pensiero progressista incline alla riflessione e al commento attraverso la Torah orale, l’interpretazione delle scritture era al centro della loro filosofia in conflitto con la ellenizzazione della società ebraica, il pensiero greco e la filosofia dilagante , sappiamo che una parte della aristocrazia e alcune frange del sacerdozio preferivano la palestra al Tempio, prediligevano il greco all’ebraico , cercavano di assomigliare in tutto ai greci , erano disponibili a sostituire il culto ebraico con quello pagano e greco, i Sadducei dal canto loro trovavano comodo limitare lo studio della Torah al Pentateuco, rifiutando la dialettica farisaica erano in un certo modo al riparo dallo scontro tra le due culture.
Furono i farisei ha rendere la sinagoga importante per lo studio della Torah e la preghiera come alternativa al sacrificio del tempio, gli scribi erano anche loro farisei insegnavano i precetti e i significati delle scritture e conservavano i testi.
Gli scribi erano farisei, ma non tutti i farisei erano scribi, lo scriba per definizione “E’ colui che ha una conoscenza inequivocabile dei precetti ed è sono capace di spiegare tutto il significato delle sacre scritture.”( Flavio Giuseppe).
Flavio Giuseppe scrive riguardo i farisei : “credono al volere divino ma anche al libero arbitrio”, come più tardi avrebbe affermato da rabbi Akiva nel detto:” tutto è determinato, ma è stata data la libertà”

I separati contribuirono a diffondere il pensiero attraverso una sorta di opera missionaria per diffondere la conoscenza e la mistica ebraica.
Il talmud commenta e distingue, "Il profeta ha bisogno del sigillo divino, lo scriba non ne ha bisogno perché è autenticato dalla Torah” , i profeti sono scomparsi sono rimasti solo gli scribi, il Tempio voluto da D-o ed edificato dall’uomo è distrutto, la sinagoga voluta dagli uomini sostituisce il Tempio e diventa centrale nell’ebraismo , una condizione meritoria secondo le qualità umane del singolo non è più in grado di celebrare il sacrificio come culto collettivo, come rimedio si affida alla preghiera e allo studio.
rabbi Yochanan ben Zakkai affermò che per Israele esisteva un modo nuovo per espiare l’ equivalente del sacrificio, Rabbi Yonathan decenni dopo disse che studiare la Torah valeva quanto un sacrificio, un secolo dopo rabbi Yocahanan bar Nappachà affermò che chi si impegnava con la Torah era da considerare pari a chi si occupava del servizio sacrificale, essendo uno di coloro che “servono l’Eterno, che abitano nella dimora dell’Eterno” (Tratto- da Farisei di Leo Baeck).
Questa è una buona risposta per tutti coloro che affermano che oggi Israele non compie più i sacrifici prescritti nella legge mosaica per l’impossibilità di applicarli

Da questo vale il detto” i rabbini sono meritevoli quando la casa di studio è meritevole”.

Giuseppe Flavio racconta che i farisei tenevano in gran conto la legge e sapevano spiegare i precetti “, lo stesso Paolo proveniva dalla stessa scuola di Gamaliel, le yeshivot erano impegnate a dare una spiegazione orale al ridotto precetto scritto.
L’impegno era quello di servire il tempio attraverso la custodia e il servizio divino, afferma il libro di Dvarim da cui è tratto il brano che appartiene allo shemà:
Se voi obbedirete ai miei precetti che io vi comando oggi di amare il Signore Iddio vostro, e di prestagli servizio con tutto il vostro cuore e con tutta l’anima vostra”
(devarim 13/21).

I dibattiti tra farisei e Gesù narrati nei Vangeli appartenevano al metodo del bet ha-midràsh dove si studiavano le scritture ed era consuetudine del tempo confrontarsi all’interno tra allievi talmidim e maestri , lo scopo era di rendere dinamica l’applicazione della legge scritta che non definiva il particolare e le eccezioni nelle questioni morali e giuridiche in tutte le loro possibilità .
La Legge di Moshè era inapplicabile per la sua rigidità ma di fatto doveva essere resa applicabile attraverso la flessibilità, quello che si legge nei Vangeli non deve essere scambiato come uno scontro tra uomini , piuttosto una visione divergente tra un pensiero ortodosso e la visione riformista dell’ebraismo influenzato dall’ellenismo, i dibattiti narrati nei vangeli sono il confronto tra la legittimità della Legge, oggi diremmo “il legalmente corretto” in confronto con il “moralmente scorretto” , quasi mai assistiamo a un pronunciamento legale, oggi questi concetti ci sfuggono e non ci piace la giustizia arcobaleno, ma di fatto la giustizia e la difficoltà di applicazione o inapplicabilità non toglieva nessun valore alla verità del concetto, questo ci crea difficoltà di comprensione soprattutto in era moderna dove il nostro atteggiamento relativistico ci crea difficoltà, non esisteva un sistema coattivo nella comprensione del principio ma piuttosto persuasivo , nella ricerca della applicazione pratica della norma venivano citati i profeti e tutta la letteratura sapienziale , nel caso in cui era difficile la spiegazione della legge si utilizzava la parabola , non esisteva una giurisprudenza scritta e definita, che si compose solo in epoca successiva, l’interpretazione e l’applicazione della giustizia era soprattutto territoriale , gestita dai tribunali di villaggio che si occupano dell’ordinario in contesto civile, i tribunali rabbinici si occupavano di Halachà, per le questioni più complesse o particolarmente scabrose ci si rivolgeva alle comunità più grandi dove si presupponeva che l’esperienza di chi giudicava fosse maggiore, se non bastava ancora c’era il giudizio dell’autorità centrale a Gerusalemme, ma attenzione… più ci si avvicinava al centro della nazione ebraica più influivano le leggi interpretate in chiave ellenistica e soggette alle leggi romane.
La ricerca di un parere giuridico e di una relativa sentenza chiarificatrice non era indenne dal giudizio particolarista di influenti studiosi, farisei, sadducei e uomini importanti nella vita pubblica, l’ordine di autorevolezza era proporzionale alla santità nella vita(di lunga data) , l’attaccamento a D-o e la conoscenza della scrittura, su tutto impelleva il giudizio del Sinedrio e l’opportunismo della pax romana.

Le dispute teologiche nascevano dalla difficoltà di interpretare il testo mosaico lacunoso nel dettaglio della norma , domande come “ è lecito ripudiare la propria moglie per un motivo qualsiasi ? “ ecc. richiedevano per la risposta una precisa conoscenza della legge orale non alla portata di tutti, fornendo le risposte si contribuiva alla conoscenza per future domande in attesa di risposte.
Gesù probabilmente da rabbi esperto di Halachà forniva la sua interpretazione che sappiamo era molto alternativa nel fornire risposte ai bisogni spirituali in un mondo che si stava ellenizzando.
I farisei contrariamente a quello che si pensa oggi erano molto amati dal popolo a differenza dei Sadducei che per lignaggio erano i veri custodi del Tempio , i farisei provenivano da tutti gli stati sociali ed è fuorviante affermare che essi appartenessero a una sorta di teocrazia giuridica, il difficile periodo aveva frantumato il giudaismo in diverse correnti che cercavano di resistere al secondo grande tentativo di assimilazione attraverso la degiudaizzazione, la situazione reale era di estrema sofferenza del popolo sia dal punto di vista morale, identitaria e materiale, predicatori e guaritori popolavano il paese ,i cosiddetti “profeti dei segni” la minaccia di liquefazione dell’ebraismo era ormai evidente, la classe religiosa poco reattiva era preoccupata e di conseguenza diffidente a chiunque minasse le certezze ricevute dai padri .
Il resto della storia la conosciamo tutti.
Scrisse Traves Herford:”Il fariseismo è stato il grandioso tentativo di fare della religione la religione della vita”.
Shalom
Noiman A
Fine
Avatar utente
matteo97
Messaggi: 423
Iscritto il: lunedì 14 gennaio 2019, 13:14

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da matteo97 »

noiman, ho letto il tuo articolo. Notevole.
Avatar utente
Tony
Messaggi: 767
Iscritto il: domenica 26 agosto 2018, 17:35

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Tony »

grazie noiman della tua raccolta ancora non ho letto tutto ma se posso la terrò per le mie ricerche .
A proposito dei farisei ho trovato questo video , forse può essere utile :
https://www.youtube.com/watch?v=GVWoo_unKEY" onclick="window.open(this.href);return false;
noiman
Messaggi: 1986
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

“Quanti animali di ciascuna specie Mosè si portò dietro nell’arca?

Cosa c’è di anomalo in questa frase? Moshè, l’arca o il numero degli animali.
In realtà l’unica cosa anomale è che Moshè non portò nessuno nell’arca, perché a farlo fu Noàch, ma se diciamo questo a un tibetano che non conosce la bibbia potrà anche non notarlo, anzi potrebbe essere indotto a prendere sul serio tutta la storia e cominciare a speculare sulle dimensioni dell’arca e il numero degli animali.
Ma a voi no! Voi tutti quanti sapete benissimo che non è possibile e che facciamo tutti finta che questo sia avvenuto, se no come facciamo a credere alla scrittura ispirata o addirittura di provenienza celeste

Si può scrivere una storia migliore? Con questa domanda interrompiamo il lungo sonno del forum di biblistica , in questa cartella provo riproporre alcune considerazioni con un punto di osservazione delle scritture alternativo, francamente non ho ben chiaro dove si andrà a finire e neanche me ne preoccupo molto, è la prima volta che posto qualche cosa senza aver concluso lo studio e verificato ogni fonte.
Partiamo da questa affermazione:

France il mondo accademico si muove da molti decenni per appurare l'accuratezza storica dei racconti biblici. Se non conosci nulla riguardo a ciò che gli studiosi hanno evidenziato sull'antico testamento - cosa alquanto strana - posso consigliarti di partire dagli studi del prof. Liverani o di Finkelstein. Giacobbe e le 12 tribù sono un mito inventato a scopo propagandistico: in Egitto non è mai esistita una schiavitù come quella presentata dalla Bibbia e l'etnia ebraica non è esista in terra d'Egitto in quegli anni. Se trovi un solo studioso moderno che sostenga il contrario puoi segnalarmelo.

Sono consapevole che nel mondo fideistico queste notizie vengono sottaciute e tenute nascoste, ma non c'è alcuno scandalo nel dire che l'antico testamento presenta un'infinità di problemi, molti di più che nel nuovo testamento.
mimymattio “

Non esiste motivo per tenere nascoste le incongruenze del testo biblico, queste cose erano evidenti ai grandi pensatori ebrei e cristiani, queste cose le conoscevano anche i grandi cabalisti della scuola di Safed , le sapevano Giordano Bruno, Galileo, Campanella, anche papa Ratzinger che è un grande teologo conosce questi aspetti delle scritture.
Ma per trovare una risposta occorre fantasticare che in questo caso non centra nulla con la fede che ciascuno ha nel D-o biblico ebraico o cristiano, avere fede è già un primo aspetto della fantasia umana, quando si fantastica è quasi del tutto lecito sganciare la zavorra del pensiero comune, allora possiamo ancora una volta affermare che le parole “Danìm efhàr mi-shei efshàr” dedurre il possibile dall’impossibile.” si addizionano alla parola “kivjaco”traducibile come ciò fosse possibile.


Noàch non scrisse la sua storia e neanche la poté leggere , povero Noàch ! qualcuno la scrisse per lui, la sua storia è quasi come un film muto, non contiene nessun dialogo, il D-o del Tanak non è un chiacchierone, apprendiamo dal testo che Noàch ricevette le misure e le istruzioni per costruire una barca speciale, tutto il racconto ci sembra una provocazione a credere che sia esistita veramente , in grado di navigare e contenere una biomassa pari a una coppia di tutte le creature della terra, comprese le 70 varianti di gazzelle viventi, di Moshè si dice che scrisse i primi cinque libri , compresa la tevà di Noàch, le storie di Avrahàm, Yitzhak e Jacov , compresi gli ultimi otto versi che narrano la sua stessa morte, la tradizione fantastica affermando che Moshè scrisse questi ultimi otto versi con le lacrime al posto dell’inchiostro, qualcuno ancora più fantasioso afferma che D-o gli dettava le lettere senza ordine, tante alef, tante vav …… ecc. Moshè non sapeva come metterle insieme, il midrash commenta questa situazione ambigua e anticipa un 2% di un ragionamento fantastico .
Nell’ora in cui Moshè è salito nell’eccelso ha trovato il Santo Benedetto Egli Sia che sedeva e legava delle corone sulle lettere [della Torà]. Disse dinanzi a Lui: ‘Padrone del Mondo, chi te lo fa fare?’ Gli rispose: “ Fra venti, trenta, quaranta generazioni : Akivà figlio di Josef, ricaverà da ogni punta e punta [delle corone] mucchi e mucchi di Halachòt [leggi].’ Disse dinanzi a Lui: ‘Padrone del Mondo, fammelo vedere.’ Gli disse: ‘Voltati.’ E Moshè si sedette dietro ad otto file [di studenti] nella casa di studio di Rabbi Akivà e non capiva cosa dicevano [tanto che] si sentì mancare. Quando giunsero a parlare di un certo argomento disse uno dei discepoli [a Rabbi Akivà]: ‘Maestro, da dove lo impari?’. Disse loro: ‘È una regola [data] a Moshè sul Sinai.’ [Al che Moshè] si riprese”.

Nelle lettere che D-o dettò erano contenute tutte le possibili storie scrivibili riguardo Israele, comprese quelle che non leggeremmo mai , come nel seme di una quercia esiste il potenziale di una foresta di querce, nelle lettere dettate da D-o erano comprese tutte le possibili potenzialità , comprese anche la cura per la carie dentaria e la filosofia di Aristotele, ma posso anche pensare che per paradosso Moshè non lesse mai quello che scrisse perché qualcuno afferma che non fosse in grado di comprendere l’ordine delle lettere, una colossale formula matematica alla ricerca di significato, simbolicamente il midrash afferma che Moshè sedeva dietro l’ottavo banco e non poteva comprendere quello che lui stesso aveva detto e scritto finché non gli viene rivelato che fu lui scriverla sul Sinai, ma noi che siamo assolutamente logici pensiamo che questo non può essere vero perché noi disponiamo di una storia conclusa che parla di Moshè , quindi è logico pensare che Moshè sia vissuto e che quindi possa aver scritto il suo racconto , la storia che conosciamo è scritta da uomini tutto sommato normali e assolutamente mortali, tutti scrissero la storia che dovevano scrivere …. secondo i loro occhi e secondo le loro orecchie, tutto molto umano e comprensibile, contestabile e opinabile .
Noiman
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10097
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Occorre fare attenzione a non buttare il bambino insieme all’acqua sporca del bagnetto.

Faccio alcune mie riflessioni commentando ciò che ha scritto il caro Noiman. Le faccio da credente, certo, ma da credente studioso e non bigotto.

Scrive Noiman: “La storia che conosciamo è scritta da uomini tutto sommato normali e assolutamente mortali”. E questo è un fatto: morirono tutti e non venivano da Marte.

“Tutti scrissero la storia che dovevano scrivere”. Certo che sì, ma io leggo questa affermazione alla luce di ciò che due millenni or sono spiegò un ebreo di nome Shimòn, ovvero che quegli “uomini hanno parlato da parte di Dio perché sospinti dallo spirito santo”, frase da leggersi “secondo i loro occhi”, per usare le stesse parole di Noiman. Il che vuol dire che parlarono/scrissero spinti da un vento divino, perché nella loro visuale il vento (tradotto malamente spirito) esprimeva bene il concetto di una forza invisibile (e pensare che in chiese piene di idoli lo hanno trasformato in una fantasiosa terza persona divina!).

È “tutto molto umano e comprensibile, contestabile e opinabile”? Umano, sì, ma non si ferma lì; la forza di quel “vento” non va trascurata. Comprensibile? Solo se leggiamo “secondo i loro occhi”, diversamente il vento/soffio divino diventa trinitario, un simbolico pane diventa carne umana, un simbolico vino diventa sangue e i religiosi diventano cannibali, una ragazza ebrea diventa – con una bestemmia – madre di Dio e le si dà il nome pagano di Regina dei Cieli, e così via attraverso mille nefandezze.

Chi non è disposto oppure non è in grado di leggere la Scrittura “secondo i loro occhi”, lasci perdere.
noiman
Messaggi: 1986
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Nakon ! :YMHUG: Gianni, sto cercando di affrontare la delicata questione se le scritture sono ispirate o meno, iniziando dalle affermazioni di mymimattio :YMHUG: ;) che riguardano ipotesi revisioniste che sottraggono ogni aspetto sacro delle scritture, come ho già detto mi sforzo di affrontare la questione da un punto di vita assolutamente inusuale , ho ben chiaro l’obbiettivo finale anche se come ho già detto non so se riuscirò a spiegare quello che è ancora solo una robusta sensazione e la strada è ancora lunga.

Riprendendo dal tuo pensiero posso aggiungere che “Gli ebrei hanno scritto il libro che D-o gli ha dato”, affermazione che riprenderò in seguito.
Continuo dove avevo interrotto, questa volta si parla ancora del libro di Shmòt e di in una particolare interpretazione del midrash Moshè non sapeva dare un ordine logico, ma ripeto questo è midrash e vive della propria esperienza mediana tra il testo scritto e le risposte che come in un processo sono il risultato di una indagine che non riguarda solo l’evento stesso ma tutta la scrittura e la tradizione orale.
Ma qualcuno conosceva le proprietà delle lettere , questo è leggenda e racconto di come fu costruito il primo miskàn
Il Signore parlò a Moshè dicendo così: “Vedi che Io scelgo Bezhaèl figlio di Uri, figlio di Chur della tribù di Giuda, l’ho riempito di spirito divino [letteralmente dello spirito di Elohim] per abilità, intuizione, assennatezza, per ogni sorta di lavoro” ( (Shemot- Ki Tissà)
Chi è questo Bezazèl ? Un midrash afferma che questo uomo era un profondo conoscitore delle lettere dell’alfabeto ebraico, Il suo nome è בצלאל che può essere tradotto “ nell’ombra di D-o, Bezaèl riceve l’investitura direttamente da D-o, ma c’è una stranezza testuale che in genere sfugge, Shmòt afferma che prima di iniziare il lavoro dovette essere confermato da tutta Israele, attraverso una serie di passaggi apparentemente legislativi, questa stranezza è commentata “Disse Rabbì Izchàk:” Non si mette un gestore sul pubblico altro che se viene eletto dal pubblico come è detto :” Guardate! Ha chiamato il Signore per nome Bezazèl?” .
Rabbì Ovadia Sforno , commenta:”L’Arca che era il più particolare tra tutti gli oggetti è stata fatta da Bezazèl, che era il più grande di tutti, come hanno detto “Bezazèl sapeva comporre le lettere con quali furono creati il Cielo e la Terra”(Trattato delle Berachòt 55a).

Rabbi Akivà disse:”Tutto è determinato, ma è stata data la libertà”

Noiman
Avatar utente
Gianni
Site Admin
Messaggi: 10097
Iscritto il: giovedì 12 marzo 2009, 10:16
Località: Viareggio
Contatta:

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Noiman, ti seguo con interesse. Nel frattempo vorrei ricordare un’altra cosa detta da un ebreo di due millenni or sono, di nome Shaùl: “Qual è dunque il vantaggio del Giudeo? … Grande in ogni senso. Prima di tutto, perché a loro furono affidate le rivelazioni di Dio” (Rm 3:1,2). Sono gli ebrei quindi i depositari della Scrittura.
noiman
Messaggi: 1986
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Tutti ricorderete quel film di fantascienza dove un mondo parallelo assai simile al nostro è abitato da una civiltà sopravissuta ad un antico cataclisma, la trama è simile al film ”il pianeta delle scimmie”, (versione uno e anche due) , una storia singolare, per molti secoli intere generazioni di donne e uomini, figli dei sopravissuti edificano la loro fede su una particolare rivelazione che trae fondamento da una speciale reliquia , un lungo foglio proveniente da un lontano passato qualcuno ritiene scritto dal fondatore di questa fede antica, una serie di pagine con incisi dei segni che nessuno è mai stato in grado di comprendere , nel tempo questo documento è diventato un “papa di carta” , oggetto di adorazione e conservato in un santuario, nella trama del film ad un certo punto giunge un uomo che in modo miracoloso o solamente straordinario decifra quell’antico documento e annuncia a tutto quel mondo che si tratta di una antica copia di un foglio di istruzioni per l’uso di un farmaco in uso in una civiltà estinta , :d di per se la storia è banale, il foglio poteva anche essere il libretto di istruzioni di una lavatrice o altro, quello che è singolare sono le implicazioni.
Lo sconforto a questa notizia è totale, si deprimono i fondamentalisti della religione, i moderati , tutti quelli che hanno vissuto nella ricerca di un riferimento anche itinerante, tutti gli esegeti stipendiati dalla “scrittura” devono trovarsi un nuovo mestiere o riscrivere tutta la rivelazione, quello che potrebbe succedere se in un futuro prossimo sbarcassero gli extra terrestri sulla terra.

Ma non è finita, arriva un altro uomo che rivela aggiunge un'altra rivelazione che non smentisce la prima: “è proprio il bugiardino di un farmaco antico, ma se prendo la seconda parola della prima riga e poi la quarta lettera della stessa parola e poi ancora due lettere della seconda riga, poi la prima e l’ultima della terza riga , via dicendo …… viene fuori un testo che descrive la “fusione fredda” o la sequenza del DNA del ragno violino.
E' fantasia, :)) [-X [-X [-X vi prego di non prendermi sul serio ..... ;)e credetemi! ho letto anche storie più fantasiose di questa, più fantasiosa dei codici ELS che fanno dire al testo qualsiasi cosa tramite una specie di "salto in lungo", semantico.
Quindi cancelliamo almeno in parte questa ipotesi e ritorniamo nella realtà.
a quanto riporta mymimattio e proviamo ad approfondirlo.


Come sappiamo la critica biblica ha smantellato la storicità della creazione e ha catalogato gli elementi fondanti della conquista e della legge come proiezioni post esiliche “,questo lo scrive il dott. Liverani nella prima pagina introduttiva del suo libro “Oltre la Bibbia”, io non dissento e aggiungerei che la gran parte dei racconti biblici soprattutto il libro di genesi e esodo sono residui arcaici e cover di racconti ancora più antichi trasmessi tramite l’oralità , una capacità memonica straordinaria dote i popoli semiti, anticipatrice della testualità , vale il detto “Elì’ezer figlio di Ircano è un pozzo intonacato che non perde una goccia” (tratto da Pirky Avòt 2/8) , la Bibbia è una storia di uomini e di racconti tramandati da padri a figli , una generazione all’altra, fin dall’età del ferro contadini pastori nelle lunghe notti accanto al fuoco raccontavano di storie passate, un mondo magico popolato da dei e demoni.

L’archeologia moderna sembra smentire il racconto biblico riducendolo a una cronaca mediocre in una piccola parte del mondo antico , il Vecchio Testamento non è in grado di reggere una critica testuale che cerca per ogni riga e parola scritta conferma in uno scavo o in una iscrizione, viene messo in dubbio addirittura l’esistenza di una nazione ebraica e compromessa la rilevanza storica di Israel, nonostante tutto questo il racconto biblico è sopravvissuto al tempo diventando il libro forse più letto e studiato degli ultimi 2000 anni, riguardo al N.T. il racconto della vita di un uomo vissuto in una provincia romana è riferimento per la terza o quarta religione più diffusa al mondo, vi pare poco?

Tutto questo confonde il credente abituato e confrontarsi con ogni parola nella conferma della esistenza di D-o , come un medico ascolta il battito cardiaco del paziente il credente va in crisi quando questo battito sembra perdere colpi, chi ha fatto della bibbia una regola di vita va in crisi quando qualcuno gli dice che Salomone non è mai esistito e la storia di Moshè è una revival , brutta copia di culto monoteista egiziano.
Forse la colpa è nostra che abbiamo preso il binocolo all’incontrario?

Noiman
noiman
Messaggi: 1986
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Ti capisco caro Mimymattio, neanche io sono “credente” :-O , ma cosa vuole dire questa parola? Pensa ai sinonimi offerti dal più grande sistema di scrittura convenzionale: fedele, praticante,osservante,devoto, seguace, professante, religioso, pio …. Tutti elementi che ti piegano a fisarmonica, allora affido la mia neshamàh e alla fiducia e poi ricomincio da capo ….. credimi non è facile …. Disperato …. Direi di no!
In cosa vuoi credere?
Noiman
Rispondi