Interpretazione delle Scritture Ebraiche

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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. Io sto raccogliendo tutte le tue interessantissime spiegazioni, e le pubblicherò nella rivista della Facoltà Biblica. Grazie davvero.
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

“Non lo riconobbe perché aveva le braccia pelose come quelle di Esav suo fratello, e lo benedisse”.(Bereshit27/23) . Non lo riconobbe perché sapeva che poteva anche essere Esav.
Izchàk mangiò e bevve quello che Jacov gli aveva portato.
Mentre il patriarca mangia, in base al testo possiamo immaginare che ha ormai capito l’inganno è consapevole che di fronte a se non c’e Esav, ma Jacov.
A questo punto ci si potrebbe aspettare che egli denunci l’inganno, invece assistiamo a qualche cosa di diverso.
Chiede al figlio di avvicinarsi:
Avvicinati figlio e baciami” “Egli si avvicinò, Isacco lo baciò e, sentito l’odore dei suoi vestiti, lo benedisse e disse: “Ecco l’odore di mio figlio. E’ come l’odore di un campo che il Signore a Benedetto” di seguito leggiamo che viene impartita la benedizione.

Sono falliti i primi tre sensi: l’udito, la vista e il tatto , ora appare il quarto senso l’odorato simile a quello che accade nel Gan Eden, dove sappiamo sono menzionati i sensi: l’udito, la vista, il tocco, il gusto , invece ignorato l’odorato.
Ci si da sempre chiesto che cosa Izchàk abbia odorato, il Bereshit Rabbà offre più di una interpretazione :
”Disse R.Johanan: Non c’è cosa che abbia un odore più cattivo della lana delle capre, e tu dici:”E odorò l’odore delle sue vesti e lo benedì. Ma quando entro Jacov da suo padre, entrò con lui il giardino di Eden, e per questo disse: “L’odore di mio figlio è come l’odore del campo”(Bereshit-toledot 27/27).

Sempre il Bereshit Rabbà offre una altra spiegazione:

”Ci insegna il Santo, Egli sia benedetto, gli mostrò il Santuario costruito, distrutto e ricostruito “Ecco l’odore di mio figlio”, costruito, come tu dici: “L’odore che mi è gradito, state attenti di offrirlo a suo tempo ( Numeri 28/2); il campo, distrutto, come tu dici:”Sion sarà arato come un campo (Michaea 3/12); che il Signore ha benedetto, ricostruito completamente in un futuro avvenire, come è detto; “Perché là il Signore ha mandato benedizione e vita in eterno”(Salmi 133/3).

Ancora diversa è l’interpretazione del talmud dove è contenuto l’insegnamento di non leggere nel testo וירה את ריח בגדיו , come “sentito l’odore dei suoi vestiti” ma piuttosto leggere "l’odore dei suoi traditori”, questo è possibile attraverso la polisemia della parola בגדיו “beghadav” che non vocalizzata si può leggere come “booghdav” i suoi traditori.
Quali sono i traditori di Jacov?
E’ forse una visione profetica?
La storia di Israele vecchia e nuova è una strada cosparsa di traditori, alcuni per necessità altri per cattiveria.
Ancora una sottigliezza del testo ebraico וירח את ריח בגדיו “odorò l’odore” l’odore dei giusti, e anche l’odore dei malvagi di oggi e di domani.
Possiamo in tutto questo ritrovare un insegnamento supplementare ?
Si può riconoscere il proprio figlio tramite la voce , il tatto o l’odorato?
Nonostante che Jacov sia travestito da Esav la rivelazione per Izchàk è tramite la voce.
Ecco perché Izchàk quasi cieco prende la sua decisione e benedice Jacov con le parole:
Dio ti conceda rugiada dal cielo e terre grasse e abbondanza di frumento e di mosto. Ti servano i popoli e si prostrino davanti a te le genti.
Sii il Signore dei tuoi fratelli e si prostrino davanti a te i figli di tua madre.
Chi ti maledice sia maledetto e chi ti benedice sia benedetto.”

Rashi commenta la benedizione in modo suggestivo, asserisce che il nome di D-o non è il tetragramma ma Elohim, in questa particolare benedizione corrisponde al D-o della giustizia.
Izchàk dice a Jacov : “ se ne sarai degno”, parole che esprimono che questa concessione è dovuta al merito e non è all’obbligo, in contrapposizione a quello che Izchàk disse a Esav:
La terra grassa sarà la tua sede” il significato contiene un insegnamento : “che tu sia giusto o che sia empio, D-o ti concederà questo.
Ora la benedizione iniziata con Avrahàm, passata a Izchàk è di Jacov.
Quello che segue ha quasi della comicità nonostante sia in gioco il futuro dei due protagonisti, nel racconto non c’è spazio nelle azioni..

Uscito Jacov entra il fratello Esav con la pietanza cucinata e si presenta al padre:
Al quale disse:”si alzi mio padre, e mangi della caccia di suo figlio, perché mi benedica”(Bereshit 27/ 31), il testo ne sottolinea la sincronia, ci ricorda un palcoscenico di un teatro quando esce un attore e subito entra un altro.
Le parole pronunciate sono simili a quelle di Jacov, Esav chiede al padre di sedersi per gustare la pietanza, Jacov invece chiede al padre di “alzarsi per gustare la pietanza:
“Suo padre Isacco gli disse: “Chi sei?”Ed egli “sono tuo figlio primogenito Esav” Un tremito violento assali Isacco che esclamò: “Chi è dunque colui che ho preso della caccia ed io ho mangiato…. E l’ho benedetto ?Benedetto sia!(Bereshit 27/33).

Il tremito violento assale Izchàk , le parole esatte :ויחרד יצחק חרדה גדלה עד מאד “terremoto venne a Izchàk, terremoto molto grande” la traduzione letterale , la parola יחרד “terremoto” la troviamo nel libro di Shemòt quando D-o appare sul monte Sinai, la scelta del termine non è casuale , queste parole sottolineano la gravità e le conseguenze di questa benedizione, l’espressione sembra addirittura prendersi gioco dei personaggi con una ironia ben calcolata.
Queste parole mostrano la sorpresa di Izchàk ma nello stesso la certezza che la benedizione rimaneva confermata.
Esav è disperato , chiede anche lui di essere a sua volta benedetto, allora il padre gli rivela che Jacov si è preso la benedizione con l’inganno.
Esav esclama . “per questo è stato chiamato Jacov, mi ha soppiantato già due volte “ dalla radice di יעקב possiamo ricavare il significato di ”soppiantare, insidiare”.
Rashi commenta che il tremore di Izchàk cessò quando seppe che a seguito dello scambio di identità Jacov era diventato il primogenito e che la benedizione era comunque andata al posto giusto.

Un preambolo, Izchàk che ci sembra alquanto stordito e sembra non capire, in realtà egli conosce a fondo le anime dei propri figli, vede in Jacov il buono e il male in Esav, ma apprendiamo anche dal testo che lo preferisce a Jacov, mentre Rivkà all’opposto preferisce Jacov, come oggi un genitore vede gli errori del proprio figlio ma ne scorge anche le sue grandi potenzialità anche se vengono soffocate dalla parte negativa, Izchàk si pone nella ruolo di padre e sostiene questo figlio nella speranza che esso abbandoni la parte negativa per il bene.

I genitori di allora e di oggi , quando hanno due figli sanno che uno è bene e l’altro no, e nella saggezza ancestrale concentrano la tua attenzione su quello che è in difficoltà.
Questo forse serve a spiegare perché Izchak non voleva benedire Jacov, forse perché sapeva che essendo già un giusto non aveva bisogno della sua benedizione, mentre Esav ne aveva necessità.
Esav abbiamo già detto che era un uomo problematico, aveva dato un grande dispiacere al padre quando a quarant’anni prese in moglie Iehudìt, figlia di Beèri e poi l’hittita e Basemàt, figlia di Helon .
Il Bereshit Rabbà commenta." Esav sposò una donna il cui nome già era cancellato, secondo il detto in Dvarim “poiché distruggerai completamente gli Ittiti
” (devarim 20/17).
L’episodio si conclude con la fuga di Jacov per sfuggire alla vendetta di Esav:

Tuo fratello Esav si consola nei tuoi riguardi pensando di ucciderti. Perciò, figlio mio, dammi ascolto: levati e fuggitene presso Labano mio fratello in Charan. Rimani con lui qualche tempo finché l’ira di tuo fratello si sia calmata. Finchè sia passata l’ira di tuo fratello si sia calmata. Finché sia passata l’ira di tuo fratello contro di te e abbia dimenticato quel che gli hai fatto. Allora ti manderò a prendere.( Bereshit-Toledot 27/43) (genesi) .
Quel qualche tempo sarà 20 anni in esilio , il suo ruolo sarà abbassato a quello di servitore di un altro padrone famoso per gli inganni.
Rivkà nel racconto assume l’ esecutore e mandante di un piano organizzato per innalzare Jacov a scapito di Esav, lei che obbliga il figlio a partecipare all’inganno , tutto questo avviene nell’ombra.
Questo lo suggerisce il testo quando afferma: ”e abbia dimenticato[Esav ] quello che gli hai fatto”.
Rivkà è soddisfatta della primogenitura ma richiede ancora di una garanzia per Jacov, quella che Jacov sposi la donna giusta, tolto Esav di mezzo, vuole essere sicura che la discendenza sia mantenuta attraverso un matrimonio .
“A Isacco Rebecca disse: ”Ho a noia la vita a causa delle donne chittèe" (Cananite) . Se Jacov prende per moglie una chittea come queste del paese a che mi giova la vita?”
Isacco chiamò Jacov, lo benedisse e gli comandò: “ Non prendere moglie fra le donne di Canaan. “Levati, va in Paddan-Aram in casa di Bathuel padre di tua madre, e la prendi moglie dalle figlie di Labano, fratello di tua madre. Iddio Onnipotente ti benedica, ti faccia prolifico e numeroso si che tu divenga un aggregato di popoli”(Bereshit-Toledoth 27 / 46 e 28/1-3)(genesi).
Per sottolineare il confronto tra le due discendenze il testo pronuncia una strana affermazione:
Vedendo Esav che Izchàk aveva benedetto Jacov e lo aveva mandato in Paddan –Aram perché prendesse moglie colà, e che, benedicendolo, gli aveva imposto di non prendere moglie fra le donne di Canaàn ; che Jacov aveva dato ascolto al padre e alla madre ed era andato in Paddam-Aram; accorgendosi come le donne cananee spiacevano a suo padre” si recò presso Ismaele e prese per moglie, oltre a quelle che già aveva, Machalath figlia di Ismaele, figlio di Arahàm, sorella di Necajoth”(Bereshit- toledoth 28/6) (genesi).

“Esaù disse: ”Caino era uno sciocco, perché ha ucciso suo fratello Abele mentre il loro padre era ancora vivo. Non sapeva che quello avrebbe generato Set (genesi 4/25).
"Io non farò così; “si avvicinano i giorni del lutto per mio padre”; allora ucciderò mio fratello Giacobbe (genesi 27/41), "ed erediterò la sua parte”.

Il midrash aggiunge un commento che anche se sembra fuori luogo è bene citare la conclusione della storia di Jacov e Esav:

Faraone disse: “Esaù era uno sciocco, perché ha detto: “si avvicinano i giorni del lutto per mio padre” Non sapeva che suo fratello aveva generato un figlio mentre suo padre era ancora vivo? Io non farò come lui, ma ordinerò di uccidere tutti i bambini al momento della loro nascita”.(esodo 1/16).
Aman disse: “Faraone era uno sciocco, perchè ha detto “lasciate vivere ogni figlia” (esodo 1/22). Non sapeva che le figlie si sarebbero sposate e avrebbero avuto figli a loro volta? "
Io non farò come lui, ma ordinerò di distruggere e sterminare tutti i giudei, giovani e vecchi, bambini e donne, in un medesimo giorno” (Ester 3/13).
E anche Gog e Magog diranno: “ Quanto erano sciocchi i nostri predecessori quando cercavano il modo di eliminare Israele. Non sapevano che ha un protettore nei cieli?. Noi attaccheremo per prima cosa il suo ‘protettore’, come è scritto: “insorgono i re della terra e i principi congiurano insieme contro il Signore e contro il suo Messia “(Salmo 2/2)
(Wa-yiqra Rabbah 27,11 e Midrasch Tehillim 2,4).

Fine terza parte, forse domani termino questo studio
Shalom
Noiman
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

La lettura di questa parte del racconto di Bereshit è alquanto ricca di ispirazioni e di insegnamenti, alcune parti sembrano comiche e hanno sicuramente contribuito a mantenere la curiosità e stimolare attraverso le domande approfondimenti e nuove interpretazioni, è possibile pensare che un racconto così importante faccia riferimento a fatti di gola come una minestra rossa , la passione di Esav per la selvaggina ?
Il tutto includesse solo la gola e lo stomaco?
Oppure tutto è destinato alla ricerca di nuovi significati?
Ultima considerazione:
La morale cristiana ha da sempre sostenuto il povero Esav privato con uno stratagemma della primogenitura.
In realtà la chiave di lettura di questo avvenimento va definita in ambito ebraico, solo dopo cristiano, l’insegnamento trasversale è fondamentale , cioè assumersi le proprie responsabilità, prima come uomo, poi come padre e genitore , infine come sacerdote.
Esav disconosce questi valori se rimaneva il primogenito avrebbe condannato la discendenza di Israel.
Jacov dovette assumersi la responsabilità che mancava a Esav e attraverso uno stratagemma assicurare il passaggio delle prerogative sacerdotali del padre .
Senza Jacov il popolo di Israele non avrebbe avuto ragione di essere.


Nel lungo studio su Bereshit sono molti i personaggi che cambiano nome durante la loro esistenza, anche per Jacov viene il momento di cambiare nome dopo la lotta con l’angelo , ha differenza di Avrahàm e Sarah il nome di Israel assume un connotato universalistico a rappresentare un popolo.
La sorte del patriarca si fonderà con la sua discendenza tramite il nome che egli porta per una assegnazione divina.
Se la primogenitura è stata conquistata con una specie di inganno, la storia di Jacov ingannatore di padre e fratello cessa con questo incontro avvenuto sul fiume Jabbòk.
Per una forma di giustizia divina egli è costretto a lottare con uno sconosciuto e alla fine egli ottiene la stessa benedizione che aveva carpito al fratello.
Il prezzo da pagare è una menomazione permanente ,oltre a essere simbolica ha un suo significato in quello che dovrà ancora accadere.
Questo segno è di ”colui che lotta con D-o”, la sua claudicata , ( mi perdoni Chaim Baharier ) è il segno che lo distingue insieme al suo nuovo nome, forse una anticipazione al patto di D-o con la sua discendenza con Moshè secoli dopo.
Shalom
Noiman
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Il racconto potrebbe essere terminato, ma prima di mettere la parola fine voglio ancora proporvi il seguito a questo episodio.


ויותר יעקב לבדו ויאבק איש עמו עד עלות השחר ; וירא כי לא יכל לו ויגע בכף-ירכו ותקע כף-ירך יעקב בהאבקו עמו:ויאמר שלחני כי עלה השחר ויאמר לא אשלחך כי אמ- ברכתני:
ויאמר אליו מה-שמך ויאמר יעקב : ויאמר לא יעקב יאמר עוד שמך כי אמ-ישראל כי-שרית עם-אלהים ועםֹ-אנשים ותוכל: וישאל יעקב ויאמר הגידה-נא שמך ויאמר למה זה תשאל לשמי ויברך אתו שם.
ויקרא יעקב שם המקום פניאל כי-ראיתי אלהים פנים אל –פנים ותנעל נפשי.

E rimase Jacov solo e lottò con un uomo fino al salire dell’alba e vide che non lo vince, lo toccò nella conca coscia e si slogò conca coscia di Jacov mentre lottava con lui, e disse invia me , poiché era salita l’alba, e disse non invierò te se non benedirai me, e disse a lui cosa è il nome di te, disse Jacov, e disse no Jacov, sarà ancora nome di te con Israel perché con Elohim e con uomini vincesti”e Jacov chiesi, prego racconta il nome di te, e disse perché chiedi questo, il nome mio , e benedisse lui là, e chiamò Jacov il luogo con il nome Peniel, (volto di D-o),poiché vidi Elohim,a faccia a faccia e salva di me la vita
(Bereshit 32 , 25/29).
Questa è una traduzione quasi letterale dal testo ebraico , assolutamente sconnessa come siamo abituati leggere e comprendere nelle traduzioni.

“Jacov rimase solo con un uomo e lottò con lui fino allo spuntare dell’alba, Vedendo che no lo poteva vincere lo colpi nell’estremità del femore e l’estremità del femore di Jacov si slogò mentre lottava con lui, l’uomo gli disse lasciami andare perché è spuntata l’alba, Jacov gli disse: “non ti lascerò andare finché mi hai benedetto, la’altro “come ti chiami?, Jacov , “non Jacov sarai chiamato, ma Israel , poiché hai lottato con Elohim e con uomini e c’ è l’hai potuta. Jacov gli disse:”dimmi il tuo nome, e l’atro a quale scopo me lo domandi, e là lo benedisse, Jacov chiamò quel luogo Peni’ el , poiché disse :”Ho veduto faccia a faccia Elohim e ho avuto salva la vita”

Il racconto della lotta con questo essere è alquanto singolare, il testo non fa nessuna introduzione, non spiega lo scopo di questo incontro ravvicinato , inizia senza preamboli in uno scontro violento.
Il testo afferma” Jacov rimase solo ed un uomo lottò con lui fino al sorgere del sole” abbiamo appreso nel capitolo precedente che Jacov aveva preso le sue mogli , le sue ancelle e i suoi 11 figli e superarono il torrente Jabbòk, leggiamo:
Li prese e fece loro passare il torrente e fece passare tutto quello che gli apparteneva

Con queste parole deduciamo che egli rimase solo, in seconda lettura possiamo interpretare che egli a causa della oscurità sopraggiunta non riuscì per ultimo a guadare il torrente.
Il testo afferma solo che Jacov rimase solo e subito lottò con un altro uomo fino al sorgere dell’alba, lo spazio temporale è considerato solo per spiegarci che fu una lunga lotta dal tramonto all’alba , una successiva chiave di lettura afferma che rimase solo nella notte e il suo spirito si scontrò con quello di Esav.
La lotta tra la materialità di Esav è il divenire spirituale di Jacov?
Oppure rimase solo perché lottò contro un altro uomo?

Su questo episodio si potrebbe discutere molto e interpretare profondamente il testo, ma in questo momento è solo importante concludere la parte più evidente in questo studio.

Dopo la lotta con lo sconosciuto Jacov ritorna verso la terra di Israel , zoppica a seguito della ferita che si è procurato nella lotta con lo sconosciuto.
Nel passo di Bereshit 32/32 il testo pone una precisazione alquanto strana:
Il sole si levò per lui quand’ebbe passato Penuel ed egli zoppicava su una coscia”.
Rashi fa una osservazione, perché il sole avrebbe dovuto sorgere per lui?
I testi tradotti in genere omettono questo particolare, ma se questo è scritto è necessario cercare una spiegazione.
Questa modifica del tempo ci ricorda un altro episodio , circa vent’anni prima qualche cosa del genere era già accaduta, il tempo fu modificato all’incontrario e il Santo accorciò il giorno per fare in modo che Jacov pernottasse sul luogo dove sarebbe stato costruito il santuario.(altra storia).
I due episodi sembrano riequilibrare gli spazi temporali modificati.

Le parole: “Per lui sorse il sole” vengono subito dopo che egli ha ricevuto il nuovo nome di Israel, il luogo dove è avvenuta la lotta sarà chiamato da Jacov פניאל “peni’el “che significa “ Il mio volto verso il Signore” apprendiamo subito dopo che questo luogo è ancora menzionato ma con una mutazione, l’aggiunta di una lettera , la “vav” e leggiamo פנואל “penu’el” che potrebbe voler significare “Il vostro volto verso il Signore” , una sola lettera che si carica di significato proiettato nel tempo futuro.

Il midrash interpreta la claudicanza di Jacov in diversi modi e fantastica su chi poteva essere il suo antagonista, la tradizione afferma che a lottare con il patriarca fu l’ angelo protettore di Esav a cui Jacov sottrasse la primogenitura.
Esiste un angelo di Esav ?

Leggiamo la parola Elohim, le interpretazioni (solo alcune) sostengono che Jacov lottò con D-o, effettivamente il testo originale impiega l’espressione עם-אלהים “ con Elohim , ma non troviamo la consonante attributiva che fa da articolo, se leggessimo la ה al posto del maqqef , senza la preposizione עם, “con” potremmo dedurre dal testo che Elohim in questo contesto significa “legislatore” colui che amministra la giustizia, il testo sembra suggerire questa possibilità e successivamente utilizza “anashim” “uomini” che in questo contesto significa “personaggi importanti”.
Ovviamente questo rimane un giudizio parziale e non esclude che Jacov abbia realmente lottato con D-o o un suo inviato, una figura angelica.

La morale di questo racconto può indicarci che quando si vince c’è sempre un prezzo da pagare, in questo la claudicanza è come un segno imposto a Israel , la discendenza di Esav pietra di inciampo per Israele nei tempi a venire.

Una seconda interpretazione insegna che Israel nella sua claudicanza non potrà mantenere il passo come un uomo sano, questo lo capiamo dal passo:
“Passi per favore il mio signore davanti al suo servo, ed io mi incamminerò al mio passo lento, al passo del gregge che procede dinnanzi a me ed il passo dei bambini, fino a che arriverò dal mio signore a Seir” (Bereshit 33/14).

Il simbolismo ci induce a interpretare che Israel cede il passo a Esav, come voler affermare “ Tu sarai primo a dominare il mondo, io e la mia discendenza saremo secondi” , ma può anche significare che Jacov teme la vendetta di Esav , allora lo fa procedere davanti a se, anzi gli dice che lo raggiungerà a Seir.
Rashi commenta:
Jacov parlando con Esav dichiarò più lungo il viaggio [….] in realtà aveva l’intenzione di arrivare solo fino a Sukkot: Egli si disse: “Se Esav ha intenzione di farmi del male, aspetterà che io lo raggiunga a Seir” perciò egli non ci andò. Ma quando vi andrà? Nei giorni del Mashiach, come stà scritto: “Saliremo vittoriosi sul monte Sion per governare il mondo di Esav” (Abdia 1/21).

Da questo episodio e la ferita nella carne di Jacob l’ebraismo elabora il divieto di consumare הנשה גיד ghid ha-nasheh” il nervo sciatico nei quadrupedi che viene estratto dal shochèt con una manovra assai complicata, deve essere tolta anche una parte del grasso surrenale (chelev) che è proibito consumare.

Ancora una spiegazione, nel testo ebraico il termine impegnato ירךכף “caf ierech” (Bereshit Viaslàch 32/26) (genesi) è una espressione che non ha ancora ricevuto la giusta interpretazione.
La letteratura rabbinica interpreta questa parte del corpo umano come “ghid ha-naschè” che può essere tradotta come le ”parti delle donne”, che per deduzione può che essere per metafora il pene maschile, “chimatò “il “nerbo delle donne”.
Quindi nella lotta Jacov potrebbe aver ricevuto un colpo in quel luogo e rimanere invalidato.
Questa è la conclusione, spero che vi sia piaciuta e stimolo a studiare la Torah con diverse angolazioni.
Bene ….. questa parte è conclusa, presto inserirò un’altra interpretazione di alcuni passi problematici della scrittura.
Shabbat shalom

Noiman
Leviticus
Messaggi: 39
Iscritto il: giovedì 11 gennaio 2018, 20:58

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Leviticus »

Come suggeriva G. Si potrebbero distinguere le fonti, le differenze interpretative e di pronuncia di torah e talmudin in base alle varie anime ebraiche.
Per esempio per gli ortodossi e gli haredim Giacobbe lotta con un ministro, un'emissario di Esau' e la parte colpita puo' essere anche il pube.
Per gli hassidim la lotta e' con un angelo e la parte colpita e' tendenzialmente l'anca.
Altro discorso ancora per i reform.
Le posizioni non sono sovrapponibili ne' intersecabili su temi come angeli,satan,parte colpita di Giacobbe ,considerazione delle figure dei due gemelli, ecc.
Si potrebbero approfondire le traduzioni dei termini "terremoto" riferiti a una certa situazione di isacco.
Il significato/traduzione di Giacobbe come soppiantatore e' assolutamente rigettato dall 'ebraismo ortodosso ci si limita al richiamo dell' immagine dell'afferrare il.tallone.
Nemmeno le correnti minoritarie dell'ebraismo indugiano su una traduzione di Giacobbe con accezione negativa, propongono al limite un' assonanza col termine "ostacolo".
Anche la posizione cattolica vira Decisamente lontano da soppiantatore.
Il discorso sulle leggi noachidi ovvero se basti rispettarle ai gentili anche solo in quanto partorite dall'intelletto o bisogna riconoscerle come provenienti da hashem e dalla tradizione ebraica sulla frase di genesi da cui nascono e' tema tutt ora oggetto di dibattito.
C'e' poi il tema della presenza o meno delle leggi prima della matan torah, non dimentichiamo che molti patriarchi e la loro gente studiavano nelle tende dei loro padri, erano delle vere e proprie yeshiva'.
Sul rapporto con cristianesimo cattolico, quello ufficiale della comm biblica pontifica o della congrega x il mant della fede, occorre smarcarsi con attenzione.
Ad esempio su Giacobbe ed Esau' c'e,' una posizione articolata che tiene Conto dell'esegesi ebraica.
Il tread e' molto ricco ci sarebbero tante cose da approfondire, mi.sembra ottima l'idea di qualcuno forse Gianni che voleva fare un pdf o spezzare in piu' 3d per future ricerche di nuovi e vecchi utenti sul forum.
noiman
Messaggi: 2001
Iscritto il: domenica 20 aprile 2014, 22:41

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Bisogna sempre fare attenzione quando si cerca di analizzare le parole ebraiche che risultano mobili nei significati attraverso la polisemia della radice originale, i significati vanno ricercati attraverso la tradizione interpretativa delle diverse anime ebraiche, askenazi . sefaradim.
Rimane il fatto che una buona interpretazione in genere va bene per tutti.

In Erez Israel c’è un detto:
עקב בצד אגודל
"Tallone a fianco di pollice”
Simile al nostro “ passo dopo passo”

עקב è la radice che si presta a importanti mutamenti semantici, ma tutti riconducibili
Attraverso un filo logico, a parte “tallone” ritroviamo questa radice come “ricompensa” e variando una lettera possiamo leggere יעקבם, significato “trattenere.”

Ultima osservazione , il valore numerico delle tre lettere è pari a 172, il numero delle parole impiegate per annunciare i dieci dibberot .
Shalom
noiman
Leviticus
Messaggi: 39
Iscritto il: giovedì 11 gennaio 2018, 20:58

Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Leviticus »

Si un'interpretazione se proveniente da uno studioso rispettosa del testo e della tradizione e' di solito considerata una ricchezza e mai scartata a priori.anche se comunque dei punti fermi di distacco ci sono.
Beh poi sul dieci, le dieci sephirot, le dieci parole della creazione, la yod si andrebbe lontano, interessanti anche i riferimenti al nome giacobbe e al suo cambio in israele, l'attraversamento del fiume come paradigma di un percorso, la variazione di lettera finale da giacobbe (bet) a israele (lamed) uguali alla lettera iniziale e finale della torah, il lamed-bet e bet -lamed ossia l'inizio e la fine della torah, ma anche il cuore/misericordia con cui giacobbe vince sul rigore Bal e sui divieti (i non o belo).
Anche penyel che citavi prima ricadrebbe in questo schema, ovvero si avrebbe un triplice faccia a faccia, uomo-dio,rive opposte,nomi speculari.
Se lo ritrovo potrei postare il link per scarico gratuito di un testo di georges lahy ,kabalah estatique et tserouf ,testo tradotto in italiano che sembrerebbe "kosher" dove a pag 123 si parla proprio di queste cose, ma e' in un forum ebraico, posso bagaluppi?
Ultima modifica di Leviticus il mercoledì 7 febbraio 2018, 23:39, modificato 1 volta in totale.
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bgaluppi
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Iscritto il: domenica 28 dicembre 2014, 7:13
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da bgaluppi »

Certo. Magari nella cartella "Segnalazioni".
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Abbiamo…. ! meglio… avete già discusso riguardo gli avvenimenti del 14 di Nissan in quella bellissima discussione “tra le due sere” in cui il nostro amico Joab espresse con molta passione la sua ipotesi su come e quando secondo il libro di Shmòt si doveva considerare questo spazio temporale.
Nonostante che la possibilità della sua affermazione non potesse trovare sostegno attraverso il testo rimane ammirabile l’impegno affrontato.
Ho un buon ricordo di Joab , mi spiace molto di non leggerlo più.

Scrivo questo perché qualche giorno fa ho salvato gran parte di quella discussione che ha impegnato molte pagine e risorse, in questa cartella, “interpretazione delle scritture ebraiche” inserisco una breve analisi del libro di esodo che narra gli ultimi avvenimenti che precedono di poco l’uscita dall’Egitto di Israel, dedico questa divagazione al buon Joab.

Il capitolo 11del libro di Shemot inizia con l’annuncio dell’ultima piaga, la decima la più terribile.
Così ha parlato il Signore “ verso metà della notte Io Mi avanzerò attraverso l’Egitto” e allora morrà ogni primogenito egiziano, da quello del Faraone erede al trono, fino a quello della schiava che fa girare la macina, e tutti i primogeniti delle bestie, e si produrrà un grande grido in tutto il paese di cui non si ha ricordo nel passato e quale non vi sarà avvenire”(Shmot-Bò 11/4) (esodo).

L’espressione כחצת הללילה “verso mezzanotte” la leggiamo in quasi tutte le traduzioni, è una espressione generica e non corrisponde pienamente al termine ebraico, il significato della parola כחצת è “circa in mezzo”, più che una parola è una affermazione che non è paragonabile alla nostra mezzanotte che per consuetudine è diventata uno spazio temporale ben definito.
Perché il testo rimane vago riguardo a quando D-o apparirà in Egitto?
Antropomorfismo del testo ci può fuorviare, il nostro pensiero va istintivamente alla figura divina che nella notte percorre l’Egitto.
Il Talmud nel trattato di Berachòt ( 3b), fornisce una buona interpretazione:
Per evitare che i maghi di Egitto sbagliando i conti dicano che non era esattamente mezzanotte e Moshè un bugiardo.”
Commenta rav. Pacifici:
Perché solo il Santo Benedetto può essere certo che è mezzanotte precisa(non un nanosecondo prima o dopo), e persino Moshè deve dire”verso mezzanotte”.
Gli ebrei il 14 di Nissan tinsero come ordinato gli stipiti e l’architrave delle loro case e si rinchiusero in casa. “Quando Il Signore passerà per colpire gli egiziani, scorgendo il sangue sull’architrave e sui due stipiti, passerà ופסח oltre la porta e non permetterà al flagellatore המשחית di entrare nelle vostre case per colpire.” (Shmot-Bò 12/23) (esodo).

E’ la prima volta che il popolo ebraico viene chiamato a fare qualche cosa per la sua liberazione., prima di quel momento essi sono stati schiavi passivi.
L’ordine di macellare per ogni famiglia un agnello è una sfida agli egiziani che a Tebe adoravano un “capro” che era tra gli dei del pantheon egiziano uno dei più venerati e influente.
Nella prima parte del capitolo 12 di Shmot leggiamo che D-o istruisce Moshè e suo fratello Aronne su come Egli libererà Israele dall’Egitto, la prima affermazione è una indicazione temporale destinata a continuare nel tempo
Sarà per voi questo mese l’inizio dei mesi, sarà per voi il primo mese dell’anno”, Di seguito viene precisata la temporalità in “un giorno particolare” , il 10 di Nissan , in questo giorno Moshè viene istruito su come segnare questo giorno speciale in una azione speciale:

ויקחו להם איש שה לבית-אבת שה לבית ; ואם- ימעט הבית מהית משה ולקח הוא ושכנו הקרב אל-ביתו במכסת נפשת איש לפי אכלו תכסו על-השה.
Prendano essi per ciascuno di loro un capo minuto di bestia(agnello)per i padri di casa(famiglia) , un agnello per la casa,e se poca sarà la casa per l’agnello, si prenda il più prossimo alla casa, il numero secondo ciascuno potrà mangiarne”
(Shmòt 12 , 3/4).

La traduzione più leggibile di questo passo la troviamo nella traduzioni:

Parlate a tutta la comunità di Israele e dite: ”il dieci di questo mese ciascuno si procuri un agnello per famiglia, un agnello per casa, se la vostra famiglia fosse troppo piccola per consumare un agnello, si unirà al suo vicino prossimo della casa, secondo il numero delle persone, calcolerete come dovrà essere l’agnello, secondo quanto ciascuno di voi può mangiarne”.
Notiamo che il messaggio di Moshè è leggermente diverso , in genere sfugge alle traduzioni .
ויקרא משה לכל-זקני ישראל ויאמר אלהם משכו וקחו לכם צאן למשפחתיכם ושחטו הפסח
E’ chiamò Moshè tutti gli anziani di Israel e disse loro traete e prendete per voi nel gregge per le vostre famigli e immolate Pesàch
Una traduzione più leggibile :
Moshè radunò tutti gli anziani di Israele e disse loro”procuratevi un capo di bestiame minuto per ogni vostra famiglia e immolatelo per la pasqua”(shmòt 12/21).

Traete e prendete per voi un ovino per le vostre famiglie e sgozzate a Pesàch” L’espressione “traete ” contiene un profondo insegnamento,è una esortazione impegnativa , un prelievo forzoso per la necessità assoluta di disporre per quella sera del korban.
L’azione è duplice, primo sacrificare un agnello per Pesàch , poi spalmare il suo sangue e successivamente consumarlo attraverso un rituale nuovo per Israel, un atto simbolico che costituiva il vero atto di distacco dall’Egitto , una sfida al potere del faraone , la vera frattura dal sistema Egitto.

Nella metà della notte Il Signore fece morire ogni primogenito in Egitto, dal primogenito del Faraone erede al trono fino a quello prigioniero rinchiuso nel carcere, e i primi nati degli animali. Il Faraone si alzò di notte insieme ai suoi servi e a tutti gli Egiziani e vi fu un grido straziante in Egitto, poiché non vi era casa in cui non ci fosse un morto.”(smot-Bò 12/28) (esodo).

Ci si è anche chiesti perché il testo sottolinea la metà della notte e non nella notte, la tradizione fornisce una interpretazione suggestiva :
“Disse il Santo Benedetto Egli sia” :Se faccio uscire gli Ebrei di notte, gli egiziani penseranno che ho compiuto la mia opera come un ladro(di nascosto) . Perciò li farò uscire a mezzogiorno, quando il sole è all’apice “ come è scritto in Shmòt “: E fu nel mezzo di quel giorno che D-o fece uscire gli Ebrei dalla terra di Egitto, in tutte le loro schiere

Ancora il Rabbi Eliezer racconta:
E Rachel, figlia del figlio di Shutelàch (della tribù di Efraim), era incinta e al momento di partorire stava calpestando l’impasto con suo marito; e il bimbo le fuoriuscì dal grembo e andò perso nel miscuglio e il grido di Rachel salì fino al trono celeste. L’angelo Michael scese e raccolse l’amalgama insieme al bimbo e lo portò davanti al Trono Celeste. Quella notte il Santo Benedetto Egli Sia, si rivelò e colpì i primogeniti egiziani.
Morte dei primogeniti כל בכרות “kol bechòrot” decima piaga.

Ritorniamo ai passi precedenti:
E sarà per voi il sangue come segno sulle nelle quali siete, e vedrò il sangue e passerò oltre voi, e non ci sarà una piaga di distruzione su di voi quando colpirò l’Egitto” (Esodo 12/7)
Sarà segno per voi e non per gli altri, è una affermazione unica con un significato speciale, implica l’ipotesi che il sangue fu posto solo all’interno delle loro case , io vedrò il sangue e passerò oltre.
La tradizione ebraica ha da sempre considerato il sangue come la residenza dell’anima, di qui il divieto di cibarsi di sangue.
D-o dice a Moshè :
E prenderanno del sangue e lo porranno sui due stipiti e sull’architrave (esodo 12/7) , stranamente Moshè varia l’ordine e dice: “e toccherete con un ramo di issopo intriso di sangue sull’architrave e sui due stipiti (esodo).
D-o ordina che siano prima gli stipiti e poi l’architrave a essere segnati, Moshè all’opposto inizia con l’architrave.
La tradizione fornisce una possibile spiegazione , interpreta che Moshè e Aron sono i pilastri terreni del Santo che li copre come con ali protettrici come l’architrave è posta sulla porta.
Una specie di inversione di pensiero, noi diamo importanza all’architrave solo dopo i suoi sostegni, il divino prevede simbolicamente invece che prima ci siano i sostegni e poi il tetto, il collegamento con le mitzvòt e la Torah.
Prima faremo e poi ascolteremo” c’è forse una analogia ?
Chaverim ….
Vi saluto
Shalom
Noiman h
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Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

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:-)
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