Interpretazione delle Scritture Ebraiche

speculator2
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da speculator2 »

Dopo che si era creata o approfondita una divisione tra Gesù e i farisei certamente Gesù stava molto attento a non provocarli ma anche prima c'erano problemi per chi come Gesu' insegnava pubblicamente anche se in una piccola città come Nazareth. I suoi stessi concittadini volevano ammazzare Gesù semplicemente perché aveva detto che gli abitanti di Sidone erano più bravi di loro ad ospitare.
speculator2
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da speculator2 »

Noiman

La mia è solo una di tante ipotesi sul modo di insegnare dei rabbi tradizionali al tempo di Gesù. Tu dovresti sapere riguardo al modo di insegnare di allora.

Mi domando: 'Gesù si è attenuto alla tradizione che usava parabole quando chi udiva non ascoltava col cuore?
Gesù ad un certo punto Insegnava in pubblico solo con parabole, anche in presenza dei suoi discepoli. Penso che il pubblico non ascoltava Gesù col cuore.
noiman
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da noiman »

Caro Speculator
Come credo tu sappia esiste una differenza tra la parabola e l’allegoria, la lettura letterale della scrittura prevedeva il commento diretto, è facile commentare un comandamento come “ama il tuo prossimo come te stesso”, altrettanto facile commentare una legge che riguarda un aspetto pratico della Halachà, vedi esempio le regole di salute e purità, alimentari o meno, matrimoniali, ereditarie , ecc. ma è molto più difficile dove il concetto e la stessa narrazione sfugge agli schemi classici del commento, soprattutto dove il messaggio è propedeutico , pedagogico o solamente destinato alla pace sociale.
כי תבנה בית חדש ועשית מעקה לגנך ולא-תשים דמיםבביתך כי-יפל הנפל ממנו
Quando costruirai una nuova casa farai un parapetto al tuo tetto,[ la terrazza che faceva da tetto], affinché tu non sarai causa di spargimento di sangui [ di violenza] in casa tua quando dovesse cadere da esso colui che è destinato a cadere”(devarim- kitazzè) (deuteronomio22/8).
A un concetto del genere che sembra altrettanto ovvio e scontato a un proprietario di casa o a un geometra di un comune potrebbe essere la fonte di una interpretazione che nel massimo suo sviluppo può generare una parabola (di nuovo attenti a non confondere con l’allegoria).
Certamente a parte viaggi del tempo immaginari non so come Gesù parlasse al suo prossimo, certamente utilizzava per i semplici (da non scambiare con stupidi !) , uomini e donne non alfabetizzati, utilizzava esempi che si riferivano a episodi reali, credo sappiate che le parabole sono ben 49 narrate dai vangeli.

Ma credo che quando Gesù si confrontava con i maestri di Torah non utilizzasse la parabola e forse lo capiamo dal Vangelo di Marco si narra delle parabole raccontate da Gesù e che i suoi seguaci chiesero altre delucidazioni, Gesù rispose: “A voi è stato dato il mistero del regno di D-o; per quelli che sono fuori invece tutto viene detto in parabole”
Questo è simile a un professore di matematica quantistica che debba in riva al mare spiegare un pò di algebra ai bagnanti che si sono radunati intorno a lui.
Riguardo a provocare i farisei, direi che Gesù era forse più attento a non provocare i romani.
Noiman
speculator2
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da speculator2 »

Circa il non provocare i romani mi pare che nei vangeli non ci sia assolutamente nulla contro i romani, tranne l'uccisione di Gesù. Invece ci sono numerose polemiche contro i farisei specialmente, contro Erode assassino del Battista e soprattutto tanti avvertimenti verso i servi-seguaci infedeli come nella maledizione di Corazin. Già il Battista aveva usato parole piuttosto dure contro i falsi convertiti, ebrei naturalmente.
speculator2
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da speculator2 »

La similitudine di Gesù con un matematico mi sembra appropriata molto perché il termine di discepolo in greco matetes ha la stessa etimologia di matematico e Gesù era a sua volta discepolo di qualcuno di suo padre e significa colui che ripete le parole e i gesti del maestro. E questo mi sembra l'aspetto più importante.

Non mi pare però che Gesù spiegasse ai suoi discepoli algebra ma piuttosto spiegava la vita di giorno a quelli che gli stavano intorno sulla riva del mare. anche noi vorremmo qualcuno che ci insegnasse come cavarcela in questo mondo difficile.

Come Gesù parlava ai 12 che erano il suo prossimo, mentre non lo erano quelli che lo volevano ammazzare, si trova nei vangeli.

Coi farisei Gesù usò non solo parabole ma anche espressioni piuttosto colorite come "sepolcri imbiancati" e a Simone il lebbroso nha posto una domanda non sulle scritture ma su alcune usanze della situazione particolare in cui lui si trovava in quel momento.

Ci sono anche le questioni strettamente scritturali poste da Gesù, da discepoli, dai farisei, dalla gente comune.
La scrittura ebraica sulla caduta dal tetto può essere commentata a diversi livelli.
animasalvata
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da animasalvata »

Noiman buongiorno. Ho bisogno della tua conoscenza dell'ebraico. Il tema è la preposizione lamed. So che in genere significa per. Ho trovato questo in rete:

Il Lessico Ebraico-Aramaico del Davidson può significare:

I. Indicante di moto o di direzione verso un qualsiasi oggetto, a, verso […]
II. All’interno di, in […]
III. Segno del dativo […]
IV. Indicante possesso, a, appartenente a […]
V. Trasformatrice di avverbi in preposizioni […]
VI. Segno dell’accusativo […]
VII. Indicante occasione (Sal 18:45) […]
VIII. Come a, rispetto a […]
IX. A causa di, perché […]
X. Riguardo a, intorno a […]
XI. Secondo [come in ‘secondo la sua specie’] […]
E, dulcis in fundo…
XII. prefissa all’infinitivo, può essere resa in vari modi, a, finché, cosicché, perché, quando, sebbene […].

Qualche esempio biblico:

- Numeri 20,24: למי
alle acque (c.e.i.)

- Numeri 11,10: לפתח
all'ingresso (c.e.i.)

- Isaia 10,28: למכמשׂ
in Micmàs (c.e.i)

Nel Tanakh comparare 8 volte la parola לבבל:

- 1 cronache 9,1: in Babilonia (c.e.i.)
- 2 cronache 36,7: in Babilonia (c.e.i.)
- Esdra 2,1: a Babilonia (c.e.i.)
- Isaia 14,22: il nome di Babilonia (c.e.i)
- Geremia 51,2: ושלחתי לבבל : io invierò in Babilonia (c.e.i)
- Geremia 51,24; Geremia 51,49
- Geremia 29,10

Geremia 29,10 viene tradotto così nella LXX (capitolo 36,10): 10ὅτι οὕτως εἶπεν κύριος ῞Οταν μέλλῃ πληροῦσθαι Βαβυλῶνι ἑβδομήκοντα ἔτη, ἐπισκέψομαι ὑμᾶς καὶ ἐπιστήσω τοὺς λόγους μου ἐφ᾽ ὑμᾶς τοῦ τὸν λαὸν ὑμῶν ἀποστρέψαι εἰς τὸν τόπον τοῦτον·

Questa parola Βαβυλῶνι la ritroviamo per esempio anche in 1 Pietro 5,13 tradotta ''in/a Babilonia'' in senso locativo

La Vulgata ha: quia haec dicit Dominus cum coeperint impleri in Babylone septuaginta anni visitabo vos et suscitabo super vos verbum meum bonum ut reduceam vos ad locum istum


Ma in ebraico la preposizione lamed veramente può indicare anche ''in/a'' inteso come stato in luogo?
animasalvata
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da animasalvata »

Noiman, Besasea e Gianni cosa ne pensate voi?
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Nell'elenco manca il làmed auctoris.
animasalvata
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da animasalvata »

Buongiorno Gianni. Dunque com'è questa questione della lamed? A te può interessare anche la traduzione della LXX e della Vulgata
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche

Messaggio da Gianni »

Il testo ebraico di Ger 29:10 ha levavèl ( לְ בָבֶל ): il prefisso le ( ל) significa “per / verso / riguardo a / con
riferimento a”. Se fosse “a Babilonia” l’ebraico avrebbe bavèlah, come in Ger 29:4.
Il dativo della LXX è di svantaggio, a differenza di quello in 1Pt 5:13 che è locativo.

Il làmed auctoris designna l’autore; esempio: salmo ledavìd.
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