Interpretazione delle Scritture Ebraiche
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Grazie Noiman, interessante la precisazione sulla "formazione della luce".
- Gianni
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Potremmo domandarci: perchè prima di tutto la luce? Nel linguaggio concreto ebraico la creazione è presenata come il lavoro di un artigiano che, prima di mettersi all'opera, accende la luce.
Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Ultima modifica di Universal il martedì 16 aprile 2024, 9:57, modificato 1 volta in totale.
Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Sempre commentando il senso della luce mi ricollego a quanto ha osservato Gianni riguardo all’artigiano che prima di iniziare il suo lavoro accende la luce.
La progressione dell’opera di riempimento secondo la volontà divina nella prima fase della creazione è stata argomento di studio ermeneutico e cabalistico, iniziando dalle potenzialità espressive delle singole lettere ebraiche.
La י “Yod” ha la forma di un uncino ed è la più piccola delle lettere , non scomponibile e inteso come punto originario, la cabala afferma che essa rappresenta il punto primordiale scaturito da “En Sof” , nella sua unione con la ה “he” che ha l’aspetto di una casa compongono la parola יהי “yehì” “ sia”, questo verbo compare per la prima volta in D-o disse: “sia la luce”.
Secondo i cabalisti (piacerà a Janira) la luce nasce quando la lettera “yod”prorompe dalla parola “awir” “etere”, lo Zohar afferma che la “yod” deriva dalla parte superiore della lettera א “alef” prima lettera dell’alfabeto ebraico, lettera muta, il suo valore numerico è 1.
La yod è il principio di tutti i gradi, non scomponibile ma genera le forme di tutte le altre lettere, formando figure che appartengono a una lingua scritta come la matematica ricompone i numeri e gli da significato.
Il buio non ha “mammashut” la consistenza, quello che noi intendiamo come negativo, nel lessico dei mistici è chiamato “sitrà achrà” “l’altro lato, l’ombra di ciò che è buono , “un poco di luce scaccia molta oscurità, “ ( fonte Pacifici)
Sholem commenta : “La luce dotata di pensiero entra cosi in conflitto originario con l’ambito di D-o stesso non vuole essere compenetrato da lei e che nella resistenza contro questa formazione ad extra cerca di distruggere le strutture cui essa da luogo. Quando la luce dotata di pensiero irradiò lo spazio primordiale pervase, secondo questa tradizione , solo una metà degli ambiti resi liberi dallo tzimtzum per la creazione. La parte inferiore invece, chiamata “informe”(golmi) o “profondità del grande abisso (‘omqa de-tehoma rabbàh), restò del tutto colma della luce senza pensiero divenuta a quel punto, nei suoi effetti sulla creazione, il principio distruttivo e la radice del male. Ad ogni processo cosmogonico si ripropone questo conflitto, che non vede contrapporsi due processi ostili, ma due aspetti della dell’unica divinità”
Tutte le strutture e le forme della creazione sono portate all’esistenza dalla luce senza pensiero nel momento in cui è costretta dal pensiero a passare da una potenza all’atto. Nella misura in cui l’informe” accetta di rivestirsi di una forma diviene un elemento costruttivo, mentre rappresenta la radice del male ogni volta che si rifiuta”
Fonte Gershom Sholem- La figura mistica della divinità, (pag 73/75 ed. italiana).
La parola יהי “yehì” “ sia”, “sia luce" suona come un comando e una affermazione, viene da chiedersi a chi è diretta? “se escludiamo per un attimo il nostro veloce pensiero sequenziale ” Sia luce” potrebbe essere un Nome che non comunica altro che a se stesso, (scrivo Nome maiuscolo per sottrarlo al comune significato che gli attribuiamo) , "Prima della creazione vi era solo D-o e il suo Nome" (fonte Pirqè di Rabbi Eli’ezer”) , il comando è il primo atto linguistico articolato e viene coinvolto il ”pneuma”. Fonte Sholem –Il Nome di Dio nella visione cabalistica).
Noiman
La progressione dell’opera di riempimento secondo la volontà divina nella prima fase della creazione è stata argomento di studio ermeneutico e cabalistico, iniziando dalle potenzialità espressive delle singole lettere ebraiche.
La י “Yod” ha la forma di un uncino ed è la più piccola delle lettere , non scomponibile e inteso come punto originario, la cabala afferma che essa rappresenta il punto primordiale scaturito da “En Sof” , nella sua unione con la ה “he” che ha l’aspetto di una casa compongono la parola יהי “yehì” “ sia”, questo verbo compare per la prima volta in D-o disse: “sia la luce”.
Secondo i cabalisti (piacerà a Janira) la luce nasce quando la lettera “yod”prorompe dalla parola “awir” “etere”, lo Zohar afferma che la “yod” deriva dalla parte superiore della lettera א “alef” prima lettera dell’alfabeto ebraico, lettera muta, il suo valore numerico è 1.
La yod è il principio di tutti i gradi, non scomponibile ma genera le forme di tutte le altre lettere, formando figure che appartengono a una lingua scritta come la matematica ricompone i numeri e gli da significato.
Il buio non ha “mammashut” la consistenza, quello che noi intendiamo come negativo, nel lessico dei mistici è chiamato “sitrà achrà” “l’altro lato, l’ombra di ciò che è buono , “un poco di luce scaccia molta oscurità, “ ( fonte Pacifici)
Sholem commenta : “La luce dotata di pensiero entra cosi in conflitto originario con l’ambito di D-o stesso non vuole essere compenetrato da lei e che nella resistenza contro questa formazione ad extra cerca di distruggere le strutture cui essa da luogo. Quando la luce dotata di pensiero irradiò lo spazio primordiale pervase, secondo questa tradizione , solo una metà degli ambiti resi liberi dallo tzimtzum per la creazione. La parte inferiore invece, chiamata “informe”(golmi) o “profondità del grande abisso (‘omqa de-tehoma rabbàh), restò del tutto colma della luce senza pensiero divenuta a quel punto, nei suoi effetti sulla creazione, il principio distruttivo e la radice del male. Ad ogni processo cosmogonico si ripropone questo conflitto, che non vede contrapporsi due processi ostili, ma due aspetti della dell’unica divinità”
Tutte le strutture e le forme della creazione sono portate all’esistenza dalla luce senza pensiero nel momento in cui è costretta dal pensiero a passare da una potenza all’atto. Nella misura in cui l’informe” accetta di rivestirsi di una forma diviene un elemento costruttivo, mentre rappresenta la radice del male ogni volta che si rifiuta”
Fonte Gershom Sholem- La figura mistica della divinità, (pag 73/75 ed. italiana).
La parola יהי “yehì” “ sia”, “sia luce" suona come un comando e una affermazione, viene da chiedersi a chi è diretta? “se escludiamo per un attimo il nostro veloce pensiero sequenziale ” Sia luce” potrebbe essere un Nome che non comunica altro che a se stesso, (scrivo Nome maiuscolo per sottrarlo al comune significato che gli attribuiamo) , "Prima della creazione vi era solo D-o e il suo Nome" (fonte Pirqè di Rabbi Eli’ezer”) , il comando è il primo atto linguistico articolato e viene coinvolto il ”pneuma”. Fonte Sholem –Il Nome di Dio nella visione cabalistica).
Noiman
Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Non mi è chiaro come il segno di qualcuno possa essere lui stesso e non comprendo la relazione fra questo e i segni che appaiono nel Sole e nella Luna nel parallelo di Luca. Forse vuoi dire che in Daniele 7,13 e Apocalisse 19,11 il figlio dell'uomo è una figura apparsa nelle visioni. Un figlio dell'uomo può apparire nelle nuvole in una visione e questa figura è chiara a chi ha la visione, ma nella realtà non vedo come sia possibile vedere da terra, ad occhio nudo, la figura di un uomo che sta all'altezza delle nuvole.Margo27@live.it ha scritto: ↑sabato 13 aprile 2024, 20:37 In Matteo 24:30 "il segno del Figlio dell'uomo..." qui è evidenziato che il "segno" è il figlio dell'uomo stesso (Yeshua) cfr. Daniele 7:13, Apocalisse 19:11.
Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
C'è anche un'altra spiegazione: la luce, quando appare nell'oscurità ha sempre una forma geometrica ben definita. L'oscurità viene separata da questa forma geometrica e il verbo biblico ברא , oltre che creare, significa anche dividere. L'operazione di illuminamento causa una divisione (ברא) delle tenebre. Nel verso di Amos analogamente i monti hanno una forma e questa divide il vento che li attraversa.noiman ha scritto: ↑lunedì 15 aprile 2024, 19:40
Bisogna osservare che per la luce è utilizzato il verbo “formare” (sinonimo di estrarre, fare uscire) secondo l’agiografo dunque la luce ha una sua sostanza, per questo il testo usa la parola formazione, indicando che essa esisteva già, al contrario dell’oscurità che non ha sostanza e va creata, ecco perché per l’oscurità viene usato il termine “creazione”, simile a “Egli forma le montagne e crea il vento”(Amos 4/12) ,
Posso chiedere in quale contesto il verbo formare è sinonimo di estrarre, fare uscire?
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Universal i segni e i prodigi celesti descritti in Luca 21:25 sono precedenti il ritorno del Cristo (cfr. Mt 24:29). Per quanto riguarda ciò che credi o non credi il discorso è ampio.... personalmente ti ho esposto quello che afferma la Scrittura!
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Avevo anche letto da qualche parte che scientificamente I fotoni sono piu antichi delle stelle.
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Provo a dire la mia non possiamo fare previsioni apocalittiche sulla base di eclissi e passaggi di comete pero Elohim le fa avvenire per una ragione.Universal ha scritto: ↑martedì 16 aprile 2024, 9:32Non mi è chiaro come il segno di qualcuno possa essere lui stesso e non comprendo la relazione fra questo e i segni che appaiono nel Sole e nella Luna nel parallelo di Luca. Forse vuoi dire che in Daniele 7,13 e Apocalisse 19,11 il figlio dell'uomo è una figura apparsa nelle visioni. Un figlio dell'uomo può apparire nelle nuvole in una visione e questa figura è chiara a chi ha la visione, ma nella realtà non vedo come sia possibile vedere da terra, ad occhio nudo, la figura di un uomo che sta all'altezza delle nuvole.Margo27@live.it ha scritto: ↑sabato 13 aprile 2024, 20:37 In Matteo 24:30 "il segno del Figlio dell'uomo..." qui è evidenziato che il "segno" è il figlio dell'uomo stesso (Yeshua) cfr. Daniele 7:13, Apocalisse 19:11.
Puo essere che Elohim compia i segni nel cielo prima del grande giorno di Yhwh per invitare l'uomo a riconoscere il creatore e a pentirsi. Invece il pagano tende ad impaurirsi davanti ai segni del cielo.
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Re: Interpretazione delle Scritture Ebraiche
Un eclisse anche sperduta in mezzo ad un oceano non viene fuori dal nulla. Se avviene e' la volonta divina che la fa accadere anche se il fenomeno ha una spiegazione scientifica. Siamo portati a pensare ai segni del cielo come qualcosa di irripetibile, unico e che non ha spiegazione scientifica ma I segni del cielo potrebbero essere veramente "sotto il naso" essendo eventi astronomici che ogni tanto accadono e si spiegano anche scientificamente. Anche I pagani antichi credevano che le eclissi e I passaggi di comete erano segni celesti solo che li riconducevano alla volonta dei loro dei. L'idolatria stava nel ricondurle alla volonta dei loro dei.noiman ha scritto: ↑sabato 13 aprile 2024, 21:16Noiman buongiorno vorrei chiederti il punto di vista ebraico sugli eventi nel cielo come le eclissi. Eclissi di sole ed eclissi di luna coincidenti con le festivita ebraiche possono essere dei segni che Elohim rivolge al genere umano per comunicare qualcosa? Questa cosa e' fondata nella Torah oppure e' un idea pagana?
Gianni in attesa di Noiman citiamo Genesi 1,14
Poi DIO disse: «Vi siano dei luminari nel firmamento dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano per segni e per stagioni e per giorni e per anni;"Per segni" in ebraico לְאֹתֹת֙
https://biblehub.com/hebrew/226.htm
Da questo versetto sembra che Yhwh ha fatto I luminari non solo per regolare stagioni, giorni e anni ma anche per i segni.
Rashi e Ibn Ezra fanno riferimento anche alle eclissi.
Troviamo poi scritto questo: Geremia 10,2
Così dice il Signore: Non imparate la via dei pagani e non siate sgomenti davanti ai segni del cielo; perché i pagani ne sono sgomenti.
Grazie.
Rispondo per quello che so e per quanto riguarda la parte connessa al “segno” secondo la tradizione ebraica.
Non è proprio così caro anima salvata, secondo me non bisogna fare confusione tra i segni dei profeti e la generalizzazione del “segno” nel suo significato generale, un esempio Yeshaya’ riguardo re Achaz “E continuò il Signore a parlare a Achaz, chiedi per te un segno dal Signore tuo”(Yeshayà’ . 7/11) e gli aspetti astrologici e di conseguenza le derive idolatriche, Siracide scriveva: ”La luna con il suo ciclo stabilisce le stagioni e il punto di riferimento per calcolare il tempo. Per fissare le date delle ricorrenze si ricorre alla luna che cresce e poi cala, essa è un segnale …”(Il libro della sapienza)
אות “ot” è il segno, innanzitutto inteso come singola lettera ma anche come “prodigio”, il suo plurale “ottòt” e polisemica , nella forma “otiyyòt” indica i segni alfabetici, otiyyòt assume anche il significato “ciò che viene” vedi anche Yeshayà’ 41/23.
את e אות, “ot” sono la prima e l’ultima lettera del’alfabeto ebraico, la waw fa da congiungimento, nella scrittura completa sostituisce il suono “o” con un kolem magnum sopra la waw, ma nel suo significato ermeneutico la waw rappresenta anche la conversione temporale del segno in possibilità dinamiche, un esempio la waw inversiva, in questo caso ponendosi tra alef e tav pone un legame nel suo divenire, qualche cosa identico alla particella את “et””
Noiman
Elohim nel formare I luminari e gli astri ha prestabilito anche I movimenti di tali corpi. Questi movimenti dipendono dalla volonta di Elohim e cosi anche tutte le eclissi derivanti costituiscono un segno della volonta e della potenza di Elohim. Un evento astronomico anche spiegabile scientificamente se accade e'sempre per volere divino altrimenti non accade. Pertanto Elohim puo formare questi segni non per fare previsioni sul futuro ma per "firmare" Il creatore. La creazione deve lodare Elohim, anche le eclissi e le comete ,e l'uomo e'chiamato davanti a tali cose non a impaurirsi ma ad avvicinarsi ad Elohim, a riconoscerlo e a cambiare stile di vita. Forse per questo Elohim le fa accadere prima del giorno terrible del Signore.