Un problema di critica testuale in Dn 8:9

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Gianni
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Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da Gianni »

Cari Noiman e Besaseà, mi rivolgo a voi perché mi aiutiate a risolvere un problema che ho incontrato stamattina. Da alcune settimane sto preparando un corso di specializzazione sul libro biblico di Daniele.
Stamani ho trovato difficoltà nella traduzione della prima frase di Dn 8:9:
וּמִנ־הָאַחַת מֵהֶם יָצָא קֶרֶנ־אַחַת מִצְּעִירָה
Ed ecco il problema: perché מֵהֶם è al maschile, non accordandosi con il femminile אַחַת riferito a קֶרֶן che pure è femminile?
Grazie anticipate per il vostro aiuto. :-)
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Gianni
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Re: Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da Gianni »

Grazie, Besaseà.
Ma perché dici che il corno singolo dello tzafìr del v. 5 sia il corno dell'alleanza così come anche al verso 8? Al v. 21 è detto chiaramente che “il capro irsuto è il re di Grecia; e il suo gran corno, fra i suoi occhi, è il primo re”.
Il prof. Fausto Salvoni (che fu mio insegnante) tradusse così Dn 8:9: “Da uno di essi, dal più piccolo, spuntò un corno”. - La Bibbia Concordata, Arnoldo Mondadori Editore, 1968.
Io ho pensato alla seguente spiegazione, che ti sottopongo per avere la tua opinione.

“Da essi” (מהם) non è riferito alla corna ma a ciò che rappresentano.
Si legge infatti più avanti, in Dn 8:22,23: “Le quattro corna [femminile in ebraico], sorte al posto di quello [di essa, femminile in ebraico] spezzato, sono quattro regni [femminile in ebraico] che sorgeranno da questa nazione, ma non con la stessa sua potenza. Alla fine del loro regno [femminile in ebraico], quando i ribelli avranno colmato la misura delle loro ribellioni, sorgerà un re [maschile in ebraico] dall'aspetto feroce, ed esperto in intrighi”.
“Da la una” (מנ־האחת) è quindi riferito a uno dei quattro regni (femminile in ebraico), mentre “da essi” (מהם) è riferito ai re (maschile in ebraico) che li rappresentano. Si tratta di una prolessi o anticipazione: ‘da quelli’ che sono poi nell’interpretazione dei re. Il corno (femminile in ebraico) che spunta rappresenta un re (maschile in ebraico).

Potrebbe essere?
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Gianni
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Re: Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da Gianni »

Caro Besaseà, cerco di spiegare meglio il mio ragionamento. Per farlo inventerò una frase in italiano rispettando i generi maschile e femminile parallelamente al testo ebraico.
Ecco la frase inventata:
I suoi due figli erano come le sue due gambe, una di essi resse di più.
L’italiano non è sintatticamente perfetto, è vero, ma se la frase è messa in un contesto criptico, regge.
Il nostro testo danielico è apocalittico, perché i capitoli 7-12 cambiano genere narrativo: da quello storico si passa a quello profetico-apocalittico.
In Dn 8:22,23 le corna (femminili) vengono identificate come regni (femminili in ebraico), ma anche che re (maschile). Un po’ come le gambe (femminili) e i figli (maschili) del mio astruso esempio.
Nella mia ipotesi, quindi, da essi (מהם) è riferito ai re, che sono la vera identità delle corna.

Interessante la tua spiegazione, ma allora perché non usare direttamente מהדברים invece di sottintenderlo?
La tua traduzione “da queste cose/parole ne viene” mi sembra poi che non si agganci in modo logico alla frase precedente: “Si ruppe il corno grande e salirono khasùt quattro al posto di essa [al posto del corno grande, femminile in ebraico]”. Ora, dire che “da ciò ne viene” che il corno sorto da una piccolezza (מצעִירה) cresce a dismisura, non mi pare logico. Inoltre, nella tua traduzione non dovrebbe esserci שקרן? Con lo ש? Se non lo metti, “da queste cose” non è più riferito alle parole dette ma alle quattro corna, il che ci riporta al problema iniziale ovvero a מהם al maschile.

La parola חזות (khasùt, non khasòt, “visione”; ma anche khasùt può indicare la visione) mi pare che qui indichi qualcosa di ragguardevole o considerevole. Di certo non il patto, come in Is 28:18.

Insomma, caro Besaseà, sono in alto mare. Mi incoraggia comunque il fatto che dici che ci ragionerai più a fondo. Grazie! :-)
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Gianni
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Re: Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da Gianni »

Caro Besaseà, mi torna tutto. Hai fatto un’esegesi attenta e scrupolosa. Non solo hai chiarito i termini al maschile ma li hai spiegati in modo logico e conforme al contesto. :YMAPPLAUSE:
Davvero grazie, Besaseà! Sei stato prezioso! Hashem ti benedica. :-)
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Re: Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da Gianni »

Besaseà, Daniele mi sta facendo impazzire. Sono arrivato quasi alla fine del cap. 8. Le traduzioni non aiutano affatto, spesso sono di intralcio. Con la sezione aramaica non ho avuto grandi problemi esegetici, ma ora con l'ebraico è un'altra musica. Verbi al femminile e al maschile nello stesso periodo!
Il passo di Dn 8:12, per avere una certa logica grammaticale e sintattica ho dovuto tradurlo cambiando la consueta punteggiatura delle traduzioni. Te lo sottopongo per avere un tuo parere.
In rosso le parole dubbie del testo come di solito tradotto:
וְצָבָא תִּנָּתֵן עַל־הַתָּמִיד בְּפָשַׁע וְתַשְׁלֵךְ אֱמֶת אַרְצָה וְעָשְׂתָה וְהִצְלִיחָה
vetzavà tinatèn al-hatamìyd befàsha vetashlèch emèt artzàh veastàh vehitzlìykhah
e schiera fu data con-il [sacrificio] continuo per trasgressione e gettò verità a terra e fece e prosperò
Dalla LXX vediamo che gli ebrei alessandrini tradussero qui il vocabolo ebraico צָבָא (tzavà) con quello greco θυσία (thysìa), “sacrificio”. Questa scelta era possibile? Sì, perché la parola ebraica צָבָא (tzavà) non significa solo “schiera/esercito” ma indica anche il servizio levitico, come in Nm 4:3, in cui si parla “di tutti quelli che possono assumere un incarico per servire nella tenda di convegno”, “tutti quelli che entrano nel gruppo di servizio [צָבָא (tzavà)]” (TNM), che nella Nuova CEI diventa “di quanti fanno parte di una schiera”!
La traduzione più corretta appare quindi quella della vecchia CEI (edizione del 1974): “In luogo del sacrificio quotidiano fu posto il peccato e fu gettata a terra la verità; ciò esso fece e vi riuscì”. Le altre traduzioni (compresa la Nuova CEI) non traducono: interpretano!
Quanto al verbo תִּנָּתֵן (tinatèn), si tratta della forma passiva/riflessiva nifàl del verbo נָתַן (natàn), “dare”. Tinatèn è però al femminile. Siccome tzavà è maschile, va ricercato un altro soggetto che sia femminile.
Nella frase di Dn 8:12 la forma verbale תִּנָּתֵן (tinatèn) è abbinata al seguente עַל־ (al-), che è una preposizione che può significare “sopra / verso / contro / di fianco a / riguardo a / sebbene / secondo / perché”. È ovviamente il contesto a darle il senso. Il verbo נָתַן (natàn) seguito da עַל־ (al-) lo troviamo in due passi di Ez:

PASSO TESTO EBRAICO TRADUZIONE INTERLINEARE TRADUZIONE CORRETTA IN ITALIANO (NR)
Ez 7:3 נָתַתִּי עָלַיִךְ (natatìy alàych) “darò su te” “ti farò ricadere addosso”
Ez 7:4 עָלַיִךְ אֶתֵּן (alàych etèn) “su te darò” “ti farò ricadere addosso”

Va ora osservato che la punteggiatura è assente nel testo biblico originale, per cui è inserita dal traduttore. Siccome la frase צָבָא תִּנָּתֵן עַל־הַתָּמִיד (tzavà tinatèn al-hatamìyd) ha il verbo תִּנָּתֵן (tinatèn) al femminile, tzavà (che è maschile) non è il soggetto. Se si cambia la punteggiatura di Dn 8:11,12, tzavà diventa complemento oggetto:
11
... וְהֻשְׁלַךְ מְכֹון מִקְדָּשֹׁו׃
12
וְצָבָא ...
11 ... vehushlàch * mechòn miqdashù
12 vetzavà.
11 e fu fatto scuotere [il] fondamento di santuario di lui 12 e [il] servizio [levitico].
________________________________________
* הֻשְׁלַךְ (hushlàch) è nella forma hofàl (causativo passivo), terza persona singolare maschile.
________________________________________

Cambiando la punteggiatura, si ha dunque:

Dn 8:11 Si innalzò fino al capo di quell'esercito, gli tolse il sacrificio quotidiano e fu fatto scuotere il fondamento del suo santuario 12 e il servizio.

Rimane a questo punto da tradurre la frase del v.12 תִּנָּתֵן עַל־הַתָּמִיד (tinatèn al-hatamìyd) e il resto del versetto:
תִּנָּתֵן עַל־הַתָּמִיד בְּפָשַׁע וְתַשְׁלֵךְ אֱמֶת אַרְצָה וְעָשְׂתָה וְהִצְלִיחָה
tinatèn al-hatamìyd befàsha vetashlèch emèt àrtzah veastàh vehitzlìykhah
e si fece ricadere addosso il tamìd con una trasgressione e fece cadere a terra [la] verità e fece e prosperò
________________________________________
תִּנָּתֵן (tinatèn) è la forma nifàl (passiva/riflessiva), terza persona singolare femminile, riferita la corno (femminile in ebraico).
Il tamìd (תָּמִיד) significa letteralmente “continuo”; essendo preceduto dall’articolo determinativo (prefisso הַ, ha, diventa sostantivato: “il continuo” e si riferisce al sacrificio quotidiano (quindi “continuo”) che era fatto del santuario. – Es 29:38-42.
תַשְׁלֵךְ (tashlèch) è la forma hifìl (causativa attiva), terza persona singolare femminile, riferita la corno (femminile in ebraico).

Può andare?
chelaveritàtrionfi
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Re: Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Besasèa e chi sarebbe l'esercito del cielo (rappresentato dagli astri) e chi il capo dell'esercito?
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Un problema di critica testuale in Dn 8:9

Messaggio da Gianni »

2 Pietro 1:19. (*)
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