Maria Grazia Lazzara ha scritto: ↑martedì 13 dicembre 2022, 9:43
chelaveritàtrionfi ha scritto: ↑martedì 13 dicembre 2022, 8:56
Le valutazioni però vanno fatte a mente libera e non partendo dall'interpretazione preconosciuta
Si ma il tuo bagaglio di conoscenza non lo devi annullare , non tutto ciò che hai assimilato e' sbagliato , penso che è quello che tutti stiamo cercando di fare , di aver una mente ricettiva ,altrimenti non saremmo in questo forum , crescita non significa annullare tutto il tuo archivio, ma lo rivaluti e lo maturi , puoi notare che alcuni qui' non si spostano di una virgola , mentre altri cercano di capire , facendo domande,questo significa disponibilità , i termini allocchi ,creduloni ,non si addicono ai semplici,forse loro andranno davanti a noi nelle ricompense , e poi ci sono quelli che si ritengono di sapere e credono magari che l'asino vola .
Esattamente questo. Ma non annullare piuttosto "ripulire" le intepretazioni sbagliate e discutibili. Come? Studiando. La difficoltà, per esempio, è in primis la lingua. Ma ci sono modi per raggirare sia consultando le concordanze, sia con l'aiuto degli amici ebrei ed in generale di chi conosce le lingue. Andrebbe analizzato tutto capitolo per capitolo con tutti i riferimenti sia storici e sia il richiamo alle altre scritture che compaiono nello stesso periodo. E' quello che sto cercando di fare. Ma sarebbe un lavoro lungo. Il capitolo 42 è un esempio. Così si dovrebbe fare fino al 53 ecc.. Se devo fare una sintensi, che posso anche correggere, Isaia II non parla del profeta Isaia ma è un poema profetico, così come ho già scritto. Ciò vuol dire che si evince che sono "profeti" (coloro che annunciano e che hanno annunciato), ad avere voce, perchè essi riportato le parole di Yhvh. In questo libro (40-55 e successivi) si annuncia la liberazione di una porzione di Israele, che è Giuda, prigioniera a Babilonia. Questa liberazione avviene per intervento divino suscitando "
uno dal settentrione", ancora anonimo fino al 44-45, anche anonimo negli altri profeti, definito anche "
uno che amo" in uno di questi capitoli e nominato appunto in 44 e 45: il Messia Ciro. Il re Persiano (tu non mi conosci, dice il profeta), sarà il braccio di Yhvh, la sua forza (El) che sconfiggerà tutti i re e li sottometterà (infatti ha conquistato tutto) fino a Babilonia. Questo Messia è anche un servo di Yhvh, così come lo era Nabucodonosor. Ma il servo per eccellenza, il popolo eletto, è Israel. Si parla principalmente di Israel nel brano, di cui una parte era stata deportata in Assiria ed una parte a Babilonia. Ora, Giuda si sarebbe potuta riunire con il resto. Questo si evince sia da alcuni passi del libro di Isaia sia dagli altri profeti contemporanei a questa descrizione come Ezechiele ecc. a parte l'essere profetizzato in precedenza. Il servo sofferente è Giuda prigioniero, strappato dalla sua terra, larva di Israele, verme perchè debole rispetto alle altre nazioni. Il regno di Giuda era morto quando era stato deportato. Il suo ultimo re Sedechìa era stato ucciso. A volte si parla di leoni, legare mani e piedi ecc.. hanno tutti un significato questi elementi e legate letteralmente al passato, ma definiscono anche delle indicazioni ben precise per il futuro.
Yhvh pone il suo spirito sopra Ciro che è il suo braccio, la sua forza (El) per liberare la parte del popolo prigioniero. Questa è secondo me la lettura del libro in senso storico di fatti accaduti. Ma questa lettura, come già anticipato, mostra uno schema di eventi che si ripeteranno nel futuro e si possono dimostrare le analogie.
Giuda muore (Gerusalemme distrutta e incendiata, il tempio distrutto) e risorge liberata da un Messia.
Gerusalemme di nuovo incendiata, il tempio profanato e la città poi liberata da un condottiero che ripristinerà il culto del tempio
ancora.. Gerusalemme assediata, il tempio distrutto ecc.. ma stavolta viene "uno dalla Gudea" ad insegnare che il tempio è quello dentro di noi e della Gerusalemme celeste che è dentro, un unto, un messia liberatore in questo senso.
Dal punto di vista storico, per rimanere in linea con gli eventi passati, stavolta con i romani si è avuta una distruzione definitiva del tempio (a tempo indefinito), la dispersione del popolo di Israel tra le nazioni e secondo questo schema si può interpretare un ritorno, un nuovo raduno in futuro anche con un terzo tempio.