ISAIA 53

chelaveritàtrionfi
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Re: Isaia 53

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: domenica 6 novembre 2022, 11:47 Ciao Naza (noto che alcuni ti chiamano così. E' forse un diminuitivo di Nazareno?)
Dire la mia opinione, per quello che vale, ora è troppo presto. Passiamo prima in rassegna gli interventi di Noiman e Besasea che sono ebrei conoscitori della tradizione religiosa (interventi sparsi anche in altri topic).
La vecchia discussione ha molte lacune, alcuni utenti si sono cancellati e altri non sono stati molto di aiuto perché a loro interessava solo combattere per la loro fede. Si poteva però continuare li, sarebbe stato molto più semplice. Oppure si possono prendere tutti i post di Besasea e metterli in ordine qui secondo i capitoli, sia le traduzioni che ha fatte di propria mano che i commenti, tralasciando però quelli polemici che potrebbero irritare gli altri.
chelaveritàtrionfi ha scritto: sabato 5 novembre 2022, 22:42 Secondo te queste discussioni avvengono solo tra noi poveri ignoranti?
Secondo me avvengono anche fra studiosi preparati perché ognuno vuole sempre tirarsi il mulino alla sua acqua (scusa l'inversione :d )
In molti topic emergono interventi di Besasea con tecnicismi di una maestria mai vista prima. Secondo me deve essere un qualche docente, uno abituato ad insegnare. Conviene non farlo scappare perché ci può essere molto di aiuto, ho letto che una volta tanto scappa.
Tu sei bravissimo Naza, sai molte cose e sai come dirle, hai molto tatto. Cerchiamo di incoraggiare gli altri utenti a seguire il tuo esempio. Attaccare le fedi altrui la considero una cosa immorale. Possiamo contrabbattere, ma poi alla fine ognuno si tiene la sua fede. Non dobbiamo mai sperare che gli altri abbraccino la nostra fede se no si polemizza e basta. Vediamo di arrivare a qualche conclusione sensata o anche senza conclusioni per me va bene lo stesso. Basta che però non si perda il rispetto reciproco e rimaniamo uniti.
:-) Buongiorno. Si è un diminutivo, il mio nome. Se hai letto i miei interventi (a parte che sono di anni fa), non mi sono schierato a favore dell'interpretazione classica perchè secondo me è sbagliata. Hai ragione sulla fede ed infatti a me non interessa attaccare nessuno da questo punto di vista e non vado da mia nonna a martellarla su certi argomenti, al massimo posso far notare che certe cose non sono scritte ma sono usanze stabilite dopo. Questo spazio è a libero accesso e se leggi alcune discussioni, c'è chi usa (va) il forum per propaganda religiosa. Alcuni vengono qui a scrivere per approfondire, per dire la loro, altri perchè si può parlare di scritture ..ed in giro, a parte le chiese, non lo puoi fare in questi termini. In una congregazione religiosa non sei libero di dire la tua ma devi ascoltare chi si eleva sul palco o i capigruppo selezionati. Appena osi dire cose completamente diverse dal credo comune, solitamente vieni allontanato. Se leggi bene i miei interventi, difficilmente contesto Besàseà o Noiman sul piano linguistico, perchè come dice Besàseà non capisco "un'acca" di Ebraico, ed ha ragione. Lo ringrazio per le spiegazioni dei termini. Noiman ha mostrato anche di conoscere bene la mistica ebraica e non si mette a scrivere qui più di tanto, e forse ne comprendo il motivo. Il problema di base è il ragionamento, non perchè non si è capaci ma perchè c'è sempre un'impronta di base. Anche credere in una tradizione orale è una forma di mentalità religiosa e quanto si parla di interpretazioni c'è sempre un errore. La prova? lo dimostra la storia e lo dimostra l'attualità. PErchè? perchè molte volte dalla stessa casa leggi interpretazioni diverse specialmente per quanto riguarda le cosiddette profezie. Quando un passo consente diverse traduzioni e diverse interpretazioni, solo il ragionamento e l'analisi storica può chiarire meglio la questione. Siccome noto che ci sono concetti radicati da un lato e dall'altro, diventa anche difficile dialogare, perchè si finisce per scrivere frasi del tipo "mentalità religiosa", "mentalità occidentale" , "non capisci un'acca di ebraico" ecc. Queste osservazioni non vengono evidenziate certamente per cattiveria, è la realtà, ma ciò non basta a liquidare un utente o uno studente. Penso che la prima cosa da fare sia risalire alla corretta traduzione di un passo, giusto. Poi capire chi è l'autore e in che epoca scrive (molti libri sono una composizione di opere di più autori) e soprattutto leggere il contesto storico del momento. Se si ha in testa una profezia millenaria in partenza, già diventa difficile parlare, perchè è come picchiare la testa contro un muro. Più volte ho tentato di ricostruire alcuni passi facendo queste analisi. Non perchè io ho la soluzione ma perchè di sicuro sono abituato a fare indagini di un certo tipo e la soluzione, se possibile, la voglio trovare. Almeno avvicinarmi. Male che vada manco l'obiettivo ma almeno si fanno passi avanti. Rispetto a pochi anni fa oggi la tecnologia consente di fare velocemente ricerche ed in un certo senso certi concetti diventano inaccettabili. Quando mi si viene a dire che una tradizione orale è impaccabile e si parla perchè non si conosce..da un lato è certamente vero, ma all'altro io posso dire che non si capisce nulla nè di statistica nè di probabilità, perchè l'attendibilità di qualunque trasmissione deve essere ragionata in termini probabilistici così come l'analisi di documenti antichi. Finchè non si accetta il concetto che la propaganda libera ufficiale non esiste, specialmente parlando del passato, che cosa puoi fare? poco o nulla.

A parte questo, ho sempre affermato che è giusto considerate tutto, fare ciò che si può, mettere tutti gli elementi sul tavolo, considerare il grado di attendibilità di ognuno di questi elementi (compresi i documenti storici) e poi tirare le somme. Ma rimane un problema insormontabile: la mentalità e l'idea preconcetta.

Prendo atto certamente che prima di me tanti hanno tentato di andare a fondo su ogni cosa e tanti hanno le competenze giuste per analizzare scritti e tutta la storia. Ma una sola persona non può essere un tuttologo e chi si percorre questa strada è solitamente un religioso o all'opposto uno storico magari ateo. Per quanto riguarda le scritture ebraiche ho sempre fatto notare che prima vengono gli Ebrei. E' il loro testo e gli occidentali hanno preteso di capire meglio di loro. Dopo vengono gli studiosi occidentali e poi tutti gli altri. Ma alla fine l'onestà intellettuale e la logica devono prevalere. L'idea religiosa è che tu leggi un passo e poi arriva una sorta di illuminazione che te lo fa capire. Questo punto lo lascio in sospeso perchè in questa cosa in realtà ci credo ma in maniera ben diversa da quello che si intende. Molti credono di aver ricevuto l'illuminazione e poi scopri che il risultato a cui sono giunti è condizionato da un passo tradotto male e dall'idea religiosa si partenza. Credo che invece l'altro risultato, quello corretto, sia possibile avendo prima raggiunto un livello di chiarezza mentale e soprattutto avere la certezza che ciò che si legge è scritto/tradotto correttamente. Devi essere anche consapevole ed avere di base l'idea che chi ha scritto lo ha fatto in una certa epoca e con una certa mentalità. Oltre a questo devi anche avere una minima conoscenza dei simbolismi, del genere letterario (così lo chiamiamo oggi) ecc. Insomma è un lavoro difficile e lo sappiamo. Poi mediti e magari capisci ciò che a te serve.

In questo forum, ho più volte scritto, che è meglio concentrarsi sulla didattica ed è ciò che cerco di fare io.
Ora, analizzare i vangeli è certamente più semplice da un lato per una questione di lingua e di "era". L'errore che si commette, secondo me, e lo posso dimostrare, è agire con la mentalità della sostituzione oltre ad avere nel cuore un astio reciproco da entrambi i lati. E dalle ultime discussioni emerge questo specialmente in Natzarim che scrive con l'intento rabbioso di distruggere il cristianesimo. Su questo aspetto lo tranquillizzo perchè già c'è chi lo sta facendo e con la sua distruzione verranno meno anche tutti i principi anche giusti (perchè non è sempre tutto diabolico). Una società senza dio (sostituito da un dio diverso) e senza regole etiche come quelle a cui siamo abituati
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
chelaveritàtrionfi
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Re: Isaia 53

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Riguardo ad Isaia 53 si può fare un semplice procedimento: si prendano 4 passi che includono questo capitolo, si tolgano tutte le numerazioni, ci si accerti che i passi siano tradotti correttamente e poi che si legga il tutto. Fatto questo, provare a mettersi nei panni di un giudeo che vive nel V - IV secolo a.E.V. e chiedersi cosa capisce. Fatto questo mettersi nei panni di una persona che ha assistito gli eventi del I secolo o meglio che vivendo nelle zone tra Giudea e Galilea, abbia letto le scritture greche e la storia di Yeshùa. Cosa ci vede rileggendo molte storie descritte sulle scritture ebraiche? Dipende da cosa pensa. Se pensa che le scritture greche siano opere dei romani le cestina. Se invece crede che siano opere che raccontano fatti reali, anche in chiave simbolica, poetica, costruita ma per uno scopo che è tutt'altro quello di seminare odio, il discorso cambia. Se dobbiamo verificare attraverso la didattica ciò che è vero letteralmente, per come sono scritte certe cose, e ciò che non è ... non ne usciamo più. Tutte le scritture servono ad insegnare e per veicolare anche messaggi. Lo dimostrano perfino simbologie e numeri. Di numeri ce ne sono tanti e se si parla di Quabbalah, mistica e di altro non è certo perchè ci si diverte a giocare.
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chelaveritàtrionfi
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Re: Isaia 53

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Shay ha scritto: domenica 6 novembre 2022, 13:55
Anche se mi scrivi che sono ignorante non mi offendo :-) . Sulle lingua lo sono e su altre cose anche. Ma con lo studio di ciò che serve si migliora. Dove uno non arriva c'è chi invece ha quella conoscenza.
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natzarim
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Re: Isaia 53

Messaggio da natzarim »

Shay scrive :
Scusa Natzarim, non pensi che potrebbe essere un tantino offensivo? Meglio limitarsi a commentare i testi, le evidenze storiche lasciamole fuori. Così abbiamo più passione e meno intralci.

Shay avevo scritto che la mia non era una provocazione .
E chi si dovrebbe offendere?
Apocalisse per esempio parla di cose che dovevano avvenire a breve, io conto quasi 2000 anni, e non vedo nulla, di come lo interpreta il cristianesimo. Un apocalisse che vede ad ogni rumore di guerra o addirittura vede il markio della bestia nei vaccini o microchip 😄

Come ben spiega Gianni, apocalisse si è adempiuta nel primo secolo, manca il ritorno di Yeshua ( Gesù per i cristiani). Eppure sembrava dovesse avvenire da lì a poco.

Io non voglio offendere nessuno, ma tra 2000 anni (per chi ci sarà) si continuerà a predicare questo ritorno, oppure non so, bisogna aspettare che l'ultimo unto del corpo direttivo venga rapito per aspettarsi la fine?
chelaveritàtrionfi
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Re: Isaia 53

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

natzarim ha scritto: domenica 6 novembre 2022, 12:31 Naza ha scritto:
Quando parlo di intento sbagliando mi riferisco anche a questo. Senza interpretazioni il dato storico finisce li. Non c'entrerebbe nulla nemmeno un messia liberatore letterale di Israele (il tempo dei re è finito) ancora oggi atteso dagli ebrei, perchè sarebbe pura interpretazione e nella realtà quest'attesa sarebbe invana. Sono passati 2500 anni circa da quella "profezia" e se guardiamo il futuro è più probabile che si arrivi ad ingegnerizzare l'uomo (leggi un pò Schwab ed Harari), altro che liberazione.

Rispondo :

Caro naza, sono passati quasi 2000 anni e dov'è questo ritorno di Gesù, tra le nuvole? Non è una provocazione , lo voglio precisare, però mi sembra che le profezie dei cristiani siano state smentite dai fatti...
Se il tuo intento è analizzare la questione, ci sono elementi storici ed altri interpretativi. Quelli interpretativi sono divisi in tre categorie: a ruota libera (vedi religioni); probabilistici (analizzando le vicende passate); basati sull'analisi del testo biblico (studi al di fuori dei contesti religiosi).

Scegli la categoria, in base alla tua scelta cercherò di rispondere. Se ti metti nella posizione prevenuta che devi distruggere, non andiamo lontano.
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noiman
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Re: Isaia 53

Messaggio da noiman »

Non si possono sostenere due discussioni parallele per Isaia 53, come ha detto Naza sarebbe stato più semplice fare delle ricerche prima di introdurre una discussione gemella ,oltre la mancanza dei moderatori un altro dei problemi che rilevo è che apriamo troppe discussioni, quasi come fosse una messaggeria, alcune di queste discussioni si esauriscono con 0 risposte, non credo di averne aperte più di tre o quattro in tanti anni, la cartella dove prediligo scrivere “Interpretazione delle Scritture Ebraiche”, è stata aperta da Sandro48 molti anni fa.

Riguardo Isaia 53 come anche Isaia 7 non si può cominciare a ripetere tutto ogni volta, sicuramente il modo di capire il testo è collegato e dipendente alla capacità di consultare la fonte originale , ma chi è qui in grado di tradurre un testo dall’ebraico originale ! se non vocalizzato è il massimo se lo ritroviamo in versione TM ha già subito una prima forma di interpretazione.

Secondo problema: cosa capiamo se non comprendiamo il mondo in cui l’agiografo viveva e scriveva, abbiamo avuto un esempio sul vero significato di ricevere uno schiaffo sulla guancia destra, per molto tempo pensato all’insegnamento e alla morale che chi riceveva uno schiaffo non solo non deve reagire ma offrire ancora una volta il suo corpo, per la gioia dei masochisti che vengono legittimati.
Era quello che intendeva Gesù?

Tradurre significa “avere compreso”, ma se non entriamo nel mondo di quel tempo è difficile ritrovare il senso originale, gli ebrei sono favoriti perché dispongono di una letteratura parallela alla scrittura sacra che non si è mai esaurita nel commento ed è in grado di ricordare e conservare il pensiero “arcaico” che è alla base della scrittura che consente di comprendere espressioni e pensieri molto lontani che trovano senso solo nel contesto del pensiero originale .

Nel caso di Isaia 53 il passaggio verbale tra singolare e plurale fa la differenza, certe traduzioni trasfigurano il verso 8 che è da sempre il più strumentalizzato, senza entrare nel dettaglio la forma verbale viene alterata in quasi tutte traduzioni addomesticate per uno scopo o per l’altro, un esempio di quello che affermano Natzarim e Tiger

Forse il problema è che dovete fidarvi degli ebrei, questa è una vecchia storia, lo stesso problema che aveva S. Agostino che riconosceva che il pensiero cristiano era basato sull’Antico Testamento scritto in ebraico e un Nuovo testamento scritto in greco.
S. Agostino ignora l’ebraico e ha una conoscenza alquanto limitata del greco, del testo divino egli conosce solo le traduzioni latine.
L’idea che si potrebbe ricorrere all’ebraico originale gli sfiora appena la mente, ma la respinge perché non si fida degli ebrei, che secondo lui potrebbero avere corrotto le fonti per cancellarne i riferimenti al Cristo venturo. ( Fonte- La ricerca della lingua perfetta Umberto Eco, pag 20).

Concludendo non mi sono mai interessato molto a Isaia, ho ovviamente la mia interpretazione che come consigliato a suo tempo da Besasea deve essere fatta partendo dal testo originale, non certo una novità, lo stesso che hanno fatto i maestri della Mishnàh oltre un millennio fa, il risultato lo trovate nel Talmud e nel Midrash.
Se poi leggete Rashi troverete ancora una interpretazione diversa.

Riguardo alle profezie che non si avverano non serve contare gli anni e accorgersi poi di non vedere nulla, la letteratura apocalittica è il prodotto di un ‘epoca in cui le cose andavano male, anzi malissimo, e gli agiografi ripescavano il concetto di redenzione attraverso il messia e automaticamente veniva richiamato Israele, la restaurazione del regno messianico, imminente era su tutti i telegiornali con titolo:" l’attesa della fine".
Nel caso di Isaia 53 “I dolori del messia” è emblematico che sia diventato una vera forma di letteratura in cui tutti oggi estraggono a piene mani, afferma Sholem il “messianesimo” è la teoria della catastrofe."
Prima di chiudere vorrei ricordare che la profezia ebraica ha dei distinguo che la separano da come la “vedono” i cristiani.

I profeti di Israele: “essi profetizzano per amore di quelli che cambiano” (Talmud trattato sulle Berakhot) . Vale a dire che essi non mettono in guardia contro qualcosa che accadrà, ma contro ciò che accadrà se coloro i quali sono chiamati a cambiare non lo fanno” ( per essere precisi cercate nel T. B. trattato Berakhot 34b)
Ma questo era già scritta nella Torah “Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che il Signore non ha detta; il profeta l'ha detta per presunzione; tu non lo temere”. (Dvarim 18/22).

Questo è quello che accade a Giona che ha causa del cambiamento degli uomini a Ninive viene smentito nella profezia dimostrando che la volontà degli uomini è superiore alla profezia.
Una sfumatura:

"Secondo il talmud, Rabbi Gamiel , rabbi Eleazar ben Azariàh, rabbi Yeoshua, e rabbi Akivà giunsero a Gerusalemme presso il Monte del Tempio, videro dalle rovine del sancta sanctorum sbucare una volpe, i rabbini si addolorarono per il degrado del tempio, solo rabbi Akivà sorrise perche aveva capito che se si era avverata la profezia di Uriàh secondo cui il Tempio sarebbe stato desolato e popolato da animali selvatici, allora a maggior ragione si sarebbe realizzata la profezia di Zecharià in cui ragazzi e ragazze sarebbero tornati a cantare e ballare a Gerusalemme.

Per Isaia buona continuazione.
Noiman


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Re: Isaia 53

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

noiman ha scritto: domenica 6 novembre 2022, 20:31
Ciao Noiman. :-) Personalmente chiuderei questa discussione e ritirerei fuori l’altra. Tanto in questa, a parte le solite polemiche, non c’è nulla di nuovo. Hai perfettamente ragione che il modo di capire il testo è collegato e dipende dalla capacità di consultare la fonte originale… ma nel 2022 chi è in grado di farlo ha raggiunto un numero maggiore rispetto al passato. Anche se vengono criticati gli occidentali, ci siete sempre voi amici ebrei e personalmente ho poco da dire se si tratta di traduzione del “vostro” testo. Al massimo avrei da dire sulle interpretazioni, ma solo perché spesso ce ne sono tante.

Faccio però notare che anche confrontando 20 traduzioni, qualcosa si riesce a capire. Il problema è il testo biblico in se e mi spiego. Se prendo i passi di Isaia e faccio il copia ed incolla nell’Iliade e poi la faccio leggere ad un qualsiasi letterato cristiano non praticante, magari ci leggerà una cosa. Se poi spiego a quel letterato cristiano non praticante, comunque ferreo religioso, che quel testo in realtà è biblico, ci leggerà altro. E’ come se calasse un velo, altro che svelare. Ma qui il problema, per come la vedo io è un altro. Il testo originale quello è, la sua traduzione o le possibili traduzioni, quelle sono (ovvero un numero comunque limitato), la rilettura che se ne fa in altra epoca è altra cosa, ma ad ogni modo, questa rilettura non elimina assolutamente (a mio parere) quello che si legge nel testo originale. A parte questo, Isaia 53 fa parte del deutero Isaia (cap. 40-55) e se non erro questa parte del testo risale al periodo dell’esilio a Babilonia ed al ritorno, tantè che nei capitoli 44 e 45 è nominato l’eletto Ciro, il Mashiach Nagid. Anche quando dici che occorre comprendere il mondo in cui l’Agiografo viveva e scriveva, hai assolutamente ragione. Ma per capire questo, almeno intuirlo, non per forza occorre essere Ebrei, basta (per intuire) considerare esattamente quello che hai scritto. Anche sul fidarsi degli Ebrei, in questo caso, hai perfettamente ragione, perché la traduzione del testo va fatta da chi è padrone della lingua. Da qualche parte ho scritto che per il testo ebraico prima vengono gli Ebrei.

Riguardo a:
I profeti di Israele: “essi profetizzano per amore di quelli che cambiano” (Talmud trattato sulle Berakhot) . Vale a dire che essi non mettono in guardia contro qualcosa che accadrà, ma contro ciò che accadrà se coloro i quali sono chiamati a cambiare non lo fanno” ( per essere precisi cercate nel T. B. trattato Berakhot 34b)
Ma questo era già scritta nella Torah “Quando il profeta parlerà in nome del Signore e la cosa non succede e non si avvera, quella sarà una parola che il Signore non ha detta; il profeta l'ha detta per presunzione; tu non lo temere”. (Dvarim 18/22).
L ‘ho capito perfino io che sono ignorante, ma a differenza di tanti altri, cerco di ripulire la testa dalle dottrine religiose e soprattutto evito di mettermi le vesti dell’astio che sia contro i cristiani o che sia contro gli Ebrei. A me interessa capire le cose come stanno, iniziando appunto da una corretta lettura del testo.

Ora, mi metto nei panni di una persona deportata e che soffre. Quando ascolta un profeta, quella persona ci deve vedere speranza nel suo tempo, innanzitutto. Deve anche poter valutare se il profeta viene da D-o oppure se è un ciarlatano. Da qui capire che forse la descrizione radiosa di una liberazione vale per il suo tempo ed è molto enfatizzata e che non si tratta di una profezia diretta, stile sfera di cristallo, per un futuro millenario, più che altro a me pare di vederci un disegno. E qui entra l’altro tipo di lettura. Sarà perché porgo particolare attenzione a simboli e numeri ma chi ha inserito tutti quei numeri nel testo? Perché? ... Ora, analizzando la storia si possono notare eventi che sembrano ripetersi, che tutto ha un filo ed il comportamento di un popolo (anche dei singoli) determina comunque qualcosa. Nei vangeli, per come la vedo io, chiunque li abbia scritti, si rivela una rilettura del testo con una determinata chiave. Ciò non distrugge nulla del testo biblico ebraico e nemmeno il suo significato. Sono i religiosi che distruggono, gli asti e le storie vecchie. Riguardo a Sant’Agostino ..possiamo sorvolare. Ma prima di farlo, chiudo con una riflessione:

Che senso ha cercare di manipolare un testo che si ritiene falso, con tanto di interventi correttivi ideologici, scontri, riunioni, concili ecc.. ? Il fatto è che ci sono storie che il populino non conosce, non è dato conoscere e magari cercando si trovano indizi. Il primo è: giochi di potere. Chi ha scoperto che con la religione si possono dominare i popoli ha fatto bingo. Oggi il giochino non funziona più e si punta ad altro. .. (*)

Ps. scrivo questo in base a ciò che conosco oggi e da come penso oggi. Domani si vedrà..
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Isaia 53

Messaggio da noiman »

Sei molto veloce nelle risposte, immagino che hai la cena accanto il p.c, penso che la tua è una buona risposta, ritengo che le traduzioni di Isaia 53 e altro non differiscano molto l’una dall’altra, e sai perché? Perché ciascuno a redatto la sua traduzione elaborando se non copiando quella dei suoi predecessori, compresi gli errori e le sviste, le traduzioni servono e sono servite per chi non sa l’ebraico, alcune migliori e altre peggiori, mi pare (potrei essere smentito) che anche la LXX non sia la migliore.
Ma credimi anche gli ebrei che non conoscono l’ebraico biblico e non possiedono il libretto di istruzioni utilizzano le traduzioni, nulla di mare.
Il libro del profeta Isaia si presenta come un’opera complessa, probabile frutto del lavoro di un redattore finale che, in epoca tardiva, ha messo insieme le profezie di anonimi autori vari in tempi distanti da loro e in contesti storici diversi, facendone un tutto unitario.
E chiaro che la discussione lanciata a novembre ha lo scopo di dare una sua interpretazione che parte già dalla sua introduzione nella domanda “E un altro passo adottato dal cristianesimo?” Si sa già dove va a finire, una ulteriore spallata al cristianesimo.
Io la chiuderei qui e su questa cartella non interverrò più.
Grazie Naza è un piacere leggerti.
Noiman
natzarim
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Re: ISAIA 53

Messaggio da natzarim »

Buongiorno Maria Grazia , riporto qui il tuo commento su Isaia 53:2-3
Egli è cresciuto davanti a lui come una pianticella, come una radice che esce da un arido suolo; non aveva forma né bellezza da attirare i nostri sguardi, né aspetto tale da piacerci. Disprezzato e abbandonato dagli uomini, uomo di dolore, familiare con la sofferenza, pari a colui davanti al quale ciascuno si nasconde la faccia, era spregiato, e noi non ne facemmo stima alcuna.
Isaia 53:2‭-‬3

Lo associ a Yeshua?
Buongiorno
natzarim
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Re: ISAIA 53

Messaggio da natzarim »

Isaia 53:2 Egli è cresciuto davanti a lui come un ramoscello, come una radice da un arido suolo. Non aveva figura né bellezza da attirare i nostri sguardi, né apparenza da farcelo desiderare.

L’immagine della pianta cresciuta in una terra arida indica la condizione del popolo ebraico in esilio, come in Ezechiele 19:13: “Ora è piantata nel deserto in un suolo arido ed assetato”.

53:3 Disprezzato e rigettato dagli uomini, uomo di dolori, conoscitore della sofferenza, simile a uno davanti al quale ci si copre la faccia, era disprezzato, e noi non ne facemmo stima alcuna.

I re delle nazioni continuano ad esprimere il disprezzo con cui guardavano al popolo d’Israele nel corso del suo esilio. Le parole utilizzate sono simili a quelle che troviamo nel Salmo 44, in cui gli Israeliti dicono a Dio: “Tu ci hai resi lo zimbello delle nazioni; nei nostri confronti i popoli scuotono il capo” (Salmi 44:14; vedi anche Isaia 49:7).
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