YHVH,Jehova o Geova?

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Gianni
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman, per aver rimarcato questa caratteristica precisata da Rabbi Izchak.
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Gianni
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da Gianni »

Ti può rispondere meglio Noiman.
ארמאנדו אלבנו
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

non sono proprio le stesse e ti ho detto perchè.

Adonai si legge DONAI

la differenza sta nella prima vocale. I Masoreti hanno modificato la vocale «a» della prima sillaba in modo che i lettori non vedevano «yāh» e così non pronunciavano neanche inavvertitamente il nome indicibile di Dio.

cosi la A diventa E e poi hanno messo le vocali O A di DONAI. Ecco EOA. Che è uno stratagemma usato dai masoreti si evince anche dal fatto che vi è un altra vocalizzazione YEHOVI con le vocali di ELOHIM. Ora il nome è Geova o Geovi?

Se alcuni studiosi come Buchanan pensano che sia Yehovah è perchè si rifanno a quei nomi dove la prima parte inizia con Yeho. Però ti devi chiedere: se le prime vocali sono EO allora perchè il sacro tetagramma abbreviato è vocalizzato Yah e non Yeh?



Gianni e Noiman è possibile che la Waw sia letta come vocale U e il tetragramma cosi: YaHUeH con la vocale e vicino alla Waw letta come vocale u e cioè UE?
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Gianni
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da Gianni »

La questione della vocalizzazione del sacro tetragramma è assai complessa ed è tuttora in corso la discussione tra gli studiosi. Cercherò qui di fare il punto della situazione, invitando Noiman a correggere o precisare quanto dirò.

Come si sa, la lingua della Bibbia, l’ebraico, si scrive con le sole consonanti e da destra a sinistra. Il “nome” di Dio risulta scritto nel Tanàch (l’erroneamente detto Vecchio Testamento) con quattro consonanti: יהוה, che lette da destra a sinistra corrispondono a YHVH. Questo “nome” è detto tetragramma, che in greco significa “quattro lettere” (τέτρα, tètra, «quattro»; γράμματα, gràmmata, «lettere»). Oggi nessuno sa più come fosse pronunciato, perché a partire da alcuni secoli prima di Yeshùa fu fatto divieto – per massimo rispetto – di non pronunciarlo. In verità, qualcuno lo pronunciava: il sommo sacerdote e solo una volta all’anno (nel Giorno delle Espiazioni), ma col passare del tempo egli iniziò a pronunciarlo a bassa voce e in modo non udibile. Con la distruzione del Tempio di Gerusalemme e la cessazione del sacerdozio ebraico nel primo secolo, la sua esatta pronuncia andò irrimediabilmente persa.

Nel Testo Masoretico, che è il Tanàch vocalizzato dai masoreti con un sistema di punti e trattini da loro stessi inventato, troviamo scritto il tetragramma così: יְהֹוָה (Yehovàh). Oggi (ovvero dai primi decenni del 1900) sappiamo che i masoreti, rispettando il divieto di leggere il sacro tetragramma, vi apposero le vocali di un altro nome, quelle di Adonày (Signore). La forma Yehovàh è un nome inesistente, un assurdo, un ibrido, un falso ebraico. Nell’errore di leggere Yehovàh caddero alcuni cattolici in epoca medievale, il che spiega perché in molte chiese medievali e nelle Bibbie dell’epoca troviamo la forma italianizzata Ieova o Iehova o Iehovah. Oggi tutti sanno che è una forma sbagliata. Gli unici a rimanere ancora ancorati all’errore cattolico sono i Testimoni di Geova.

È possibile sapere qualcosa dell’etimologia di יהוה (Yhvh)? Si può partire da Es 3:14. Qui troviamo la risposta di Dio a Mosè che voleva sapere il nome di Dio. Si tenga presente che già da molti e molti secoli Dio era chiamato dagli ebrei יהוה (Yhvh), come testimoniato nella Bibbia. La domanda di Mosè ci indica quindi che quello non era propriamente il nome di Dio, ma il modo con cui gli ebrei si rivolgevano a lui. Ora Mosè chiede a Dio stesso il suo Nome. Presso gli ebrei il nome delle persone aveva una grandissima importanza: conoscerlo, tra l’altro, significava per loro padroneggiare in certo qual modo chi lo portava. Dai racconti biblici sappiamo che alcuni angeli si rifiutarono di dire il proprio nome. Come si sarebbe comportato Dio di fronte all’enorme richiesta di Mosè? Ce lo dice Es 3:14: “A ciò Dio disse a Mosè: «Ehyèh ashèr ehyèh [אֶהְיֶה אֲשֶׁר אֶהְיֶה]»”. La forma ashèr significa “colui che”. La forma verbale ehyèh deriva verosimilmente dalla radice verbale היה (hyh), che significa "essere", "divenire". La traduzione di «ehyèh ashèr ehyèh» è perciò «io sono colui che sono», «io sarò colui che sarò». In pratica, Dio risponde a Mosè: <Io sono chi mi pare>. Che l’espressione ebraica «ehyèh ashèr ehyèh» significhi «io sono colui che sono» lo testimonia la LXX, in cui gli ebrei la tradussero in greco con “ego eimì o òn", letteralmente "io sono l'essente" ovvero “io sono colui che sono”. Diversi esegeti danno all’espressione «ehyèh ashèr ehyèh» un senso storico-salvifico: Dio direbbe «io sono colui che sono» nel senso di essere presente per salvare il suo popolo dalla schiavitù d'Egitto; altri esegeti le danno un senso metafisico: Dio starebbe dicendo che egli è colui che esiste di per sé. Tuttavia, occorre osservare che queste interpretazioni non tengono conto del contesto. Mosè sta infatti domandando a Dio qual è il suo nome, non cosa intenda fare né tantomeno quale sia il senso del suo nome (Mosè non era un filosofo greco che si interessava di metafisica). La risposta di Dio «io sono colui che sono» appare quindi drastica e decisa. Il seguito del racconto lo conferma.

“Dio disse ancora a Mosè: «Dirai così ai figli d'Israele: יהוה [Yhvh], il Dio dei vostri padri, il Dio d'Abraamo, il Dio d'Isacco e il Dio di Giacobbe mi ha mandato da voi». Tale è il mio nome in eterno; così sarò invocato di generazione in generazione” (Es 3:15). Parlando di sé, Dio dice «ehyèh», «io sono»; quando però sono gli altri a riferirsi a lui, devono ovviamente dire «egli è», per cui ecco la forma יהוה (Yhvh), la cui etimologia risale ad hayàh, "essere", tenendo presente che יהוה (Yhvh) è una forma arcaica del verbo essere ebraico havàh, corrispondente al moderno hayàh.

Dopo la richiesta di Mosè e la secca riposta di Dio, che cosa cambiò circa il “Nome”? Nulla. Gli ebrei dovevano continuare a riferirsi a Dio come sempre avevano fatto. Da questo episodio possiamo però trarre delle conseguenze.
Primo. Il fatto che Mosè domandò a Dio qual era il suo nome, mostra che יהוה (Yhvh), che si era sempre usato, non era il Nome.
Secondo. Il fatto che Dio ribadì che così dovevano continuare a chiamarlo mostra che Dio non volle comunicare il suo Nome.
Terzo. In assenza del Nome, la consueta espressione יהוה (Yhvh) divenne il Nome.
Quarto. Sbaglia completamente la religione di Brooklyn che rimane ancorata al clamoroso errore cattolico medievale dovuto all’ignoranza dello stratagemma masoretico e che non comprende che: 1) Dio non ha bisogno di un nome perché non deve distinguersi proprio da nessuno, essendo il solo e unico Dio; 2) Volendo attribuirgli a forza un nome, pretendono di fare ciò che Dio non vuole; 3) Attribuendogli un nome astruso, frutto di un errore, offendono Dio.

Quando i masoreti corredarono di segni vocalici il testo consonantico originale della Bibbia ebraica, indicarono con delle note – laddove era il caso - come si doveva leggere (qere) il testo scritto (ketiv); in tali casi le vocali del qere erano scritte sul ketiv. Il tentativo di alcuni Testimoni di Geova di basarsi sul fatto che la forma יְהֹוָה (Yehovàh) non presenta alcuna nota qere/ketiv masoretica, per sostenere che la vocalizzazione Yehovàh sia corretta, va respinto in quanto non solo contrario allo stratagemma masoretico ma anche perché denota ignoranza per la ragione che trascura che per alcune parole più frequenti (e Yhvh lo è) la nota a margine veniva omessa (questa forma, in cui le vocali estranee parlano da sé, si chiama qere perpetuum).
I manoscritti più antichi completi o quasi del Testo Masoretico del Tanàkh con la vocalizzazione tiberiense (il Codex Aleppo ed il Codex Leningradensis, entrambi del 10°/11° secolo) riportano in gran parte la lezione יְהוָה (Yehvàh). Si confronti questa forma con יְהֹוָה (Yehovàh). Come si nota, in יְהוָה (Yehvàh) manca il punto in alto a sinistra accanto alla prima ה (הֹ). Ciò potrebbe indicare il qere shemà, specificando così che la parola va letta hashèm, “il Nome”. Tale dizione è quella che gli ebrei usano tuttora per riferirsi a Dio.

Tornando allo stratagemma masoretico di inserire le vocali di Adonày nel tetragramma per farlo leggere così, si può osservare che la vocalizzazione יְהֹוָה (Yehovàh) non è identica a quella di אֲדֹנָי (Adonày). Infatti, in יְהֹוָה (Yehovàh) abbiamo sotto la prima lettera uno shevà (ְ), mentre in אֲדֹנָי (Adonày) abbiamo sotto la prima lettera una hataf patakh (ֲ). Tale differenza è dovuta a ragioni fonetiche. La hataf patakh (ֲ) è grammaticalmente identica allo shevà (ְ), perché essa rimpiazza sempre lo shevà nakh o muto (ְ) sotto una lettera velare (gutturale), e la א di אֲדֹנָי è una velare. Siccome la prima lettera di יְהֹוָה (la י) non è una velare, la hataf patakh (ֲ) sotto la א di אֲדֹנָי torna ad essere in יְהֹוָה (Yehovàh) un regolare shevà.


A conferma dell’uso di non pronunciare il sacro tetragramma abbiamo, oltre allo stratagemma masoretico, la LXX. Quando gli ebrei alessandrini tradussero il Tanàch in greco, essi resero il tetragramma con la parola greca Kyrios, “Signore”, corrispondente ad Adonay. Segno, questo, che leggevano il tetragramma così.
In più, nella Bibbia troviamo a volte la vocalizzazione Yehovì al posto della vocalizzazione Yehovàh; ciò si verifica quando il testo biblico ha “il Signore Yhvh”: sarebbe stato cacofonico leggere “il Signore Signore”, così venivano messe al tetragramma le vocali di Elohìm (“Dio”) e si leggeva “il Signore Dio”.

Come era letto il tetragramma? Fermo restando che nessuno al mondo oggi lo sa con certezza, è possibile fare delle ipotesi. Qualcuna di tali è ipotesi è più probabile, ma sempre ipotesi rimane.
La pronuncia Yahvèh, che è la più accettata, si basa sull'affermazione di Teodoreto che i samaritani usavano la pronuncia Iabè (Ιαβε). Altri sostengono che il tetragramma era pronunciato Yaho o Yahu, e lo asseriscono basandosi sui nomi biblici teofori (nomi di persona che contengono il “nome” divino, come Isaia, in ebraico יְשַׁעְיָהוּ, Yeshayàhu); in più abbiano anche la trascrizione del Nome divino come ΙΑΩ (IAO) nel manoscritto greco del 1° secolo 4Q120 della LXX. Quest’ultima forma, in cui la lettera ebraica vav (ו) è letta o, è possibile per il fatto che è ambigua, leggendosi normalmente v ma potendo anche essere letta u oppure o. Si tenga però presente che nel greco antico mancava del tutto il suono v.
La pronuncia Yahvèh è riportata da Clemente Alessandrino, che la fa derivare dal verbo essere in ebraico. Qualche biblista preferisce Yahavàh, altri preferiscono Yahavèh.
La Stele di Mesha (9° secolo a. E. V.) si riferisce al Dio d’Israele chiamandolo Yahvèh; è questa l'iscrizione più antica del tetragramma.

La pretesa del gruppo dirigenti dei Testimoni di Geova di introdurre il nome ibrido “Geova” nelle Scritture Greche (erroneamente dette Nuovo Testamento) è assurda e ha finanche dietro di sé una brutta storia.
Nel 1977, l'ebraista statunitense George Howard, dell’Università della Georgia, pubblicò una sua teoria, scrivendo: “Recenti scoperte in Egitto e nel deserto della Giudea ci consentono di vedere con i nostri occhi l’uso del nome di Dio nei tempi precristiani. Queste scoperte sono significative per gli studi nel NT [Nuovo Testamento] in quanto costituiscono un’analogia letteraria con i più antichi documenti cristiani e possono spiegare in che modo gli autori del NT usarono il nome divino. Nelle pagine che seguono esporremo una teoria secondo cui il nome divino, יהוה (e possibili sue abbreviazioni), fu scritto in origine nel NT nelle citazioni e nelle parafrasi del VT [Vecchio Testamento] e secondo cui nel corso del tempo fu sostituito principalmente col surrogato κς [abbreviazione di Kỳrios, ‘Signore’]. Questa eliminazione del Tetragramma, a nostro avviso, creò una confusione nella mente dei primi cristiani gentili riguardo alla relazione fra il ‘Signore Dio’ e il ‘Signore Cristo’ che si riflette nella tradizione dei mss. [manoscritti] del testo stesso del NT”. - George Howard, dell’Università della Georgia, in Journal of Biblical Literature, vol. 96, 1977, pag. 63.
La Watchtower si avvalse della teoria di Howard e la riportò a pag. 1566 della TNM, all’appendice 1D, con questo commento: “Siamo d’accordo con quanto sopra, con una sola eccezione: non la consideriamo una ‘teoria’, bensì un’esposizione dei fatti storici su come furono trasmessi i manoscritti della Bibbia”.
La teoria venne così trasformata a Brooklyn in certezza. Ma perché per G. Howard si trattava solo di una teoria? Per il semplice fatto che a tutt’oggi non è stato ritrovato un solo brandello di manoscritto che comprovi la sua supposizione.
Va poi fatto notare il comportamento scorretto degli editori di TNM nel citarlo. Gli editori, infatti, omettono sistematicamente di far rilevare ai propri lettori che l'articolo di Howard è pieno di inviti alla cautela, col ricorso ad espressioni del tipo: “questa è solo una teoria”, “probabilmente”, “è possibile che”, “se la nostra teoria è corretta”, “la teoria che proponiamo”, “se ipotizziamo”, e così via. Vengono ritagliate dal contesto solo le parole che servono. Contrariamente a quanto detto prudentemente da Howard, l’editore americano ritiene le sue riflessioni “un'esposizione dei fatti storici su come furono trasmessi i manoscritti della Bibbia” (TNM, pag. 1566). Infine viene taciuto che la tesi del prof. Howard propone l'uso del tetragramma solo nelle citazioni dalle Scritture Ebraiche. La Traduzione del Nuovo Mondo delle Sacre Scritture invece introduce non il tetragramma ma la forma alterata dai masoreti anche in passi in cui non compare alcuna citazione dalle Scritture Ebraiche. Così facendo, va ben oltre la prudente ipotesi proposta da Howard, ipotesi mai confermata dalle più recenti scoperte archeologiche.
noiman
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da noiman »

;) ;) ;) :d
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Gianni
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da Gianni »

Grazie, Noiman. :-)
ארמאנדו אלבנו
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da ארמאנדו אלבנו »

Noiman ciaooo

Vedi da una parte in internet, non ricordo di preciso dove, leggevo che Adonai si legge donai e cioè senza la prima A. Ma ovviamente tu sei in grado più di me di dire se è vero o no questo.

Poi quanto al mio nome, il mio nome non è ebraico. Nella lingua italiana si legge normalmente. Se traslitterato nella lingua ebraica boh si leggerà secondo le regole della grammatica ebraica e quindi nn sono come. Però nella nostra lingua si legge cosi come lo vedi perchè non è un nome ebraico


Noiman è possibile che la waw si legge come vocale U? E vicino alla U ci sta bene la E?

YaHUeH

Prendiamo il nome Isaia יְשַׁעְיָה si legge Yeshayah Sembra che nella bibbia ebraica sta scritto anche cosi יְשַׁעְיָהוּ che contiene il tetagramma nella forma יָהוּ e si legge Yeshayahu. Qui la waw non viene letta come vocale U?

Poi nella bibbia ebraica il nome di Dio compare nella forma יָהוּ ? E se si come si legge?


Se poi, caro Noiman, la prime vocale del santo nome è A (yah) perchè allora nei nomi che contengono il tetagramma nella parte iniziale come ad esempio geremia la prima parte si legge Yeho? E' possibile che il tetragramma possa avere due pronunce diverse però sempre vere?
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jwfelix
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da jwfelix »

Mi dispiace contraddirti Gianni quando dici
La forma “Geova” non si trova in nessuna traduzione biblica degli ultimi cinquant'anni, eccetto naturalmente nella Bibbia e negli scritti della Watchtower. Il corpo dirigente americano, infatti, cita sempre traduzioni fatte tra il 1530 e il 1930
È vero che, come sembra, nessuna Bibbia traduce il tetragramma con Geova prima del 1530. Questo però non significa che la pronuncia Geova sia sbagliata. Inoltre, cosa più importante, se dal 1530 alcuni traduttori hanno iniziato a rendere il tetragramma con Geova, questi l'hanno in ogni modo sempre fatto prima dei TdG e della TNM.

Che dire del "dopo il 1930"? La TNM non è l'unica a tradurre con Geova. Riporto una lista di altri che riferiscono nel testo il nome "Geova" dopo il 1930 con le rispettive date e modo di tradurre. Queste, poste in ordine cronologico, sono:

Reina Valera (1960 – Genesi 2:4; Jehová)
Modern Language Bible (1969 – Esodo 6:3; Jehovah)
New English Bible (1970 – Esodo 3:15; JEHOVAH)
Living Bible (1971 – Esodo 3:15; Jehovah)
Byington (1972 – Genesi 2:4; Jehovah)
Green Interlinear (1985 – Genesi 2:4; Jehovah)
Versione Riveduta (1990 – Genesi 22:14; Jehovah-jireh)
Nuova Diodati (1991 – Genesi 22:14; Jehovah Jireh)
Reina Valera '95 (1995 – Genesi 2:4; Jehová)

Ho citato solo un versetto per rendere l'idea della traduzione. Comunque lo riportano nell'intera Bibbia ad eccezione di quelle in grassetto
noiman
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da noiman »

Armando Albano scrive: cose strane e incomprensibili come il suo nome in ebraico..... b-) b-) b-) b-)

Ultima modifica di noiman il venerdì 17 febbraio 2017, 0:04, modificato 1 volta in totale.
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Re: YHVH,Jehova o Geova?

Messaggio da Gianni »

Caro Interlazio, ho già risposto alla tua domanda nel mio intervento. Comunque, te lo riporto qui:
Si può osservare che la vocalizzazione יְהֹוָה (Yehovàh) non è identica a quella di אֲדֹנָי (Adonày). Infatti, in יְהֹוָה (Yehovàh) abbiamo sotto la prima lettera uno shevà (ְ ), mentre in אֲדֹנָי (Adonày) abbiamo sotto la prima lettera una hataf patakh (ֲ ). Tale differenza è dovuta a ragioni fonetiche. La hataf patakh (ֲ ) è grammaticalmente identica allo shevà (ְ ), perché essa rimpiazza sempre lo shevà nakh o muto (ְ ) sotto una lettera velare (gutturale), e la א di אֲדֹנָי è una velare. Siccome la prima lettera di יְהֹוָה (la י) non è una velare, la hataf patakh (ֲ ) sotto la א di אֲדֹנָי torna ad essere in יְהֹוָה (Yehovàh) un regolare shevà.

Caro Jwfelix, tu osservi che se dal 1530 alcuni traduttori hanno iniziato a rendere il tetragramma con Geova, questi l'hanno in ogni modo sempre fatto prima dei TdG e della TNM.
A chi non conosce la storia legata all’ibrido e assurdo “Geova”, la tua osservazione può sembrare un importante precedente. È invece un atto di autodemolizione, e ti spiego perché. È ormai provato da tempo che l’errore di iniziare a leggere Yehovah fu dovuto ad un monaco cattolico medievale. I traduttori medievali seguirono tale errore nelle loro traduzioni. Ora, richiamarsi a tale precedente non fa che ammettere di aver proseguito nell’errore. Ma con una aggravante: se da una parte i moderni traduttori hanno corretto l’errore, da parte sua la Watchtower vi persevera continuando ad usare quel nome senza senso.

E ciò ci porta alle versioni che citi.

La Reina Valera del 1960 che citi, altro non è che una riedizione della Reina Valera pubblicata nel 1602. In più, va osservato che, sebbene l’edizione del 1960 mantenga la forma "Jehová" del 1602, la Nueva Reina Valera del 1990 la sostituisce con "El eterno” e la Reina Valera Contemporánea (revisione del 2011) la sostituisce con “El Señor”.

La New English Bible del 1970. La data del 1970 si riferisce solo al cosiddetto Nuovo Testamento. Il cosiddetto Vecchio Testamento di questa versione è del 1961. Nella sua Introduzione all'Antico Testamento, la New English Bible specifica che i primi traduttori sostituivano 'Signore' a Yhvh e che la prima comparsa come Iehouah è del 1530, da cui passò in altre Bibbie protestanti; vi viene anche specificato che Jova è entrato in uso nel 16° secolo, spiegando pure la combinazione masoretica delle vocali di Adonày ed Elohìm con le consonanti di Yhvh.

Living Bible del 1971. Non si tratta di una vera traduzione ma di una parafrasi. Il traduttore (Kenneth N. Taylor) ha infatti utilizzato l’American Standard Version del 1901 come suo testo base.

Byington del 1972. Il traduttore, Steven Tracy Byington, è morto nel 1957. La sua traduzione è stata pubblicata postuma nel 1972 dalla Watchtower che ottenne i diritti di pubblicazione.

Green Interlinear del 1985. Per meglio dire, si tratta della Green’s Interlinear, il cui autore fu Jay P. Green, Sr.. Lui stesso scrive: “Il nome Geova è, naturalmente, una parola inglese che si basa sulla scelta del Masoretico. Hanno così venerato questo santo nome che hanno scritto le vocali della parola che significa Signore (Adonai) con le consonanti del nome che Dio ha dato a se stesso, JHWH, con conseguente Geova o come alcuni preferiscono renderlo, Signore, le consonanti essendo in l'ebraico traslitterato correttamente YHWH”. In ciò il traduttore afferma che si è attenuto al Testo Masoretico. Nulla di più. Anzi, spiega pure come si arrivò a quel nome ibrido.
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