Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

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bgaluppi
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Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da bgaluppi »

Poi DIO disse: «Facciamo l'uomo a nostra immagine e a nostra somiglianza, ed abbia dominio sui pesci del mare, sugli uccelli del cielo, sul bestiame e su tutta la terra, e su tutti i rettili che strisciano sulla terra». Così DIO creò l'uomo a sua immagine; lo creò a immagine di DIO; li creò maschio e femmina. Gn 1:26-27

και είπεν ο Θεός· ποιήσωμεν άνθρωπον κατ ‘ εικόνα ημετέραν και καθ ‘ ομοίωσιν, και αρχέτωσαν των ιχθύων της θαλάσσης και των πετεινών του ουρανού και των κτηνών και πάσης της γης και πάντων των ερπετών των ερπόντων επί γης γης. και εποίησεν ο Θεός τον άνθρωπον, κατ ‘ εικόνα Θεού εποίησεν αυτόν, άρσεν και θήλυ εποίησεν αυτούς.

In questi due versetti la parola tradotta "uomo" sulla Settanta e' ἄνθρωπος (a'nthropos), che significa "essere umano", non diviso in genere maschile o femminile, quindi non "uomo maschio" o "uomo femmina", ma solo "essere umano". Dio "LO fece a sua immagine" (κατ ‘ εικόνα Θεού εποίησεν αυτόν, kat eiko'na theu' epo'iesen auto'n), con pronome in accusativo maschile singolare (auto'n). Fin qui, il pronome personale si riferisce ad άνθρωπον (a'nthropon) ed e' infatti al singolare. Poi, alla fine del versetto 27, dice che Dio "LI creo' maschio e femmina" (άρσεν και θήλυ εποίησεν αυτούς, a'rsen kai the'lu epo'iesen autu's), e infatti si usa l'accusativo maschile plurale (autu's), "fece LORO maschio e femmina". La mia interpretazione fin qui e' che il pronome personale al plurale si riferisca alle due identita' sessuali gia' distinte ma ancora presenti insieme all'interno dell'essere umano originario, che dovrebbe essere l'Adam Qadmon. Poi le cose si complicano. Andiamo avanti.

La prima volta che vediamo comparire la parola אָדָם (tradotta dalla Settanta con Αδάμ, Ada'm) e' al v.2:16. Prima di allora, l'uomo e' άνθρωπος (a'nthropos). Adam significa "uomo della terra rossa", e rappresenta l'essere umano originario creato da Dio dalla terra. Come mai, improvvisamente, al v.2:16 l'uomo diventa Adam e non e' piu' anthropos? Cioe', perche' inizialmente non viene gia' chiamato Adam ma anthropos? Inoltre, dopo la divisione si usa γυνή (gune') e ἀνήρ (ane'r) [ότι εκ του ανδρός αυτής ελήφθη αύτη, v.2:23], cioe' donna e uomo a specificarne la diversita' sessuale; in questo versetto, si dice che la donna (γυνή) e' tolta dall'uomo (εκ του ανδρός), ossia dall'uomo maschio, il che non ha senso se l'uomo originario e' anthropos o Adam: significherebbe che veramente la femmina origina dal maschio, quindi il maschio le e' antecedente. Poi, al versetto 2:24, si usa άνθρωπος (a'nthropos) apparentemente nel senso di "uomo maschio", e non piu' di "essere umano": "Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne (CEI)", in cui moglie e' di nuovo γυνή (gune'), che ne indica la sessualita' femminile. Per finire, al v.2:25 vediamo come l'uomo maschio sia diventato Αδάμ (Ada'm) mentre la donna sia sempre γυνή (και ήσαν οι δύο γυμνοί, ό τε Αδάμ και η γυνή αυτού, και ουκ ησχύνοντο "Ora tutti e due erano nudi, l’uomo e sua moglie, e non provavano vergogna").

Come classifichiamo esattamente i termini Αδάμ, άνθρωπος, ἀνήρ e γυνή? E come possiamo spiegare meglio l'utilizzo temporale apparentemente non chiaro che ne viene fatto nei due capitoli della Genesi?
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Gianni
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da Gianni »

Caro Antonio, domanda molto sottile e interessante la tua. Intanto, complimenti per avere notato questa sottigliezza.
La questione la tratto nell’ultimo numero pubblicato dei “quaderni” (il n. 23, di marzo 2015), che trovi alla pagina http://www.biblistica.org/wordpress/wp- ... o-2015.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;.
Lì è detto:
“Leggendo in Gn della creazione della prima coppia umana sappiamo che l’uomo e la donna vengono all’esistenza per decisione e opera di Dio. Sappiamo anche che la differenziazione tra maschio e femmina avviene partendo da un umano indifferenziato e alquanto passivo. Toltagli la metà, che è costituita in donna, rimane l’essere umano maschile. Troviamo però una valutazione diversa da parte dell’uomo maschio. Quando gli è presentata la donna, lui dice: “Ella sarà chiamata donna [אִשָּׁה (ishàh)] perché è stata tratta dall'uomo [אִישׁ (iysh)]” (Gn 2:23). Noi però sappiamo che così non è. Lei è stata tratta dall’adàm indifferenziato, non dall’iysh. Nella visuale maschile, che è asimmetrica, si insinua in tal modo una potenziale conflittualità. Chi legge il testo deve quindi attendere gli sviluppi per poter trarre delle conclusioni sulla relazione tra i due”.

Nel n. 19 (novembre 2014; pag. http://www.biblistica.org/wordpress/wp- ... e-2014.pdf" onclick="window.open(this.href);return false;) era detto:
“Possiamo constatare che Dio provvede alla necessità dell’umano generico (adàm) fornendogli un aiuto che gli è simile (Gn 2:18). Lo fa con la “costruzione” della donna: “Dio il Signore ... edificò [יִּבֶן (yivèn), “costruì”] una donna [אִשָּׁה (ishàh)]” (Gn 2:22). Va notato che l’interpretazioni di Dio non coincidono con quelle dell’adàm. Dio, infatti, non nomina mai l’uomo in base al suo genere: non lo chiama iysh ma fa riferimento a lui come a essere umano tratto dalla terra, adàm, appunto, tratto dall’adamàh. Il termine maschile iysh, “uomo”, compare per la prima volta sulle labbra dell’adàm privato della sua metà, che nomina se stesso di fronte alla nuova presenza femminile: “Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata donna [אִשָּׁה (ishàh)] perché è stata tratta dall'uomo [אִישׁ (iysh)]” (Gn 2:23). In tal modo l’uomo iysh si differenzia emergendo dalla sua condizione di adàm. Si presti però attenzione a come egli dà un’interpretazione al rovescio. Logica vorrebbe che egli dicesse: ‘Io scopro di essere uomo perché ti percepisco e ti riconosco donna’. Egli dice invece: “Lei sarà chiamata uoma perché è stata tratta dall'uomo”.
Come fa l’adàm privato della sua metà a sapere che adàm e iysh sono uguali? Il racconto non lo dice. E come fa lui a sapere che lei è stata tratta da lui? È il narratore genesiaco che deduce nella sua sequenza narrativa. Così aveva sempre fatto riguardo alle diverse fasi della creazione: la terra desolata iniziale e carente della presenza della vita era stata oggetto dell’azione divina. Dio era intervenuto differenziando progressivamente in modo di portare la perfezione. Alla fine tutto, nel creato, era interdipendente. Dio lavorò sulla terra, facendola emergere dalle acque, rendendola produttiva e abitabile, traendone la flora e la fauna, e anche l’umano adàm, tratto appunto dall’adamàh. Ciò che non scopre però l’umano generico adàm e neppure l’uomo iysh è che anche la donna ha a che vedere con la terra. Curiosamente, nei miti antichi comuni ai popoli, compreso quello ebraico, è la donna e non l’uomo che è più vicina alla terra; la terra stessa fu vista come madre, non come padre. Il racconto successivo di Gn colloca la donna in un’altra dimensione.
Quando l’uomo inizia a parlare, inizia a differenziare, a somiglianza di Dio”.
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bgaluppi
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da bgaluppi »

Scusa Gianni, ho inserito questo testo adesso poco dopo la tua risposta. Devo ancora leggere...

Ho letto adesso la trattazione gia' fatta su Adam qui

http://www.biblistica.eu/phpbb/viewtopic.php?f=4&t=611" onclick="window.open(this.href);return false;

Pero' non mi torna come mai la Settanta abbia utilizzato termini diversi in successione temporale non progressiva. Ecco i termini usati per tradurre "uomo" elencati cronologicamente per come appaiono nella Settanta:

1:26 άνθρωπον
1:27 άνθρωπον (άρσεν και θήλυ)
2:7 άνθρωπον e άνθρωπος
2:8 άνθρωπον
2:15 άνθρωπον
2:16 Αδάμ
2:18 άνθρωπον
2:19 Αδάμ
2:20 Αδάμ
2:21 Αδάμ
2:22 Αδάμ
2:23 Αδάμ e ανδρός
2:24 άνθρωπος
2:25 Αδάμ

Al versetto 2:23 si legge che la donna e' tolta dall'uomo (ανδρός, andro's), ossia dall'uomo maschio. Si potrebbe pensare che in quel momento non esiste piu' l'uomo soltanto come άνθρωπος, anthropo's, e che quindi il narratore lo identifica con ane'r; ma la cosa non torna, perche' si legge chiaramente che la donna (ghiune') e' tolta DALL'UOMO MASCHIO (andro's). Mi piacerebbe sapere qual' e' la parola ebraica usata per indicare l'uomo in questo versetto e, nel caso sia adam, perche' la Settanta avrebbe tradotto con aner invece che con Adam o anthropos.

La mia altra domanda e' sul v.2:24: "Per questo l’uomo lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e i due saranno un’unica carne". Per quale motivo qui la Settanta utilizza di nuovo άνθρωπος, visto che l'uomo che si unisce alla donna non e' piu' da intendersi come a'nthropos ma come ane'r? E qual'e' la parola ebraica corrispondente? Se i 72 saggi di Alessandria erano cosi' precisi, non dovremmo pensare che l'utilizzo diversificato di questi termini debba avere una corrispondenza logica col testo ebraico?
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Gianni
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da Gianni »

Ho aggiunto al tuo elenco le parole ebraiche:

1:26 άνθρωπον adàm
1:27 άνθρωπον (άρσεν και θήλυ) adàm (sachàr uneqvaàh)
2:7 άνθρωπον e άνθρωπος adàm
2:8 άνθρωπον adàm
2:15 άνθρωπον adàm
2:16 Αδάμ adàm
2:18 άνθρωπον adàm
2:19 Αδάμ adàm
2:20 Αδάμ adàm
2:21 Αδάμ adàm
2:22 Αδάμ adàm
2:23 Αδάμ e ανδρός adàm e ysh
2:24 άνθρωπος ysh
2:25 Αδάμ adàm

Al versetto 2:23 è Adamo che va questa valutazione, che non è la stessa di Dio

Al v.2:24 la valutazione è fatta dall’agiografo. La Settanta utilizza di nuovo άνθρωπος, ma l’ebraico usa ysh.
Va ricordato che la LXX è solo una traduzione. E non è affatto ispirata. Include perfino dei libri apocrifi.
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bgaluppi
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni, adesso tutto ha un senso. Purtroppo, la mia (temporanea? :-) ) ignoranza riguardo alla lingua ebraica mi pone davanti molti paletti. Ho letto anche il tuo bellissimo ed interessantissimo studio n.23, che apre le porte alla comprensione di molti aspetti altrimenti impossibili da considerare. Davvero ringrazio il Padre per avermi condotto qui. :YMHUG:
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Gianni
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da Gianni »

:-)
SarimDavid
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da SarimDavid »

Shalom, Gianni!
Concordo appieno.

Cordialità e Shalom.
David
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Maurizio1
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da Maurizio1 »

Gianni ha scritto:
l’uomo iysh si differenzia emergendo dalla sua condizione di adàm. Si presti però attenzione a come egli dà un’interpretazione al rovescio. Logica vorrebbe che egli dicesse: ‘Io scopro di essere uomo perché ti percepisco e ti riconosco donna’. Egli dice invece: “Lei sarà chiamata uoma perché è stata tratta dall'uomo”.
Come fa l’adàm privato della sua metà a sapere che adàm e iysh sono uguali? Il racconto non lo dice. E come fa lui a sapere che lei è stata tratta da lui? È il narratore genesiaco che deduce nella sua sequenza narrativa.
Vorrei fare qualche osservazione su questo commento.
Adamo da un interpretazione a rovescio.
Immagino che per interpretazione a rovescio intendi interpretazione scorretta cioe' che Adamo non e' stato in grado di dire come sono andate realmente le cose.
Poco dopo pero' dici che tutto cio' probabilmente o forse quasi sicuramente Adamo non l'ha detto ma si tratta di deduzioni del narratore.
Deduzioni del narratore che non dimentichiamoci sarebbero scorrette seguendo il tuo filo logico.
Ma per affermare cio' bisognerebbe pensare che il narratore capisca meno di te la storia che lui stesso racconta.
Il paradosso alla fine e' questo.
Tu sapresti delle cose che il narratore non sa o capisci delle cose che lui non capisce grazie al fatto che tu disponi come fonte..............
Sempre di lui.
"Noi però sappiamo che così non è. Lei è stata tratta dall’adàm indifferenziato, non dall’iysh. "
Questa cosa, supponendo sia vera, grazie a chi la sappiamo?
Sempre grazie a lui.
Non c'e' qualcosa che non va?
Ultima modifica di Maurizio1 il domenica 25 ottobre 2020, 11:31, modificato 1 volta in totale.
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Gianni
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da Gianni »

Maurizio1, prova ad esporci tu la tua interpretazione ...
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Maurizio1
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Re: Genesi 1 e 2, l'essere umano, l'uomo e la donna

Messaggio da Maurizio1 »

Volentieri.
Pero nel caso specifico preferirei parlare di "mio approccio" piuttosto che di mia "interpretazione".
Il mio approccio e' questo: stiamo attenti ad abusare della parola "interpretazione" come pretesto per dire sempre o comunque troppo spesso il che testo dice x ma noi siamo chiamati a leggere come se dicesse y.
E molto spesso con quell' y riconfiguriamo un testo che si ripresentera' al nostro occhio meno contradditorio tra le sue varie parti (esempio tra il capitolo 1 e il capitolo 2 di Genesi) e comunque in generale piu' vicino al nostro modo di percepire la realta' e ai nostri valori.
Cosi facendo pero rischiamo di creare un testo virtuale ,magari un po piu' edificante, ma che non e' piu' esattamente corrispondente a quello che quella determinata remota cultura aveva prodotto.
Tornando nel merito della questione la parola "interpretazione" mi risulta essere un po troppo grossa da scomodare per dire semplicemente cosa il testo ci dice in riguardo alla creazione della donna nel capitolo 2 di Genesi.
Ovviamento mi riferisco alla linea portante della trama narrativa e non alle sfumature e ai singoli dettagli.
In questo racconto troviamo un Dio che decide il da farsi in corso di opera un po come possiamo fare noi quando ci mettiamo a fare un mestiere senza la perfetta preconoscenza di tutti i passaggi che occorreranno.
Dopo aver creato l'uomo si rende conto che puo' avere un problema di solitudine e allora crea altri tipi di esseri viventi ma che si riveleranno incompatibili a risolvere questo problema.
A questo punto sembra che non gi resti che provare a creare qualcuno che sia piu' simile a lui ('uomo) , e per assicurarsi la riuscita pare gli venga comodo partire proprio dalla lavorazione di una parte specifica del corpo dell'uomo.
Dicendo quello che ho detto nelle sopraccitate righe io ho detto semplicemente quello che dice il racconto, nessuno mi puo' dire che invece di riferire cosa dice il testo ho detto una mia opinione e nessun marchingengno interpretativo puo' rendere opinabile il mio resoconto (in quanto puro resoconto di quello che e' scritto.)
Il religioso in generale deve guardarsi dal dirmi non sta scritto cosi, perche non gli va a genio un immagine cosi smaccatamente antropomorfica di Dio o, oppure moralmente non gradisce il concetto della creazione della donna in secondo piano rispetto a quell dell'uomo, come allo stesso modo l'ebreo o il conoscitore dell'ebraico deve guardarsi dal dirmi che io nel resocontare ho semplicemente detto la mia opinione perche non conosco l'ebraico.
Se c'e' un modo sbagliato di intendere il concetto di interpretazione e' proprio quello di farlo diventare un espediente per glissare da cio' che dice realmente un testo prodotto da una cultura e quindi da un pensiero antico a un interpretazione che per noi e' semplicemente piu' "comoda" dove cioe' tutti i nostri pensieri ,la percezione della realta' e i nostri valori di uomini che vivono a distanza di millenni (e in virtu' di cio' la differenza tra ebreo/non ebreo diventa relativa) possono abitarvi senza subire scossoni.
Ultima modifica di Maurizio1 il domenica 25 ottobre 2020, 15:29, modificato 2 volte in totale.
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