Salmo 4: una domanda

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bgaluppi
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Salmo 4: una domanda

Messaggio da bgaluppi »

Al versetto 2 sulla NR leggiamo:

O figli degli uomini, fino a quando si farà oltraggio alla mia gloria?
Fino a quando amerete vanità e andrete dietro a menzogna?


Questa traduzione e' in linea con Diodati, ND, e Riveduta, ma non con la CEI, che assegna numero di versetto 3 (poiche' considera l'intestazione del salmo come un versetto a se') e riporta:

Fino a quando, o uomini, sarete duri di cuore?
Perché amate cose vane e cercate la menzogna?


Nella Bibbia, l'espressione "essere duri di cuore" significa propriamente "non comprendere", poiche' per gli ebrei il cuore e' la sede dei pensieri. Ora, le due traduzioni sono alquanto distanti, poiche' "non comprendere" e' molto diverso da "fare oltraggio alla gloria di Dio". Per scoprire cosa dice effettivamente il testo originale, non conoscendo l'ebraico, mi affidero' alla Settanta, e poi procedero' da li'. Vediamo cosa ci dice il testo greco:

υιοί ανθρώπων, έως πότε βαρυκάρδιοι; ινατί αγαπάτε ματαιότητα και ζητείτε ψεύδος; uioi anthropon, eos pote barukardioi? Inati agapate mataioteta kai zeteite pseudos?

βαρυκάρδιος (barukardios) e' la parola in questione, che ha generato questa differenza di traduzione. E' una parola molto rara, usata pochissimo in greco e non presente neppure sul catalogo Strong. Allora bisogna vedere il termine in ebraico, che invece e' presente sullo Strong.

L'ebraico ha kelimmah (Strong 3639), che significa disonore, infamia, insulto, ignominia, risentimento, confusione, vergogna. Il greco ha βαρυκάρδιοι (barukardioi), da βαρυκάρδιος, parola composta che significherebbe pesante di cuore, dal cuore pesante. Sembra difficile trovare affinita' semantiche tra i due termini. 

In Mc 8:17 leggiamo:

πεπωρωμένην ἔχετε τὴν καρδίαν ὑμῶν; peporomenen exete ten kardian umon?

Qui Gesu' chiede agli apostoli se siano forse duri di comprendonio. Infatti, essere duri di cuore nelle Scritture significa non capire. Ma la parola usata in greco e' πεπωρωμένην (peporomenen), da πωρόω (poroo), che significa appunto "indurire". La traduzione letterale sarebbe "indurito avete voi il cuore vostro?". Quindi, vediamo che in questo caso non si usa βαρυκάρδιος ma πωρόω; non dice "siete di cuore duro", o "pesante" utilizzando il solo aggettivo βαρυκάρδιος, ma dice "avete indurito il vostro cuore". 

La stessa cosa vale per Mc 6:52 (αὐτῶν ἡ καρδία πεπωρωμένη), Gv 12:40 (ἐπώρωσεν αὐτῶν τὴν καρδίαν), 2Cor 3:14 (ἀλλ ὰ ἐπωρώθη τὰ νοήματα αὐτῶν, in questo caso "indurire la mente").

La traduzione CEI "sarete duri di cuore" va percio' scartata, ma resta la domanda: perche' la LXX ha usato il raro termine βαρυκάρδιος che sembra significare "dal cuore pesante" per tradurre kelimmah che significa tutt'altro?

Grazie in anticipo per il vostro aiuto.
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Gianni
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Re: Salmo 4: una domanda

Messaggio da Gianni »

Il Sl 4 è un salmo di lamentazione.
Al v. 3 è intanto necessario chiarire l’espressione iniziale בְּנֵי אִישׁ (benè ysh), letteralmente “figli d’uomo”. Si tratta di un idiotismo ebraico per indicare i nobili. Infatti, l’espressione è diversa da benè adàm. Se ci fosse adàm significherebbe sì “figli degli uomini”, ma benè ish (latino vir) indica l’uomo elevato e nobile in opposizione al plebeo. Si noti Sl 49:2 in cui appaiono le due categorie: “Plebei e nobili, ricchi e poveri tutti insieme”, che TNM travisa traducendo: “Voi figli del genere umano come pure voi figli dell’uomo” (e che differenza ci sarebbe mai tra “figli del genere umano” e “figli dell’uomo”?!). Ecco i termini ebraici di Sl 49:3 (in TNM è in 49:2, perché il testo ebraico conteggia il titolo del salmo come v. 1, mentre TNM lo numera come zero):
בְּנֵי אָדָם
benè adàm
“figli d’uomo [terreno]” (= popolani)
בְּנֵי־אִישׁ
benè ish
“figli d’uomo” (= nobili)

Questi “nobili” a cui il salmista si rivolge pare siano i sacerdoti, che al v. 5 sono invitati a sacrificare “sacrifici di giustizia”.

Riguardo all’espressione כְבֹודִי (chevodìy), significa “gloria di me”. Il senso del versetto è: “O nobili, fino a quando tratterete la mia gloria come fosse disprezzo?” = fino a quando mi insulterete?
La LXX greca traduce “la gloria di me come disprezzo” con βαρυκάρδιοι (barykàrdioi). Lo Strong non elenca questa parola perché cataloga unicamente le parole bibliche, e questa non lo è, appartenendo a una traduzione ma non al testo biblico originale. L’autorevole Rocci la riporta: βαρυκάρδιος (barykàrdios). Nel Rocci troviamo anche βαρυήκοος (baryèkoos), che significa “duro d’orecchio”, per cui barykàrdioi viene a significare “duri di cuore”, che nel linguaggio biblico significa, come detto, duri di comprendonio.
A quanto pare, gli ebrei alessandrini che tradussero la Bibbia in greco, qui tradussero liberamente: volgendo il “fino a quando la gloria di me come disprezzo” in “fino a quando non capirete?”.
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bgaluppi
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Re: Salmo 4: una domanda

Messaggio da bgaluppi »

Grazie Gianni, mi e' mancato il Rocci :-)
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Gianni
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Re: Salmo 4: una domanda

Messaggio da Gianni »

:-)
noiman
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Re: Salmo 4: una domanda

Messaggio da noiman »

Ottimo Gianni....concordo sulla tua ottima interpretazione.
Sei molto bravo e hai tutta la mia ammirazione.
Anche Enigma coglie le sfumature che a molti sfuggono...bravo anche lui.
Shalom
Noiman
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bgaluppi
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Re: Salmo 4: una domanda

Messaggio da bgaluppi »

Noiman, lo studio ripaga sempre :-)
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