Genesi 2:19-21

ilvigilante
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da ilvigilante »

Grazie Noiman perché sei ancora con noi a pregiarci dei tuoi commenti interessanti e competenti
Un caro saluto
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Maryam Bat Hagar
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Genesi 2:19-21

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

molto belli tutti i vostri interventi sul tema della creazione della donna
io ho trovato questo midrash a riguardo

Si sono chiesti i nostri Maestri: "Perché all'inizio il Signore ha creato un solo uomo?"
Hanno risposto: "Perché i suoi discendenti comprendano che da un uomo nasce un'intera umanità: perciò chi uccide un uomo è come se uccidesse il mondo intero, e chi salva un uomo è come se salvasse il mondo intero."

da quest'interpretazione ebraica si stabilisce l'eguaglianza di tutti gli esseri umani(uomini e donne)

Talmud tb sanhedrin 74a:" la mia vita non vale più della tua.nessuno ha detto che il mio sangue è più rosso del tuo"

n.b. Adam indica la "persona" oppure l' "umanità" non l'uomo(maschio in senso stretto)

voi cosa ne pensate?
il nostro nemico non è né l'ebreo né il cristiano
il nostro nemico è la nostra stessa ignoranza

Ali ibn Abi Talib(599- 661)
noiman
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da noiman »

Ciao Maryam bat-Hagar
aggiungo un passo dal talmud che dice:

Badate, che l’uomo è stato creato solo, per insegnare che chiunque distrugge una vita è come distruggesse il mondo intero, e chi invece mantiene una vita è come se mantenesse un mondo intero …. Perché l’uomo è stato creato solo? Per propagare la pace tra le nazioni, cioè perché nessuno potesse dire agli altri: mio padre è superiore al tuo …. E infine per affermare la grandezza del Signore, Santo e benedetto egli sia.
Perché quando l’uomo vuole coniare delle monete le fa tutte identiche, mentre D-o, pur creando l’uomo con il marchio di Adamo, non crea nessuna creatura simile all’altra, e perciò conclude il passo, ogni uomo può e deve dire:” per me è stato creato il mondo!” Se io sono irripetibile, io sono importante e prezioso”
.(Sanhedrin 37_ Talmud babilonese).
Un'altra interpretazione è: " che se uno distrugge la vita di un uomo, è come annientare tutta la sua discendenza e alla opportunità delle anime di scendere nel regno terrestre.

Ciao
Noiman
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Maryam Bat Hagar
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Genesi 2:19-21

Messaggio da Maryam Bat Hagar »

Shalom Noiman
edificante come sempre il tuo intervento :-)
mi è sfuggito che anche il primo passo che ho citato era del Talmud(Sanhedrin 37)

molto bello il pensiero ebraico circa il salvare una vita umana.
quando salvi la vita ad un uomo/donna effettivamente consenti ai suoi discendenti di nascere ed esistere.e quindi consenti all'umanità di continuare ad esistere.
mi ricordo che alla fine del film e del libro La Lista di Schindler l'impiegato ebreo di Schindler, Itzhak Stern disse:GENERAZIONI vivranno grazie a quello che lei ha fatto
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Ali ibn Abi Talib(599- 661)
SarimDavid
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da SarimDavid »

Evidenza dell’ “adàm indifferenziato”.

Caro Gianni, avrei bisogno di una spiegazione relativamente all' utilizzo che ne fa la Settanta del vocabolo greco ἄνθρωπος (ànthropos) e del vocabolo greco ἀνδρός (andròs) a cui non ho saputo trovare una risposta.

26va-yòmer [E-disse] elohìm [elohìm]: "na´aséh [Facciamo] adàm [adàm] be-tzalménu [in-immagine nostra] ki-demuténu [come-somiglianza nostra] ve-yirdù [E-abbiano dominio] vi-dgàt [su-pesce di] ha-yàm [il-mare] u-ve-òf [e-su-volatile di] [...] (Bereshìt 1:26)

27va-yivrà [E-creò] elohìm [elohìm] et-ha-adàm [ha-adàm] be-tzalmò [a-immagine sua], be-tzélem [a-immagine di] elohìm [elohìm] barà [creò] otò [lui], zachàr [maschio] u-neqevàh [e-femmina] barà [creò] otàm [loro]. (Bereshìt 1:27)

L’ espressione (ebr. הָֽאָדָ֗ם , ha-adàm) nel v. 27 è intesa dal narratore biblico come “l’ essere terroso indifferenziato”, senza riferimento al suo sesso. Per lui, l' adàm creato non era maschio e non era femmina.
Gli ebrei che tradussero la Bibbia dall’ebraico in greco (nella nota versione della Settanta) scelsero per la parola ebraica adàm il vocabolo greco ἄνθρωπος (ànthropos). E con buona ragione. Il greco, infatti, è una lingua molto precisa e per la nostra parola “uomo” ha due vocaboli diversi. L’ uomo maschio è detto ἀνήρ (anèr; genitivo andròs, ἀνδρός) e la donna è detta γυνή (ghynè; genitivo ghynaikòs, γυναικός). Ànthropos (ἄνθρωπος) indica invece “l’ essere umano” (l’ essere terroso) in sè, senza distinzione di genere. In ebraico, il termine adàm è come nell’ italiano “uomo”, può riferirsi ad un uomo in quanto maschio oppure “all’essere umano” (l’ essere terroso), come descritto nel versetto seguente:

“Facciamo adàm (un essere terroso)…[…]”; “elohìm creò ha-adàm (l’ essere terroso indifferenziato) a sua immagine; lo creò a immagine di elohìm; li creò maschio (essere terroso maschio - אִשׁ, ish) e femmina (essere terroso uoma - אִשָּׁה, ishàh)”. (Bereshit 1:26-27)

Come per il greco, anche l’ebraico ha due parole distinte per indicare “l’uomo” e “la donna/uoma” e sono rispettivamente ish e ishàh, due parole che vengono introdotte dal narratore solo dopo che yhwh elohim prende qualcosa dalla parte laterale, tzelà (ebr. צלע , lato) dell’ adàm indifferenziato per costruire “l’essere terroso uoma (אִשָּׁה, ishàh)”.
Il termine adàm (אָדָם) è sempre lo stesso ma è evidente che l’ adàm che viene fatto cadere in un sonno inconsapevole non è lo stesso adàm a cui elohìm conduce poi “l’essere terroso uoma (אִשָּׁה, ishàh)”. È del tutto chiaro, comunque, che “l’essere terroso uoma (אִשָּׁה, ishàh)” non è tratta “dall’ essere terroso maschio (אִשׁ, ish)” ma dall’ adàm indifferenziato. Al suo risveglio, “l’ essere terroso maschio (אִשׁ, ish)” disse:

“Questa, finalmente, è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Ella sarà chiamata uoma (ishàh) perché è stata tratta dall' uomo (אִשׁ, ish)”. (Bereshìt 2:23)

È chiaro che l’adàm indifferenziato, quello prima che elohìm lo addormentasse, non è lo stesso identico dopo il risveglio. Ora è privato della sua metà. L’ adàm che riconosce “l’essere terroso uoma (אִשָּׁה, ishàh)” come sua simile non è quindi il primo adàm indifferenziato ma quello dopo il risveglio cioè “l’ essere terroso maschio (אִשׁ, ish)”.

In questo articolo si dice che i Settanta utilizzarono la parola "anthropos" per esprimere il concetto di "essere umano" in sè, senza distinzione di genere e che quando l' adàm indifferenziato, nel brano Bereshìt 2:23, viene privato della sua metà, diventando un "ish" (uomo), i Settanta utilizzano la parola greca "andros" (uomo maschio)...

Però... a me, Gianni, semba che "anthropos" venga usato praticamente sempre. Per esempio nel brano subito seguente (Bereshìt 2:24), il medesimo (ebr. אִשׁ, ish) "uomo", che nella riga precedente era "andros" è diventato "anthropos" e non stiamo parlando di "genere umano", ma di un figlio maschio che sposerà una donna. Riporto entrambi i brani:

- E l'uomo (ha-adàm ebraico - "Αδάμ" greco) disse: "Questa finalmente è ossa delle mie ossa e carne della mia carne. Lei sarà chiamata ishàh (uoma) perché è stata tratta dall'uomo (ebr. אִשׁ, ish = "andros" greco) (Bereshìt 2:23)

- Perciò l'uomo ("ish" ebraico = "anthropos" greco) lascerà suo padre e sua madre e si unirà a sua moglie, e saranno una sola carne (Bereshìt 2:24)

Si diceva che dalla divisione dell' adàm indifferenziato nascono "ish-andros" e la "ishàh", però subito dopo nel testo originale ebraico abbiamo lo stesso (ebr. אִשׁ, ish) che nel testo greco non è più "andros" ma "anthropos"... stiamo parlando di un figlio "maschio" che lascia la famiglia e trova moglie "femmina"... perché nel testo greco non hanno continuato a usare il termine "andros"?

Il termine ebraico, (ebr. אִשׁ, ish), che compare per la prima volta nel brano Bereshìt 2:23 lo traducono con "andros" e nella riga seguente, Bereshìt 2:24, decidono di tradurlo con "anthropos"... rendendo pressoché nulla l'ipotesi che abbiano usato il termine "anthropos" per indicare un "adàm indifferenziato"... Anche il figlio Caino è "anthropos" (Bereshìt 4:1), gli uomini famosi del brano Bereshìt 6:4 sono "anthropos", anche un servo di Abramo è "anthropos" (Bereshìt 24:26)...

Gli stessi due termini ebraici "uomo" e "donna" del brano Bereshìt 2:23 sono presenti insieme nel brano Genesi 20:7 riguardante la moglie di Abramo ("donna di quest'uomo") e nella traduzione greca non c'è "andros" ma "anthropos"... E in questo episodio biblico tale uomo tradotto "anthropos" (Bereshìt 20:7) poche righe prima (Bereshìt 20:3) era "andros"...

Aiutami a capire, Gianni
Grazie
Shalom!
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bgaluppi
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Però... a me, Gianni, semba che "anthropos" venga usato praticamente sempre. Per esempio nel brano subito seguente (Bereshìt 2:24), il medesimo (ebr. אִשׁ, ish) "uomo", che nella riga precedente era "andros" è diventato "anthropos" e non stiamo parlando di "genere umano", ma di un figlio maschio che sposerà una donna
In attesa di Gianni, provo a fare un'ipotesi. Certamente l'ebraico presenta ish al v.24, ma dobbiamo considerare che questo accade spesso nella bibbia. Porto ad esempio Dt 19:15, in cui è usato ish: “Un solo testimone non sarà sufficiente per condannare un uomo”; ciò significa che per una donna poteva bastare un solo testimone? È ovvio che il termine è usato secondo una prospettiva di genere. Può darsi quindi che il traduttore abbia scelto di usare ànthropos per dare il senso che saranno entrambi a lasciare i genitori e ad unirsi. Per cui il senso sarebbe "l'essere umano lascerà i genitori e si sposerà con la controparte". Infatti, non è solo il maschio a lasciare i genitori e sposarsi, ma anche la donna.
SarimDavid
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da SarimDavid »

Grazie, Antonio.
Riporto il versetto 2:24
al-kén [Per-questo] ya'azov-ish [abbandonerà-uomo] et-avìv [suo padre] ve-et [e] imò [sua madre] ve-davaq [e-si attaccherà] be-ishtò [a-uoma sua] ve-hayu [e-saranno] levasar [carne] ekhàd [una]". (Bereshìt 2:24)

Questa locuzione a me sembra essere una constatazione del narratore in riferimento alla coppia coniugale. Mi spiego meglio.
La nota versione greca della Settanta nel versetto sopra citato traduce la parola ebraica "ish" con il vocabolo greco "ànthropos". Ad una lettura veloce sembra che "ish" sia riferito ad un uomo maschio che si unisce alla sua uoma, ma in realtà il contesto in cui viene utilizzata la parola ebraica "ish" non è tanto il significato di individuo singolo maschio, ma assume un significato più generale. I termini “ish” e “adàm” vengono tradotti con “uomo”, ma c’è una differenza di significato tra queste due parole: “adàm” indica più che altro il genere in sé, l’essere vivente proveniente dall’ adamàh. Mentre “ish” denota il ruolo che ha quest’ ultimo nella terra asciutta, ad esempio assumendo più significati a seconda del contesto, “marito”, “contadino” etc. Ad esempio in altro contesto troviamo "ish ha-adamàh" (cioè contadino). Inoltre tradurre "ish" con uomo può confondere il lettore occidentale perchè anche adàm si traduce "uomo".
Alcune versioni traducono il versetto 2:24: "E allora l'uomo[...]". Non è sbagliato ma nemmeno corretto, poichè il riferimento alla coppia coniugale è esplicito, perciò secondo me è più attinente tradurre "ish" con "marito". Ed ecco che in questo contesto "ish" è la personificazione della coppia coniugale in generale e non del singolo marito; probabilmente potrebbe essere stata questa la ragione che ha portato la Settanta a utilizzare "ànthropos" anzichè "andròs".

Tu, Antonio caro, cosa ne pensi?
Shalom
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bgaluppi
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da bgaluppi »

Sono d'accordo. È quello che intendevo.
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Gianni
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da Gianni »

Mi pare non ci sia altro da aggiungere. Da parte mia segnano che il gioco di parole ish-ishah, intraducibile in italiano, è reso bene da Girolamo con vir-virago.

Qualcosa di più sul testo ebraico potrebbero dirla Noiman e Besaseà. Anzi, faccio io una domanda a loro. Di solito Gn 2:24 è reso "Perciò l'uomo lascerà suo padre e sua madre e ...". Non sarebbe meglio tradurre "perciò l'uomo lascia"? In tal modo il redattore di Bereshìt sta dando una spiegazione dell'usanza ai suoi tempi. Il tempo futuro, se attribuito al redattore, lo fa sembrare una specie di profeta; se attribuito ad Adamo, lo fa sembrare una specie di indovino. Cose embedue un po' ridicole.

Infine, se mi permettere una battuta (ma forse non tanto), dall'essere indifferenziato Dio trae la donna; ciò che rimane, è il maschio.
SarimDavid
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Re: Genesi 2:19-21

Messaggio da SarimDavid »

Grazie, caro Gianni.

Credo che la tua perspicacia sia vincente.
La forma del verbo imperfetto, azàv, significa «abbandonare» «lasciare indietro». Tuttavia, nel contesto dell' antica struttura familiare israelita questo allontanamento significa «diventare indipendente da», cioè lasciare la familiarità e l'amore incondizionato della casa dei propri genitori per creare una nuova famiglia. Ora, la prima coppia umana non aveva i genitori. Mi sembra che dalla lettura del testo il narratore faccia una interruzione del racconto, per inserire delle sue considerazioni:

- istituzione della famiglia;
- Adàm e Khawàh erano nudi e non provavano imbarazzo.

Il narratore prende atto dell' istituzione naturale della sacralità del rapporto coniugale marito/moglie per dare vita ad una nuova famiglia, per come HaShem lo ha inteso da principio. Questo mi porta a pensare che il tempo della locuzione potrebbe essere quello in cui scrive il narratore, come dici anche tu, caro Gianni. Di seguito riporto il versetto:

"al-kén [Per-questo] ya'azov-ish [lascia-uomo] et-avìv [suo padre] ve-et [e] imò [sua madre] ve-davaq [e-si attacca] be-ishtò [a-uoma sua] ve-hayu [e-diventano] levasar [carne] ekhàd [una]". (Bereshìt 1:24)

In Bereshìt, ed. Mamash (Traduzione Avigail Hadad Dadon), traduce la locuzione al futuro: "Per questo l'uomo lascerà suo padre e sua madre".

Da quello che ho potuto vedere sono più orientato a «lascia» che «lascerà».
Sentiamo anche gli altri cosa ci dicono...

Shalom!
Ultima modifica di SarimDavid il sabato 6 giugno 2020, 16:29, modificato 9 volte in totale.
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