שָׁבֻעֹת (shavuòt

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Gianni
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Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da Gianni »

AndreaC, con giorno fisso mi riferivo al giorno del mese, non al giorno settimanale. Le Feste bibliche cadono in speifici giorni del mese, non importa in quale giorno della settimana (solo nel calendario ebraico modificato viene impedito che cadano in alcuni giorni della settimana). Ma per Shavuòt non è indicato un giorno del mese (nel calendaio ebraico modificato sì), ma un conteggio che porta al primo giorno della settimana (nostra domenica), indipendendentemente dal giorno del mese, che comunque è sivàn.
AndreaC

Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da AndreaC »

Ciao Gianni io il tuo ragionamento l'ho capito benissimo,
Tu scrivi nel tuo studio:

" Sabato settimanale. È comandato di osservarlo in Es 20:8 (secondo Comandamento).
La parola originale del testo biblico è שַּׁבָּת (shabàt), numero Strong 7676.

Sabato giorno festivo, non necessariamente coincidente con il sabato settimanale. In Lv 23:37-32 si legge: “Il decimo giorno di questo settimo mese sarà il giorno delle espiazioni . . . Sarà per voi un sabato, giorno di completo riposo”. Il 10 di tishrì (“settimo mese” del calendario biblico, corrispondente al nostro settembre-ottobre) poteva ovviamente cadere in qualsiasi giorno della settimana. Doveva comunque essere considerato “sabato”. La parola originale del testo biblico è שַׁבָּתֹון (shabatòn), numero Strong 7677.
Credo che la soluzione si tutto qui, ,.

שַׁבָּתֹון (shabatòn), o שַּׁבָּת (shabàt), giusto?
Siamo sicuri che anche per il primo giorno dei pani azzimi sia scritto
שַּׁבָּת (shabàt)?

La questione è tutta lì secondo me...
SHALOM Gianni e Shabbàt shalom
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Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Gianni ha scritto: venerdì 24 marzo 2023, 16:38 AndreaC, con giorno fisso mi riferivo al giorno del mese, non al giorno settimanale. Le Feste bibliche cadono in speifici giorni del mese, non importa in quale giorno della settimana (solo nel calendario ebraico modificato viene impedito che cadano in alcuni giorni della settimana). Ma per Shavuòt non è indicato un giorno del mese (nel calendaio ebraico modificato sì), ma un conteggio che porta al primo giorno della settimana (nostra domenica), indipendendentemente dal giorno del mese, che comunque è sivàn.
Gianni, il passo di Giosuè come lo gustifichi? Te lo evidenziato qualche post fa:

Giosuè 5:10-12 (NR):
I figli d'Israele si accamparono a Ghilgal e celebrarono la Pasqua il quattordicesimo giorno del mese, sulla sera, nelle pianure di Gerico. 11 E il giorno dopo la Pasqua, in quel preciso giorno, mangiarono dei prodotti del paese: pani azzimi e grano arrostito. 12 E la manna cessò il giorno dopo che mangiarono dei prodotti del paese; e i figli d'Israele non ebbero più manna, ma mangiarono, quell'anno stesso, del frutto del paese di Canaan.
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Ciao se leggi appena sopra quei passi li ho citati anche io
viewtopic.php?p=81833#p81833
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
AEnim

Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da AEnim »

il giorno dopo il sabato
Sto pensando che è uno shabbat perchè è terminata l'opera di D-o di liberazione del popolo e sua conduzione nella terra.
Perciò è anche logico che sia considerato uno shabbat.
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Gianni
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Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da Gianni »

Naza, il passo di Gs si riferisce ad un evento specifico ovvero allo specifico anno in cui avvenne. La cena pasquale può capitare, a secondo degli anni, in qualsiasi giorno settimanale. Quella volta ci fu quell’incastro.
AEnim

Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da AEnim »

Anche fosse che quella volta lì vi fosse stata la coincidenza che sia stato uno Shabbat, tuttavia il testo è chiaro che vanno contati 49 giorni precisamente dal giorno dell'offerta della primizia, e non aspettare che scatti il primo shabbat dopo la festa per cominciare a contare.

Casomai uno dovrebbe spostare l'offerta di primizie per poi poter contare i 49 giorni, e le 7 settimane, ma allora non sarebbe più nel giorno dopo la festa di Pesach. Oppure si dovrebbe spostare il Pesach su di uno Shabbat (se non si fa ci sarà un motivo pure per questo).
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Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da chelaveritàtrionfi »

Gianni ha scritto: venerdì 24 marzo 2023, 18:03 Naza, il passo di Gs si riferisce ad un evento specifico ovvero allo specifico anno in cui avvenne. La cena pasquale può capitare, a secondo degli anni, in qualsiasi giorno settimanale. Quella volta ci fu quell’incastro.
Caro Gianni, il fatto che già nell'antichità c'erano posizioni diverse sull'inizio del conteggio, non aiuta di certo a chiarire una volta e per tutte la questione. In quel tempo, dubito che si avevano tutti i problemi a leggere il l'ebraico antico. I problemi li abbiamo noi oggi. Riporto alcune informazioni:
"On the morrow of the sabbath" Lev. XIII, 11 and 15, an ambiguous and disputed phrase, on the interpretation of which the date of the Pentecost depend (v. 252). Josephus follows the orthodox Pharisaic view that "the sabbath" meant the first day of the F. of Unleavened Bread: so too the LXX and Phylo (De Spec. Leg. II, 20, 162). The Sadducees (and in later days the Karaites) identified it eith the ordinary sabbath falling within the festal week. [da: Josephus, with an English Translation of H. St. J. Thackeray vol. IV, LOEB, 1961, pp. 436-437]

"L'indomani del sabato" Lev. XIII, 11 e 15, frase ambigua e controversa, dalla cui interpretazione dipende la data della Pentecoste (v. 252). Josephus (Giuseppe Flavio) segue la visione farisaica ortodossa secondo la quale "il sabato" significava il primo giorno del F. dei Pani Azzimi: così anche i LXX e Filone (De Spec. Leg. II, 20, 162). I Sadducei (e più tardi i karaiti) lo identificarono con il sabato ordinario che cadeva all'interno della settimana festiva. [da: Giuseppe Flavio, con una traduzione inglese di H. St. J. Thackeray vol. IV, LOEB, 1961, pp. 436-437]
Se la questione fosse chiara e logica come sembra, non staremmo qui a discutere. Riporto anche queste informazioni, già accennate in precedenza:
Conteggio dell’Omer
La Torah afferma che l’offerta Omer (cioè il primo giorno di conteggio dell’Omer) è il primo giorno del raccolto dell’orzo (Deut. 16, 9). Dovrebbe iniziare “il giorno dopo lo Shabbat”, e continuare ad essere contato per sette sabati. (Lev. 23, 11).

I Saggi Talmudici hanno determinato che “Shabbat” qui significa un giorno di riposo e si riferisce al primo giorno di Pasqua. Così, il conteggio dell’Omer inizia il secondo giorno di Pasqua e continua per i successivi 49 giorni, o sette settimane complete, terminando il giorno prima di Shavuot. Secondo questo calcolo, Shavuot cadrà il giorno della settimana successivo a quello del primo giorno di Pasqua (ad esempio, se la Pasqua inizia di giovedì, Shavuot inizierà di venerdì).

I karaiti differiscono nella loro comprensione del “giorno dopo il sabato”. I Karaiti interpretano il Sabbath come il primo Sabbath settimanale che cade durante la Pasqua. Di conseguenza, lo Shavuot karaita è sempre di domenica, anche se la data effettiva in ebraico varia (il che complimenta il fatto che una data specifica non è mai data per Shavuot nella Torah, l’unica festa per cui questo è il caso). Altri leader religiosi non rabbinici come Anan ben David (fondatore degli Ananiti); Benjamin al-Nahawandi (fondatore dei Benjaminiti); Ismail al-Ukbari (fondatore di un movimento ebraico messianico del IX secolo a Babilonia); Musa di Tiflis (fondatore di un movimento ebraico del IX secolo a Babilonia); e Malik al Ramli (fondatore di un movimento ebraico del IX secolo in Terra d’Israele) hanno inoltre riconosciuto che Shavuot dovrebbe cadere di domenica.

La maggior parte degli studiosi secolari, così come i cattolici e gli storici sadducei e boeziani, contestano l’interpretazione rabbinica. Essi deducono che lo “Shabbat” a cui si fa riferimento è lo Shabbat settimanale. Di conseguenza, il conteggio dell’Omer inizia sempre la domenica di Pasqua e continua per 49 giorni, così che anche Shavuot cadrebbe sempre di domenica.

Il Libro dei Giubilei e gli Esseni
Questa interpretazione letterale di ‘Shabbat’ come lo Shabbat settimanale, fu condivisa dall’autore del Libro dei Giubilei del II secolo a.C. che era motivato dal calendario solare sabbatico sacerdotale del III e II secolo a.C., che era progettato per far cadere le feste e i sabati nello stesso giorno della settimana ogni anno. Su questo calendario (meglio conosciuto dal Libro dei Luminari in 1 Enoch), Shavuot cadeva il 15 di Sivan, una domenica. La data era calcolata a cinquanta giorni dal primo sabato dopo la Pasqua (cioè dal 25 di Nisan). Così, Jub. 1:1 afferma che Mosè salì sul monte Sinai per ricevere la Torah “il sedicesimo giorno del terzo mese del primo anno dell’Esodo dei figli d’Israele dall’Egitto”.

In Jub. 6, 15-22 e 44, 1-5, la festa viene fatta risalire alla comparsa del primo arcobaleno il 15 di Sivan, il giorno in cui Dio fece la sua alleanza con Noè.

La comunità di Qumran, comunemente associata agli Esseni, conservava nella sua biblioteca diversi testi che menzionavano Shavuot, in particolare un originale ebraico del Libro dei Giubilei che cercava di fissare la celebrazione di questa festa delle settimane il 15 di Sivan, seguendo la loro interpretazione di Esodo 19,1.
https://it.abrahamicstudyhall.org/2017/ ... entecoste/
Il fatto che i Saggi Talmudici hanno determinato che “Shabbat” qui significa un giorno di riposo, pare sia dovuta al fatto che hanno semplicemente seguito l'interpretazione farisaica ortodossa, così come fece G.Flavio. Quella dello storico, vissuto nel I secolo, non poteva essere una semplice opinione (così come per Paresceve). Non solo egli era testimone in quel tempo (come e quando venivano celebrate le feste), ma anche membro di una famiglia sacerdotale con discendenza reale.

In base a questi documenti ed a queste testimonianze antiche, rimane da chiedersi come mai vi erano due correnti interpretative e la spiegazione, se esiste, va ricercata in qualche punto nella storia
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da Gianni »

Caro Naza, iniziamo col precisare che gli storici del primo secolo, così come ogni altro storico degno di questo nome, non esprimono opinioni ma fatti appunto storici. Ti ho già fatto un esempio: se uno storico odierno dicesse che il papa romano osserva il giorno domenicale del dio Sole, non darebbe un’opinione ma fornirebbe un fatto storico, senza per altro darne un giudizio. Opinioni sono invece quelle dei Saggi Talmudici, in quanto interpretazioni. Tu giustamente dici che la soluzione va ricercata in qualche punto nella storia. E infatti la si trova nel calendario di Hillel, introdotto nel 358 della nostra era, il quale determina il Novilunio dal presunto avvistamento della luna crescente stabilendo specifici rinvii secondo un sistema di regole determinate dalle tradizioni rabbiniche, stabilendo poi una data fissa per la Pentecoste.

Se esaminiamo bene Lv 23 scopriamo i diversi termini ebraici che vengono usati:
“Sei giorni si farà lavoro ma nel giorno settimo [è] shabbàt di shabbatòn … shabbàt esso [è] per Yhvh … e nel quinto decimo giorno del mese questo [nissàn, 1º mese dell’anno (v.5)] festa degli azzimi per Yhvh, sette giorni azzimi mangerete … farete venire (il) covone primo (della) vostra mietitura al sacerdote e agiterà il covone davanti a Yhvh … indomani dello shabbàt agiterà esso … e conterete per voi da indomani dello shabbàt, da[l] giorno [del] far venire di voi [il] covone … sette shabbatòt integri fino a indomani di shabbàt settimo, conterete cinquanta giorni … ogni lavoro di servitù non farete, norma di sempre in tutte le generazioni di voi”. – Vv. 3,6,10,11,15,16,21, mia traduzione letterale dall’ebraico mantenendo i termini ebraici originali.

Il termine shabbatòn (שַׁבָּתוֹן) può essere tradotto “osservanza del sabato”; indica un riposo solenne, un sabato di particolare importanza.
L’espressione שַׁבַּת שַׁבָּתוֺן (shabbàt shabbatòn), “sabato di osservanza sabbatica”, è usata per il sabato settimanale (Es 16:23;31:15;35:2; Lv 23:3), per il Giorno dell'Espiazione (Lv 16:31;23:32) e per l’anno sabbatico. - Lv 25:4,5.
Il termine isolato shabbatòn (שַׁבָּתוֹן) è usato per la Festa delle Trombe (Lv 23:24), per il primo giorno della Festa delle Capanne (Lv 23:39) e per l’Ultimo Gran Giorno, il 22 tishrì, che è l’ultima delle sante Feste proclamate da Dio. - Lv 23:39.

Vediamo ora come gli ebrei alessandrini resero quei termini in greco. Per l’ebraico shabbàt (שַׁבַּת) usarono il greco σάββατον (che non traslittero perché tu ormai il greco lo leggi – come direbbero i francesi di casa nostra – “comm sa gnent fuss” ;) ). Per l’ebraico shabbatòn (שַׁבָּתוֹן) usarono il termine greco ἀνάπαυσις, che indica la completa cessazione di qualsiasi affare o lavoro. Gli ebrei alessandrini preservarono così nella LXX la distinzione tra il sabato e i giorni sacri.

Adesso, ragionando su Lv 23, vediamo che il settimo giorno settimanale è chiamato shabbàt shabbatòn e subito dopo shabbàt (v. 3), noi diremmo “sabato di solenne riposo” e “sabato”. Poi, al v. 15 è detto “indomani dello shabbàt”. Ora, se il termine shabbatòn può sembrare equivoco perché può riferirsi sia ad un particolare giorno festivo che al sabato settimanale, il termine shabbàt non lascia dubbi: è il sabato settimanale. Ne consegue che l’“indomani dello shabbàt” corrisponde alla nostra domenica. Prova ulteriore ne è che occorre poi contare “sette shabbatòt [sabati, plurale di shabbàt] integri fino a indomani di shabbàt settimo” (v. 15). Altra evidente prova è che dal giorno dell’offerta agitata del covone sino al 50° giorno non intercorrono sette “sabati” intesi come giorni sacri cadenti in qualsiasi giorno della settimana, ma sette sabati che non possono che essere settimanali. Infine, il testo biblico non contempla alcun 6 sivàn come preteso dai rabbini (di molto successivi ai tempi biblici e ancorati al calendario di Hillel del quarto secolo! e alle successive modifiche). Ciò che la Bibbia stabilisce è un conteggio di cui dà i parametri. E ciò a differenza delle altre Feste, per le quali fissa giorno e mese precisi.

La determinazione del 6 di sivàn è una successiva errata interpretazione basata sulle tradizioni rabbiniche, così da evitare di avere un doppio shabbàt.
AEnim

Re: שָׁבֻעֹת (shavuòt

Messaggio da AEnim »

Gianni ha scritto: mercoledì 29 marzo 2023, 11:13 La determinazione del 6 di sivàn è una successiva errata interpretazione basata sulle tradizioni rabbiniche, così da evitare di avere un doppio shabbàt. [/size][/TimesNewRoman]
Leggo una paginetta sul calendario da ebrei-net e trovo:

"La regolazione del calendario era affidata al sinedrio di Gerusalemme che decideva sul nuovo mese in base a testimonianze. Ma il mese era un mese lunare, cioe' di meno di 30 giorni. Un anno di 12 mesi lunari contava dunque 354 giorni, mentre quello solare ne conta 365. Alcune feste dovevano essere celebrate in stagioni precise, uno spostamento rischiava quindi di piazzarle fuori dal loro contesto. Pesakh, Hag Haaviv (festa di primavera) serviva di riferimento. Cosi’ quando la primavera tardava , il sinedrio decretava l’introduzione di un tredicesimo mese, garantendo cosi' la celebrazione delle feste stagionali nel loro periodo.

Il mese lunare dura circa 29 giorni e un quarto. Per questo i rabbini decisero che un mese era di 29 giorni o di 30, due mesi (Heshvan e Kislev) potevano contare sia 29 che 30 giorni. Ma si capi' subito che le testimonianze potevano essere sostituite da calcoli matematici piu' rigorosi.

Cosi' nell’VIII secolo, per assicurare il recupero tra l’anno lunare e quello solare, si decise di aggiungere sette volte ogni 19 anni un mese intero al mese di adar che precede la fesdta di pesakh (il terzo, il sesto, l’ottavo, l’11mo, il 14mo, il 17mo e il 19mo anno). Questi anni di 13 mesi sono chiamati Meuberet (intercalari)."


Questa era la situazione.

Le cose evolvono, il calendario lunare si rivela particolarmente complicato da gestire, quello solare è molto più preciso richiedendo pochi minimi aggiustamenti (come attualmente l'anno di 365 giorni con un anno bisesto ogni 4, cioè con un solo aggiustamento di 1 giorno ogni 4 anni).
Ed è questo che permette di prestabilire delle date.

Nel tempo gli ebrei sono passati giocoforza a dover considerare il calendario solare, pur tuttavia cercando di mantenere come tradizione anche quello lunare.
Perciò in epoca Talmudica avviene - leggo sempre sulla stessa pagina:
- "All’epoca biblica il calendario annuale poteva avere come riferimento sia l’uscita dall’egitto sia l’accesso al trono del re. Ma dall’epoca Talmudica gli anni sono calcolati a partire dalla creazione del mondo, prendendo in considerazione il senso letterale delle genealogie bibliche. Questa datazione e' stata introdotta in risposta alla datazione cristiana. E’ evidente che oggi nessuno puo' pretendere che l’universo abbia meno di 6 mila anni. Questo riferimento alla creazione del mondo diventa simbolico. Ma indica che la nostra storia particolare fa parte integrante della storia dell’umanita' e dell’universo. Ci include quindi nell’insieme della creazione invece che affermare la nostra civilta' come riferimento assoluto per la storia di tutta l’umanita', come accade invece negli altri sistemi di calendario.

All’epoca biblica il calendario annuale poteva avere come riferimento sia l’uscita dall’egitto sia l’accesso al trono del re. Ma dall’epoca Talmudica gli anni sono calcolati a partire dalla creazione del mondo, prendendo in considerazione il senso letterale delle genealogie bibliche. Questa datazione e' stata introdotta in risposta alla datazione cristiana. E’ evidente che oggi nessuno puo' pretendere che l’universo abbia meno di 6 mila anni. Questo riferimento alla creazione del mondo diventa simbolico. Ma indica che la nostra storia particolare fa parte integrante della storia dell’umanita' e dell’universo. Ci include quindi nell’insieme della creazione invece che affermare la nostra civilta' come riferimento assoluto per la storia di tutta l’umanita', come accade invece negli altri sistemi di calendario.

Dato che in origine nel nostro calendario il nuovo mese era deciso in base a testimonianze davato al sinedrio di Gerusalemme, diventava a volte difficile per gli ebrei che vivevano fuori dalla giudea saoere in quali giorni le feste dovevano essere celebrate. Tanto piu' che la notizia del nuovo mese era comunicata attraverso dei fuochi e che i samaritani, per aumentare la confusione, accendevano fuochi simili in altri momenti. Giuda Hanassi (135-200) decise allora che la notizia sarebbe stata portata da messaggeri. Ma talora questi non arrivavano e le distanze impedivano di arrivare in tempo per la celebrazione di alcune feste. Per questo per le comunita' situato fuori dalla giudea di allora, i rabbini istituirono il raddoppio dei giorni di festa, da eccezione di Yom Kippur. Questa precauzione non era necessaria per la giudea dove l’informazione del nuovo mese arrivava sempre in tempo. Le feste continuavavno a essere celebrate in un solo giorno, fatta eccezione di Rosh Hashanah che, celebrata il primo giorno del mese, dipendeva sempre da testimonianze aleatorie.

Nonostante la possibilita' di calcolare con precisione l’inizio di ogni mese, le autorita' rabbiniche non abolirono il raddoppio di Rosh Hashanah per le comunita' ebraiche di palestina (nome dato alla Giudea dai romani nel 135), ne' il raddoppio dei giorni di festa per le comunita' della diaspora. Ma il principio che le usanze dei padri non devono essere cambiate, che e' alla base di questo mantenimento, non fu preso in considerazione dai rabbini liberali che tornarono ai tempi prescritti per le feste nella Torah (cfr. Levitico 23). Siccome la pratica del secondo giorno di Rosh Hashanah e' stata reintrodotta in numerose comunita' liberali, si puo' affermare oggi che gli ebrei liberali osservano le feste come ogni ebreo, ortodosso compreso, in Israele".


E' scritto anche che:
"I nomi dei mesi che abbiamo nella Torah non sono piu' quelli utilizzati oggi. Nella Torah si riferiscono alle stagioni e alla vegetazione, mentre quelli del calendario ebraico attuale sono di origine babilonese."

Il tutto da qui:
http://www.e-brei.net/articoli/attcul/e ... ral/b3.htm

In pratica è stato fissato un sistema di calcolo dei mesi.


A me sembra ci si perda un un bicchier d'acqua:
Abbiamo all'origine un Pesach che cadde di shabbat, e che è stato celebrato all'ingresso in Canaan, ed il giorno dopo era prescritta una offerta di primizie, ed una seconda dopo 49 giorni da contare a partire da quella prima offerta. Il tutto avviene in una precisa stagione, quando cioè tali primizie ci sono.
Il calendario lunare dell'epoca richiedeva però degli aggiustamenti per fare in modo di mantenerlo al passo con le stagioni agricole, ed allo stesso tempo occorrevano anche degli avvistamenti per determinare il corso delle fasi lunari, perchè il mese lunare (ovvero il periodo compreso fra due Lune nuove) ha invece una durata media di 29 giorni, 12 ore, 44 minuti e 3 secondi. Quindi una Luna nuova non cade sempre nello stesso giorno della settimana, ed anche con un preciso calendario lunare un novilunio ed una luna piena non cadono sempre nello stesso giorno della settimana.

Dopo di chè nei secoli il calcolo dei calendari si raffina e quindi si dispongono nuovi metodi di calcolo delle feste, ed allo stesso tempo i Pesach non cadono più sempre di Shabbat.

Quindi si calcola la Pasqua, tenendo conto di una serie di parametri, ed a seguire, in qualunque giorno cada, si considera la Pasqua come uno shabbat, si fa l'offerta dell'Omer il giorno dopo, e si contano i 49 giorni, indipendentemente dal giorno di partenza della settimana, considerando che in tal modo sono rispettati dei requisiti minimi, conciliando l'esigenza di mantenere il più possibile della tradizione, ma anche considerando l'uso generalizzato di un calendario solare.

Non capisco che cosa ci possa essere di 'sbagliato' in tutto ciò.

La questione è semplicissima

- o sposto il Pesach al sabato successivo del calendario solare rispetto a quando cadrebbe, e dopo conto i 49 giorni dell'omer dal giorno successivo - ma evidentemente vi saranno ragionevoli motivi per cui non si è scelto di fare questo; la data della Pasqua ebraica si basa sul calendario ebraico, in cui ogni mese inizia con il novilunio e segue il ciclo delle fasi lunari. Il quindicesimo giorno del mese coincide con il plenilunio. La Pasqua ebraica quindi cade nel primo plenilunio dopo l’equinozio di primavera; sempre nello stesso mese ebraico, il cui calcolo include tutti gli aggiustsamenti necessari del caso affinchè sia rispettata la stagione;

forse, più che il conteggio dell'Omer, è la determinazione del Pesach che lascia delle perplessità?
perchè l'Omer è solo una conseguenza;

- oppure conto l'omer da successivo giorno al Pesach indipendentemente da come cade nella settimana del calendario solare, anche se non cade nel giorno successivo ad uno shabbat;
- oppure ancora mantengo il Pesach così come cade e decido di spostare il conteggio dell'Omer dallo Shabbat successivo
- oppure ancora torno a vivere con il calendario biblico perchè è il calendario su cui si è basato D-o (che pare fosse ignaro sulla maggior precisione del conto del tempo data da un calendario solare) per prescrivere le feste, però servirebbe anche un Sinedrio.
Diciamo tuttavia anche che il Rabbinato fa a tutti gli effetti le veci del Sinedrio in molte cose.

Una cosa certa è che nè nel calendario solare nè in quello lunare la ricorrenza del Pesach può cadere ogni anno nello stesso giorno della settimana a meno di non aggiustare l'anno opportunamente, perchè il ciclo lunare non è di 28 giorni e questo era un problema in antichità certamente perchè produce slittamenti e nel tempo non ci si ritrova più nella stessa stagione, quindi nell'epoca esatta delle primizie. Perciò il problema su quello Shabbat, come che la si voglia mettere, mi sembra permanga.

Di queste 4 l'unica "giusta" sarebbe la quarta :D .

A parte tutto ciò, appare evidente che, in ogni caso, D-o non conoscesse troppo bene l'astronomia, altrimenti sarebbe stato un po' più preciso. Anzi, se vi è una questione che possa dimostrare che non è D-o che fornisce queste istruzioni, credo che sia proprio questa.
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