Shay ha scritto: ↑lunedì 13 marzo 2023, 11:25
Buongiorno a tutti
AEnim ha scritto: ↑domenica 12 marzo 2023, 18:34
è scritto che ora è diventato come uno di noi,
La lettura più conforme al contesto è attestata nel Bereshit Rabbah: l'uomo è divenuto uno da cui si conoscerà bene e male.
הֵ֤ן הָֽאָדָם֙ הָיָה֙ כְּאַחַ֣ד מִמֶּ֔נּוּ לָדַ֖עַת ט֣וֹב וָרָ֑ע
hen, haadam haya keechad mimmennu ladaat tov vara
hen, haadam haya (si, l'uomo è stato) keechad (come uno) mimmennu ladaat (da lui conoscere) tov vara (bene e male)
keechad mimmennu può significare anche "come uno di noi", ma qui pare che il senso è "come uno da cui" dato il seguito "mimmennu ladaat" (da lui conoscere).
"Mimmennu" significa anche "di noi", ma è ripetuto in questa parashah con il senso di "da esso" e riferito sempre al frutto proibito.
Genesi 2,17: לֹ֥א תֹאכַ֖ל מִמֶּ֑נּוּ lo tochal mimmennu (non mangerai da esso).
Da qui l'esegesi rabbinica secondo cui 'haadam haya keechad mimmennu' (l'uomo fu come uno di esso) sia riferito al frutto proibito e sarebbe da intendere come "una delle due scelte" derivanti "da esso", dal frutto proibito.
Quindi si dovrebbe intendere che: << l'uomo è diventato come "uno (figlio) del frutto di tov/ra" dal quale uomo (di conseguenza) altri uomini apprenderanno il tov/ra (bene/male) (inteso che ha appreso questo e lo insegnerà)>>?
sarebbe da intendere come "una delle due scelte" derivanti "da esso", dal frutto proibito.
Questo per il momento non lo capisco.
Sarebbe "l'uomo diventa come uno che ha mangiato il frutto dell'albero che dà la possibilità di tov e ra, quindi diventa o l'una o l'altra cosa", cioè - assumendo le esegesi che ho visto e che traducono con "mi piace" e "non mi piace" il tov e ra - diventa felice o infelice in base alle conseguenze delle sue azioni?
Se la da'at è conoscenza divina, questa non si nutre dal frutto degli eventi o delle azioni: non dovrebbe essere pre-conoscenza? Invece l'uomo non pre-conoscerà (più) attingendo dalla conoscenza divina ma dagli esiti, cioè a posteriori, per trial and error come si dice? (un bel principio epistemologico: devi sperimentare per sapere).
Resta tutto molto - direi davvero troppo - ermetico.
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Allora altra considerazione: si guarda sempre a questo brano come se si dovesse considerare solo il 'ra', male, ed a questo momento come se l'uomo conoscesse già il bene ma in quell'istante soltanto avesse conosciuto anche il male. Quindi questo "albero della conoscenza del tov/ra" sembra più un albero del ra soltanto.
Rav Somech dice che sono passati dalla saggia e semplice considerazione del vero e del falso, che è oggettiva, alla considerazione del "mi piace" e "non mi piace" che è un soggettivismo.
Osservo che - sempre secondo la imperfettissima traduzione che io ho, ma quella sola ho - non mi sembra proprio così.
Eva avrebbe dovuto sapere - secondo quanto lui dice - distinguere vero e falso nelle parole del nachash.
Ma anche dalle spiegazioni datemi nei post precedenti, o perlomeno nell'invito a fare attenzione e pormi domande sulla sequenza "certamente morrai" "forse morrai" "magari non morrai" (rispettiamente D-o, Eva, Nachash), non sembra affatto certa del vero-falso.
Nemmeno il saggio Adam (ricordo che Rav. Arbib dice che bisogna capire cosa fosse Adam, e cosa sia per la tradizione ebraica ovvero un 'essere talmente luminoso che il suo solo tallone [la luce del] fosse in grado di oscurare il sole) sembra così ferrato nel riconoscimento del vero e del falso: quella gli dà la mela e lui se la mangia senza fare nemmeno un'obiezione.
Però abbiamo detto che secondo Rashì e Maimonide questo avviene dopo che fecero sesso e figli e lo fecero prima di mangiarsi il frutto dell'albero proibito.
[Di solito è solo dopo i 40 anni, cioè dopo aver fatto sesso e figli che si può accedere alla Kabalah, sarà mica lei il frutto proibito?]
Quindi prima riconoscono vero e falso, poi fanno sesso e figli e perdono questa capacità, quindi arriva il nachash e loro mangiano il frutto vietato perchè nell'ottemperare un precetto divino come la procreazione purtroppo si sono instupiditi (sembra vi sia un
bug di sistema).
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In un post, ma a proposito di altri temi, ho trovato che Noiman invita ad intendere l'intelligenza come da'at (conoscenza divina), in traduzione si legge che Eva capisce che il frutto dona "intelligenza" (guarderò che termine viene usato, scusate la pigrizia ma sono capace di farlo ma ci impiego un attimo, che oltre al testo devo prendere l'audio del lettore).
A 3:6 la mia trad. Disegni dice: "la donna, vedendo che l'albero era [...] desiderabile perchè faceva acquistare intelligenza".
Questo così tradotto fa sembrare che prima erano stupidi, ma invece non è così ed allora cosa significa?
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In pratica, assunti Rashì e Maimonide, nonchè Luzzato e Somech dovrei pensare più o meno così:
D-o crea l'uomo e la donna, prima come un androgino, poi li separa.
L'Adam -quindi l'essere androgino, per cui entrambi dopo - sono un essere di luce (saggezza) in grado di oscurare persino il sole con la propria luminosità.
Comanda loro di moltiplicarsi quindi loro fanno sesso e figli.
A quel punto però accade che il troppo coinvolgimento nel 'principio del piacere e del dolore' fa si che nasca in loro (Eva per prima) il dubbio (D-o non ci ha detto la verità), e poi il sentirsi carenti e l'esigenza di "acquisire una qualche particolare intelligenza divina" (presumo perchè tale condizione di aver generato altri viventi li pone in una posizione scomoda e poco confortevole) che evidentemente sentono di non avere, e a questo scopo iniziano ad infrangere un divieto nella ricerca di una soluzione a qualche problema che sentono (ho ottemperato un precetto divino però ora sono in difficoltà: D-o non me l'aveva detto, non mi fido più, forse dovrei mangiare quell'albero anche se lui ha detto di no: il ragionamento potrebbe essere questo).
Mah, non riesco a mettere insieme in modo coerente tutte le tessere del puzzle, mi sembra che ancora non mi venga fuori qualcosa si pienamente sensato e significativo, contando che dovrei riuscire a produrre una lettura che conduca al fatto che loro due sono i keruvim che custodiscono la via per l'albero della vita e dovrei risolvere con più certezze la questione mortalità/immortalità. Perciò datemi altri elementi.
Non è abbastanza una frase, va ritradotto tutto il brano.
Comunque è un gran garbuglio, sembra un rebus e si fa molta fatica a capire.