La Gloria di Dio

[Gianni]

Caro Marco, certo che ci siamo. Ma allora non possiamo dire che era la stessa nuvola di Es. Al massimo, era dello stesso tipo.

[marco]

Ez 1,5: In mezzo la forma di quattro esseri: ciascuno aveva aspetto d'uomo, ciascuno con quattro facce e quattro ali.
Questi esseri, ho letto, sono presi dalla mitologia babilonese. Vengono definiti tetramorfo.
Le descrizioni, così minuziose, che il profeta Ezechiele riporta, hanno un valore biblico?
Cioè, le riporta copia conforme con quelle babilonesi, oppure celano un insegnamento biblico?

[Gianni]

I cherubini posti a difesa del giardino dell'Eden si rifanno ad elementi mitologici babilonesi: i kirubu (si noti l’assonanza), messi a difesa delle porte dei templi. La descrizione di Ezechiele (1:5) si rifà ai portatori del trono che in Babilonia assumono la forma di animali. I geni babilonesi riuniscono assieme i più diversi elementi figurativi: arti di uomo, di toro, di aquila e di leone. Hanno però sempre un'unica testa. Ezechiele dà loro quattro volti che raffigurano rispettivamente le varie parti del mondo animale (uomo, toro, aquila, leone) per indicare, secondo il concetto dei gentili, lo strapotere divino su tutte le divinità. Yhvh domina lo spazio in tutte le direzioni (gli animali non devono voltarsi, ma vanno diritti in ogni direzione). Si usano gli elementi mitologici, ma solo quali mezzi espressivi della potenza dell'unico vero Dio.
Non si deve però giungere all’affrettata quanto superficiale conclusione che quegli elementi mitici babilonesi siano alla base della Scrittura. Piuttosto, l’agiografo utilizzò un’immagine conosciuta per esprimere il suo concetto. Si chiama stile letterario.

[marco]

Grazie caro Gianni. Ti domando: anche in Ap. viene utilizzata la figura tetramorfa?
Posso chiederti di continuare la descrizione e l'interpretazione della visione di Ezechiele?

[Gianni]

Vero, Giovanni!

Caro Marco, in Ap 4:6 Giovanni vede “quattro creature viventi, piene di occhi davanti e di dietro”.
“La prima creatura vivente era simile a un leone, la seconda simile a un vitello, la terza aveva la faccia come d'un uomo e la quarta era simile a un'aquila mentre vola. 8 E le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali, ed erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro, e non cessavano mai di ripetere giorno e notte: «Santo, santo, santo è il Signore, il Dio onnipotente, che era, che è, e che viene»”. – Vv. 7,8.
Queste “creature viventi” sono ubbidienti a Dio. Infatti, non sono bestie. Sono al servizio di Dio. Esse sono “piene di occhi davanti e di dietro”: possono vedere ogni cosa. In Ez 1:5 ci sono “quattro esseri viventi” e “ognuno di essi aveva quattro facce” (v. 6); “quanto all'aspetto delle loro facce, essi avevano tutti una faccia d'uomo, tutti e quattro una faccia di leone a destra, tutti e quattro una faccia di bue a sinistra, e tutti e quattro una faccia d'aquila” (v. 10). Anche questi quattro esseri della visione di Ezechiele possono quindi vedere tutto. In Ap abbiamo tuttavia quattro esseri che sono diversi tra loro.
I quattro esseri di Ez 1
Tutti uguali con 4 facce
Una faccia d'uomo
Una faccia di leone a destra
Una faccia di bue a sinistra
Una faccia d'aquila
I quattro esseri di Ap 4:6,7
Diversi uno dall’altro
Uno con la faccia come d'un uomo
Uno simile a un leone
Uno simile a un vitello
Uno simile a un'aquila
Anticamente si pensava che quattro possenti esseri sostenessero la volta celeste. In Ap 7:1 troviamo “quattro angeli che stavano in piedi ai quattro angoli della terra”. Nell’astrologia babilonese c’erano quattro segni zodiacali connessi all’inizio dellae quattro stagioni: Toro, primavera; Leone, estate: Scorpione, autunno; Acquario, inverno.
Nella concezione ebraica questi quattro esseri babilonesi diventano quattro angeli (Ap 7:1), identificati in Is 6:2 con i serafini.
Come i serafini isaiani, le apocalittiche “le quattro creature viventi avevano ognuna sei ali” (Ap 4:8). Anche le loro ali “erano coperte di occhi tutt'intorno e di dentro” (Ap 4:8; cfr. Ez 1:18), potendo così scrutare tutto.
Gli innumerevoli occhi fanno venire in mente le innumerevoli stelle del firmamento, che loda – come i serafini – la gloria di Dio: “I cieli raccontano la gloria di Dio e il firmamento annuncia l'opera delle sue mani”. – Sl 19:1.
“Ogni volta che queste creature viventi rendono gloria, onore e grazie a colui che siede sul trono, e che vive nei secoli dei secoli, i ventiquattro anziani si prostrano davanti a colui che siede sul trono e adorano colui che vive nei secoli dei secoli e gettano le loro corone davanti al trono, dicendo: «Tu sei degno, o Signore e Dio nostro, di ricevere la gloria, l'onore e la potenza: perché tu hai creato tutte le cose, e per tua volontà furono create ed esistono»” (Ap 4:9-11). Nel culto celeste Dio viene adorato in piena sottomissione e riconosciuto come l’unico che vive in eterno. Egli è il “Dio vivente” (Sl 42:2), “il Dio vivente e vero” (1Ts 1:9). Nel culto imperiale si doveva omaggiare Cesare. Le creature di Dio rendono omaggio al Creatore, l’Onnipotente, l’Unico in tutto l’universo cui spetta l’adorazione. “Temete Dio e dategli gloria” (Ap 14:7). “A lui sia la gloria per sempre”. - Rm 11:36, TNM.

[marco]

Caro Gianni, permettimi una domanda: ma Ezechiele ebbe veramente la visione? Preciso, fù Dio a fargli vedere questi esseri?
Oppure Ezechiele, chiamato da Dio per adempiere il ruolo di profeta, quindi sicuramente ispirato dall'Eterno, crea quella immagine dei quattro esseri, con le conoscenze che aveva e che gli derivavano dal culto babilonese?

[Gianni]

Caro Marco non confondere il nome kirubu (da cui “cherubini”) con gli esseri della mitologia babilonese! La visione avuta dal profeta fu una vera visione ed Ezechiele la descrisse con parole sue.
Anche noi diciamo, ad esempio, che domani è domenica, senza per questo sostenere che sia la giornata dedicata al dio Sole, quale effettivamente era nel paganesimo.

[marco]

Caro Gianni, tutto il capitolo 1, serve per descrivere la visione.
C'è un insegnamento sulla Gloria di Dio?
Mi spiego: un ebreo del tempo avrebbe decodificato tutti i simboli della visione e compreso bene il messaggio. Io riesco solo a farmi un'immagine di tutti quegli elementi, che in fin dei conti non serve a nulla.

[Gianni]

Caro Marco, quello che non serve a nulla sono le speculazioni (tipiche della mentalità di alcune religioni) di andare a ricercare chissà quali significati nelle visioni. Giovanni Z. ne ha indicate alcune. Perché invece non provi a inquadrare Ger nel suo periodo storico? Qual era la condizione del popolo di Dio al tempo del profeta? Quali messaggi stava recando Geremia da parte di Dio? All’inizio del primo capitolo è spiegato che la parola di Dio detta a Geremia è di ammonimento per i giudei ma anche di consolazione perché Dio li ama di un amore eterno; Dio ammonisce anche le altre nazioni, soprattutto quelle che hanno a che fare con Israele.
Andando a cercare il pelo nell’uovo, alla fine non si vede più l’uovo.

[marco]

Quindi dici di non soffermarsi sulla simbologia descrittiva?
Lo sò che ciò che occorre capire è il periodo storico e la condizione del popolo ebraico, ma pensavo che, approfondire la cosa, poteva accrescere in me un pò più di conoscenza antica.