Salmo 22:16

natzarim
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Salmo 22:16

Messaggio da natzarim »

Shalom il cristianesimo addomestica questo salmo applicandolo a Yeshua.
Poiché cani mi hanno circondato; una folla di malfattori m’ha attorniato; m’hanno forato le mani e i piedi. :-O
Salmi 22:16
Però dal tanach risulta tutt'altro e dice: hanno morso le mie braccia e le mie gambe come da il leone.
Di chi sta parlando? E perché falsificare le scritture
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Gianni
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da Gianni »

Il Salmo 22 è un salmo messianico. Qui il mio commento:
https://www.biblistica.it/wp-content/up ... ico-22.pdf

Anche non volendolo applicare a Yeshùa, credo che il commento possa essere trovato interessante.

Natzarim esageri a parlare di "falsificare le scritture". Al massimo, potresti dire applicare male. :-)

Matteo e Marco ci fanno sapere che Yeshùa, mentre stava per morire, citò queste parole dall’aramaico anziché dall’ebraico (Mt 27:46; Mr 15:34):

ֵא ִל ֵ י א ִלי לָמָ ה עֲזַבְתָּ נִי :ebraico Testo
elìy eliy lamàh azavtàny
“Dio di me Dio di me perché abbandonasti me”
אלי אלי למה שבכתני :aramaico Testo
Elìy, Elìy, lamà savachtàny
“Dio di me Dio di me perché abbandonasti me”.

(Il sistema ha fatto il solito pasticcio con le lettere ebraiche! Mi spiace).
natzarim
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da natzarim »

Hai ragione Gianni 🙂 solo che sono un po' infastidito anche leggendo Zaccaria 12:10 e molti altri versetti un po' alterati, vedi anche 1giovanni5:20, sì diciamo che ho esagerato....grazie comunque
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Gianni
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da Gianni »

Penso che abbiamo chiarito, senza essere dogmatici. :-)
LuigiS
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da LuigiS »

Gianni, ho letto il tuo commento al verso in questione nel link che hai postato, pongo alcune domande:
- il fatto di dover mettere parole tra parentesi quadre per far capire il significato di un verso non penso che sarebbe la prima volta, mi viene in mente la seguente traduzione di un passo di Yirmiyahu: "e questo [è il nome] con cui sarà chiamata", forse in tale verso è più semplice (forse non di molto) dedurre il significato dei termini omessi rispetto al verso in questione però è comunque un caso in cui bisogna mettere parole tra parentesi quadre, no?
- qui si dice che: "L’antica parafrasi aramaica (Targum) del libro dei Salmi intende il verso in questo modo: “Poiché i malvagi mi hanno circondato, come molti cani; un raduno di malfattori mi ha attorniato: essi mordono le mie mani e i miei piedi come un leone”.", penso ci sia differenza con il dire "come un leone mi hanno attaccato iniziando dalle mani e dai piedi", poi comunque se anche il verso intende che hanno iniziato dalle mani e dai piedi, non può darsi che "come il leone" si intenda soltanto "la ferocia/potenza con cui si è attaccati alle mani e ai piedi" e non anche o addirittura soltanto "il fatto che si è stati attaccati per prima in tali parti del corpo come un leone nel senso che il leone attacca per prima in tali parti del corpo"?
- nell'articolo che ho postato si dice che il termine "כארו" non significa nulla, in base a cosa dici che deriva dal verbo "karàh"?
- dici che il copista ebreo che ha scritto il verso in questione potrebbe aver scritto intenzionalmente "כארו" al posto di "karàh" o di "כרית"?
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Gianni
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da Gianni »

Credo che כָּ֝אֲרִ֗י derivi dal verbo כָּרָה, “scavare” (cfr. Gn 26:25).
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Gianni
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da Gianni »

Tiger, non è esatto che in Is 38:13 ci sia lo stesso sostantivo presente in Sl 22:17. Il sostantivo si ha solo in Is, mentre quello di Sl è un verbo. Che c’entra poi la radice di ארי? Il vocabolo אֲרִי, è di per sé radice (triconsonantica).

Sebbene le consonanti dei due termini di Is e di Sl siano le stesse identiche, il Testo Masoretico rivela tutte le differenze.

In Sl 22:17 abbiamo la forma verbale כָּ֝אֲרִ֗י, in cui
la kaf è munita di gheres;
la resh è munita di revia.

In Is 38:13 abbiamo la parola כָּֽאֲרִ֔י, in cui
la prima vocale (qamez) è munita di metegh;
la resh è munita dell’accento disgiuntivo zafeq qatòn;
la parola è composta dal sostantivo אֲרִי preceduto da un prefisso.
Si trova anche in Nm 24:9 e in Ez 22:25.

I due termini di Is e di Sl hanno in comune solo le consonanti, compresa la kaf munita di daghèsh.
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Gianni
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da Gianni »

Vero, Tiger, ma per leggere diversamente da come lessero gli ebrei alessandrini occorre presentare ragioni più che valide.
LuigiS
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da LuigiS »

Gianni, nel tuo commento che hai postato hai scritto: “Osserviamo bene la parola ebraica: כארי. Si noti l’ultima lettera: י. È facile confondere questa lettera con quella simile ו:
י (lettera yod), “y” - ו (lettera vav), “u/o”. Ora, se si mette la vav (ו) al posto della yòd (י), si ottiene: כארו (kaarù), che deriva dal verbo karàh” (il termine “כארי” l’ho riportato senza segni vocalici poiché con tali segni non riesco a postarlo),
penso che una persona media che legge ciò capisca che affermi che il termine “כארו” deriva dal verbo karàh, non il termine “כארי”. Sei concorde nell'affermare che “כארו” non significa nulla? Se sì, dici che il copista ebreo che ha scritto il verso in questione potrebbe aver scritto intenzionalmente "כארו" al posto di "כארי"?
Gianni ha scritto: mercoledì 18 maggio 2022, 6:02
In Sl 22:17 abbiamo la forma verbale כָּ֝אֲרִ֗י, in cui
la kaf è munita di gheres;
la resh è munita di revia.
Mi sembra di capire che ritieni che sia una forma verbale in base alla vocalizzazione, in effetti ho visto che su BibleHub, che penso sia un sito affidabile, (qui) tale termine è tradotto con “they pierced”, chiedo: se tale termine presenta tale vocalizzazione non ci sono dubbi che significhi “hanno trafitto” anche tra i madrelingua di ebraico?
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Gianni
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Re: Salmo 22:16

Messaggio da Gianni »

LuigiS, che ragione avremmo di mettere la vav (ו) al posto della yòd (י)? Considera anche che la forma כארו non compare mai nel Tanàch.

Vedi, LuigiS, se consideriamo solo il puro testo consonantico possiamo a volte (non spesso, ma a volte) supporre una diversa vocalizzazione, anche diversa da quella masoretica. Ma devono esserci validi motivi e comunque sarebbe solo una nota interessante da mettere in calce. Lo scambio di consonanti, invece, può essere spiegato solo con un problema di critica testuale.

Tu affermi, mi pare, che “כארו” non significa nulla. Poi mi domandi se è possibile che il copista ebreo che ha scritto il verso in questione potrebbe aver scritto intenzionalmente "כארו" al posto di כארי. Al che io ti domando a mia volta perché avrebbe dovuto farlo.

La LXX tradusse con περιέσχον, indicativo aoristo; Girolamo tradusse con circumdederunt.
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