Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

chelaveritàtrionfi
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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animasalvata ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 15:49
chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 14:30
Quindi per Isaia c'è un doppio adempimento mentre per Geremia 30,9 no? Questo si chiama fare due pesi e due misure a proprio piacimento.

Per quanto riguarda l'apocalittica mi sono già espresso e non posso ripetere sempre le stesse cose.
Non esistono i doppi adempimenti ma diverse modalità di lettura e descrizione di cicli simbolici che poi si può dimostrare si verificano in periodi futuri con altri personaggi e con grandi eventi. Per esempio ci sarebbe anche una lettura simbolica (di alcuni) che il 7 ed i 7 giorni simboleggerebbero cicli di millenni in cui nei primi 6000 anni accadono delle cose ed il settimo corrisponde al riposo (detto semplicemente).

Quindi per Geremia vale la stessa cosa. L'errore, lo ripeto, è quello di iniziare a parlare di fatti reali e completare l'opera con ciò che è descritto simbolicamente. E' sui fatti accaduti che poi va letto il significato simbolico non da un mix perchè la nostra idea religiosa ce lo impone.

Per l'apocalittica ci sono interi testi che ne parlano.




La letteratura giudaica apocalittica

Lo scopo della letteratura apocalittica fu quello di conservare il patrimonio dei profeti biblici cercando di riproporre in modo nuovo il loro messaggio. Nel far ciò manifesta anche la visione del tempo della fine, che vede avvicinarsi velocemente. Nella letteratura apocalittica il mondo attuale svanisce tra immani e spaventose catastrofi, mente il nuovo mondo scende dal cielo e reca una gloria paradisiaca. Vi è una drastica contrapposizione tra il mondo attuale e il mondo a venire. Quello attuale, che è soggetto alle potenze demoniache, subisce un’ultima èra terrificante: guerre, carestie, varie infermità, cessazione della produzione di frutti da parte della terra, donne che diventano sterili; il cosmo stesso è sconquassato al punto che le stelle escono dalle loro orbite. Quando poi i tormenti giungono al culmine, Dio interviene. I morti escono allora dalle tombe e tutti devono comparire davanti al tribunale presieduto da Dio e dal suo Messia che è “figlio dell’uomo”. I libri che contengono i registri delle azioni di ciascuno sono aperti e letti; sulla loro base si emette il giudizio definitivo: salvezza o dannazione eterna. Dopo il giudizio finale, il nuovo mondo sostituisce quello vecchio in cui abiteranno i salvati, e Dio starà per sempre in mezzo a loro.

Mentre i profeti ricevono il messaggio divino in forma di parole e con le parole lo trasmettono al popolo, gli apocalittici hanno rivelazioni molto misteriose che ricevono in sogno o durante un rapimento estatico. Il messaggio non è trasmesso a parole, come nei profeti, ma per mezzo di immagini che devono essere interpretate.

Gli antichi profeti predicavano alle persone del loro tempo, e i profeti scrittori mettevano per iscritto le loro profezie. Gi apocalittici, invece, compongono un’opera letteraria in cui nascondono il loro messaggio nel mistero. Così facendo lo rendono molto attraente, e per renderlo più affascinante lo pubblicano sotto il nome di un personaggio famoso dell’antichità. Così, gli apocalittici fanno parlare quei grandi personaggi per annunciare il corso futuro della storia. In tal modo, la storia che per l’apocalittico è già passata, viene ad essere presentata come futura perché riferita da un personaggio antico. In altre parole, la storia fin lì accaduta viene raccontata come se l’antico personaggio l’avesse prevista. Questo pone le basi per gli eventi futuri: se la profezia si è realizzata fin lì, anche ciò che riguarda il futuro vero e proprio avverrà. Si nota così che per ciò che riguarda la storia già passata e presentata come futura, l’apocalittico è molto preciso e dettagliato, ma per ciò che concerne ciò che futuro anche per lui, è generico. Tema comune negli apocalittici è la fine del mondo con l’avvento della nuova creazione.

Nello stile apocalittico i personaggi antichi, dietro cui si cela l’apocalittico sotto mentite spoglie, ricevettero le loro visioni e le sigillarono affinché fossero lette in futuro, nel tempo della tribolazione. Così, il tempo contemporaneo all’apocalittico, che è il vero autore di quegli ascritti attribuiti a un personaggio antico, è il tempo in cui si attente la fine ormai imminente. Ecco perché egli rende noto la suo opera, così che le persone siano consolate. La gloria promessa è ormai vicina e con tale consapevolezza ci si può rafforzare rimanendo fedeli e ubbidienti ai comandamenti di Dio.

https://www.biblistica.it/?page_id=2701
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 16:58
Non esistono i doppi adempimenti ma diverse modalità di lettura e descrizione di cicli simbolici che poi si può dimostrare si verificano in periodi futuri con altri personaggi e con grandi eventi.
Tu li chiami cicli, io li chiamo "doppi adempimenti" di cui il vero adempimento è quello finale mentre quello presente è solo un simbolo. Lo dice già la parola simbolo. Un simbolo è qualcosa che non dura per sempre in quanto imperfetto. Il simbolo non è la realtà, è solo una cosa simile e soprattutto il simbolo non può negare il significato letterale vero e proprio. Quando dici che i profeti enfatizzavano solamente allora stai negando il significato primario ossia quello letterale. Se per esempio leggi "in quel tempo verrà il re Messia" il significato letterale è quello che è, non si scappa. Si parla di un re e sai che vuol dire. Dire che "è un modo di enfatizzare qualcuno simile al Messia" è già uno storpiamento perché già si fuoriesce dal significato letterale. A me mi sta pure bene l'allegoria o il simbolo purché non si neghi il significato letterale.
Dirai che allora il profeta è un falso profeta perché non si è adempiuto poiche in quel tempo non è venuto il Messia finale. L'errore di fondo sta nel fatto che tu interpreti "in quel tempo" con la logica letterale occidentale. Invece devi ragionare secondo Dio. 2000 o 3000 anni per Dio sono "in quel tempo". 2000 o 3000 anni per Dio "sono a breve". Solo così si può cogliere il simbolo nel presente e il significato letterale vero e proprio nel futuro.

Ti ho fatto l'esempio di Ezechia ma non lo hai capito. Dio attraverso il profeta parla della nascita del Messia e lo fa in un contesto di tribolazione per la nazione. Quello è il significato letterale, l'adempimento finale, quello vero e proprio. E per dare la prova di ciò fornisce anche un simbolo nel presente che è un re simile, un assaggio o un anticipazione come la vuoi chiamare.

Stesso discorso per il profeta apocalittico. Il profeta apocalittico descrive qualcosa di presente o passato ma al tempo stesso sta profetizzando l'evento futuro di cui quello presente o passato è solo il simbolo.
E' sui fatti accaduti che poi va letto il significato simbolico non da un mix perchè la nostra idea religiosa ce lo impone.
Non centra nulla l'idea religiosa. Se mi dici che io sono influenzato da un idea religiosa allora io potrei dirti al contrario che sei tu ad essere influenzato dalle teorie di quei biblisti odierni e occidentali che negano che la profezia divina riguarda anche eventi del futuro. In sostanza il tuo diventa un dogma religioso ma al contrario. Religioso perché ti fidi di quei biblisti e sei influenzato dai loro schemi o dogmi.

Comunque che ti devo dire? Se neghi che Isaia 11 e 2 riguardano il Messia quello finale ti devo ricordare che stai sconfessando millenni di tradizione ebraica. Sei dici che riguardano un rappresentante divino di quel tempo e il re Messia finale mi sta pure bene ed è logico ed è quello che sostengo io. Ma se mi dici che non riguarda il Messia finale allora stai andando contro una tradizione ebraica millenaria. In sostanza i grandi pensatori ebraici delle epoche passate non ci avrebbero capito nulla.
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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animasalvata ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 21:31
Non so più in che lingua scrivere. Forse non mi so spiegare? Non sto negando nulla ma sto semplicemente leggendo il testo. Mi si può contestare una traduzione o un significato di una parola ma su altro basta leggere. Isaia cita regni ben precisi: Efraim, Assiria, Israele, Moab, Edom, Egitto ecc. tutti regni passati. Il tronco di Isai in quel tempo è un discendente di Davide e può essere Ezechia. C’è una profezia ben precisa che riguarda lui. Poi al capitolo 45 si parla di Ciro “mio unto”. Cosa dobbiamo interpretare qui? Negare il significato letterale vuol dire negare queste cose. Avevo scritto che alla fine di ogni persecuzione vi è l’enfasi sull’evento positivo che prefigura magari l’era finale, un giorno, per l’umanità, quante volte lo avrò scritto? Nell’era finale ci sarà un messia? Mi pare che si capisca ampiamente, quindi la risposta è si. Ma da qui a dire che Isaia o Geremia non si adempirono completamente ne passa. Ora sto dicendo che come si è avverato tutto ciò che i profeti classici hanno profetizzato nel loro tempo, noi popolo del futuro possiamo leggere tutti quegli eventi che simboleggiano l’umanità intera, quindi l’era messianica mondiale ed un messia finale, come un avverarsi futuro. Dove un tempo i profeti hanno messo semplicemente una enfasi al periodo della liberazione, quando arriverà il messia futuro quell’enfasi diverrà realtà per tutta la terra. Israele nel testo biblico è il centro e simboleggia l’umanità. Ma in quel tempo era solo Israele. Dopo l’esilio Israele e Giuda non ebbero più re. Sedechìa fu l’ultimo re di Giuda. Poi ci furono governatori e Zorobabele dopo l’esilio fu un governatore discendente di Davide. Vogliamo dire che anche lui è ombra di un messia futuro quello per eccellenza? Va bene. Il tempio è comunque il tema centrale. Daniele parla di un messia condottiero che porta alla liberazione letterale di Israele. Quello in quel tempo fu Ciro. Poi letteralmente vi fu la riconsacrazione del Santo dei Santi. Ezechiele 40-45 è scritto in uno stile diverso che è stato definito apocalittico. Non le dico io queste cose ma risulta dall’analisi della scrittura. In quel caso c’è un figlio d’uomo che spiega in quel caso come doveva essere ricostruito il tempio. Ciò è avvenuto esattamente. In Daniele c'è l'angelo che spiega (rivela) e nell'apocalisse di Giovanni c'è anche l'angelo che spiega. Quindi la struttura è simile. A parte questo ogni opera ha anche differenze. Daniele diventa molto simbolico e marca maggiormente enfasi sul futuro. Segue l'apocalisse di Giovanni ancora più strutturato.

Il profeta apocalittico pone molta attenzione nel futuro perché il presente è difficile e il futuro radioso. Il profeta apocalittico mostra un futuro in chiave simbolica e grazie a questo modo di profetizzare il ciclo (o altro adempimento come lo chiami tu) si può vedere in diverse ere. Nell’era a cui fa riferimento già si può costruire la storia che per noi è passata ed adempiuta. La stessa descrizione, grazie al simbolismo si può anche verificare nel futuro magari alla fine vera di questo tempo dove i regni non sono più babilonia ecc. ma altri. Per esempio al tempo dei romani babilonia era proprio Roma. In futuro non so che regno possa essere.

Ogni adempimento passato prefigura un adempimento futuro!Meglio così? ma io voglio ricostruire prima l'adempimento passato.
E per dare la prova di ciò fornisce anche un simbolo nel presente che è un re simile, un assaggio o un anticipazione come la vuoi chiamare.
Ohh forse cominciamo a capirci. l’anticipazione ci sta. Infatti sto dicendo, quando parlo di cicli, che quegli eventi accaduti in passato simboleggiano anche eventi che capiteranno in futuro. Il Messia diventa una figura ben precisa, una guida. In Daniele fu Ciro in futuro sarà un altro messia. Vogliamo identificarlo con Yeshùa? Besàseà dice di no però qui nasce la divergenza. Ma va bene così. Al momento voglio ragionare sull’evento letterale, sugli adempimenti già avvenuti. Il simbolismo applicato al futuro, il secondo adempimento o riadempimento o secondo ciclo è un tema che vorrei trattare dopo aver messo a posto questo.

A me non interessa che Daniele di fermi letteralmente al secondo tempio o che si fermi a Maccabei (letteralmente) o che vengono citati i romani.. mi basta che tutto ciò che è descritto corrisponda. Indipendentemente dove si arrivi ci sarà sempre un riadempimento o doppio adempimento come dici tu.. oppure un altro ciclo come sostengo io.

Ti ho anche invitato a proporre il tuo studio perché ogni studio va rispettato.

Però voglio porre l’attenzione a Besàseà che gentilmente si sta prestando per aiutarci partendo con la traduzione corretta. Infatti ho messo da parte quello studio che avevo quasi completato. Poi si vedrà
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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Besàseà ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 19:49
Poi pian piano perfezionerò la mia traduzione dando anche le motivazioni sperando che qualcuno le capisca e possa partecipare. Secondo me voi due avete perso tempo prezioso in chiacchiere inutili. In tutti questi anni avreste potuto imparare l'ebraico e vedere le cose da un'altra prospettiva.
Eh.. ma come anche tu potrai notare ..gli esperti in ebraico propongono diverse letture. Poi ti riporto l'interpretazione di Abramo su Mashach che fa il patto e non ha...per esempio. Lo saprai già comunque. Quindi non credo basti conoscere l'ebraico. Altro esempio Gianni. Conosce l'ebraico ma ho letto alcune discussioni che ha avuto con te. Purtroppo tra traduzioni e religioni c'è sa sudare

Si, ma non è quello il senso. Tashuv, tornerà (Gerusalemme) è un parallelo di lehashiv, far tornare (gli esuli). Far tornare la città significa far tornare i suoi abitanti per cominciare la ricostruzione. Non si parla di case, ma di spianate e valli, ovvero di cominciare a gettare le basi. Questo periodo storico è proprio quello del tempo del ritorno dall'esilio. L'inizio della ricostruzione è già di per se l'adempimento delle profezie, sigillare le profezie significa portarle a compimento. Ho usato il verbo sigillare per cercare di far rispecchiare il linguaggio dotto di Daniel. Poi magare semplificheremo. Anche sigillare i sacrifici significa portarli a compimento.


Nelle lunghe discussioni.. stavo cercando di spiegare che le profezie di Geremia ed Isaia letteralmente si sono adempiute. Poi cosa prefigurano per il futuro è altra cosa, come un ciclo, uno schema che si ripete. Tu cosa ne pensi?

In quanto alle profezie di cui parlavate, che riguardano il ritorno del popolo di Israel nella sua terra, tutte quante fanno parte di una regola di base scritta nella Torah, secondo cui il popolo, dopo aver trasgredito ed essere stato espulso, alla fine torna sempre nella sua terra. Detto ciò quelle dei profeti non è che siano delle grandi profezie, in sostanza loro ripetono in altra forma questa regola che è già stata stabilita dalla Torah nella notte dei tempi, ancor prima dell'uscita dall'Egitto.

Ecco
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da animasalvata »

Besàseà ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 19:49
Qui c'è una dimenticanza: dall'uscita della parola di far tornare (gli esuli) e ricostruire Gerusalemme. In ebraico להשיב ולבנות, lehashiv welivnot sono due verbi legati da una congiunzione che esprimono due azioni separate: il ritorno dall'esilio e la ricostruzione. Come להשיב di Geremia 29.10.

Tashuv, tornerà (Gerusalemme) è un parallelo di lehashiv, far tornare (gli esuli).
È interessante il parallelo che hai fatto. Vorrei però farti notare due casi, se mi sbaglio poi potrai correggermi tu che sei il madrelingua.

1 re 16,24: Letteralmente è ויבן את־ההר
Prendo la traduzione di sefaria come esempio: costruì [una città] sulla collina

Viene inserita tra parentesi la parola città e viene inserita anche la parola sulla davanti alla parola valle.

Il sito di Chabad invece traduce così: built up the mountain
Chabad inserisce up(su) davanti a the mountain (il monte) ma letteralmente è "e costruì la montagna".

Poi voglio farti notare anche Giosue 7,24. Letteralmente è ויעלו אתם עמק עכור

Sefaria traduce così: e li condusse fino alla valle di Acor.

Il sito Chabad dice: and they brought them up to the Valley of Achor ma letteralmente è "e condusse loro valle di Achor".

Ricordiamoci anche del fatto che Daniele 9 è un testo per certi versi enigmatico perché contiene qualche frase incompleta come per esempio וְין ל֑וֹ. Quindi sono sottintese parole non espressamente menzionate. Inoltre il testo doveva rimanere nascosto fino al tempo della fine (Daniele 12,9). Che senso ha nascondere un libro se la profezia si adempiuta esclusivamente al tempo di Ciro? Il libro fu svelato al tempo dei Maccabei e questo implica un tempo che va oltre le vicende di Ciro: Un tempo che include anche Ciro ma non finisce solo con Ciro.

Alla luce di quei versetti che ho menzionato e di queste considerazioni (se mi sbaglio su qualcosa di lingua ebraica mi correggerai tu) provo a metterla così:

... (ci saranno) sette (anni di) settanta e sessanta e due (anni di) settanta. (Gerusalemme come abitanti) Ritornerà indietro e (Gerusalemme come città) sarà ricostruita (sopra) spianata e(fino a) valle e precipizio... e in difficili tempi...

Ho inserito "Gerusalemme come città" in questo modo ho integrato Geremia 29,10 con la promessa contenuta in Geremia 30,18 che parla di ricostruire la città. Poi ho inserito "su" davanti a spianata ispirandomi all'esempio di 1 re 16,24 e infine ho inserito "fino alla" davanti a valle ispirandomi al versetto di Giosuè 7,24.

Io ho considerato tutto in funzione di Geremia 30,18 dove Dio promette la ricostruzione intera della città. Credo che questo ha in mente il profeta e di conseguenza l'angelo nella sua interpretazione. Perché limitarsi solo alle fondamenta? Secondo il mio parere (potrei anche sbagliarmi) l'espressione "e sarà ricostruita spianata e valle e fino a precipizio" e un modo di dire che Gerusalemme sarà ricostruita su tutto il suo territorio spaziale, territorio che va dalla spianata alla valle. Quindi non solo la piazza in senso stretto.
Secondo me voi due avete perso tempo prezioso in chiacchiere inutili. In tutti questi anni avreste potuto imparare l'ebraico e vedere le cose da un'altra prospettiva.
Io rispetto ogni punto di vista però non si può negare che dal 598ac fino al 164ac ci sono esattamente 434 anni. È una mera coincidenza oppure è più che una semplice coincidenza? In ogni caso io tempo è 434 anni e 434 è un multiplo di 62. Inoltre il patto di Ciro non ha portato solo alla catastrofe del 70 DC ma anche agli eventi di Antioco Epifane perché yashit si può intendere anche come dice l'utente chelaveritatrionfi (rovina parziale e contaminazione idolatrica)
L'inizio della ricostruzione è già di per se l'adempimento delle profezie, sigillare le profezie significa portarle a compimento. Ho usato il verbo sigillare per cercare di far rispecchiare il linguaggio dotto di Daniel. Poi magare semplificheremo. Anche sigillare i sacrifici significa portarli a compimento.
Dire che l'inizio della ricostruzione è già di per se l'adempimento di Geremia 30,18 è già un interpretazione soggettiva del testo. Alla stessa maniera è una interpretazione soggettiva del testo anche considerare l'adempimento della profezia al termine della ricostruzione. Letteralmente ci possono stare entrambe.

Ma io dico: perché Dio ha permesso che passassero altri 80 anni dal ritorno per ricostruire mura e case? Un motivo dovrà pur esserci. Non si può additare come scusa le ostilità dei popoli stranieri perché l'ostilità era presente anche al tempo di Esdra e Neeemia con Samballat il coronita. Dio se vuole porta a compimento anche contro ogni ostilità. Lo ha fatto anche contro l'Egitto. Se Dio ha permesso quel ritardo un motivo dovrà pur esserci e non da ricercare nelle ostilità
In tutto ciò Gesu Cristo non ha né arte né parte.
Tutta la Toràh è incentrata sul popolo di Israel, sul suo destino fra i popoli e sul suo ritorno. Anzi, usando le parole di Maimonide Gesù contribuì negativamente in tutto ciò, alla distruzione della nazione e all'esilio.
Se Maimonide disse questo (citami la frase per favore) è un obiezione debole. Anche Ciro ha contribuito negativamente perché il suo patto debole portò indirettamente alla rovina del 164ac prima e poi a quella del 70dc.
uindi tutt'altro che salvatore.
Sto finendo di riprodurre i calcoli su disegno e appena ho finito li metto nella sezione Yeshua. Al momento posso solo anticiparti una coincidenza matematica. Dal tempo dell'uscita della parola di Artaserse nel settimo anno (ottavo per il compito ebraico) (457 AC data fornita dagli storici) al 33 DC ci sono esattamente 490 anni. È curiosa come coincidenza.
Il messia futuro, che è un re, ricostruirà la nazione ebraica e farà tornare le tribù disperse. Porterà pace e giustizia in tutte le nazioni. Una volta finito il suo scopo il messia morirà come ogni altro uomo. Gesù morì senza combinare nulla. A suo tempo nemmeno le 10 tribù erano tornate. Stanno tornando nei nostri tempi.
E mi dici dove è scritto che tutto ciò deve avvenire rapidamente alla venuta del Messia? Questo che sostieni avverrà nel giorno del Signore, ma la parola giorno può indicare anche un era molto lunga come i giorni della creazione per esempio.

Infine ti sei dimenticato di rispondere ad una mia domanda: Daniele è stato un personaggio che ha profetizzato realmente 70 anni al tempo dell'esilio oppure i 70 anni sono un opera pseudo epigrafica è post eventum?
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 23:10
Isaia cita regni ben precisi: Efraim, Assiria, Israele, Moab, Edom, Egitto ecc. tutti regni passati. Il tronco di Isai in quel tempo è un discendente di Davide e può essere Ezechia.
Ho negato che quei regni erano Efraim, Assiria ecc? No. In quel tempo è un tempo che parte da quei regni fino all'arrivo del Messia ultimo e include sia il segno (Ezechia) che quello finale.

Il simbolismo applicato al futuro, il secondo adempimento o riadempimento o secondo ciclo è un tema che vorrei trattare dopo aver messo a posto questo.
No il simbolismo è l'enfasi di allora. Il simbolo era quello di allora.
ti ho anche invitato a proporre il tuo studio perché ogni studio va rispettato.
Lo farò appena finiro di riprodurre i calcoli in disegno e nella sezione Yeshua.
Però voglio porre l’attenzione a Besàseà che gentilmente si sta prestando per aiutarci partendo con la traduzione corretta. Infatti ho messo da parte quello studio che avevo quasi completato. Poi si vedrà[/b]
Anch'io sto analizzando la sua posizione. Mi sembra che lui non considera Daniele 9 come un opera pseudo epigrafica e post eventum visto che lui parla esclusivamente di 70 anni letterali. Dal suo punto di vista i 70 anni non arrivano ai Maccabei.
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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animasalvata ha scritto: mercoledì 4 maggio 2022, 12:28
chelaveritàtrionfi ha scritto: martedì 3 maggio 2022, 23:10
Isaia cita regni ben precisi: Efraim, Assiria, Israele, Moab, Edom, Egitto ecc. tutti regni passati. Il tronco di Isai in quel tempo è un discendente di Davide e può essere Ezechia.
Ho negato che quei regni erano Efraim, Assiria ecc? No. In quel tempo è un tempo che parte da quei regni fino all'arrivo del Messia ultimo e include sia il segno (Ezechia) che quello finale.

Il simbolismo applicato al futuro, il secondo adempimento o riadempimento o secondo ciclo è un tema che vorrei trattare dopo aver messo a posto questo.
No il simbolismo è l'enfasi di allora. Il simbolo era quello di allora.
ti ho anche invitato a proporre il tuo studio perché ogni studio va rispettato.
Lo farò appena finiro di riprodurre i calcoli in disegno e nella sezione Yeshua.
Però voglio porre l’attenzione a Besàseà che gentilmente si sta prestando per aiutarci partendo con la traduzione corretta. Infatti ho messo da parte quello studio che avevo quasi completato. Poi si vedrà[/b]
Anch'io sto analizzando la sua posizione. Mi sembra che lui non considera Daniele 9 come un opera pseudo epigrafica e post eventum visto che lui parla esclusivamente di 70 anni letterali. Dal suo punto di vista i 70 anni non arrivano ai Maccabei.
Io credo che in fondo ci siamo capiti. Per dimostrarti che ci siamo capiti nelle scritture greche si fa riferimento a molti profeti adattati/o con doppio riferimento a Yeshùa. Questa parte però è rifiutata in questo contesto quindi non la cito. Mi sta anche bene che si parta dal presupposto che l'opera non sia post eventum. Secondo me lo è per tutti i dettagli che ci sono ed insoliti per un profeta, ma il risultato alla fine non cambia. Non è determinante nemmeno per lo studio che ho proposto. Ti avevo semplicemente chiesto di fare finta che l'opera sia pseudoepigrafa e prova ad immedesimarti in un autore che vive intorno al 164-3 a.E.V. e leggi tutto il libro di Daniele in questi termini. Tutto qui. Alla fine del discorso avremo elaborato per bene tutti questi passi con le spiegazioni di Besàseà che terrò sicuramente in considerazione. Poi personalmente rivedrò il senso dei 490 anni ecc.. Una discussione così completa esiste solo in questo forum.. da quel che vedo.

Ps. I numeri e le cronologie non sono mai coincidenze. Anche se sono gli uomini a utilizzare i numeri come simboli... è perchè si è capito (per volontà suprema) che ci si può esprimere in certi termini per arrivare ad una comprensione
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da animasalvata »

Sono riuscito a mettere i file.

I calcoli prendono in considerazione due ipotesi: l'ipotesi che Artaserse inizia a regnare nel 464 ac come sostenuto dalla maggioranza degli storici e l'ipotesi che Artaserse inizia a regnare nel 474ac come sostenuto da qualche minoranza.

In entrambi i casi si arriva a soluzioni interessanti.

Ho anche messo un file su Ciro e questo potrebbe interessare a Besasea.

Ho dovuto fare per forza così, metterli su disegno e pdf perché scriverli qui sarebbe stato troppo lungo. Per eventuali chiarimenti potete chiedere.
Allegati
Ciro.pdf
(510.24 KiB) Scaricato 59 volte
Inizio regno Artaserse 474 ac. Neemia 2,11.pdf
(1.15 MiB) Scaricato 52 volte
Inzio regno Artaserse 464 ac. Neemia 2,11 e Esdra 7,8.pdf
(1.54 MiB) Scaricato 50 volte
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

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animasalvata ha scritto: giovedì 5 maggio 2022, 11:51
Ciao ho scaricato i tuoi file. Li leggerò con calma. A breve metterò una cronologia storica precisa perfettamente corrispondente tra il tempo dei diadochi e le parti del libro di Daniele ed anche Maccabei.

Nel frattempo puoi leggere questo studio che non è mio su Artaserse, Assuero ecc..i nomi citati in Esdra..che sono titoli. Riguardo all'altro Artaserse, essendo specificati il 7mo ed il 20mo anno sicuramente si tratta di Longimano.

La maggior parte degli studiosi, considerando solo l’Achashverosh del Libro di Esther, con molta leggerezza lo identificano con Serse. Tale identità è semplicemente impossibile. Benché “Achashverosh” potrebbe essere una traslitterazione un tanto forzata dal persiano all’ebraico del nome –o titolo– Hšayāŗšā, Kshayarsha, che in greco è “Xerxes”, potrebbe esserlo altresì di Havaxšatra, che è Kyaxares. E qui siamo in grado di identificare il primo Achashverosh, quello di Daniele 9:1, il padre di Dario il Medo: questo Achashverosh potrebbe essere Arštivaiga, che è Astiage –il quale era il padre–, ma è più probabile che si riferisca a suo nonno Ciassare, in onore del suo lignaggio. In quanto all’Achashverosh nel Libro di Ezra, questo precede un Artaserse –o meglio interpretato, è quello stesso Artaserse– che a sua volta precede Dario (Istaspe). Confrontando con la storia secolare che ci ha lasciato il romanziere greco Ctesia di Cnido, questo Achashverosh / Artaserse dovrebbe essere Cambise, figlio e successore di Ciro. Cambise trasferì la capitale da Pāsārgād a Susa. Questo secondo Achashverosh potrebbe essere lo stesso di Esther, perché cronologicamente sarebbe il più adatto di tutti, ma ci sono difficoltà nell’identificarlo a causa della lunghezza del suo regno, il quale, se è come raccontato da Ctesia, sarebbe stato molto più breve del regno dell’Achashverosh di Esther .

http://www.hoshea.net/discordanze.htm
Per me contano i documenti scritti perchè li possa verificare. "Ora i bereani .. accolsero il messaggio con grande entusiasmo e esaminarono ogni giorno le Scritture per vedere se questi insegnamenti erano veri". Atti 17:11 BSB
animasalvata
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Re: Le 70 settimane di Daniele 9:24-27:una soluzione

Messaggio da animasalvata »

chelaveritàtrionfi ha scritto: giovedì 5 maggio 2022, 20:55
Ciao ho scaricato i tuoi file. Li leggerò con calma. A breve metterò una cronologia storica precisa perfettamente corrispondente tra il tempo dei diadochi e le parti del libro di Daniele ed anche Maccabei.

Nel frattempo puoi leggere questo studio che non è mio su Artaserse, Assuero ecc..i nomi citati in Esdra..che sono titoli. Riguardo all'altro Artaserse, essendo specificati il 7mo ed il 20mo anno sicuramente si tratta di Longimano.
La maggior parte degli studiosi, considerando solo l’Achashverosh del Libro di Esther, con molta leggerezza lo identificano con Serse. Tale identità è semplicemente impossibile.
Impossibile perché? Come fanno a parlare di una tale sicurezza. Sembra che chi ha scritto quest'articolo per parlare così abbia a disposizione la macchina del tempo e abbia viaggiato indietro nel tempo.
E qui siamo in grado di identificare il primo Achashverosh, quello di Daniele 9:1, il padre di Dario il Medo: questo Achashverosh potrebbe essere Arštivaiga, che è Astiage –il quale era il padre–, ma è più probabile che si riferisca a suo nonno Ciassare, in onore del suo lignaggio.
Non abbiamo a disposizione la macchina del tempo per stabilirlo con certezza. Possiamo solo fare delle supposizioni confrontando la Bibbia e la storia che ci è pervenuta e da ciò penso che l'ipotesi più calzante su Dario il medo sia Gubaru figlio di Assuero ossia di in re. Assuero può significare re un titolo come Cesare o Augusto.
In quanto all’Achashverosh nel Libro di Ezra, questo precede un Artaserse –o meglio interpretato, è quello stesso Artaserse– che a sua volta precede Dario (Istaspe). Confrontando con la storia secolare che ci ha lasciato il romanziere greco Ctesia di Cnido, questo Achashverosh / Artaserse dovrebbe essere Cambise, figlio e successore di Ciro.
Esdra 7,1 Ma come fa ad essere Cambise se questo era il re che fermò i lavori del tempio. Esdra 7,1 è posteriore alla ricostruzione del tempio sotto i profeti Zaccaria e Aggeo (Esdra 6,14-15)

Esdra 7,1 ORA, dopo queste cose, sotto il regno di Artaserse, re di Persia, Esdra, figliuolo di Seraia, figliuolo di Azaria, figliuolo di Hilchia,

Secondo me dire che quello descritto in Esdra è Cambise mi fa turbare parecchio e mi fa dubitare seriamente sull'attendibilita della ricostruzione storica fatta in questo studio.
questo secondo Achashverosh potrebbe essere lo stesso di Esther, perché cronologicamente sarebbe il più adatto di tutti, ma ci sono difficoltà nell’identificarlo a causa della lunghezza del suo regno, il quale, se è come raccontato da Ctesia, sarebbe stato molto più breve del regno dell’Achashverosh di Esther
Quindi Esther era moglie di Cambise? A me pare una forzatura enorme. Considera poi che lo stesso studio poi afferma: ma ci sono difficoltà nell’identificarlo a causa della lunghezza del suo regno, il quale, se è come raccontato da Ctesia, sarebbe stato molto più breve del regno dell’Achashverosh di Esther

Metto anche una ricostruzione dettagliata su grafico degli anni 539ac-536

539 settantesimo anno di Babilonia
538 caduta di Babilonia e anno di ascensione di Ciro e Gubaru come re di Babilonia
537 anno della visione di Daniele 9 e ritorno
536 secondo anno del ritorno e fondamenta del tempio gettate.
Allegati
ricostruzione grafica 539-536ac.pdf
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